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24.12.22

Il pugile che ha risparmiato l’avversario evitandogli il KO: “Ho visto i suoi figli a bordo ring”

  da   ontinua su: https://www.fanpage.it/sport/altri-sport
Martin Bakole ha sconfitto Tony Yoka in un incontro di pugilato di alcuni mesi fa. Una vittoria importante per il congolese contro il campione olimpiaco. Bakole a distanza di tempo ha rivelato di essersi fermato per non infierire su di lui dopo aver visto i suoi figli.


                          A cura di Fabrizio Rinelli


Tony Yoka non se l'aspettava e forse nemmeno il suo coach e il pubblico presente a maggio all'Accor Arena nel match che l'ha visto sfidare Martin Bakole. Il pugile francese, classe 1992, della categoria dei pesi supermassimi, e vincitore della medaglia d'oro alle olimpiadi di Rio de Janeiro 2016 e alle olimpiadi giovanili di Singapore 2010, ha perso contro il congolese a sorpresa. Nessuno avrebbe mai previsto questo ko di Yoka e forse nemmeno lo stesso Bakole che a distanza di 7 mesi da quell'incontro, in un'intervista rilasciata a L'Equipe e riportata da Le Parisien, ha svelato alcuni dettagli di quel match IL14 maggio scorso la sfida tra il campione olimpico 2016 e il congolese, 13esimo al mondo, doveva essere un tassello in più per il francese affinché centrasse il titolo mondiale. Ma così non è andata. Yoka è stato tramortito dai colpi del suo avversario inginocchiandosi a terra dal primo round. Ha inoltre sanguinato rapidamente in ciascuno dei successivi nove round. A distanza di quasi un anno Bakole ha raccontato ciò che è accaduto. Già, perché l'incontro si è concluso con una vittoria ai punti per Martin Bakole non per ko: “Non volevo finirlo – ha detto il congolese – Ho visto i suoi figli a bordo ring. È bastata una vittoria ai punti".
Ha avuto rispetto del suo avversario Bakole che aveva visto in difficoltà Yoka. “Non era pronto. L'ho letto nei suoi occhi, l'ho visto nella sua esecuzione. Niente era giusto. Nessun piano tattico”, si rammarica il tecnico cubano Luis Mariano Gonzalez che ha portato all'oro Yoka alle Olimpiadi di Rio.

                            La fase finale dell’incontro tra Bakole e Yoka    
 
 
Sette mesi dopo, Tony Yoka non è ancora tornato sul ring per combattere un altro incontro. Il pugile, che ha totalizzato solo una sconfitta in dodici incontri, dovrebbe tornare ad indossare i guantoni a febbraio contro un avversario di cui non si conosce ancora l'identità.Questa sconfitta è forse la cosa migliore che gli potesse capitare – crede invece l'allenatore americano di Bakole, Virgil Hunter – Un passo falso può distruggere una carriera o rilanciarla". Bakole nel suo racconto di quella gara ricorda: "Sul ring, di fronte a me, era perso…" e forse anche per questo ha avuto rispetto del suo avversario – che probabilmente non era in condizione per poter gareggiare – proprio in virtù della sua fama e delle sue vittorie in carriera. Sta di fatto che Bakole è stato il primo pugile ad aver steso Tony Yoka ammettendo però di aver trattenuto i colpi

22.9.21

un estate magica dal punt di vista sportivo non solo il calcio La lezione della Polonia che festeggia il bronzo come se avesse vinto gli Europei di pallavolo e Splendido Hassan Nourdine, il nuovo campione italiano Superpiuma, astigiano di origini marocchine in un’intervista alla “Stampa”, dopo aver battuto in finale Michele Broili, il pugile dai tatuaggi inneggianti alle Ss.

