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“Cose, spiegate bene. Questioni di un certo genere” di AA. VV. recensione di Cristian porcino di lerecensionidelfilosofoimpertinente.blogspot.com

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IL mio articolo  : <<  Enrico Galiano  e  il Siap di  Palermo  contro  gli stereotipi e  le  questioni di genere  ha preso una posizione chiarissima in   merito all’assurda polemica sollevata dal  Sap sulle mascherine rosa ai poliziotti.   >>  trova  conferma    in questa breve  ma  bellissima    recensione   del blog  https://lerecensionidelfilosofoimpertinente.blogspot.com/ (“Cose, spiegate bene. Questioni di un certo genere” di AA. VV., Iperborea, pp. 223, € 19,00). Qualche settimana fa il sindacato Sap ha scritto al capo della polizia Giannini per affermare: “Noi le mascherine rosa non le indossiamo. Non fanno onore alla divisa”. Tale frase svela una subcultura di stampo patriarcale e machista che da secoli alimenta gli stereotipi di genere. Per far luce su questi argomenti vi consiglio vivamente la lettura del libro Cose spiegate bene. Questioni di genere. Un volume preziosissimo che aiuta a comprendere le identità sessuali, la differenza tra genere e sesso, la storia

L'ultimo traghetto di Domenico Villar recensione di Daniela Bionda

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  Un Buon giallo, a tratti un po' lento, ha come sfondo la Galizia, in Spagna, dove lo scrittore è nato. Il giallo racconta della scomparsa di una insegnante di ceramica, Monica Andrade. L'ispettore incaricato, Leo Caldas, per risolvere il caso, si dovrà addentrare nelle atmosfere della scuola di Arti e Mestieri di Vigo, dove la donna insegna ed il piccolo villaggio di Tiran dove la donna conduce una vita piuttosto ritirata. L' unico modo degli abitanti di Tiran per raggiungere la città di Vigo, sulla terra ferma è quella di prendere un traghetto, il quale, diventerà uno dei filoni di indagine da seguire, per Leo Caldas ed i suoi collaboratori che cercheranno di capire se la donna, la mattina della sua scomparsa, ha preso o no, il traghetto. L' altro filone dell' indagine è dato dalla vita nella città di Vigo ed all' interno della scuola di Arti e Mestieri dell' insegnante scomparsa, ma come in ogni buon giallo le cose non sono mai quel che sembrano. A

Joel Dicker "La verità sul caso Harry Quebert"

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  Un po di tempo fa ho letto un libro di un giovane scrittore svizzero di nome "Joel Dicker" dal titolo "La verità sul caso Harry Quebert". Il racconto é quello che viene definito un " giallo deduttivo ", ambientato in una città fittizia e narrato in prima persona con salti in avanti e in dietro nel tempo. Racconta di come un giovane scrittore di nome Marcus Goldman cerca di far luce sulla scomparsa di una ragazza di 15 anni di nome Nola, della cui morte viene accusato, e per questo imprigionato, il maestro e mentore di Marcus, lo scrittore Harry Quebert, con il quale la ragazza intratteneva una relazione. Si tratta di una storia d' amore, un romanzo ad ampio respiro, pieno di colpi di scena, nulla a che fare con libri del tipo "Lolita" di Nobokov, ma che soddisfa anche il palato dei giallisti più smaliziati Altamente Consigliato                      Daniela Bionda      

PIER PAOLO, È COMPIUTO

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Caro PPP, ricordi? Sono trascorsi già due anni, il caldo incombeva, nell’aria milanese resisteva un ricordo di primavera, leggiadro e sbarazzino. Mi recavo al Museo del Risorgimento in occasione de “La Nebbiosa”, rassegna iconografica e letteraria a te dedicata. Avresti voluto girare un film sulla mia città ma abbandonasti l’idea. Ce ne sfuggiranno sempre i motivi, io avanza i alcune ipotesi [cfr. qui http://urlin.it/140eb9 ] ma penso che il non-finito è il regalo più grande tu abbia potuto farci. Perché ci hai fatto uscire dal perenne status di scolari. Ci hai obbligato a immaginare, a proseguire, pur con stentate parole, l’opera interrotta. “La Nebbiosa” divenne una mostra, quindi un album fotografico disseminato d’umori, volti, costruzioni e percorsi dal 1950 al ’65. Volti e percorsi altrimenti perduti che grazie alla tua intuizione presero corpo e vita. Ma non fu tutto, nemmeno allora. Mancava, ecco, la tragedia. L’usurpazione. Eri nato per questo, ammettiamolo.