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22.8.22

un partito senza argomenti parla alla pancia strumentalizzando per uso elettorale uno stupro commesso da un richiedente asilo

 Giorgia Meloni ha rilanciato la notizia della donna ucraina violentata per strada a Piacenza,


condividendo il video girato in queste ore sui social e tornando sui cavalli di battaglia in  maiiera  da  sottrarre elettori a  salvini  della sua campagna elettorale: dalla lotta al degrado a quella contro l'immigrazione di massa. Partiamo da un presupposto: pubblicare (per quanto offuscato) il video di uno stupro per parlare dei temi cari al proprio partito in campagna elettorale è una gigantesca mancanza di rispetto nei confronti della vittima. E una strumentalizzazione di un dramma personale. Questo ovviamente non vuol dire che non si possa  e  siu debba  parlare  di quanto accaduto, ma bisognerebbe farlo (tenendo a mente la delicatezza della situazione) centrando il punto della questione: siamo di fronte all'ennesima violenza di genere commessa da un uomo, indipendentemente dalla sua nazionalità, ai danni di una donna.
Quello tra immigrazione e criminalità è un legame illecito, lo dimostrano i dati, e utilizzarlo per fini di propaganda elettorale,soprattuto di fronte a un tragico abuso subito da una donna, è l'espressione della politica più bassa e becera 
La leader, in quaesto caso  di Fratelli d'Italia dimentica di parlare dell'unica cosa che conterebbe in vicende tragiche come questa:le  basi  culturali   della    violenza di genere e abusi contro le donne. 
<< Non è possibile  >>  --- come dice   anche  Annalisa Girardi di  fan  page  <<  che per una donna non sia sicuro ad  uscire  e  a camminare da sola per strada. Non è possibile che episodi di violenza di genere siano all'ordine del giorno >>  tanto  creare  assueffazione   e indifferenza   . Eppure Meloni non parla del problema sociale e culturale dilagante in questo Paese,ovvero l'alto  numero di femminicidi e  di violenznze   sulle  donne  non solo  stupri   ma si limita a enfatizzare che il 27enne fermato con l'accusa di violenza sessuale fosse un richiedente asilo, assicurando la lotta all'immigrazione illegale di massa e all'illegalità come priorità del suo partito  rispetto  a  temi  più importanti ed prioritari 
Ha  ragione  l'amica  

Non basta professarsi donna per dirsi vicina alle donne.
Se pubblichi il video di uno stupro, e lo fai solo per dimostrare la nazionalità dello stupratore, sei uno sciacallo, senza rispetto, senza umanità.
Sei un essere umano orribile che reitera quella violenza non per condannarla, ma per farci consenso. In pratica sei una donna misogina, sessista, pericolosa come lo stesso uomo violento che pretendi di condannare. Perché tu, Meloni, e l'orco, siete fatti della medesima sostanza.


trattandola anche bene .
Ecco perchè  confermo , nonostante  , le  critiche   di molte  femministe  fans  di Marina  Terragni ,   la mia  presa  di  posizone  favorevole  a  Natalia   Aspesi     , condivisa  con  


FRATELLE E SORELLI D’ITALIA.
Finalmente una donna a capo del governo italiano, cioè un primo ministro che essendo femmina rappresenti il massimo della democrazia, della parità, dei diritti, delle inclusioni, degli aiuti, di ogni forma di libertà verso il sol dell’avvenire che neanche ti immagini. A non essere d’accordo con il documento firmato da alcuni gruppi di associazioni di donne italiane dal titolo impegnativo:”Un orizzonte politico comune a donne di tutti i partiti”. e, anzi, ad esserne fermamente contraria e contrariata è, guarda caso, una donna: una giornalista di sinistra, una firma tra le più importanti nel panorama italiano: Natalia Aspesi.
Nel contestare il documento Aspesi si pone una domanda non banale: “Lo avete proposto anche a Giorgia Meloni che è donna come noi, e che ha fondato il partito fratelli dimenticandosi le sorelle?”
È lo stesso quesito che mi attanaglia da giorni; al netto dei programma e dei progetti il nome del partito di Giorgia Meloni è maschilista fin dal titolo, è un programma chiaro, senza fronzoli, così come nei 15 punti del manifesto elettorale (lo fa notare sempre Aspesi) non c’è una a sol volta la parola “donna”; al massimo l’aggettivo femminile, quasi sempre collegato con i sostantivi ‘infanzia’, ‘famiglia’, e anche ‘giovani’ e “disabili’.
Essere donna non significa essere la migliore e la più brava.Ho sempre contrastato questo concetto poco ideologico e molto consolatorio: non ho nulla in comune con la Meloni o la Santanchè e ho molto in comune, per dirla con Natalia Aspesi, con il maschio Pisapia.
Insomma, probabilmente Giorgia Meloni vincerà le elezioni e sarà il primo Presidente del Consiglio donna. La rispetterò e attenderò quello che riuscirà a fare non in quanto donna o mamma o cristiana, ma in quanto esponente di un partito chiamato fratelli d’Italia, un nome che non possiamo neppure modificare in fratelle o sorelli d’Italia.
Non tutte le donne voteranno certe donne.
Io sono felicissimo di poter votare una donna. E lo farò, ma non sarà Giorgia Meloni.




