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3.1.18

R. B di © Daniela Tuscano



E va bene, definirlo apollineo non è originale. Semmai, tautologico. Ma abbiamo alternative? Roberto Bolle è una metempsicosi artistica, la materializzazione dei sogni di Winckelmann. Non la Grecia, ma un'idea di essa. Una bellezza pensata che taluni scambiano per freddezza.
Ma Roberto vive, sublimando le passioni. Chi l'ha visto all'opera, anzi all'impresa, ne percepisce la fisicità possente e travagliata. C'è sofferenza dietro il genio, l'impossibilità di sentirsi normale, la severa armonia. Bolle quando tocca, quando bacia, è un fremito mediterraneo. Sa gestirsi, adesso che ha raggiunto - di slancio - il termine della carriera. Vuol essere popolare senza scadere nel pop. Immancabilmente ecumenico, ineccepibile nelle evoluzioni. Cosicché gli si possono perdonare i peccati. Eventuali, nascosti, occulti. 
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È una gloria italiana, Roberto. Lo è realmente, nato gigante in una provincia nebbiosa, agra e senza fantasia. Niente bassifondi, nessuna tinta forte, solo sbiadite risaie. Però bastava lui. Gli è rimasta, di quei luoghi, una concretezza padana, una generosità vera. 


Sa, o vuol essere, cameratesco. L'opportunità a un talento addolorato come Ahmad Joudeh la dà. E sarebbe davvero bello che un musulmano siro-palestinese ne raccogliesse l'eredità. Per ora basta quell'abbraccio, mitologico e umano. Una sfida di corpi all'intolleranza delle ideologie. 
Con Ahmad non ha bisogno di esibire nudità, è già intimo. Con Paulina, partner storica, propone l'origine della coppia umana, e il corpo ci vuole, supplisce a un coinvolgimento altrimenti troppo cerebrale. E la pioggia sottolinea la tempesta perfetta, le conferisce un respiro canoviano.
È anche televisione, certo. Quella che vorremmo. Giustamente - e modernamente - didascalica. Furba, talora, il giusto. Un eccitante per la curiosità. La sera di Capodanno qualcuno s'è sentito librare in tersi cieli. Cosa desiderare di più?

© Daniela Tuscano

17.11.13

Musica, il rock stona con la morale e perde smalto oppure è morto come diceva un tempo sting ?

le  dichiarazioni  di sting 



di Massimo Del Papa


CULTURA
Musica, il rock stona con la morale Jagger cantò i pregiudizi sessuali. Zappa sfidò gli Usa. Oggi le provocazioni sono liofilizzate. E nessuno teme la censura. 



Mick Jagger nel 1985, cristallizzando una koinè, disse: «Il rock, per essere tale, deve essere pericoloso».
Il linguaggio comune del rock è il sesso, con la sua pretesa di scardinare la calcarea architrave dei valori accettati, del perbenismo borghese.
Qualcosa di congenito al genere, prima ancora di tutti gli altri significati che con il tempo l'avrebbero rivestito. La stessa definizione, rock and roll, è di natura sessuale, deriva dallo slang del blues, ribollente di metafore, di doppi e tripli sensi erotici. E il grido più famoso del rock nascente, Awop bop-a-loo-mop-alop-bam-
(© Getty Images) Mick Jagger, leader dei Rolling Stones. 
boom, altro non era se non l'onomatopea di una irrefrenabile eiaculazione (di natura omosessuale, per di più).
JAGGER, L'AMBIGUO DEL ROCK. Proprio Jagger incarna da mezzo secolo, più di chiunque altro, da David Bowie a Iggy Pop, da Lou Reed a Jim Morrison, la suprema ambiguità del rock, ribelle anticapitalista ben piantato nel capitalismo, multinazionale di se stesso.
Capofila di una schiera infinita di eroi sessualmente incerti, il suo ruolo è stato a un certo punto insidiato da Michael Jackson, perfino più strambo di lui. Ma quest'ultimo ha finito per implodere nelle proprie vanità e nei suoi stessi incubi.
LA FINZIONE FA BUSINESS. Oggi Jagger, a 70 anni, fa salire sul palco le moderne eroine della trasgressione sessuale, da Lady Gaga a Katy Perry, ed è più incorreggibile che mai mentre duetta insieme con loro con l'aria di pregustarne il pasto nudo.
Allo stesso tempo, tutto è finzione, orientata a un business colossale. Oggi il mondo si interroga sulla portata effettiva degli attacchi misogini o omofobi da gente come Eminem o Robin Thicke; ma a quest'ultimo risponde, in chiave femminista, Lily Allen con una canzone se possibile ancor più esplicita.Ecco servito un bel cortocircuito.


