Prof organizza una gita, ma è una truffa: rubati 1600 euro ad alunno
Quello che doveva essere un viaggio di studio e volontariato indimenticabile a Rio de Janeiro, organizzato da un liceo scientifico di Milano, si è trasformato in un vero incubo per ventotto studenti. L’iniziativa, proposta da un docente di inglese della scuola, prevedeva due settimane di attività solidali nella capitale brasiliana. Tuttavia, il progetto ha preso una piega drammatica, culminando con una denuncia per tentata truffa nei confronti del professore, mentre numerosi interrogativi rimangono ancora irrisolti.
Il viaggio, pubblicizzato sulla bacheca online della scuola e visibile sul sito dell’istituto, ha suscitato l’entusiasmo di molti studenti e la fiducia delle loro famiglie. Convinti della serietà dell’iniziativa, i genitori hanno versato anticipi di almeno 1.600 euro per coprire i costi dei voli e altre spese, e hanno creato un gruppo WhatsApp per comunicare direttamente con il professore. Il viaggio era programmato dal 3 al 18 agosto, ma a pochi giorni dalla partenza, le famiglie hanno iniziato a preoccuparsi: il docente ha iniziato a fornire informazioni vaghe e incerte su voli, alloggi e dettagli delle attività previste.
La Confessione del Docente e i Sospetti Crescenti
Proprio a ridosso delle date stabilite, il professore ha informato i genitori che i biglietti aerei non erano stati emessi. Durante un video-incontro, ha confessato di essere stato vittima di una truffa da parte dell‘agenzia di viaggi “7D” di Gragnano, Napoli, e ha promesso di sporgere denuncia e tentare di ottenere rimborsi tramite l’assicurazione. Ha anche proposto di posticipare il viaggio, ma solo sette studenti hanno accettato l’offerta, mentre gli altri, sempre più insoddisfatti, hanno deciso di indagare autonomamente.
La Denuncia per Truffa
Le indagini condotte dai genitori hanno portato alla luce dettagli preoccupanti. L’agenzia di viaggi menzionata dal docente era chiusa da mesi ed era già stata coinvolta in precedenti truffe. Inoltre, il conto bancario su cui erano stati versati i soldi delle iscrizioni apparteneva alla “Cambridge House English School“, una società collegata allo stesso docente e attualmente in fase di liquidazione. Come se non bastasse, il codice IBAN fornito dal professore nella sua denuncia si è rivelato inesistente.
Nonostante il professore abbia risarcito le famiglie utilizzando i propri fondi, due genitori hanno deciso di sporgere denuncia per tentata truffa. Il caso è ora sotto la lente della Procura, mentre molti interrogativi rimangono ancora senza risposta, alimentando il mistero attorno a questa vicenda che ha sconvolto studenti e genitori, trasformando un’opportunità di crescita in un incubo inaspettato.