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10.5.24

ostracizzazione del dissenso il caso di varoufakis per Gaza ., cancel culture o non cancel culture sulle : scritte, monumenti, nomi di vie, cittadinanza , ecc del fascismo

di  cosa  stiamo  parlando Yanis Varoufakis fa causa allo Stato tedesco (pressenza.com)

IL  primo  caso  si  può  riassumere oltre  che  per  l'url recedente      in  due  righe   oppure  da questo suo intervento



  Varoufakis ostracizzato  dal governo  di  Berlino  per  non farlo parlare  su Gaza   in una  università , fa  causa  alla  Germani . Eccole  le  famose  "  democrazie  liberali "


il  secondo      riguarda la  cancel   culture     in  questo  caso   la  storia  italiana  

https://www.larena.it   04 maggio 2024


Scritte del Ventennio sui caseggiati: Roverè non è l’unico caso
In Val d’Illasi due citazioni di Mussolini dedicate all’impero d’Africa. Nella Bassa un motto dal suo diario di guerra


Scritte del ventennio
Scritte murarie e motti di propaganda che riconducono al Ventennio fascista campeggiano anche su altri edifici del Veronese. Sono quelli che alcuni chiamano i muri del Duce.
Più di un esempio fa eco alla frase «Credere, obbedire, combattere» che si legge nella piazza di Roverè: esito di un recente restauro conservativo del caseggiato in via Dante Alighieri. Operazione che, tra l’approvazione e lo sdegno, ha fatto discutere. Nel Veronese si osservano varie testimonianze grafiche del Ventennio davanti alle quali passiamo magari distrattamente.
Quando ancora non esisteva la pubblicità, questi strumenti propagandistici erano virali in tutta Italia. Di slogan se ne vedevano dappertutto. Dovevano essere leggibili, catturare l’attenzione. Si trattava di imperativi che dai luoghi chiusi delle adunate erano usciti all’aperto, arrivando nei centri abitati a tappezzare i muri degli immobili più in vista sia pubblici, dal municipio alle scuole, sia privati.
Con il passare dei decenni, molte massime sono finite nell’oblio e non ne esiste un «inventario», conferma Federico Melotto, direttore dell’Istituto veronese per la storia della Resistenza. Altre sono ormai sbiadite, soffocate da tinteggiature, sbriciolate assieme agli intonaci. Altre sono sopravvissute a quasi un secolo di vicissitudini.
Le altre scritte
«La vittoria africana resta nella storia della patria integra e pura come i legionari caduti e superstiti la sognavano e la volevano». 
È l’estratto, suggellato dalla firma con la emme puntata, di un discorso pronunciato da Benito Mussolini, il 9 maggio 1936, dal balcone di Palazzo Venezia a Roma in occasione della proclamazione dell’Impero in Africa Orientale.
Questo estratto è visibile su un edificio all’incrocio tra via Marconi e via Decima di Colognola ai Colli. Nel medesimo comune e riferito allo stesso momento, all’incrocio tra via Cavour e via Santa Maria della Pieve, spicca la scritta: «Il popolo italiano ha creato col suo sangue l’Impero. Lo feconderà col suo lavoro e lo difenderà contro chiunque con le sue armi». Dalla Val d’Illasi a Cerea. Si nota su un muro di mattoni in via San Zeno l’esortazione «Vincerà chi vorrà vincere»: è tratta dal diario di guerra di Mussolini del 7 aprile 1916 e suggellata, pure qui, dalla una emme puntata.
Ora  viene  spontanea la  domanda   : Cancellare queste scritte?  «Sarebbe sbagliato», ha  riposto  sempre   dala stessa  fonte  citata    (  e  con cui  concordo   )    lo storico   Stefano Biguzzi. «Non ha senso rimuovere le tracce del passato», spiega, «che sono invece da recuperare e inquadrare in una cornice storica». Come è stato fatto con il Monumento alla Vittoria di Bolzano, ricorda: « Opera di Marcello Piacentini posta sotto tutela, che è stata mantenuta come è e completata da un museo sui totalitarismi del Novecento e sull’invadenza di un approccio oppressivo alle minoranze ».


Preservare un oggetto e trasformarlo in un monito «su quello che è stato e non bisogna ritornare a essere» con una contestualizzazione critica: questa la chiave di lettura da estendere alle testimonianze che riportano al Ventennio fascista. «Il passato c’è», rimarca Biguzzi, «tutto dipende da come lo si rielabora e incornicia». Sono tracce di storia che continuano a parlarci anche oggi, conclude: «Memoria storica da custodire e su cui continuare a meditare».  Per  l'onomastica  dipende   se  sono vie  nuove o  vie  vecchie  .  Le  vie  nuove     sono  contrario   anzi  ultra   contrario    perchè  la menoria     diventa  esaltazione   di abberanti ideologie  . Per le  vecchie    si possono  sempre  lasciare  ovviamente    scrivendo     un riferimento a chi  era   o  a  quela  battaglia  si  fa riferimento .  Per le  cittadinanze  applicare  la legge   delle  onorificenze  . cioè  decade    quando  uno  muore   .  Pewr gli edifici  restaurarli  e  destinarli  ad  altri  usi  . esempio  nella  mia  città   c'è  un  vecchia  caserma   fascista     ora  ristrutturato ed  usato  come sede  per  l'agenzia delle  entrate  . 


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