da http://it.paperblog.com/storia-di-de-tormentis-la-democrazia-e-le-torture-di-stato-in-italia-789865/
Storia di De Tormentis, la democrazia e le torture di Stato in Italia
Creato il 02 gennaio 2012 da Andreaintonti«In questo paese ci sono più persone che scrivono libri di quelle che li leggono» diceva un mio vecchio professore universitario, e che il nostro sia un paese di non-lettori non è certo una novità. Capita, peraltro, che ci siano poi delle vere e proprie “bolle” su libri che vengono creati raffazzonando materiale altrui e leggende metropolitane, ma che hanno però tutte le luci della ribalta (nonché varie ospitate e trasmissioni speciali sulla terza rete Rai) e libri che, magari anche solo in parte, tentano di spostare quei riflettori sulle tantissime zone d'ombra della nostra storia e che, per questo, non godono della stessa fortuna.
Proprio uno di questi ultimi casi potrebbe permettere al nostro paese di fare un salto di qualità, una crescita intellettuale se vogliamo, favorendo una discussione che da troppo tempo viene rimandata e che riguarda una manciata di anni, quelli che i libri di storia hanno definito “di piombo”. Il libro in questione è “Colpo al cuore: dai pentiti ai “metodi speciali”, come lo Stato uccise le Br. La storia mai raccontata”, scritto dal giornalista Nicola Rao nei mesi scorsi ed edito da Sperlink&Kupfer.
Premetto che ancora non ho avuto modo di mettere le mani sul libro, per cui questa non sarà assolutamente una recensione. Quello che mi interessa, invece, viene sviscerato su internet in questi giorni grazie al prezioso lavoro del blog Baruda.net. Ad oggi, il tentativo di raccontare dei metodi illegali usati dallo Stato (no, qui non esistono pezzi di Stato “deviato” e “non-deviato”) contro i gruppi che, a sinistra, scelsero la lotta armata tra i Settanta e gli Ottanta sono stati affrontati solo da due libri (al contrario dei tanti – non sempre utili – scritti sulla criminalità organizzata): uno è quello, appena citato, di Nicola Rao. L'altro si chiama “Le torture affiorate”, fa parte di una più ampia collana (cinque libri) chiamata “Progetto Memoria”, una «ricerca storico-documentaria sull'esperienza armata che ha attraversato l'Italia negli anni 70-80», come è possibile leggere sul sito della cooperativa “Sensibili alle foglie” (fondata nel 1990da Renato Curcio, Stefano Petrelli e Nicola Valentino nel carcere romano di Rebibbia), un altro dei libri che difficilmente vedremo “recensiti” da Fabio Fazio e soci.
Si è sempre detto, a torto, che “i cattivi” fossero gli operai, gli studenti o i “militanti” che scelsero la lotta armata e che i “buoni” fossero gli uomini dello Stato, belli e ligi al dovere ed al rispetto delle regole come quelli che ti fanno vedere nei “serial” in televisione. Poi, però, arriva un De Tormentis qualunque a scombinare i piani.
Oggi “De Tormentis” fa l'avvocato proprio presso il foro napoletano, notizia che – ovviamente – non è piaciuta proprio a tutti i suoi colleghi. «Come Codesto Ordine comprenderà non è certo particolarmente “edificante” per chi esercita questo mestiere ormai da qualche annetto apprendere che un “collega” si vanta pubblicamente di avere torturato, quando era un poliziotto, dei cittadini arrestati prima di affidarli al Magistrato competente», scrive l'avvocato Davide Steccanella (il sottolineato non è opera mia) di Milano in una “richiesta chiarimenti” all'Ordine degli Avvocati di Napoli[1].
Il primo velo su De Tormentis e le