Lo so che spesso mi contraddico con quanto dico in precedenza ( vedere qui questo mio precedente post ) . Ma stavolta davanti a tali persone non importa se di destra o di sinistra
che non hanno ( se l'hanno è parziale ) memoria della sofferenza di tali popolazioni è commettono atti vili come questo a Torino qualche giorno fa ( news tratta da http://www.qelsi.it/2013/a-torino-distrutta-la-lapide-in-ricordo-dei-martiri-delle-foibe/ fonte faziosa e poco obiettiva ma è l'unica che ho trovato e poi le immagini parlano da sole )
e soprattutto davanti alcuni amici reali e virtuali ed altri solo virtuali che mi hanno chiesto , leggendo il precedente post ( vedere url sopra ) s'ero passato al fascismo visto che ricordavo avvenimenti fatti propri dalla destra fascista repubblicana ( quello che allora si chiamava Msi - movimento sociale italiano \ fiamma tricolore ) fatta propria dai fascisti e ora dai revisionisti di sinistra , eccetto alcuni esponenti ( vedi qui ) . Oppure altri che mi dico è basta crogiolarsi nel passato e guarda al futuro .Oppure i nuovi iscritti che mi chiedono come un comunista ( in realtà sono un libertario ) come sia arrivato a ricordare in maniera cerchiobottista ( secondo loro ) o a 360° tali avvenimenti .
Mandiamo con ordine .
Il monumento collocato all'ingresso della "foiba" di Basovizza foto tratta dal 2 sito citato |
Oltre ai motivi suddetti , che ho citato nel post precedente , c'è il fatto che : << La storia fatta di silenzi, di falsificazioni, di mistificazioni, non è maestra di vita >> Ciò non toglie che in opere storiche, l'argomento fosse dibattuto: ad esempio nel 1980, Arrigo Petacco - noto giornalista e saggista - illustrò la tragica realtà di questo massacro. Il suo racconto, pur all'interno di un'opera più ampia e con molte incertezze, prudenze ed omissioni, offriva un quadro sufficientemente completo, senza sottovalutare entità e ferocia delle stragi.
Ricordo perchè è già bastato l'assordante silenzio durato mezzo secolo su tali eventi storici .
Il silenzio fu di tre tipi ( le news sotto riportate,sono tratte sia da mie ricerche in giro per la rete e in particolare da queti duie siti : 1) www.lefoibe.it/approfondimenti/dossier/06-resppolitiche.htm.,2) il già pluricitato citato http://it.wikipedia.org/wiki/Massacri_delle_foibe in particolare il capitolo La percezione del fenomeno dal dopo guerra ai giorni nostri 3) http://digilander.libero.it/lefoibe/indexx.htm
Esso fu di tre tipi diversi ma accomunati dall'opportunismo politico e del voler dimenticare tali fatti
Il silenzio internazionale \ degli alleati
Per non inimicarsi la Jugoslavia che, all'epoca, in piena guerra fredda, faceva parte dei "Paesi non allineati( cioè tutti queoipaesi che nonaderirono ne al blocco societico \ comunista nè a quello Americano ) gli americani, così come i loro alleati non indagarono su ciò che gli Jugoslavi avevano compiuto durante la guerra, né pubblicizzarono quanto gli stessi continuarono a compiere nei periodi immediatamente successivi alla sua conclusione.
La rottuira politica fra Tito e Stalin avvenuta nel 1948 fece entrare la ex Jugoslavia nei paesi non allineati e da qui la necessità di utilizzare la Jugoslavia come "paese cuscinetto" tra i due blocchi, spinse tutto il blocco occidentale a stabilire rapporti meno tesi con la Jugoslavia, in funzione antisovietica (si era agli inizi della guerra fredda) per contrastare l'egemonia sovietica nei Balcani .