 

Che impresa straordinaria!
L’Italia del volley è campione d’Europa.
Sconfitta in finale la Slovenia al quinto set, in rimonta, dopo un match pazzesco vissuto sempre in apnea, con un Michieletto addirittura devastante nell’ultimo parziale.
Dopo le azzurre, è la volta degli azzurri, per una doppietta che non era mai accaduta nella storia di questo sport.
Questo significa essere campioni e grandi uomini, alla faccia di tutte le critiche, le Cassandre e i profeti di sventura.
Non finisce mai. Non finisce mai quest’estate pazzesca. Non svegliateci!
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 4 persone, persone che giocano a pallavolo e il seguente testo "H msa CAMPIONI D'EUROPA"

  • Incredibile soprattutto per com’è maturata, dopo la cocente delusione olimpica, le cattiverie, le critiche, alcune folli, l’infortunio di Zaytsev, il rinnovamento, una Nazionale giovanissima da 24 anni di media su cui nessuno scommetteva (non fino a questo punto), una finale contro una Slovenia straripante che a tratti sembrava impossibile rimettere in piedi. Ma questa è l’estate 2021, dove tutto (davvero) può succedere. Grazie di tutto ragazzi.

Ma  quello  che mi ha  sorpreso di più   è  il  fatto     che  La Polonia, campione del mondo di pallavolo in carica, accetta il terzo posto agli Europei con gioia. E festeggia la medaglia di bronzo

polonia bronzo video 1

La Polonia, campione del mondo di pallavolo in carica, accetta il terzo posto agli Europei con gioia. E festeggia la medaglia di bronzo come se avesse vinto il torneo. Non era affatto scontato. Il video.La lezione della Polonia che festeggia il bronzo come se avesse vinto gli Europei di pallavolo | VIDEO

Ieri la nazionale di pallavolo polacca è riuscita a vincere la finalina che le ha permesso di conquistare il terzo posto agli Europei di pallavolo. Per i polacchi, che ospitavano il torneo, la vittoria con la Serbia rappresenta una parziale consolazione. La Slovenia era arrivata infatti in finale battendo a Katowice per 3-1 i padroni di casa della Polonia. E nonostante la collezione di terzi posti in Europa si stia facendo sempre più ampia, è la seconda volta consecutiva che accade, la squadra ha dimostrato grande entusiasmo e gratitudine durante la premiazione e la consegna della medaglia. Una scena del tutto diversa da quella che tutti ricordiamo dopo la vittoria degli Azzurri del calcio. Allora molti dei calciatori inglesi, sconfitti dalla Nazionale guidata da Mancini, si tolsero la medaglia d’argento mostrando delusione e poco rispetto. E finendo in un polverone di polemiche.

Ma anche i tifosi polacchi hanno dimostrato la loro grande sportività tifando la nostra nazionale con grande trasporto durante la finale:

Certo non bisogna dimenticare che gli avversari degli azzurri erano proprio quegli sloveni che avevano impedito l’accesso alla finale della squadra di casa. Ma il tifo è fatto anche di questo, o no? 


La cosa più bella di ieri sera, nella notte magica dell’Italia, è stato vedere tutti gli atleti della Nazionale polacca di pallavolo pazzi di gioia ed orgoglio nel ricevere la medaglia di bronzo per il terzo posto (neanche il secondo), davanti a 5.000 persone in delirio.Proprio loro che arrivavano da doppi campioni del mondo in carica, ospitavano gli Europei in casa loro e in molti davano favoriti.Ecco, in un’immagine, tutta la differenza tra i polacchi del volley e gli inglesi del calcio. Tra chi onora lo sport e chi lo ha umiliato, tra chi sa perdere (e vincere) e chi proprio non è in grado. Qualcuno prenda esempio da questo meraviglioso sport.

Il pugile italiano salito sul ring col corpo ricoperto di tatuaggi inneggianti al nazismo

Michele Broili ha combattuto contro Hassan Nourdine per la finale del campionato italiano Superpiuma sfoggiando tatuaggi come il totenkopf dei campi di concentramento e il simbolo delle SS. La Federpugilato l’ha segnalato agli Organi di giustizia federale




Accade che Michele Broili, quello a destra, si presenti al Palachiarbola di Trieste per il titolo italiano di pugilato, pesi Superpiuma, sfoggiando sul petto una serie di tatuaggi inneggianti al nazismo, tra cui il simbolo delle SS e delle guardie dei campi di sterminio.
Solo che dall’altra parte del ring trova Hassan Nourdine, quello a sinistra, campione astigiano nato 34enne in Marocco e immigrato anni fa in Italia in cerca di fortuna.
Per la cronaca, è finita così, con Broili che non solo è stato nettamente sconfitto da Nourdine sul ring ma anche segnalato dalla Federpugilato agli organi di giustizia federale.

