Caro PPP,
ricordi? Sono trascorsi già due anni, il caldo incombeva, nell’aria milanese resisteva un ricordo di primavera, leggiadro e sbarazzino. Mi recavo al Museo del Risorgimento in occasione de “La Nebbiosa”, rassegna iconografica e letteraria a te dedicata. Avresti voluto girare un film sulla mia città ma abbandonasti l’idea. Ce ne sfuggiranno sempre i motivi, io avanzai alcune ipotesi [cfr. qui http://urlin.it/140eb9 ] ma penso che il non-finito è il regalo più grande tu abbia potuto farci. Perché ci hai fatto uscire dal perenne status di scolari. Ci hai obbligato a immaginare, a proseguire, pur con stentate parole, l’opera interrotta. “La Nebbiosa” divenne una mostra, quindi un album fotografico disseminato d’umori, volti, costruzioni e percorsi dal 1950 al ’65. Volti e percorsi altrimenti perduti che grazie alla tua intuizione presero corpo e vita.
Ma non fu tutto, nemmeno allora. Mancava, ecco, la tragedia. L’usurpazione. Eri nato per questo, ammettiamolo. Rimarrai sempre, per tuo viatico e nostra salvezza, un condannato.
La Roma che ti avvinse, la Roma che t’inchiodò, la Roma che fu la tua Gerusalemme – in fondo, pure tu fosti crocifisso “fuori le mura” – ha voluto profanarti un’altra volta. Ha spezzato la pietra delle tue parole. Vandali fascisti, poveri balordi che non sanno quello che si fanno, giorni fa hanno divelto il tuo monumento, tentato di cancellare le tue parole. Non riporto quegli insulti, così prevedibili, ciechi, stolidi. Non contano. Il tuo monumento diruto è stato ritrovato da alcuni volontari d’un centro di protezione avifauna: sì, proprio da loro, gli amici degli animali più leggiadri e vicini al cielo – ma anche i più negletti ed elusivi. Gli uccelli raccolgono l’essenzialità dell’anima, come il cardellino che si macchiò il volto con la spina della croce di Cristo.
La Nebbiosa era lontana dallo scempio, ma non ti ha dimenticato. E non si è offesa nemmeno per quel tuo film incompiuto. Anzi, ha risposto. Presto ti dedicherà una via, in zona 8, non lontana da un poeta assai diverso da te: Vincenzo Monti. Milano è così, riunisce e comprende. Accumula. A certi assessori di destra che domandano, senz’ombra di vergogna, cosa c’entri Pasolini con Milano, raccontare della Nebbiosa non servirebbe. Pasolini c’entra con Milano e col mondo intero. Ma dobbiamo forse spiegare l’ovvio?
Ed è compiuto, adesso, PPP. Il film è ultimato. Sarai sempre di casa anche qui. I nostri sguardi, davanti all’insegna, saranno spesso distratti. Correranno. Ma molti si fermeranno. Tanti giovani, presto, in una sera come questa, si daranno appuntamento in via Pasolini. Che ci sarà sempre, elusiva e alata come gli uccelli. Poi qualcuno alzerà lo sguardo e indugerà sul tuo nome. Sarà un ragazzo, più probabilmente una ragazza – e non so perché, così immagino – e rivivrà una passione. D’amore, morte e poesia. Vorrà continuarla. A Milano. Nel mondo. Nel suo generoso domani.
© Daniela Tuscano
Nessun commento:
Posta un commento