12.6.22

uguaglianza a tutti i costi ed il politicamente corretto obbligato uccidono la diversità oltre che creare - rafforzare il conformismo le polemiche il caso di Michela Marzano

qualche giorno fa su Repubblica, , Michela Marzano ci ha rivelato che essere donna è uno stato d’animo che non coincide necessariamente con il sesso biologico. Per lei esistono, insomma, anche donne con il pene e chi non la pensa così non appartiene alla vasta parte del mondo femminista gender critical che rivendica la realtà del sesso, ma alla “comunità Terf”. Dice proprio così: comunità Terf.


da
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Forse Marzano, e di conseguenza Repubblica, non sa che Terf è un insulto misogino bandito dalla stampa più autorevole come il New York Times, il Washington Post e il Corriere della Sera.
Perché, dunque, usarlo? Perché non menzionare i casi di violenza sessuale e perfino di gravidanze in cella che si stanno moltiplicando nei Paesi in cui basta dichiararsi donna per essere ammessi in un carcere femminile?
O il grottesco fenomeno delle donne stupratori? O le case rifugio per le donne vittime di violenza costrette a chiudere (è accaduto in Canada) perché non accettano individui con i genitali maschili?
Soprattutto, qualcuno a Repubblica si potrebbe concentrare sui tanti problemi che affliggono le donne? Dalla parità salariale ai femminicidi che continuano ad avvenire nel nostro Paese tra l’indifferenza generale. Qualcuno si è chiesto come andrebbe ad impattare un’indistinta massa di persone non binarie sulle statistiche che rivelano le disparità tra uomo e donna nell’occupazione, nelle carriere apicali, nella quantità di lavoro domestico, nei congedi parentali, nell’attenzione alle malattie femminili come l’endometriosi?
Viviamo in un mondo che è già costruito dall’uomo per l’uomo, In un mondo non binario la donna sparirebbe del tutto. Infatti non si sa più definirla.
Cos’è una donna si chiedono i laburisti? E’ un essere umano adulto di sesso femminile, diciamo noi. E no, non ha il pene.
Non sono femminista anche se nl condivido alcune cose ed la terragni mi sembra troppo retrograda . Ma qui ha ragione un conto è il genere un altro è il sesso . Se da un lato è vero che stato d’animo di una persona che non coincide necessariamente con il sesso biologico è altrettanto vero che esiste anche chi sta bene ed s'accetta per quello ch'è uomo o donna . Infatti non riesco a biasimare chi come Tiziana Myrina Luise afferrma : << Quando il delirio esce dalle bolle social e investe il grande pubblico, certe assurdità si mostrano per quelle che sono. La cosa interessa direttamente anche le donne e gli uomini etero. Repubblica fa Propaganda woke per guadagnare lettori/ici. >>
Michela Marzano riprende su La Repubblica il dibattito in corso nel partito laburista britannico -e in
tutta la sinistra liberal occidentale: ormai c'è solo quella- sul tema surreale "chi una donna?", a fronte del quale perfino da quel  che  ricordo dei  miei studi e delle mie letture  il patriarca Sigmund Freud, che dalle donne -le isteriche- aveva tratto il più della sua scienza e del suo linguaggio, si era mostrato più giusto e rispettoso.
La questione che agita il Labour e  tutte le  sinistre liberal   riguarda le cosiddette donne trans, ovvero persone nate uomini che hanno deciso di adattare cosmeticamente il proprio corpo alla propria percezione di sé come appartenenti a un sesso diverso da quello di nascita, condizione denominata disforia di genere e che dal 2018 l'OMS definisce come "disturbo della salute sessuale": quelle persone sono donne oppure no?
La prima cosa che va osservata del didascalico articolo di Marzano secondo  la  terragni   è <<  il ricorso disinvolto all'epiteto misogino TERF (Trans Excludent Radical Feminist) che lei usa come una definizione e invece è un insulto (Terf is a slur) ormai bandito o quasi anche da gran parte della stampa mainstream (New York Times, The Economist, Corriere della Sera) proprio perché riconosciuto come marchio d'infamia: c'è speranza che prima o poi ci arrivino anche Marzano e La Repubblica?  >>  Infatti  ,  di solito    scrive  articoli interessanti  , nel    dell'ultimo articolo  testo della   Marzano ci sono anche disinformazione e omissioni .
Quella   più  evidente  , per  chi  come me   s'interessa  da  poco di questi argomenti  o  profano  su d'essi per via  cronologica   è il  fatto  che stranamente fino al passato recente le donne trans  erano appunto
uomini  che avevano intrapreso un percorso psicologico, farmacologico e chirurgico -e infine anagrafico- per arrivare a definirsi tali. Non risulta che queste persone, dette transessuali, siano mai state escluse da gruppi o iniziative femministe -anche se poche sembravano interessate a farne parte-. Oggi invece la definizione di donne trans comprende anche uomini che mantengono del tutto intatto il proprio corpo maschile, genitali compresi -le famose donne con il pene- e che si definiscono donne per semplice autodichiarazione, rivendicando di poter frequentare ogni spazio riservato al sesso femminile.  Dagli spazi fisici (spogliatoi, case rifugio, reparti ospedalieri e carcerari, ecc ,  vale la pena di ricordare a Marzano, che elegantemente omette, che i casi di violenza sessuale e di gravidanze in cella si stanno moltiplicando  ) a quelli simbolici: quote lavorative, politiche, statistiche e così via: avrà anche lei sentito parlare del grottesco fenomeno delle donne stupratori, ma non ne fa parola Questo è il cosiddetto transgender o  almeno   il  lato  negativo d'esso. Tali  problemi   
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sono analizzati meglio di tutti da Robert Wintemute (vedere qui ) professore di diritto esperto in diritti umani al King's College di Londra che nel 2006 partecipò alla stesura dei famosi principi di Yogyakarta (Marzano ne ha sentito parlare?), principi che hanno orientato tutte le successive politiche trans e che non menzionano una sola volta la parola donna.
Oggi Wintemute è pentito. Dice che i diritti delle donne non sono stati considerati durante la riunione, e che avrebbe dovuto contestare alcuni aspetti dei principi. Ammette di "non aver considerato" che "donne trans ancora in possesso dei loro genitali maschili avrebbero cercato di accedere a spazi per sole donne: nessuno pensava che i maschi con i genitali intatti potessero accedere agli spazi delle donne". Wintemute dice di aver dato per scontato che la maggior parte delle donne trans avrebbe voluto sottoporsi alla chirurgia, come avveniva in quel tempo.
Wintemute, che è gay, dice: "Un fattore chiave nel mio cambiamento di opinione è stato ascoltare le donne". A quanto pare Michela Marzano non le ascolta.