Insomma, il karma esiste.
Ora arrivi anche la giustizia sportiva, in modo rapido, netto e severo, perché uno così in una competizione sportiva ufficiale, con questi simboli criminali addosso, proprio non ci può stare.

Michele Broili ha combattuto contro Hassan Nourdine per la finale del campionato italiano Superpiuma sfoggiando tatuaggi come il totenkopf dei campi di concentramento e il simbolo delle SS. La Federpugilato l’ha segnalato agli Organi di giustizia federale

michele broili puglie tatuaggi nazismo

Durante un incontro di pugilato avvenuto ieri al Palachirabola di Trieste valevole per il titolo italiano Superpiuma, il pugile Michele Broili – che sfidava l’avversario Hassan Nourdine – ha sfoggiato a petto nudo diversi tatuaggi inneggianti al nazismo, tra cui il totenkopf che richiama l’unità paramilitare addetta alla custodia dei campi di concentramento della Germania nazista, e il simbolo delle SS. Immagini che non hanno neanche portato bene sul ring a Broili: Nourdine infatti si è imposto nettamente (98-91; 98-91; 96-95) laureandosi campione d’Italia SuperPiuma.

La Federpugilato ha diramato un comunicato in cui spiega di voler “chiarire immediatamente la propria posizione e renderla pubblica”. “Durante l’incontro – si legge nella nota – si sono notati alcuni tatuaggi sul corpo del Pugile Broili inneggianti al nazismo e, come tali, costituenti un comportamento inaccettabile e stigmatizzato da sempre dalla Federazione Pugilistica Italiana, la quale è costantemente schierata contro ogni forma di violenza, discriminazione e condotta illecita e/o criminosa. Ovviamente di tale comportamento è esclusivamente responsabile il tesserato che lo ha posto in essere e, semmai, indirettamente ed oggettivamente la Società di appartenenza che lo abbia avallato e/o tollerato. Alcuna responsabilità può e deve essere ascritta alla Federazione Pugilistica Italiana, la quale non può essere a conoscenza delle scelte personali di ogni singolo tesserato sino a quando non ne abbia contezza”.

La Federazione ha provato quindi a smarcarsi dalle critiche e “condanna e stigmatizza con forza e perentoriamente il comportamento del proprio tesserato e si dissocia da ogni riferimento che i tatuaggi offensivi dallo stesso portati evochino. Tale comportamento è in palese contrasto con le norme sancite dal ‘Codice di Comportamento Sportivo del Coni (art.5)’ che la Fpi recepisce, condividendone spirito e contenuto”. Per questo motivo la Fpi ha annunciato di voler segnalare il caso agli Organi di Giustizia Federali “affinché di tale comportamento sia valutata nelle sedi opportune la contrarietà rispetto allo Statuto ed ai Regolamenti Federali e vengano adottate le opportune misure sanzionatorie anche a tutela dell’immagine della Federazione Pugilistica Italiana. Riservandosi, altresì, ogni opportuna azione”.


“C’è stato anche più gusto a vincere”: la felicità di Nourdine per aver messo ko il pugile con i tatuaggi nazisti

Quando sono saliti sul ring lo sgomento è stato generale, poi Nourdine lo ha battuto ed è diventato il campione nazionale pesi piuma. Solo oggi il j’accuse alla federazione

Nopurdine pesi piuma pugilato nazismo

E’ stato un match impari quello valevole per il titolo italiano pesi piuma di Pugilato, perchè Hassan Nourdine è più intelligente di Michele Broili. E il mondo dello sport è uno di quei posti dove il più grosso può vincere una gara, rimane il più intelligente però a vincere i titoli. Così è stato anche questa volta, l’occasione è però delle più emozionanti perché Nourdine, marocchino di 34 anni e piemontese da 28, ha detto che battere il suo avversario è stato molto più bello. Soprattutto per via di quegli orribili tatuaggi che portava sul petto. Broili negli ultimi giorni era balzato agli onori delle cronache per simboli, disegni e scritti inneggianti ideologie razziste e naziste.  Un 88 tatuato sul petto, poi la svastica. Sono solo alcuni dei simboli incredibili marchiati a fuoco sul pugile.

