Visualizzazione post con etichetta Violenza Sessuale. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Violenza Sessuale. Mostra tutti i post

4.11.17

Basta con i porci veri o presunti alla Weinstein e le attrici ed attricette che pur di farsi pubblicità dopo vent anni denunciano il caso di mic di michela trevisan contro giuseppe tornatore



Alle  mie  amiche  e  utenti  donne dico:    di  non fermarsi al titolo  ma  di leggere  tutto   l'articolo  .,  2)  non sto   giustificando ne  assolvendo    tali uomini  . Infatti


bisogna  quindi  distinguere  tra   sporcaccioni\ maniaci  e   strupratori .
Sto semplicemrnte  ponendomi  tale  dubbio   , ma  un attrice  o  aspirante  tale  che  va  a  fare un proivino o  un audizione   , specie    quando  essa  è già  affermata   , potrebe  scappare  e dire  no  grazie  ?   ma  soprattutto    se  girano  voci  ed  avvisi    dalla stesse attrici o persone    del  gotha  dello spettacolo     come  

Courtney Love, in un'intervista del 2005, aveva messo in guardia le donne da Harvey Weinstein
Durante un'intervista, la moglie di Kurt Cobain aveva infatti detto: "Se Weinstein vi invita a una festa privata, non andateci"
  da  http://www.huffingtonpost.it/
16/10/2017 10:34 CEST | Aggiornato 16/10/2017 10:38 CEST

Mentre si allunga a dismisura la lista della donne abusate e violentate da Harvey Weinstein, c'è chi ricorda che la cantante Courtney Love aveva messo in guardia le star del cinema dal comportamento del produttore di Hollywood parecchio tempo fa e più precisamente nel 2005, 12 anni or sono. Come affermato su Twitter dalla stessa moglie del defunto Kurt Cobain, l'ex leader delle Hole è stata bannata dall'agenzia creativa americana CAA per aver consigliato alle donne, nel corso del red carpet per un film da lei interpretato, di non appartarsi da sole con Weinstein, se da lui richiesto.




"Non sono tra le sue vittime" ha comunque specificato Courtney Love, che poi ha linkato un articolo di TMZ, il sito di informazione che per primo ha recuperato l'intervista in cui la cantante parla male del produttore cinematografico.Nel filmato si vede infatti una giornalista che chiede alla Love di dare qualche dritta alle giovani ragazze che vogliono entrare a Hollywood. "Mi denunceranno per diffamazione se lo dico..." esordì l'interprete di Sid & Nancy, prima di proseguire: "Se Harvey Weinstein vi invita a una festa privata al Four Seasons, non andateci".
L'episodio è stato poi riportato da Asia Argento - che nei giorni passati ha accusato di stupro Weistein - sul suo profilo Instagram. Già nel 2001, comunque, la Love aveva parlato ai media dei gusti sessuali produttore, tanto che in un colloquio col New York Daily News la cantante sostenne che l'uomo non sarebbe mai andato a letto con lei in quanto donna non ebrea.Harvey Weinstein è accusato di aver abusato di almeno 33 donne, cinque delle quali hanno riferito di essere state violentate da lui. A causa dell'enorme scandalo che si è scatenato intorno alla sua figura, la Academy of motion, pictures, arts and sciences - che assegna i premi Oscar - ha deciso di espellerlo, mentre il produttore è stato lasciato dalla moglie, la stilista Georgina Chapman. Attualmente Weinstein si trova in una clinica riabilitativa per sesso-dipendenti in Arizona.

 che  dopo  20  anni    denunci  ?    come  il  caso  di




PEOPLE
Miriana Trevisan: "Scappai da Tornatore che mi spinse contro un muro"

