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1.6.16

SBAGLIATA di © Daniela Tuscano

 
 
 
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SBAGLIATA

 (Immagine: G. Badari, "Donna crocifissa")
 

 


E poi ci son quelli che “madri di maschi, educate i vostri figli”.
E son quelli e quelle.
(La misoginia è interiorizzata dalle vittime, si sa.)
Perché se lui è così cattivo, la colpa è della madre.
Non è stata attenta.
Non è stata brava.
Non gli ha insegnato a rispettar le donne.
L’ha servito troppo.
Gliele ha date tutte vinte.
L’ha considerato il suo bambino.
Il suo re.
Il suo mondo.
Sì, la colpa è sua.
Della madre, ancora della madre, sempre della madre.
E ci son quelli, e quelle, che dimenticano:
che la madre è stata figlia.
Ed è stata bambina, scolara, studentessa.
Forse laureata.
E a scuola, sui libri, sui media
Ha imparato che doveva servire il maschio.
Che bisognava dargliele tutte vinte.
Che era un re.
E tutto il mondo.
Così fanno le donne per bene – le hanno detto.
Altrimenti.
Una donna senza un uomo è incompleta.
Anzi, inutile.
Perché nei testi scolastici, nei libri di grammatica, nelle vie e nelle piazze, nella grande storia
Ricorrono solo nomi maschili.
Lei non c’è - non deve esserci.
Lei è, al più, un’appendice muta.
Questo ha imparato, quella madre di maschi.
Questo doveva imparare.
Ma adesso ci son quelli, e quelle, che glielo rimproverano.
Non sei stata brava, non sei stata attenta.
Gli hai impartito i valori che noi ti abbiamo inculcato.
Dovevi farlo.
Ma dovevi pure insegnargli a rifiutarli.
(Senza farti scorgere, sia chiaro; sia mai tu sovverta l’ordine stabilito; sia mai ti diano della femminista.)
Non sei stata onnipotente.
Senza la forza dell’onnipotenza.
Vergogna, madre di maschi.
La madre, ancora la madre, sempre la madre.
E ci son quelli, e quelle, che mai si volgono ai “padri di maschi”.
I padri sono innocenti a prescindere.
I padri sono i capi.
I padri sono i re.
Eppure sono stati i padri
- Padri di maschi, figli di maschi –
Che nei secoli hanno costruito un mondo
Di escluse e privilegiati.
Sono stati i padri
- Padri di maschi, figli di maschi –
Che hanno redatto libri, fondato scuole, predicato, edificato
Una società fondata sul disprezzo della donna,
Sulla sua assenza e il suo asservimento.
Dovrebbero trovarsi loro, oggi,
Sul banco degli imputati.
Almeno, accanto alle madri.
Ma non funziona così.
L’educazione è roba da madri. (Ma non chiamatela pedagogista, quel titolo è riservato agli uomini.)
La colpa è delle madri.
La colpa è delle donne.
Non sono i maschi a doversi rieducare, sono le donne a doversi difendere.
“Donne, denunciate i vostri aguzzini!”
(Anche se non vi credono mai, anche se gli basta simulare l’infermità mentale, anche se li rilasciano subito, anche se li assolvono col cuore e con le parole: parole maschili: raptus, eccesso d’amore, passione, ecc.)
Solo quando vedrò i padri
Richiamati alle loro responsabilità
Allora sì, potrò credervi.
Ma finché leggerò le accuse alle madri, ancora alle madri, sempre alle madri
Vi chiamerò ipocriti e ipocrite,
Servi e serve del sistema,
Sepolcri imbiancati,
E le vostre figlie e i vostri figli
Torcano il viso da voi.
© Daniela Tuscano
(Immagine: G. Badari, "Donna crocifissa")

2.4.16

PIER PAOLO, È COMPIUTO


Caro PPP,
ricordi? Sono trascorsi già due anni, il caldo incombeva, nell’aria milanese resisteva un ricordo di primavera, leggiadro e sbarazzino. Mi recavo al Museo del Risorgimento in occasione de “La Nebbiosa”, rassegna iconografica e letteraria a te dedicata. Avresti voluto girare un film sulla mia città ma abbandonasti l’idea. Ce ne sfuggiranno sempre i motivi, io avanzai alcune ipotesi [cfr. qui
http://urlin.it/140eb9 ] ma penso che il non-finito è il regalo più grande tu abbia potuto farci. Perché ci hai fatto uscire dal perenne status di scolari. Ci hai obbligato a immaginare, a proseguire, pur con stentate parole, l’opera interrotta. “La Nebbiosa” divenne una mostra, quindi un album fotografico disseminato d’umori, volti, costruzioni e percorsi dal 1950 al ’65. Volti e percorsi altrimenti perduti che grazie alla tua intuizione presero corpo e vita.
Ma non fu tutto, nemmeno allora. Mancava, ecco, la tragedia. L’usurpazione. Eri nato per questo, ammettiamolo. Rimarrai sempre, per tuo viatico e nostra salvezza, un condannato.
La Roma che ti avvinse, la Roma che t’inchiodò, la Roma che fu la tua Gerusalemme – in fondo, pure tu fosti crocifisso “fuori le mura” – ha voluto profanarti un’altra volta. Ha spezzato la pietra delle tue parole. Vandali fascisti, poveri balordi che non sanno quello che si fanno, giorni fa hanno divelto il tuo monumento, tentato di cancellare le tue parole. Non riporto quegli insulti, così prevedibili, ciechi, stolidi. Non contano. Il tuo monumento diruto è stato ritrovato da alcuni volontari d’un centro di protezione avifauna: sì, proprio da loro, gli amici degli animali più leggiadri e vicini al cielo – ma anche i più negletti ed elusivi. Gli uccelli raccolgono l’essenzialità dell’anima, come il cardellino che si macchiò il volto con la spina della croce di Cristo.
La Nebbiosa era lontana dallo scempio, ma non ti ha dimenticato. E non si è offesa nemmeno per quel tuo film incompiuto. Anzi, ha risposto. Presto ti dedicherà una via, in zona 8, non lontana da un poeta assai diverso da te: Vincenzo Monti. Milano è così, riunisce e comprende. Accumula. A certi assessori di destra che domandano, senz’ombra di vergogna, cosa c’entri Pasolini con Milano, raccontare della Nebbiosa non servirebbe. Pasolini c’entra con Milano e col mondo intero. Ma dobbiamo forse spiegare l’ovvio?
Ed è compiuto, adesso, PPP. Il film è ultimato. Sarai sempre di casa anche qui. I nostri sguardi, davanti all’insegna, saranno spesso distratti. Correranno. Ma molti si fermeranno. Tanti giovani, presto, in una sera come questa, si daranno appuntamento in via Pasolini. Che ci sarà sempre, elusiva e alata come gli uccelli. Poi qualcuno alzerà lo sguardo e indugerà sul tuo nome. Sarà un ragazzo, più probabilmente una ragazza – e non so perché, così immagino – e rivivrà una passione. D’amore, morte e poesia. Vorrà continuarla. A Milano. Nel mondo. Nel suo generoso domani.

© Daniela Tuscano

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...