Anche a "giochi finiti" non vi fu mai alcuna ammissione esplicita ed ufficiale delle brutture e delle responsabilità del regime Jugoslavo . Infatti << le "foibe" (...) sono state una variante locale di un processo generale che ha coinvolto tutti i territori in cui si realizzò la presa del potere da parte del movimento partigiano comunista jugoslavo ... >>[ Raoul Pupo, Le stragi del secondo dopoguerra nei territori amministrati dall'esercito partigiano jugoslavo ] >> . Gli eccidi, come detto, avevano anche l'obiettivo di eliminare i possibili oppositori del costituendo regime comunista jugoslavo e furono uno dei tanti eccidi che caratterizzarono la sua ascesa al potere , fra questi è rimasto tristemente celebre il massacro di Bleiburg. Repressioni di tale portata furono consentite dalle caratteristiche dittatoriali del regime comunista di Tito. Simili repressioni furono, inoltre, caratteristiche dell'ascesa al potere di gran parte dei regimi comunisti del periodo fatto che ha spesso portato a presentare le foibe 'tour court' come un "crimine del comunismo" ) Sarebbe stato infatti estremamente difficile riuscire a spiegare all'opinione pubblica mondiale per quale motivo gli Alleati, pur sapendo della pulizia etnica in corso nella Venezia Giulia, non intervennero per scongiurare o comunque mettere fine a quella tremenda carneficina e di come loro dichiaratamente anticomunisti sostennero anche se non apertamente un regime comunista non sovietico .
Nazionale
La vicenda nel dopoguerra è stata a lungo trascurata per i convergenti interessi di governo e opposizione.I vari governi italiani del dopoguerra preferirono mettere a tacere questi fatti per : 1) che voleva sorpassare tutto il capitolo della sconfitta nella seconda guerra mondiale e l'italianizzazione forzata delle minoranze slave i crimini fatti dal regime fascista e poi dopo il 25 luglio del 1943 dalla Rsi ( Repubblica Sociale Italiana ) ., 2) non doversi confrontare su alcune imbarazzanti questioni legate debiti di guerra nei confronti dei privati. Infatti beni espropriati agli abitanti delle zone interessate dall'esodo del dopoguerra non furono risarciti equamente, ma con avvilenti elemosine. Riprendere la questione avrebbe significato indennizzi definitivi agli esuli con fondi sottratti alla ricostruzione dell'Italia devastata dalla guerra; si preferì, quindi, accantonare il problema insabbiandolo.3)non si voleva inoltre riaprire il problema dei molti militari che commisero in Jugoslavia reati di guerra per i quali non furono mai perseguiti,e poi amnistiati con le nonostante le iniziali richieste del governo jugoslavo . Infatti I vari governi italiani succedutesi negli anni mai consegnarono i responsabili dei crimini nei Balcani, sia a causa della così detta "amnistia Togliatti" intervenuta il 22 giugno 1946, sia perché il 18 settembre 1953 governo Pella ( democristiano ) approvò l'indulto e l'amnistia proposta dal guardasigilli Antonio Azara per i tutti i reati politici commessi entro il 18 giugno 1948 a cui si aggiunse quella del 4 giugno 1966. All'epoca la sola città di Belgrado chiese di imputare oltre 700 presunti criminali di guerra italiani fra cui i generali Mario Roatta, Vittorio Ambrosio e Mario Robotti, che non furono mai consegnati nonostante gli accordi internazionali prevedessero la loro estradizione.
dalla voce di wikipedia massacri foibe ( trovate l'url nel post ) |
Nel 1992 è stato istituito un procedimento giudiziario in Italia contro alcuni dei responsabili dei massacri ancora in vita. Tali inchieste furono giustificate dal fatto che all'epoca la Venezia Giulia era ancora ufficialmente sotto sovranità italiana; inoltre i crimini di guerra non sono soggetti a prescrizione. Partite dalla denuncia di Nidia Cernecca, figlia di un infoibato, videro come principali imputati i croati Oscar Piskulic e Ivan Motika. L'inchiesta fu istituita dal pubblico ministero Giuseppe Pittitto. Nel 1997 diversi parlamentari sollecitarono il governo affinché avanzasse richiesta di estradizione per alcuni degli imputati. Il procedimento si è concluso con un nulla di fatto: nel 2004 fu infatti negata la competenza territoriale dei magistrati italiani.
Le responsabilità del Partito Comunista Italiano
L'atteggiamento del PCI nei confronti della questione dei confini orientali italiani fu ambiguo: già nel corso del conflitto, aveva acconsentito a lasciare la Venezia Giulia e il Friuli orientale sotto il controllo militare dei partigiani di Tito,[97] avallando così la successiva occupazione jugoslava. Fu per questo motivo che aveva ordinato ai propri partigiani operanti nella regione di porsi sotto comando jugoslavo (fu in questo contesto che maturò l'eccidio di Porzûs).