  3\11\2017  da  http://www.repubblica.it/spettacoli/people/






L'attrice ha riferito a Vanity Fair un episodio di vent'anni fa: "Lui non si ricorderà ma io sì". La replica: "Respingo le insinuazioni, tutelerò la mia onorabilità"
PROTAGONISTI:miriana Trevisangiuseppe tornatore"È una storia di vent'anni fa. Probabilmente lui neanche se ne ricorda. Ma io sì. E ricordo anche molto altro". Miriana Trevisan, showgirl che ha esordito con Non è la Rai per poi passare a Striscia la notizia e La ruota della fortuna, ha rivelato a Vanity Fair un caso di molestie che coinvolge il regista Giuseppe Tornatore.
Si aggiunge quindi un nuovo nome a quelli coinvolti nelle rivelazioni seguite al caso Weinstein, il produttore americano accusato da un'inchiesta del New Yorker di violenza su decine di attrici. Dopo l'accusa a Weinstein, migliaia di donne - anche non famose - si sono fatte avanti raccontando la propria storia su Twitter con l'hastag #metoo. E decine di attrici hanno coinvolto altri colleghi, come Dustin Hoffman, accusandoli di molestie. Anche Kevin Spacey è stato travolto dalle accuse di un collega, accuse che hanno convinto/costretto l'attore a fare coming out.
"Vent'anni fa - racconta Trevisan - andai negli uffici di Tornatore. Era un appuntamento che mi aveva organizzato il mio agente. Non era un provino, ma un primo incontro in vista di un film in lavorazione, La leggenda del pianista sull'Oceano. C'era una segretaria che mi accolse ma poi se ne andò. Rimanemmo soli. Dopo qualche tranquilla chiacchiera sul film, quando ci stavamo salutando, il regista mi chiese di uscire con lui quella sera per andare a mangiare una pizza. Io risposi che avevo già un impegno, lo ringraziai e mi alzai per andarmene".
Continua l'attrice: "Lui mi segui fino alla porta, mi appoggiò al muro e cominciò a baciarmi collo e orecchie, le mani sul seno, in modo abbastanza aggressivo. Riuscii a sfilarmi e scappai via. Ero entrata sentendomi una principessa, a un passo da un sogno che si realizzava, pensavo 'forse farò un film con un regista premio Oscar' e sono uscita sentendomi uno straccio".

Marjane Satrapi disegna un logo per le vittime di abusi: è il pugno di Asia Argento


inRead invented by Teads"Sono lusingato che una giovane donna si ricordi di me dopo tanti anni", è la replica di Tornatore che aggiunge: "Io rammento solo un incontro cordiale, pertanto respingo le insinuazioni mosse nei miei confronti riservandomi di agire nelle competenti sedi a tutela della mia onorabilità".

25.1.13

ma siamo impazziti ? Usa, proposta choc: "Carcere per chi abortisce dopo strupro"

Dopo un candidato repubblicano ha dichiarato a  senato Usa  (  con  una frase  d'altri empi e  dis tampo medievale  )    che  : <<   una donna  incinta  dopo  lo stupro   è  volere  di  Dio >> , il fondamentalismo religioso    in America  colpisce  ancora  . Leggendo  la  news  sotto riportata  mi  viene da pensrae re  che  è  evidentemente  tale  persona  non ha  subito  (  e mi auguro  che non la subisca perchè non si dovrebbe mai  augurare ad  una donna  bella  o brutta   che  sia  una  simile cosa   ) o  non sa  cosa  sia  uno stupro  


fonte ilfattoquotidiano online del  24\1\2013



Usa, carcere per donne che abortiscono dopo stupro: è “inquinamento delle prove”
La proposta di legge arriva da una deputata repubblicana del New Mexico: la vittima di una violenza carnale deve portare a termine l'eventuale gravidanza perché il feto possa essere utilizzato in sede di processo come prova del reato. Difficilmente il disegno passerà, ma l'asticella della decenza è stata di certo spostata qualche metro più in là