“C’è stato anche più gusto a vincere”: la felicità di Nourdine per aver messo ko il pugile con i tatuaggi nazisti

Sulle colonne de La Stampa si legge una bella intervista di Enzo Armando proprio al pugile marocchino. Nella sua storia esiste qualcosa che va presa comunque come un’insegnamento, e dopo tutta la retorica e la litania della felicità va messo sul tavolo il tema dei controlli. Come ha fatto un’atleta che veicola quel genere di messaggi a salire sul ring della finale? Quei tatuaggi sono uno slogan. Al peggior capitolo dell’umanità. “Ho trovato quelle scritte oscene. La Federazione doveva accorgersi dall’inizio che questo pugile aveva simpatie naziste – ha commentato il pugile marocchino. Ignoranza? Non ci sono giustificazioni. Chi ha fatto almeno le scuole medie sa cosa ha fatto il nazismo e chi non ha potuto frequentare sa cosa sia stato l’Olocausto. Incitare all’odio è punito dalla legge. Ma, vista la situazione, c’è stato anche più gusto a vincere”.

Come dargli torto? Ora per Hassan Nourdine ricomincia l’altra vita. Il pugilato non è il calcio, non ci sono così tanti soldi in giro. Lui continuerà a fare il muratore, fosse solo perché ha un figlio di appena un anno da crescere. Ha molto da insegnargli ancora, soprattutto a non aver paura di chi ha una svastica sul petto. Loro solitamente sono quelli che perdono.

12.8.16

Con lo chef Bottura il Parmigiano Reggiano servito ai poveri di Rio ., Irma testa prima pugile italiana a salire sul ring delle Olimpiadi . Anna Korakaki festeggia con i rifugiati e non con la crema dello sport

Irma Testa, la prima pugile italiana a salire sul ring delle Olimpiadi - via La Città di Salerno http://bit.ly/2aRjr9J


Con lo chef Bottura il Parmigiano Reggiano servito ai poveri di Rio

Il cuoco stellato tramite “Food for Soul” e Gastromotiva ha aperto “RefettoRio”, dove serve pasti gratuiti ai più bisognosi durante le Olimpiadi e le Paralimpiadi recuperando le eccedenze prodotte dal villaggio olimpico



REGGIO EMILIA. Dopo il buon esito dell'esperienza vissuta all'Expo di Milano con il Refettorio Ambrosiano (un teatro alla periferia di Milano trasformato in mensa per i poveri), il Consorzio del Parmigiano Reggiano sosterrà il nuovo progetto solidaristico e culturale che lo chef Massimo Bottura (titolare di quell’“Osteria Francescana” definito il miglior ristorante del mondo) realizzerà a Rio in occasione delle imminenti Olimpiadi.


Grazie alla collaborazione tra “Food for Soul” (l'Associazione non-profit fondata dallo stesso Bottura per incoraggiare comunità e persone a combattere lo spreco alimentare) e Gastromotiva (organizzazione non-profit nata dallo chef David Hertz per promuovere integrazione sociale attraverso il cibo), il 9 agosto, infatti, ha aperto i battenti il “RefettoRio”, struttura nella quale saranno serviti pasti gratuiti ai più bisognosi durante l'intero periodo delle Olimpiadi e della Paralimpiadi, recuperando ed utilizzando le eccedenze prodotte dal villaggio olimpico.


