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30.7.13

l'Alghero - Bosa tra patrimonio dell'Unesco e rischio speculazioni

Rillegendo questo articolo sulla nuova sardegna  del 29\7\2013 m  sono ritornati alla mente   tutti i ricordi  di quelle  volte  che  ho fatto quella strada    sia  quando erano ancora vive le mie prozie ( da parte  di mamma  ) di Cuglieri   sia  quando  c'invitano degli amici   di famiglia che hanno la casa  al mare a tres nuraghes  . Una  strada  bellissima   per il panorama ( vedere  foto  )  ed  un po' scomoda per  chi soffre la macchina , ma ne vale la pena  per  i paesaggi suggestivi che rischiano   di scomparire  , inghiottiti dalla cementificazione selvaggia   . Ma  ora  basta   cosi altrimenti vi anoio  con le mie  nostalgie     


La città del Temo ha candidato la litoranea a “patrimonio dell’umanità”
Ma la risposta potrà essere positiva solo se l’ambiente verrà tutelato 
Cinquanta chilometri
all’esame dell’Unesco
di Nadia Cossu INVIATA A BOSA
 Quei cinquanta chilometri di costa puoi percorrerli con la consapevolezza dello spettacolo cui assisterai oppure senza sapere – e forse neanche immaginare – a cosa i tuoi occhi e il tuo naso andranno incontro. Il risultato non cambierà. La litoranea Alghero-Bosa regala le stesse emozioni 



per  le altre  foto    http://snipurl.com/27jd4px  nell'album della nuova  

al turista che per la prima volta vede le mille sfumature di azzurro del mare e sente il profumo intenso del cisto e a chi invece è avvezzo a quei colori e a quei profumi. Per queste e tante altre ragioni la proposta che la strada provinciale (se la contendono Sassari e Oristano) diventi Patrimonio mondiale dell’Unesco è stata accolta alcuni giorni fa all’unanimità dal consiglio comunale di Bosa. Durante la seduta del 16 luglio è stato adottato un ordine del giorno per avviare il percorso che dovrebbe portare i 50 chilometri di costa nell’elenco dei beni appartenenti al patrimonio dell’umanità. Ora saranno chiamati a pronunciarsi in merito anche i consigli comunali di Villanova Monteleone e Alghero. Per apprezzare al meglio il sapore selvaggio della litoranea – preservata negli anni dalla cementificazione – sarebbe ideale salire in sella a una moto e guidare lungo i tornanti sinuosi con un occhio sempre rivolto verso l’orizzonte. È così che si possono intravedere le pareti vulcaniche di trachite rosa, i rigogliosi cespugli di macchia mediterranea, le innumerevoli cale sabbiose e rocciose che si raggiungono attraverso sentieri faticosi ma suggestivi. La bellezza e il valore di questa strada – che partendo da Alghero si chiama SP105 e che al confine con la provincia di Oristano diventa SP49 – stanno nell’immenso patrimonio naturalistico che la contraddistingue. Basti pensare che in cima alle pareti a strapiombo sul mare nidificano le ultime colonie di grifoni. Inoltre si possono ancora vedere in volo aquile reali e falchi pellegrini. La Alghero-Bosa è una sequenza di paesaggi mozzafiato e di storia: vicino a Capo Marrargiu, di preciso a Torre Poglina, sorgeva la base segreta paramilitare di Gladio. Ma sulla strada si incontra anche l'indicazione per il parco archeologico di Nuraghe Appiu (Villanova Monteleone). E poi c’è la montagna di Badde Orca, 700 metri di altezza che si fermano nella caletta di Managu. Una delle tante che si trovano nella provinciale. Poco prima di arrivare a Bosa ci sono le aree di Torre Argentina, Tentizzos e S’Abba Druche, spiagge e distese di roccia bianca: proprio in questa zona ha messo gli occhi la speculazione edilizia. I requisiti per farne un bene dell’umanità sembrerebbero esserci tutti. Nel sito del ministero per i Beni e le Attività culturali si legge che «tutti i beni iscritti nella lista devono essere protetti, nel lungo termine, da adeguate norme, regolamenti, misure istituzionali e/o tradizionali per la conservazione e la gestione, in modo da garantirne la salvaguardia». E ancora che «le norme e i regolamenti a livello nazionale e locale devono essere tali da garantire la sopravvivenza del bene e tutelarlo nei confronti dello sviluppo e dei cambiamenti che potrebbero diminuire l'eccezionale valore universale, l'integrità o l'autenticità del bene». Questo potrebbe significare un brusco stop al famoso progetto ipotizzato da Condotte Immobiliare Spa. La proposta prevedrebbe una struttura ricettiva, residenze stagionali, servizi (75mila metri cubi di volumetrie) e un campo da golf (18 buche) proprio a Tentizzos e Sa Miniera. In linea d’aria a poche centinaia di metri dai nidi dei grifoni. 


Infatti  

Gli esperti Alfonso Campus e Cristina Perino: l’alterazione dell’habitat è una delle principali minacce «Con il cemento diremo addio ai grifoni»
BOSA Lassù, appena sotto gli spuntoni di roccia dove i grifoni*sostano e sembrano godersi lo spettacolo, puoi arrivarci solo a bordo di un fuoristrada. Bisogna attraversare una stradina parecchio malandata, ma
ne vale la pena. A un certo punto li vedi volteggiare e l’emozione è inevitabile: sono maestosi, hanno un’ampia apertura alare, soprattutto sono nel loro habitat. Alfonso Campus  (  foto a destra  )  e Cristina Perino lo dicono senza pudore: «Stiamo perdendo il sonno». La sola idea che Condotte Immobiliare possa portare il cemento lì dove la natura regna sovrana, li terrorizza, è un pensiero che distrugge la loro serenità. Ma anche quella dei tanti bosani che, soprattutto nell’ultimo periodo, hanno manifestato con più convinzione (affollando i consigli comunali e facendo nascere comitati) il proprio no a “Bosa Colores”, l’iniziativa immobiliare che

«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

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