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30.7.08

Addio oro e travertino. Ecco la chiesa gonfiabile!

Messe volanti sulle spiagge, prima esperienza a Cagliari

Ma non tutti sono d'accordo e sul sito della diocesi fioccano le proteste

Addio oro e travertino

Ecco la chiesa gonfiabile













Addio oro e travertino Ecco la chiesa gonfiabile

La costruzione di una chiesa sulla spiaggia di Bibione nell'estate dello scorso anno



dal nostro inviato JENNER MELETTI :

CAGLIARI - Sono emozionate, le Sentinelle del mattino. «Ragazzi, è bellissima. L'abbiamo appena ritirata dalla ditta che ce l'ha costruita. È un capolavoro». Sono emozionate, queste Sentinelle (chiamate così da papa Wojtyla che disse loro: «Giovani, voi stessi siate gli apostoli degli altri giovani»). Sulla spiaggia del Poetto a Cagliari stanno per montare la prima chiesa gonfiabile poggiata sul suolo italiano. Lunga trenta metri, larga quindici, colori nero e fucsia che non ricordano certo le cattedrali romaniche. È completa di altare, abside, confessionali. Cinque compressori, in cinque minuti, permetteranno di "costruire" una chiesa che nei secoli passati richiedeva decenni, se non secoli, di lavoro.

Una domanda è d'obbligo. Era proprio necessaria? "Ci serviva - risponde don Andrea Brugnoli, il prete delle Sentinelle, da anni impegnato a evangelizzare in luoghi insoliti come gli autogrill, le spiagge, le discoteche - un luogo sacro dove poter accogliere i giovani che la notte sono alla ricerca di Dio. Non sempre c'è una chiesa, accanto ai luoghi del divertimento e della movida. E allora abbiamo fatto questo investimento, con la chiesa gonfiabile. Ci costa tanto, decine di migliaia di euro, perché è stata progettata e costruita esclusivamente per noi. Ma non sarà usata solo in Sardegna: dopo Cagliari, andremo su altre spiagge: a Campomarino di Tremoli, a Bibione, a Ravenna. Sì, lo so che c'è qualche polemica. Qualcuno ha detto che dopo la chiesa gonfiabile arriveranno anche i cristiani gonfiabili, ma noi questa scelta l'abbiamo fatta con serenità. L'abbiamo deciso l'anno scorso, a Bibione. Anche là, durante l'opera di evangelizzazione, non c'era una chiesa vicina e allora l'abbiamo costruita, con i tubi in ferro, legno, teli. È stata una vera fatica ma in una sola sera in quella chiesa improvvisata sono entrati più di mille giovani".

Ancor prima che la chiesa sia gonfiata, c'è già chi parla di degrado della liturgia. Nello stesso sito ufficiale della diocesi di Cagliari - il cui arcivescovo, Giuseppe Mani, ha chiamato le Sentinelle - c'è chi si scatena contro questa cattedrale di plastica. "Terribilis est locus iste: hic domus Dei est, et porta caeli". Il fedele che si firma L. J. C. ricorda "l'introito della S. Messa per la dedicazione di una chiesa". "Terribile, o importante, è questo luogo. Questa è la casa di Dio e la porta dei cieli...Queste parole ci spiegano cosa si debba intendere per chiesa. Oggi invece si propone questa chiesa gonfiabile, piazzata in mezzo a ombrelloni, materassini e annesse nudità varie... Se i bagnanti vogliono andare a messa, si vestano da fedeli e vadano nella chiesa più vicina che spesso - è anche il caso della spiaggia del Poetto - non dista certo centinaia di chilometri". A L. J. C. fa eco, "con fraternità", Caterina. "Passare dall'Arca tutta d'oro, con cherubini e tabernacolo, a una plastica gonfiabile dove tenere l'Eucarestia, il mistero dei misteri, lo trovo veramente squallido".

Il sacerdote delle Sentinelle non si scompone. "La messa - dice -non è prevista, l'adorazione del Santissimo sì. La nostra chiesa sarà aperta dalle 23 alle 3 della notte e come tetto avrà la luna e le stelle. Non c'è copertura, infatti, nel nostro luogo sacro. Noi crediamo di avere fatto una cosa bella che speriamo sia gradita al Signore, il quale merita sempre il meglio". Per "favorire l'incontro fra Gesù e i giovani" le Sentinelle della notte le hanno provate tutte. Hanno celebrato messe negli autogrill, hanno costruito cappelle per l'Adorazione sulle spiagge e nei viali della movida. "Per fortuna - dice don Brugnoli - nella fede non c'è il copyright". E allora dagli Anglicani ha preso l'idea degli "inviti a cena con Gesù", dove si mangia gratis e alla fine c'è un prete che parla di Cristo, del diavolo, del peccato e della conversione. "Le parole più importanti Gesù le ha pronunciate a tavola", sottolinea.

Dall'Inghilterra arriva anche l'idea della chiesa gonfiabile. Oltre la Manica è ormai una moda, per chi ad esempio non vuole costringere gli invitati a un matrimonio a spostarsi dalla chiesa al luogo del ricevimento. Si affitta la chiesa, si monta sul prato della villa, chiama un sacerdote. Ci sono anche tariffe precise: per un giorno, 3 mila euro. Per 2 giorni, 4.200. Per un weekend, 7.850 euro. Ma là - e anche in Spagna - i "gonfiabili" sono diventati quasi una mania. Ci sono non solo le chiese, ma anche le discoteche, i night club, le sale da gioco. In pochi minuti, in occasione di feste o sagre, si può allestire un mezzo paese.