I Rolling Stones e gli attacchi alla morale negli Anni 60






Proprio gli Stones, alle metà degli Anni 60, si segnalarono con un attaccato ben organizzato alla morale dell'epoca, sferrato con una micidiale serie di canzoni sessiste; giunsero al culmine una decade più tardi con l'album Black and Blue, annunciato da una ragazza in bondage, piena di ecchimosi, che ammiccava: «I Rolling Stones mi hanno ridotto così e mi piace da matti».
SFIDA ALLE DONNE. Le proteste femministe furono ovviamente furibonde, ma niente in confronto a due anni dopo, quando, nel brano Some Girls, Jagger schiacciò l'immaginario femminile contro un muro di pregiudizi geosessuali: le italiane che si vendevano per una macchina, le inglesi che gli davano figli mai chiesti, le americane che volevano tutto, «le negre che vogliono essere fottute tutta la notte... non ce l'ho tutta quella marmellata».
Il brano, raccontò poi Glyn Jones, ingegnere con gli Stones, nacque «con Mick che, completamente ubriaco, si presentò in studio e per 45 minuti farneticò le sue visioni più oscene mentre il gruppo gli suonava sotto; alla fine, tenemmo i cinque minuti più divertenti e... presentabili». Figuriamoci il resto.
Jagger, in quel 1978, aveva il problema di rintuzzare l'attacco che gli proveniva dal punk nascente.
LE PARODIE DI FRANK ZAPPA. Su coordinate del tutto personali, Frank Zappa, figura unica di pornografo moralista, si servì del sesso per fra tremare le mura di Jerico della morale americana. Finendo spesso oltre i limiti del pessimo gusto, inzuppando la sua polemica sociologica in una misoginia religiosa: le ragazze cattoliche capaci di ogni perversione, le «piccole principesse giudee» che guaivano come cagne.
Zappa è responsabile di una fra le più offensive, parodie della sensibilità omosessuale, He's so gay rappresentata dal vivo con pantomime davvero disgustose; salvo chiudere la rappresentazione con una chiosa: «State attenti. A ciascuno di voi potrebbe capitare di venire discriminati per quello che siete».
GUERRA ALLA CENSURA PREVENTIVA. Zappa era, a modo suo, un liberale vero, che aveva a cuore la libertà di espressione ad ogni livello. Non esiterà ad imbarcarsi in una crociata donchisciottesca contro Tipper Gore, moglie del futuro vicepresidente Al, che stava insufflando una nuova censura preventiva sui dischi rock con il suo Pmrc, associazione che, con il pretesto della salvaguardia genitoriale contro le oscenità, puntava a preservare la morale Wasp.Zappa non poteva spuntarla contro «gli Stati Uniti d'America». Ma riuscì almeno nell'intento di sollevare il problema; nella composizione Porn Wars, arrivò a inserire spezzoni delle udienze del processo che lo riguardava, alternati a irridenti passaggi sonori e sarcastici estratti rumoristi.
La storia si ripeteva: e non è mai stato sciolto veramente il dubbio su quanto il nascente rock and roll dovesse al maccartismo declinante.Negli Anni 80 cambia tutto con la 'musica da vedere' di Mtv. 
Il rock per esistere (e il senso del rock, alla fine, è «siamo qui per far soldi»), deve essere pericoloso, il che
significa avere sempre una Gerusalemme da liberare. Ma spesso, chi parte lancia in resta è una Jezabel.


