da il Termometro
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Oggi si celebra la giornata dell’orgoglio
sardo. Sa Die de Sa Sardigna quest’anno è abbinata al tema
dell’accoglienza ai migranti. Pensate che sia stata una buona scelta?
io concordo con Giorgio Pintus
L'orgoglio sardo è una fantasia, una chiacchiera, un modo per darsi un
tono in un determinato contesto ma che si può tranquillamente rinnegare
in un altro. E' sentimento che si dovrebbe onorare e dimostrare
attraverso prove concrete e non con le chiacchiere o quando il Cagliari
vince una partita di pallone. E' il senso di appartenenza, il sentirsi
legati e parte di una comunità a declinare in orgoglio. Non è un
semplice vanto. Essere orgogliosi di far
parte di una comunità e di condividere con questa passioni, speranze,
obiettivi, sofferenze, ambizioni, battaglie, solidarietà,
partecipazione. Questo significa essere orgogliosi, non basta scriverlo
da qualche parte quando può tornare utile. Dire sono orgoglioso di
essere sardo non significa nulla se non si è disposti a fare qualcosa
per dimostrarlo. Se qualcuno può dimostrare che quello sardo sia un
popolo unito e quindi orgoglioso si accomodi pure. La mia impressione è
che siamo divisi e che ognuno combatte la propria battaglia di
sopravvivenza incurante delle difficoltà e dei problemi della comunità.
Ricordo che qualche settimana fa, quando in piazza sono scesi gli
abitanti dell'Ogliastra impauriti per la possibile chiusura del loro
ospedale, più di uno commentava che stavano rompendo i coglioni. Quando i
pastori scendono in strada leggo di chi si lamenta perché hanno
bloccato il traffico. Se qualcuno sale su una ciminiera gli si dice che
sta cercando visibilità. E allora io mi chiedo, dov'è l'orgoglio sardo
con cui vi riempite la bocca se qui ognuno si cura dei cazzi propri e si
disinteressa di quelli di tutta la comunità? Dov'è l'orgoglio sardo se
pezzi della nostra comunità vengono lasciati soli a combattere la loro
battaglia e non bastasse il disinteresse devono incassare anche la
riprovazione di chi poi viene qui a dire che sono orgogliosi di essere
sardi? Non spariamo cazzate.
ecco i commenti più intressanti sorti pèresi dal mio fb qui l'intera discussione
Lorenzo Mattana Sull'orgoglio sardo si possono osservare diversi aspetti. Io credo di esserlo e la cosa non mi dispiace. Noto che quello dei sardi è un orgoglio a corrente alternata: per certi versi smisurato, per altri siamo capaci di farci calpestare come persone che ne sono completamente prive. In ogni caso, se devo analizzare razionalmente la questione, mi rendo conto che io e il mio popolo/comunità saremo veramente sardi "maturi" soltanto quando non avremo bisogno dell'orgoglio per esprimerci. L'orgoglio a volte sembra più un modo di farsi notare, un tentativo di dire "ci siamo", in un contesto dove per tanti motivi molto spesso tutto ciò che rappresenta "sardità" viene considerato in maniera negativa e bistrattato. Sembra quasi un atto di resistenza. Probabilmente quando saremo veramente liberi di esprimerci per ciò che siamo non avremo bisogno di farlo "orgogliosamente".
Giorgio Pintus L'orgoglio che si celebra in questa ricorrenza invece è emerso in una circostanza in cui eravamo oppressi e non liberi. E fu un atto di resistenza e ribellione. Fondamentalmente la rivendicazione di una identità. L'esempio portato dalla Bulciolu è collegabile a ''Sa paradura'', un gesto solidale, una sorta di istituto non scritto ma che nella società agro pastorale consentiva di sopravvivere a chi viveva un momento di disgrazia. Ma l'orgoglio è altro, forse non l'ho espresso come avrei dovuto perché dovevo dedicare più tempo ma io di orgoglio non ne vedo, a parte le chiacchiere di chi ama sventolare bandiere o chi diventa aggressivo quando sente minacciata quella che considera a torto una identità.
Lorenzo Mattana Sono d'accordo, io penso anche che questo orgoglio debba trasformarsi in atti concreti e anche in azione politica, altrimenti non serve a niente e sono solo chiacchiere.
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