poca voglia di lavorare o sindaco stressante ?
In Sardegna più precisamente nel paese di Narbolia tutti i dipendenti chiedono il trasferimento
perchè c'è un sindaco che li fa lavorare . Esso mi ricorda il libro di Giuseppe Dessì : paese d'ombre ( foto al lato ) ed in particolare la parte in cui il protagonosta è eletto sindaco e s'attira le ire dei pezzi grossi e dei notabili per poi essere difesrodalla popolazione . Ora sia il quoitidiano lastampa ( ora fusasi o quasi con la repubblica ) , da cui è tratta la news sotto , ed i due link :
- Impiegati con la valigia, sindaco sotto accusa: http://bit.ly/1RSX2ej
- Esodo dei dipendenti dalla giunta in arrivo i nulla-osta per tutti: http://bit.ly/1RSX4Tz
della nuova sardegna , non riportano come un giornalista serio dovrebbe fare ler opinioni della gente del luogo., ma solo delle due parti in causa ( sindaco\a ed amministratori )
La sindaca più cattiva d’Italia: “Nessuno vuol lavorare con me” In Sardegna tutti i dipendenti chiedono il trasferimento
Maria Giovanna Pisanu, la sindaca di Narbolia in provincia di Oristano (Foto Alessandra Chergia)
Appena la porta d’ingresso scricchiola, in municipio son già
tutti sull’attenti. Gli impiegati sollevano la testa e subito si
guardano intorno: «Ma è arrivato il sindaco?». In un attimo, tra gli
uffici, scatta l’allarme. E all’istante cala il silenzio. Maria Giovanna
Pisanu piomba in Comune sempre senza preavviso. Qualche volta tende la
trappola: fa sapere di essere lontano da Narbolia e si presenta
all’improvviso. «Forse pensa di trovarci a chiacchierare o a perdere
tempo. Noi invece siamo persone oneste, non siamo fannulloni».
Maria Giovanna Pisanu è il più giovane primo cittadino delle storia
di questo paese della Sardegna. Occhi verdi, tono di voce sempre basso,
mai un filo di trucco: ha 35 anni, fa l’avvocato e in questi giorni
passa per essere il sindaco più cattivo d’Italia. I dipendenti comunali
non vogliono più lavorare con lei, né con i suoi assessori, e per questo
hanno chiesto il trasferimento. Tutti: undici su undici. Vorrebbero
andar via al più presto e sperano di trovare un posto libero in qualche
altro ente della zona. La Giunta ha già approvato le istanze di mobilità
e il sindaco si trova a gestire un terremoto che non aveva messo in
conto: «Posso essere considerata spietata perché pretendo che i
dipendenti facciano al meglio il loro dovere? Sbaglio se pretendo
l’intervento di un operaio quando vedo che nelle strade nessuno taglia
l’erba? Esagero se chiedo al manutentore di sistemare i lampioni spenti
da giorni? Sono attenta e rigorosa, ma lo faccio per rispetto dei
cittadini».
Narbolia è un paese di 1800 abitanti con un territorio vasto e bello.
Dietro la case in basalto spuntano le vette del Montiferru, a pochi
chilometri c’è il mare della costa occidentale. Il Comune ha undici
dipendenti: dirigenti e impiegati, un solo vigile e un solo operaio a
tempo indeterminato.
L’ufficio del segretario è già vuoto: è il secondo che getta la
spugna in meno di una legislatura. «Sapete perché se la sono presa con
me? Perché il 24 e il 31 dicembre – dice il sindaco – ho preteso che gli
uffici rimanessero aperti di pomeriggio. Era giusto allungare le
vacanze?». La fuga di massa è l’ultima puntata di una guerra iniziata
poco dopo le elezioni del 2013. Maria Giovanna Pisanu ha mantenuto la
promessa della campagna elettorale: «In questo Comune c’è bisogno di
grossi cambiamenti». Detto, fatto. «Ora la situazione si è fatta
insopportabile – dice il geometra Mario Tatti – Manca dialogo, ancor
prima il rispetto verso di noi e verso il nostro lavoro». «Ci sentiamo
sviliti – aggiunge la responsabile della area amministrativa, Giusi
Firinu - Nessuno si è mai tirato indietro, neanche quando c’è stato
bisogno di stare in ufficio per molte ore in più senza retribuzione». Il
vigile urbano è pronto a traslocare dopo 37 anni di servizio e con lui
il giovane ingegnere che dirige l’ufficio tecnico. «Nessun cittadino si è
lamentato per un disservizio – protesta Tania Carta, impiegata degli
uffici finanziari – Il sindaco si è convinto che siamo fannulloni senza
motivo».
Per una mediazione non c’è più tempo. E Maria Giovanna Pisanu non ha
intenzione di trovare un accordo con i dipendenti. «Noi abbiamo bisogno
di persone motivate per portare avanti il programma e migliorare il
paese. All’amministrazione spetta il compito di porre gli obiettivi ai
dipendenti e noi vorremmo che venissero raggiunti. Ora che hanno
dimostrato di non avere più le motivazioni necessarie, non ho motivo per
fermarli. Noi inizieremo subito la ricerca di nuovo personale, poi loro
se ne potranno anche andare. Spero che trovino un altro ente che sia
disposto a prenderseli in carico».
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