«Sosteniamo questa iniziativa con una specifica donazione - sottolinea il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Alessandro Bezzi - perché condividiamo i valori etici e culturali che stanno alla base del progetto e ci auguriamo che si possa ripetere la positiva esperienza vissuta in occasione di Expo con il Refettorio Ambrosiano, che è ancora attivo per 5 giorni a settimana e, grazie alla Caritas, serve pasti ai senzatetto. La forte connotazione solidaristica e la prossimità ai più bisognosi - spiega Bezzi - è la prima ragione della nostra adesione alle proposte di “Food for Soul” e al “RefettoRio” che sarà aperto in Rua da Lapa 108 a Rio, ma ad essa si unisce il valore di un’esperienza finalizzata a educare ad evitare gli sprechi, al rispetto profondo del cibo, della natura, dell'ambiente in cui si generano le risorse fondamentali per l'uomo e a mantenere sempre un rapporto
da  FAO Newsroom @FAOnews
sostenibile fra produzione e territorio».
L’esperienza va quindi ben oltre il semplice marketing, vista la finalità sociale, ritenuto un valore per i produttori del re dei formaggi.
«Un insieme di valori - aggiunge Bezzi - che connotano da oltre 900 anni il lavoro dei nostri produttori e la loro cultura, che si traduce in un prodotto straordinario che sarà sempre presente sulle tavole del “RefettoRio”. A preparare i pasti a Rio, così come era accaduto a Milano, saranno alcuni dei più grandi chef del mondo (furono 65 in occasione di Expo), coinvolti da Massimo Bottura in un progetto che promuove la dignità umana opponendosi anche allo spreco alimentare».
















da 
LEI E' LA MIA PREFERITA
Lei è la mia preferita, si chiama Anna Korakaki, ha vent'anni ed è greca.
In queste Olimpiadi ha vinto l'oro, poi ha preso un aereo ed è... tornata a casa. Anna non ha sfruttato gli ingressi gratuiti alle gare, non ha goduto del villaggio olimpico che di notte si trasforma in una festa, Anna non è andata alle feste per vip a Rio de Janeiro. Tutte cose legittime, tra l'altro, e sicuramente divertenti.
Anna ha deciso di volare in Grecia, a Drama, il paese in cui è nata, subito dopo la sua gara, per festeggiare l'oro insieme ai rifugiati della penisola.
Perché è divertente ridere fino ad avere il mal di pancia, ubriacarsi fino a decidere di ballare sul cubo, mangiare la pizza, fare l'amore e il lavoro che si ama. Però c'è anche chi sente la necessità, ma soprattutto il gusto, di sfruttare gli spazi della propria visibilità e del proprio lavoro per dare respiro agli ultimi della Terra. Raccontando le loro storie e facendosene così anche un po' carico.
Lei è la mia preferita, si chiama Anna Korakaki e ha capito che la vittoria più bella è quella condivisa.

4.4.14

"Certe parole fanno più male dei pugni ma ce l'ho fatta e ho sconfitto il razzismo" Domenico Spada, Di etnia rom , tra gli uomini di punta della boxe italiana a livello mondiale, si racconta. ,

musica  in sottofondo  Giorgio Gaber - Io non mi sento italiano

La sua storia rassomiglia a quella dei primi due film della serie Rocky . Una storia di rabbia , gavetta , lotta contro i pregiudizi e luoghi comuni presenti nel nostro linguaggio quotidiano oltre che mediatico basta vedere i commenti al suo gesto provocatorio   di  qualche  giorno  fa  : <<  Spada: "Salirò sul ring con la bandiera rom, niente tricolore e inno di Mameli".Per il match contro Rubio, valido per il Mondiale dei pesi medi, il pugile romano rinuncia per protesta ai simboli dell'Italia: "E' il terzo mondiale che faccio, e sempre all'estero. Mai una parola da un ministro dello sport, la federazione non sta dalla parte dei professionisti, e neanche la tv ha acquistato i diritti. Che combatto a fare per questo paese? alla  vigilia  dell'incontro di domani   qui maggiori dettagli 
Ora  per chi non avesse voglia di leggersi la  storia  di Domenico Spada  contenuta  in  questo bellissimo articolo intervista  su repubblica  dell'anno  scorso  trova  qui   sotto una sintesi  della   storia  in questione 


