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Visualizzazione dei post con l'etichetta Marina Terragni

un partito senza argomenti parla alla pancia strumentalizzando per uso elettorale uno stupro commesso da un richiedente asilo

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 Giorgia Meloni ha rilanciato la notizia della donna ucraina violentata per strada a Piacenza, condividendo il video girato in queste ore sui social e tornando sui cavalli di battaglia in  maiiera  da  sottrarre elettori a  salvini  della sua campagna elettorale: dalla lotta al degrado a quella contro l'immigrazione di massa. Partiamo da un presupposto: pubblicare (per quanto offuscato) il video di uno stupro per parlare dei temi cari al proprio partito in campagna elettorale è una gigantesca mancanza di rispetto nei confronti della vittima. E una strumentalizzazione di un dramma personale. Questo ovviamente non vuol dire che non si possa  e  siu debba  parlare  di quanto accaduto, ma bisognerebbe farlo (tenendo a mente la delicatezza della situazione) centrando il punto della questione: siamo di fronte all'ennesima violenza di genere commessa da un uomo, indipendentemente dalla sua nazionalità, ai danni di una donna. Quello tra immigrazione e criminalità è un legame illecito,

uguaglianza a tutti i costi ed il politicamente corretto obbligato uccidono la diversità oltre che creare - rafforzare il conformismo le polemiche il caso di Michela Marzano

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qualche giorno fa su Repubblica, , Michela Marzano ci ha rivelato che essere donna è uno stato d’animo che non coincide necessariamente con il sesso biologico. Per lei esistono, insomma, anche donne con il pene e chi non la pensa così non appartiene alla vasta parte del mondo femminista gender critical che rivendica la realtà del sesso, ma alla “comunità Terf”. Dice proprio così: comunità Terf. da Marina Terragni e s o n S o p t d r 2 9 7 2 r 4 0 f l 0 1 h 1 1 e 1 t u 3   a 8 e     n t o l 0 g i g a 0 1 g 6 f 1 i l m a 6 o f   2 5 :    ·  [....] Forse Marzano, e di conseguenza Repubblica, non sa che Terf è un insulto misogino bandito dalla stampa più autorevole come il New York Times, il Washington Post e il Corriere della Sera. Perché, dunque, usarlo? Perché non menzionare i casi di violenza sessuale e perfino di gravidanze in cella che si stanno moltiplicando nei Paesi in cui basta dichiararsi donna per essere ammessi in un carcere femminile? O il grottesco fenomeno delle donne

SINISTRA E UTERO IN AFFITTO: RISPOSTA LAMPO A MARINA TERRAGNI di daniela tuscano

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l'intervento   della Terragni   http://marinaterragni.it/ora-la-sinistra-dica-chiarezza-cosa-pensa-dellutero-affitto/ Perché sull'utero in affitto la sinistra tace, esprime obliquamente il suo favore o farfuglia imbarazzata? Ecco un tentativo di risposta. Perché in realtà essa è già assolutamente favorevole all'utero in affitto. Lo sappiamo bene. Solo che adesso esita a esplicitarlo, non conviene ancora politicamente. I tempi non sono maturi. In attes a di "ridere di queste resistenze medievali", per parafrasare un noto rappresentante di quella parte politica (che della c.d. gpa ha usufruito e non esclude di farlo ancora), occorre una massiccia opera di convincimento o "educazione": mettere di fronte al fatto compiuto, diffondere storie zuccherose di coppie di "padri" felici - non certo di mamme: l'utero in affitto serve ai maschi, non alle donne, nemmeno lesbiche - con la velata, ma non poi tanto, minaccia dell'accusa

spaccatura nel mondo Gay ed Lgbt sulla maternità surrogata \ utero in affitto Censura, potere patriarcale, maternità surrogata e movimenti

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i cari arcigay, i paladini di tutte le libertà, hanno trattato come una merda una scrittrice (lesbica) perché si oppone all'utero in affitto ma è possibile che i gay ed il mondo lgbt verde omofobia dove non c'è ? Utero in affitto, guerra tra gay e donne, lesbiche e non Terragni «omofoba»: e Facebook la oscura ed Un'altra donna viene trattata da provocatrice perché posta la sua foto mentre allatta Infatti  prima della censura    \ sospensione del suo account la Terragni scriveva Insomma una grave  censura  a Daniela  Danna (  qui magiori  news  ) la  quale da quasi vent’anni  Daniela Danna  ha messo le sue competenze di sociologa al servizio della comunità omosessuale, pubblicando libri che inquadrano i temi con cui la comunità LGBT italiana è chiamata a confrontarsi nel contesto più vasto della ricerca scientifica internazionale. Di recente ha pubblicato il libro   Contract children. Questioning surrogacy  che si segnala per il rigore con cui affront