Be', una femminista che non sa ascoltare le donne non si è mai vista. Ora accusatemi pure d'essere omofobo e transfobico , retrogrado , ecc .    o d'essere    fra quelli   che  
[...] 
 Per la maggior parte di noi, esiste una continuità tra il sesso e il genere. Chi nasce femmina è donna. Chi nasce maschio è uomo. E se una persona, invece, nasce femmina ma è uomo, oppure nasce maschio ma è donna? Cosa vogliamo fare? Impedire loro di essere ciò che sono? Costringere queste persone a vivere una vita inautentica? Per molto tempo, è quello che si è fatto; disinteressandosi al loro dolore, nonostante sia talvolta così grande da spingere alcune di loro al suicidio.
Oggi, però, non è più possibile trincerarsi dietro l'idea secondo la quale alla base delle molteplici differenze che attraversano l'umanità ci sarebbe sempre e solo la differenza sessuale: quella differenza iscritta nel corpo; quella differenza che porta una femminista come Sylviane Agacinski a sostenere che la specificità della donna risiede sempre e comunque nella sua "capacità produttiva".
Oggi, forse, è giunto il momento che la sinistra faccia un esame di coscienza e si riappropri delle parole della scrittrice statunitense Audre Lorde la quale, già alla fine degli anni Settanta, aveva capito che la complessità della realtà e le contraddizioni dell'esistenza necessitavano una lettura non semplicistica dell'identità di genere: "Stare insieme alle donne non era abbastanza, eravamo diverse. Staremo insieme alle donne gay non era abbastanza, eravamo diverse. Stare insieme alle donne nere non era abbastanza, eravamo diverse. Ognuna di noi aveva i suoi bisogni e i suoi obiettivi e tante diverse alleanze. C'è voluto un bel po' di tempo prima che ci rendessimo conto che il nostro posto era proprio la casa della differenza".