"Certe parole fanno più male dei pugnima ce l'ho fatta e ho sconfitto il razzismo"
Domenico Spada, tra gli uomini di punta della boxe italiana a livello mondiale, si racconta. Di etnia rom, mille mestieri, l'ombra della discriminazione sempre presente, ma anche un grande riscatto sul ring e nella vita, con l'apertura di una palestra tutta sua e un possibile futuro da attore. "L'Inno di Mameli che suona per gli altri è anche il mio, darò il titolo del mondo all'Italia" 
Domenico  Spada 
Lo sguardo determinato non lascia spazio a movimenti delle palpebre, tipico di chi guarda avanti, concentrato sull'obiettivo, sempre deciso a saltare gli ostacoli. E Domenico Spada, uno dei pochi pugili in grado di dare lustro al panorama professionistico italiano, di ostacoli ne ha dovuti scavalcare parecchi prima di affermarsi come pugile e come uomo. A febbraio dovrebbe vedersela con il messicano dal pugno di pietra Marco Antonio  Rubio (50 ko su 58 incontri vinti) per il Mondiale ad  interim dei medi : "Rigorosamente all'estero, in Italia è difficile organizzare un match di quel livello, è difficile reperire soldi". In alternativa, il suo manager Franco Cherchi potrebbe offrigli una chance europea contro l'ucraino Maksim Bursak. L'asta per il match è fissata per metà dicembre.

Domenico  spada  a    sinistra  
All'estero. Perché Spada come pugile ha già dato tanto all'Italia, ricevendone in cambio poco. Si è battuto due volte per il titolo del mondo dei pesi medi, non accadeva dai tempi di Vito Antuofermo, il Paisà che fu capace di resistere quindici round all'assalto del 'meraviglioso' Hagler nonostante il volto devastato (ci vollero 33 punti di sutura). Ha perso entrambe le volte ai punti, non senza recriminazioni, contro il tedesco Zbik, ma è dovuto andare nella tana tedesca dove se non si vince per ko è tosta strappare il verdetto. Stesso discorso quando è andato in Inghilterra per l'Europeo: Barker è un bel pugile, ma l'arbitro gli ha dato la possibilità di fare ostruzionismo, poi i tre giudici hanno fatto il resto.

In attesa di cogliere l'attimo fuggente in chiave iridata, Domenico si è anche dedicato a prendere a calci le discriminazioni, lui che è di etnia rom. E non sono stati isolati gli episodi su qualche brutta frase riferita alle sue origini.
"Non mi piace la gente ignorante, irrispettosa delle culture degli altri. Quando sento pronunciata con rabbia, abbinata alla volgarità, la parola 'zingaro', quel tono dispregiativo, non ci vedo più dalla rabbia. Sono parole che fanno più male dei pugni".

Anche perché essere rom non significa essere delinquente...

"Io in vita mia non ho rubato nemmeno un centesimo. Ho preso la licenza media, poi prima di fare la boxe a livello professionistico ho fatto di tutto. Dal pasticciere al muratore, al parrucchiere".

Il parrucchiere?

"Si, ha capito bene, ma non tagliavo i capelli, ero shampista... Ho sempre cercato di aiutare in tutti i modi la mia famiglia. Io, i miei genitori, papà faceva il muratore, e cinque sorelle. Tutti in un appartamento di 40 metri quadrati. Va anche detto che nella nostra cultura, ma questo aspetto sta cambiando, le donne non lavorano. Quindi il peso economico della casa era tutto su me e mio padre. In casa e non in roulotte? Altro luogo comune, nella roulotte non ci ho vissuto un giorno in vita mia".

Si batte contro lo stereotipo del pugile violento, senza cultura, che fuori dal ring non riesce ad affermarsi

"Certo, basta. E' come la questione del rom sul ring. Viene strumentalizzata, l'inno di Mameli che suona per i calciatori è lo stesso che viene eseguito prima di un incontro titolato. La mia famiglia ha dato tanto alla bandiera. Tra i miei cugini Michele Di Rocco è attualmente campione d'Europa, Pasquale Di Silvio è stato
campione italiano, Romolo Casamonica ci ha rappresentato alle Olimpiadi".