Per ora, in Italia, è arrivata la prima chiesa. Chi rimpiange le pietre e i marmi, durante la preghiera avrà comunque una chance. Non ci sono tegole, nella chiesa di plastica, nemmeno finte. Guardando in alto, si potranno ammirare le stelle.

(26 luglio 2008)

Fonte articolo e immagine: Repubblica.it




 


Le mie considerazini sono molto brevi: attendo che dopo la realizzazione del Cristo morto in croce (ovviamente da gonfiare tipo ciambella per coloro che non sanno nuotare), dove metteranno il punto per soffiarci dentro??? Beh! vi sembra poco!? potrebbero scatenarsi tutti i moralisti teologi che stanno in Vaticano! Dovranno disporre di un cerimoniale solo per quello. Ma se il punto per gonfiare il Cristo fosse??? Insomma... non voglio sbilanciarmi indicando quale potrebbe essere "IL POSTO DOVE METTERE LA BOCCA E GONFIARE CRISTO". Qualunque sia il luogo di entrata o di uscita, sono convinto che scoppierà un puttiferio teologico.

A VOI AMICI LA SENTENZA... O MEGLIO IL VOSTRO PARERE RIGUARDO QUESTA INIZIATIVA

Con Amicizia e Rispetto

Gentleman -  (Morris) =^-^=

8.5.07

Prosegue l'opera di

"La Civiltà Cattolica" rompe il silenzio. Su Romano Amerio
 
Era il più autorevole e colto rappresentante della critica alla Chiesa in nome della Tradizione, eppure per decenni fu come vietato discutere il suo pensiero. La rivista dei gesuiti di Roma ha rotto il tabù. Autorizzata dall'alto

di Sandro Magister


dal sito http://chiesa.espresso.repubblica.it





ROMA, 23 aprile 2007 – Su "La Civiltà Cattolica", la rivista dei gesuiti di Roma stampata col previo controllo e l'autorizzazione della segreteria di stato vaticana, è uscita una recensione che segna la fine di un tabù.

Il tabù è quello che ha cancellato dalla pubblica discussione, per decenni, il pensiero del più autorevole e colto rappresentante della critica alla Chiesa del XX secolo in nome della grande Tradizione: il filologo e filosofo svizzero Romano Amerio (nella foto), morto a Lugano nel 1997 a 92 anni di età.

Amerio, che pure fu sempre fedelissimo alla Chiesa, condensò le sue critiche in due volumi: “Iota unum. Studio delle variazioni della Chiesa cattolica nel XX secolo”, cominciato nel 1935 e ultimato e pubblicato nel 1985, e “Stat Veritas. Séguito a Iota unum”, uscito postumo nel 1997, entrambi per i tipi dell’editore Riccardo Ricciardi, di Napoli.

Le parole latine nel titolo del primo volume, "Iota unum", sono quelle di Gesù nel discorso della montagna: "Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure uno iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto" (Matteo 5, 17-18). Lo iota è la più piccola lettera dell'alfabeto greco.

"Iota unum", di 658 pagine, fu ristampato tre volte in Italia per complessive settemila copie e poi tradotto in francese, inglese, spagnolo, portoghese, tedesco, olandese. Raggiunse quindi molte decine di migliaia di lettori in tutto il mondo.

Ma nonostante ciò scese su Amerio un quasi totale censura, nella Chiesa, sia quando era in vita sia dopo.

La recensione della "Civiltà Cattolica" segna quindi una svolta. Sia per dove e come è stata pubblicata, con l'autorizzazione della Santa Sede, sia per le cose che dice.

Propriamente, la recensione riguarda un libro su Amerio pubblicato nel 2005 dal suo discepolo Enrico Maria Radaelli. Ma al centro dei giudizi del recensore c'è indiscutibilmente il grande pensatore svizzero.

E i giudizi sono largamente positivi: sia su "la statura intellettuale e morale di Amerio", sia su "l’importanza della sua visione filosofico-teologica per la Chiesa contemporanea".

Il recensore, Giuseppe Esposito, è psicologo e fine conoscitore di teologia. Pur non concordando in tutto con Amerio, sostiene che il suo pensiero "merita una discussione più approfondita" e "senza pregiudizi".

In particolare, scrive, "appare riduttivo archiviare la sua riflessione – e quella di Radaelli – nell’ambito del tradizionalismo nostalgico, come una posizione ormai superata, incapace di comprendere le novità dello Spirito".

Al contrario, sostiene il recensore, il pensiero di Amerio "conferisce una forma e un contenuto filosofico a quella componente ecclesiale che, sulla scia della Tradizione, è protesa a salvaguardare la specificità-identità cristiana".

Forma e contenuto filosofico che si identificano per Amerio nel "primato della verità sull’amore".

Il nesso tra verità e amore, come si sa, è al centro dell'insegnamento di Benedetto XVI.

Ecco dunque riprodotta qui sotto la recensione apparsa su "La Civiltà Cattolica" del 17 marzo 2007, n. 3762, alle pagine 622-623.

Il libro recensito, il primo organicamente dedicato alla vita e al pensiero di Romano Amerio, è il seguente:

Enrico Maria Radaelli, "Romano Amerio. Della verità e dell’amore", Marco Editore, Lungro di Cosenza, 2005, pp. XXXV-340, euro 25,00.

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