  Dall'articolo  ( qui per il  testo integrale ) incrimìnato di Michela  Marzano  


  Ma  non è mia  intenzione    discriminare   i transgender  o i  transessuali  perchè come   gli etero  o gli altri appratenti  al mondo LGBT   perchè  spesso  la  ricerca  del loro io  è fatto di sofferenza   ed  emarginazione  come   non  mi piace   discriminare  l' altro sesso  le  donne  . Ed  è per  questo  che critico   le

   TERF è l'acronimo di trans-exclusionary radical feminist (femminista radicale trans-escludente).Registrato per la prima volta nel 2008[1], il termine originariamente si applicava alla minoranza di femministe che assumevano posizioni che altre femministe consideravano transfobiche, come il rifiuto dell'affermazione che le donne trans siano donne, l'esclusione delle donne trans dagli spazi femminili e l'opposizione a leggi sui diritti delle persone transgender[2]. Da allora il significato si è ampliato per riferirsi in modo più ampio a persone con visioni trans-esclusive che potrebbero non avere alcun coinvolgimento con il femminismo radicale[3][4].Coloro a cui si fa riferimento con la parola TERF in genere rifiutano il termine o lo considerano un insulto; alcuni si identificano come gender critical[5]. I critici della parola TERF dicono che è stata usata in modo troppo ampio, negli insulti e insieme alla retorica violenta.[6][7][8][9] In ambito accademico non c'è consenso sul fatto che TERF costituisca o meno un insulto.[8][10][11] [12][13] 

da   https://it.wikipedia.org/wiki/TERF

 non so che   altro  aggiungere  .  con questo  è  tutto  

3.8.16

SINISTRA E UTERO IN AFFITTO: RISPOSTA LAMPO A MARINA TERRAGNI di daniela tuscano

l'intervento   della Terragni
  http://marinaterragni.it/ora-la-sinistra-dica-chiarezza-cosa-pensa-dellutero-affitto/




Perché sull'utero in affitto la sinistra tace, esprime obliquamente il suo favore o farfuglia imbarazzata? Ecco un tentativo di risposta.
Perché in realtà essa è già assolutamente favorevole all'utero in affitto. Lo sappiamo bene. Solo che adesso esita a esplicitarlo, non conviene ancora politicamente. I tempi non sono maturi. In attesa di "ridere di queste resistenze medievali", per parafrasare un noto rappresentante di quella parte politica (che della c.d. gpa ha usufruito e non esclude di farlo ancora), occorre una massiccia opera di convincimento o "educazione": mettere di fronte al fatto compiuto, diffondere storie zuccherose di coppie di "padri" felici - non certo di mamme: l'utero in affitto serve ai maschi, non alle donne, nemmeno lesbiche - con la velata, ma non poi tanto, minaccia dell'accusa di omofobia per chi dissente.
Accusa speciosa e intellettualmente disonesta, dato che il problema non è, come si tenta di far credere, l'orientamento affettivo degli aspiranti genitori: infatti la maggioranza di chi si rivolge alla gestazione "surrogata" è costituita da coppie eterosessuali.

 

 Ne' e' in discussione il diritto al figlio perché tale diritto semplicemente non esiste: sembra assurdo nel clima di "democrazia emotiva" in cui versa l'Occidente, ma una società civile è tale solo se si fonda sulla relazione e l'altruismo; e gli unici a poter reclamare dei diritti sono i bambini/e, non gli adulti.
Ma tant'è: l'immagine dei "due babbi" a cui solo dei cattivoni senz'anima negherebbero la felicità è troppo ghiotta per non sfruttarla mediaticamente. Una gestante, una donatrice, una immensa madre, "perché non c'erano alternative" (eppure in Italia la "gpa" non può costituire un'"alternativa" essendo ancora penalmente perseguibile, eppure in molti paesi, dal Canada a quasi tutti gli States alla Norvegia, Spagna, Olanda ecc. l'adozione non è affatto vietata come taluni hanno affermato, ma anzi permessa)... e "il resto ce lo mette l'amore", magari anche i soldi perché ne occorrono tantini. Ma questo non sta bene dirlo, perché distruggere con la venalità quadretti così idilliaci?...
Come abbiamo letto da una sostenitrice della c.d. gpa: "Utero in affitto è un'espressione così rozza, brutale" (si badi: è rozza l'espressione, non la pratica). Nessuno racconta che dietro la retorica del dono si cela un giro d'affari di dimensioni colossali, lo sfruttamento delle donne povere, l'obbligo di abortire in determinati casi, la rinuncia definitiva al concepito ecc. ... ben più fruttifero delle adozioni, che infatti non interessano più a nessuno; e così, invece di sveltire e ampliare la possibilità di adottare anche a singoli di qualsiasi orientamento sessuale - sempre tenendo conto dell'interesse del/la minore - si preferisce incentivare quest'altro mercato. Poi non vorrete mica mettere un pupino piccolo, bell'e confezionato come lo desideriamo noi, con uno sconosciuto magari lacero, stortignaccolo e con una storia incasinata alle spalle? Restino pure negli istituti, quelli!...
E vissero tutti felici e contenti, tranne naturalmente chi non ha abbastanza denaro e le sfigate che hanno perso il treno: potevano pensarci prima, farsi furbe e soprattutto nascere ricche. Ecco, essere "progressist*" oggi significa più o meno questo. Con buona pace di Marx e Gramsci.