di Marco Quarantelli | 25 gennaio 2013


La donna che decide di abortire dopo essere stata stuprata commette il reato di “inquinamento delle prove” e va punita con una pena che può arrivare fino a tre anni di carcere. Finora gli attacchi più furiosi alla libertà di scelta e le dichiarazioni più sgradevoli su stupro e aborto erano usciti da bocche maschili e repubblicane. La proposta di legge presentata il 23 gennaio al Congresso del New Mexico, invece, porta la firma di una donna, Cathrynn Brown, anche lei rigorosamente repubblicana, secondo cui la vittima di una violenza carnale deve portare a termine l’eventuale gravidanza perché il feto possa essere utilizzato in sede di processo come prova del reato. La sistematica guerra alle donne e ai loro diritti dichiarata negli Usa da una parte consistente del Grand old party non conosce soste.
New Mexico, Stati Uniti, profondo sud. “L’inquinamento delle prove – si legge nella House Bill n. 206 presentata alla Camera dei Rappresentanti – includerà l’abortire o il facilitare un aborto oppure il costringere qualcuno ad ottenere l’aborto di un feto che sia il risultato di una penetrazione sessuale criminale o di un incesto, con l’intento di distruggere le prova del crimine”. Firmato Cathrynn N. Brown, signora di 60 anni dal rotondo faccione sorridente. L’interruzione di gravidanza verrebbe così considerata reato di terzo grado, insieme a “omicidio volontario, furto, guida in stato di ebbrezza, lesioni aggravate, sequestro a scopo di riscatto”, punibili con la reclusione fino a tre anni. “Questa legge trasforma le vittime in criminali – ha spiegato all’Huffington Post Pat Davis, attivista di ProgressNow New Mexico – e le costringe a diventare incubatrici della prova per conto dello Stato”.

La repubblicana del New Mexico Cathrynn N.Brown 



Un testo controverso, che mette in discussione persino i fondamenti della teoria repubblicana in materia. “Se gli attivisti pro-life da sempre affermano che il feto è un ‘essere vivente’ fin dal momento del concepimento – fa notare Rick Ungar su Forbes – ci si domanda perché la Brown ora suggerisca che il feto non è altro che un ‘oggetto’ in grado di entrare in gioco in un processo come prova di un reato. Una prospettiva offensiva sia per i pro-life che per i pro-choice“. Senza contare poi il fatto che “in nessun caso la presenza di un feto prova che è avvenuto uno stupro. Altrimenti se ne dovrebbe dedurre che una donna che non è mai stata incinta di sicuro non è mai stata stuprata”.
Negli Usa la chiamano la “guerra alle donne”, un conflitto di trincea in cui, legge dopo legge, lo scopo è quello di guadagnare un metro all’avversario: la libertà di scelta. Il mancato rinnovo del 
Violence against women act, che dal 1994 garantiva tutele legali ed economiche alle vittime di violenza, è solo uno degli ultimi attacchi scagliati dal Grand old party. Tra il 2011 e il 2012 i repubblicani sono riusciti a far approvare 
n 30 Stati 135 leggi che limitano il diritto sancito nel 1973 dalla Corte Suprema di interrompere una gravidanza. Persino l’ultimo candidato alla vicepresidenza, Paul Ryan, nel 2011 ha firmato un controverso progetto di legge, il No taxpayer funding for abortion act, secondo cui, per accedere ai fondi federali previsti per le vittime, la donna dovrebbe dimostrare di essere stata “violentata energicamente”.
Cofirmatario di quella legge era Todd Akin: deputato del Missouri, nell’ultima campagna elettorale 
costui ha affermato che “in caso di stupro legittimo, il corpo della donna può fare in modo di evitare la gravidanza”. Il 24 ottobre toccava al candidato al Senato in Indiana, Richard Mourdock, esemplificare le idee deliranti del Gop in materia: se una donna subisce violenza e rimane incinta, disse in un dibattito, “lo ha voluto Dio”. Dichiarazioni che hanno danneggiato la corsa di Mitt Romney alla Casa Bianca, al punto da spingere John McCain, l’uomo che sfidò Obama nel 2008, a consigliare ai suoi di “lasciar perdere l’aborto”. Non è servito.
Difficilmente in un New Mexico in cui entrambe le Camere sono a maggioranza democratica, la proposta diventerà legge, ma l’asticella della decenza è stata di certo spostata qualche metro più in là. La Brown ha tentato di arginare le polemiche, spiegando che il suo scopo è quello di punire più severamente chi stupra e poi costringe la vittima all’aborto. Ma la toppa è stata peggiore del buco: il testo distingue chiaramente tra un primo soggetto (la donna) che decide di abortire e un secondo soggetto (il violentatore) che “spinge o costringe qualcun’altro ad ottenere un aborto”. Il problema è che entrambe le “condotte” sono considerate reato. “Servono leggi più dure contro gli stupratori – ha detto la Brown, difendendo il testo – con questa legge proteggeremo meglio le donne che vivono nel nostro Stato”.




emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...