25.4.16

"Non voglio che la vita si riduca ad aspettare il weekend o le vacanze estive": a 32 anni si licenzia e viaggia da sola ed lavora viaggiando

chi dice che lavorare sia cosi noioso ? ecco la storia di Diana Bancale  (  foto sopra   presa  dal suo profilo di istangram  )   per  ulteriori informazioni 
 Facebook.com/inviaggiodasola.,  diana.bancale@gmail.com. oppure  www.inviaggiodasola.com


questsa storia   che trovate  sotto  mi  fa  venire  in mente  due  canzoni  :
 rotolando verso sud  -  negrita
 Nord Sud Ovest Est -  883


da L'Huffington Post | Di Ilaria Betti pubblicato:
DIANA
"'Cosa vuoi fare nella vita?' 'Boh, voglio lavorare il meno possibile'". Diana Bancale, 33 anni, intrappolata in un lavoro a tempo indeterminato noioso e soffocante, si era abituata a rispondere così a chiunqule facesse domande sul suo futuro. Era rassegnata a quel destino, finché un giorno ha deciso di licenziarsi e di seguire la sua vera passione: partire verso mete lontane, da sola. Oggi Diana è una blogger di viaggi e sul suo sito "In viaggio da sola" offre consigli ad avventurieri come lei, raccontando le sue esperienze. Viaggiare è diventato il suo lavoro, un lavoro che, però, racconta all'Huffington Post, la fa sentire libera.
"Ricordo il giorno in cui mi sono licenziata e ho riscoperto la libertà – scrive nel suo blog – La libertà di tornare a sognare, come quando eravamo piccoli. Quando pensavamo di poter diventare astronauti, se ci credevamo. E nessuno avrebbe potuto dirci il contrario, perché non lo avremmo preso sul serio".
"Voi lo sapevate che si può vivere anche senza lavorare otto ore al giorno col sedere incollato a una sedia? E che è possibile anche fare un lavoro che si ama? Se lo sapete già, siete fortunati. Io non lo sapevo e credevo che la vita fosse quella: solita routine per quaranta ore a settimana, quarantotto ore di 'ore d’aria' il weekend e così via, avanti per mesi fino al 'miraggio' delle ferie, che erano ormai diventate il mio unico obiettivo. Secondo solo all’altro obiettivo: la pensione. […] Ho deciso che passare la mia vita a lavorare otto ore al giorno, cinque giorni alla settimana, ad una scrivania di un ufficio non mio, in cui tutti gli sforzi fatti andavano alla fine solo a esaudire il sogno di qualcuno che non ero io e che probabilmente non potevo condividere in tutto, era un compromesso troppo severo da accettare per 1000 euro al mese".




"Ho studiato giornalismo, mi sono laureata nel 2007. Da quel momento in poi, per garantirmi uno stipendio 'normale', ho iniziato a fare tutta una serie di lavori, dall'impiegata alla receptionist. Ma non era quello il mio posto, lo sentivo: andavo in ufficio aspettando il venerdì, le ferie estive e poi quelle di dicembre. Prima di mollare ufficialmente il mio contratto a tempo indeterminato, avevo aperto un blog di viaggi in cui raccontavo le mie vacanze da sola. Alla fine ho deciso di licenziarmi e di dedicarmi interamente alla mia passione, alla cosa che più amavo fare e che invece stavo trascurando: viaggiare. Ho investito i soldi della liquidazione in un corso di marketing per formarmi, mentre il mio blog iniziava a crescere. Oggi non so descrivere la sensazione che mi dà sapere di poter prenotare un volo domani, se voglio".


Cosa si prova a viaggiare da sola?
"Ho un fidanzato e delle amiche, dunque non mi mancano i compagni di viaggio, ma preferisco viaggiare da sola: è un modo per mettermi alla prova. Quando torno mi sento più forte, più indipendente. Mi piace seguire i miei itinerari, senza rendere conto a nessuno, e superare le difficoltà che inevitabilmente si incontrano. Si sente dire che per una ragazza sia pericoloso andarsene in giro da sola, ma non è sempre così: basta prendere dei piccoli accorgimenti, come evitare zone isolate o vestirsi senza dare troppo nell'occhio".





Cosa diresti a chi si sente intrappolato in un lavoro e vorrebbe mollare tutto e partire?
"Quando la gente mi diceva: 'Devi seguire i tuoi sogni', non ci credevo, pensavo fosse una frase detta così, tanto per dire. Ora, invece, so che è la cosa più giusta da fare. Ma con qualche 'precauzione'. Non si può lasciare il proprio lavoro e andare all'avventura senza avere le idee chiare. Io, ad esempio, mi sono licenziata, ma ho investito le mie risorse economiche sulla mia formazione, sui miei sogni. Bisogna prepararsi. E avere costanza, se si vuole fare dei viaggi un lavoro: all'inizio è difficile, apri un blog e hai solo due visite al giorno. Non bisogna demordere, ma continuare a studiare, partecipare ai meeting, curare le relazioni, crearsi una rete. Dunque, partire sì, ma solo quando si ha un progetto. E quando si è pronti per farlo. Capire quando è il momento giusto per farlo è facile: quando la vita fa troppo schifo, e così non può continuare, quello potrebbe essere il momento giusto per cambiare".

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