Ma torniamo al fatto della strumentalizzazione

"Sì, le cito qualche nome. Il grande Charlie Chaplin, la bella Rita Hayworth, il carismatico Yul Brinner, Andrea Pirlo, Joquim Cortez. Sono tutti di etnia rom, ma nessuno lo sottolinea. Poi magari sali sul ring, e tutti a ricamarci... La mia gente è partita dall'India tanti secoli fa, ma ormai sono 600 anni che siamo in Italia. Mio nonno Alizio ha fatto la Seconda Guerra Mondiale, è stato prigioniero per anni, insomma...".

Ma la grande risposta è l'apertura di una palestra tutta sua

"La Vulcano Gym, a Santa Maria delle Mole. L'ho aperta anche grazie all'aiuto dei miei genitori. Ci vengono pugili amici, ma anche e soprattutto tantissimi amatori. Avvocati, dottori, studenti, tanta gente che vuole mantenersi in forma e ama quel grandissimo sport che è la boxe".

Vulcano è il suo nome di battaglia, chi glielo ha dato?

"Me lo ha dato il padre del romeno Simon. Da dilettante avevo sconfitto il figlio ma lui era rimasto colpito dal mio modo di combattere".

Da dilettante come mai non è andato alle Olimpiadi?

"Avevo vinto il titolo italiano nel 1999, poi feci quattro tornei vincendone tre, battei il campione del mondo juniores, ma al momento delle selezioni per le Olimpiadi di Sydney, il ct di allora, Patrizio Oliva, scelse Di Corcia".

E come andò a finire?

"Di Corcia fu battuto da Simon, proprio lui...".

A proposito di dilettanti, che pensa di Russo e Cammarelle, agli onori della cronaca spesso più di lei?

"Non voglio fare polemica, ma restando dilettanti saranno sempre pugili incompleti. Stanno facendo come facevano i pugili sovietici o come fanno i cubani: prendono lo stipendio dallo stato (azzurri quasi tutti nelle forze armate, ndr) e non passano prof. Certo, vanno alle Olimpiadi e quindi la federazione pugilistica li tutela, ma non va dimenticato che anche noi professionisti quando combattiamo per un titolo le tasse alla Fpi le paghiamo eccome...".

Nuova provocazione. Altri pugili, a nostro avviso non al suo livello, hanno avuto chance più importanti sul ring della Capitale

"Provocazione che raccolgo volentieri. Nella precedente amministrazione comunale, nel mio sogno di combattere per il titolo a Roma, ho avuto quattro anni di promesse puntualmente disattese, chissà perché... (ghigno). Ora spero che con il sindaco Marino cambi qualcosa".

Qualcuno dice che lei ha la faccia d'attore?

"Sicuramente la pensa così Aureliano Amadei, il regista di '20 sigarette'. Con lui ho girato un documentario che si intitola 'L'incontro della vita', stiamo attendendo che possa venire distribuito, questione di fondi".

Dunque le piacerebbe lavorare nel cinema?

"Perché no. In fondo la passione per il cinema è un po' una tradizione di famiglia. Da bambino ho partecipato al film di Sergio Rubini 'Il viaggio delle sposa'. Parecchi miei parenti hanno avuto parti con Sergio Leone, Pier Paolo Pasolini. Sono stati accanto ad attori come Marcello Mastroianni e Alberto Sordi".

Visto che ha sempre denotato una certa precocità, il piccolo Spada è subito salito sul ring?

"No, ma ci ho messo poco per capire la strada maestra, visto che già dai novizi primeggiavo. In precedenza ho provato a giocare a pallone con una società oratoriale, la Juvenilia 88, ma non era cosa per me".

Altra curiosità, Spada nelle vita privata?

"Sto da anni con Claudia che presto sposerò, abbiamo tre figli maschi".

E se uno dei tre volesse diventare pugile?

"Non mi opporrei, anche se mi piacerebbe una società più meritocratica, ma qui non parlo solo di boxe. Vorrei andasse avanti chi lo merita, con le proprie forze. E' una società ideale, lo so. Ma io ci credo".

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...