© Daniela Tuscano

5.6.16

spaccatura nel mondo Gay ed Lgbt sulla maternità surrogata \ utero in affitto Censura, potere patriarcale, maternità surrogata e movimenti

i cari arcigay, i paladini di tutte le libertà, hanno trattato come una merda una scrittrice (lesbica) perché si oppone all'utero in affitto


Infatti  prima della censura    \ sospensione del suo account la Terragni scriveva
Insomma una grave  censura  a Daniela  Danna (  qui magiori  news  ) la  quale da quasi vent’anni Daniela Danna ha messo le sue competenze di sociologa al servizio della comunità omosessuale, pubblicando libri che inquadrano i temi con cui la comunità LGBT italiana è chiamata a confrontarsi nel contesto più vasto della ricerca scientifica internazionale. Di recente ha pubblicato il libro Contract children. Questioning surrogacy che si segnala per il rigore con cui affronta il tema della “maternità per altri” (molti, in Italia, parlano di “utero in affitto”, dimostrando una superficialità che non tiene conto della delicatezza dell’argomento). Le abbiamo chiesto di venircene a parlare per avere qualche strumento in più per riflettere su questo argomento delicato.
Ora Come  lei  mi chiedo  : <<   Hai visto cosa sta succedendo e chi sono i veri intolleranti? >>  .Infatti    Inizialmente  credevo fossero dei coglioni e  deficienti
Ma  poi  giustamente in una discussiuone  su tali fatti    con la  mia    l'utente  *****
<<

 (....)
Quelli "minchioni" non sono casi isolati. Elena Cimbro è stata linciata dalla Cirinna', non dall'ultima esaltata. Renzi non le ha dimostrato alcuna solidarietà. In Francia hanno abolito la festa della mamma per non offendere i "figli" di due papà. Ieri hanno massacrato una dandole della violenta perché ha osato postare la sua foto mentre allatta il figlio. Al consiglio d'Europa il 2 giugno votano ancora, malgrado il parere contrario già espresso da associazioni femministe, a porte chiuse per fare accettare l'utero in affitto (la presidente del comitato è una ginecologa transessuale ovviamente a favore). Non è questione di dono ma di commercio. Il fine ultimo è dimostrare l'inutilità delle donne.
Le lobby del pensiero unico vogliono raggiungere questo scopo. Di fatto, chi ha censurato una persona non sono stata io contraria, ma questi qui, che a sentir loro sono i più democratici. Uno di loro ha anche scritto (ho fatto lo screenshot): vi rottameremo a uno a uno. Era un gay. Non certamente a caso.  
>>



Ora si che si pensi che la maternita surrogata sia un dono ( io ) ma che diventi utero in affitto il confine è labilissimo , o che sia (    la mia  amica   )  è solo violenza sulle donne e sul loro corpo e la loro identita e che : (...) Prima informiamoci poi parliamo ( e soprattutto si ascoltino le donne. Gli uomini non dovrebbero proprio dire nulla. Hanno solo da imparare). >>  si può   discitere  e confrontartsi e  essere  o non essere  d'0accordo  .  Ma  c'è  rispetto reciproco  . Invbece   Nelle posizioni  del mondo Lgtb    di solito ( esperienza personale  e  diretta    con amici    e non   )  sta  iniziando ad esserci  mancanza  di rispetto ed  imposizione del pensiero  unico ed  omologante   fatto sulla pelle delle  donne e del loro corpo in quanto sia  che  sia  un dono     sia  che  sia  mercato   dev'essere la donna  o  se  è possibile  quando si  tratta  di  coppie   in due  , a decidere   se prestarsi  oppure meno 

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...