Negli Anni 80, l'avvento di Mtv



(© Getty Images) Una performance della cantante Miley Cyrus. 
Il rock per esistere (e il senso del rock, alla fine, è «siamo qui per far soldi»), deve essere pericoloso, il che significa avere sempre una Gerusalemme da liberare. Ma spesso, chi parte lancia in resta è una Jezabel.
Negli Anni 80, l'avvento di Mtv, della 'musica da vedere', avrebbe definitivamente sdoganato il corpo, cioè una sessualità sempre più prorompente e scoperta a tutti i livelli.
In mezzo alla contraddizione tra libertà e controllo sarebbe finita, più di tutte, la componente omosessuale, bisex o transgender, da una parte enfatizzata, dall'altra attaccata da altri musicisti, rapper o popstar che fossero, e inevitabilmente boicottata.

ZERO SDOGANA IL CORAGGIO. In Italia un caso singolare è dato da Renato Zero, che, a 63 anni, appare sempre più impegnato a rievocare un passato avventuroso e sessualmente indefinibile dal quale, nel contempo, sembra prendere sempre più le distanze.
Ma forse la frase più sincera Zero la concesse una ventina d'anni fa, a successo completamente riconquistato: «Mick Jagger a 50 anni può permettersi di sbattere le chiappe in faccia ai fotografi: qui non te lo fanno fare, qui prima o poi la paghi». Lui si era stancato di sdoganare il coraggio degli altri.

NUOVI ATTACCHI ALLA LIBERTÀ. Oggi sulla ribalta internazionale non c'è popstar femmina che non indulga in baci saffici, spesso gratuiti, con qualche collega; allo stesso tempo, un 'Comitato genitori russi cattolici' non molto diverso dal vecchio Pmrc di Tipper Gore, riesce a impedire al gay e padre Elton John di esibirsi in Russia, il Paese che manda ai lavori forzati in Siberia tre ragazzine, chiamate Pussy Riot, che a Vladimir Putin davano meno fastidio di una mosca.
Problemi e intralci omofobici subiscono Madonna, Lady Gaga e molte altre icone ambigue, mentre Rihanna cerca e trova la sua censura andando a girare un video licenzioso davanti alla moschea di Abu Dhabi.

MORALE ATTENTA AGLI ECCESSI. Certo, non si può impedire che la morale corrente si preoccupi e si interroghi di fronte agli eccessi della musica pop; allo stesso tempo, pretendere da questa musica che non sia 'pericolosa', che smetta di provocare, equivale a volerla eliminare. Oltre a caricare i cantanti di missioni salvifiche che non spettano loro.
Si cavalca e insieme si denuncia una 'pornomusica' sicuramente discutibile, ma la realtà va oltre: le lolite che stanno emergendo dalle Alpi a Capo Passero, sarebbero state scongiurate impedendo il twerking a Miley Cyrus?

NUOVE PROVOCAZIONI LIOFILIZZATE. Queste sono provocazioni liofilizzate, il rock non è più pericoloso come quando la Cia, il Fbi e i comitati parrocchiali facevano spiare Elvis Presley, John Lennon e pressoché tutte le rockstar.
Ma il punto, forse, è un altro: se a preoccupare oggi non sono più i Bob Dylan e i Keith Richards, ma gli Eminen, i Thicke e i Daft Punk, la cui Get Lucky è stata 'adottata' dalla polizia russa, forse sono le società e relativi governi a sentirsi meno saldi di un tempo. Forse stiamo di nuovo guardando più il dito della Luna.

Giovedì, 14 Novembre 2013


Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...