Successivamente richiese che i territori assegnati all'Italia col Trattato di Rapallo (1920) passassero alla Jugoslavia, ritenendo che i diritti nazionali degli italiani sarebbero stati tutelati dal nuovo ordine socialista imposto da Tito al suo paese; infine - a partire dalla metà del 1945 e massimamente a seguito della rottura fra Tito e Stalin - passò ad una difesa del carattere italiano della città di Trieste: prima sposando la linea per cui era da crearsi il Territorio Libero di Trieste, poi - dal 1948 - assumendo il mantenimento della città in Italia fra gli obiettivi del suo programma politico. Localmente, tutte le federazioni del PCI della Venezia Giulia aderirono alle richieste annessionistiche espresse dalla Jugoslavia[senza fonte]. In particolare, il PCI di Trieste - allontanatosi alla fine del 1944 dal CNL cittadino per sottoporsi gerarchicamente al fronte di liberazione della Slovenia - auspicò durante il corso di un'assemblea pubblica indetta dalle autorità italo-slave quella che venne definita "risoluzione settima repubblica", che prevedeva la formazione di una settima repubblica federativa jugoslava, di carattere italiano con già pronta la bandiera ufficiale, comprendente Trieste, Monfalcone e il Friuli orientale: a tal scopo organizzarono il Partito Comunista della Venezia Giulia
Terminato il conflitto molti militanti[senza fonte] comunisti italiani collaborarono con il governo jugoslavo e molti ebbero un ruolo attivo nelle repressioni. Si consideri che le scelte dei comunisti italiani, spesso tacciati di "tradimento", furono coerenti al loro internazionalismo, secondo il quale l'affermarsi del comunismo era un valore moralmente superiore a quello di patria e nazione.
Negli anni successivi furono tuttavia molti gli ex partigiani e i militanti a prendere la via dell'esodo, come conseguenza delle politiche nazionaliste e repressive del comunismo jugoslavo, oltre che per la disputa che opponeva Tito a Stalin, e che vedeva i comunisti italiani schierati su posizioni rigidamente staliniane.
Negli anni successivi il P.C.I. contribuì a dare, all'opinione pubblica italiana, una visione alterata degli avvenimenti, volta a minimizzare e a giustificare le azioni dei comunisti jugoslavi. Di questo atteggiamento ne fecero le spese i profughi, ai quali fu ingiustamente cucita addosso l'odiosa nomea di "fascisti in fuga".
idem precedente |
A tutt'oggi, come si dice avanti, persiste in taluni ambienti comunisti e post-comunisti, in particolar modo quelli più legati all'epopea partigiana un atteggiamento che tende a minimizzare e a giustificare gli eccidi.
Il PCI, che doveva a tutti i costi evitare di far entrare nella coscienza comune l'idea che alcuni dei suoi leader potessero aver dato un tacito appoggio agli autori degli infoibamenti e delle deportazioni, negò sempre, anche di fronte all'evidenza, quanto stava accadendo in quelle terre, tacciando di falso chi tentò di renderlo noto all'opinione pubblica.
Studiando attentamente la documentazione e le informazioni sulla storia giuliana che stanno via via venendo alla luce, appare logica ed evidente la conclusione che il PCI fosse totalmente appiattito sulla posizione di Tito.
Da un lato questo atteggiamento poteva essere spiegato con lo spirito internazionalista che caratterizzava il PCI, alimentato tra l'altro dalla comune ideologia e dalla necessità di combattere un comune nemico come il nazi-fascismo. Ma dall'altro non si può non rilevare che questa sudditanza contribuì notevolmente ad assecondare le mire espansionistiche di Tito nei confronti della Venezia Giulia, dell'Istria e della Dalmazia. Questa sudditanza, infatti, favorì l'occupazione e la sottrazione di parte del territorio nazionale da parte della Jugoslavia e avallò la persecuzione della popolazione giuliano dalmata, che non risparmiò neanche antifascisti o compagni di partito contrari all'annessione slava.
Significativa anche la lettera scritta dal vicepresidente dei Ministri Palmiro Togliatti il 7 febbraio 1945 al Presidente Ivanoe Bonomi, con la quale il leader comunista minacciò 25 persino la guerra civile se il CLNAI avesse ordinato ai partigiani italiani di prendere sotto il proprio controllo la Venezia Giulia, impedendo così l'occupazione e l'annessione jugoslava.
Mi è stato detto che da parte del collega Gasparotto sarebbe stata inviata al C.L.N.A.I. una comunicazione, in cui si invita il C.L.N.A.I. a far sì che le nostre unità partigiane prendano sotto il controllo la Venezia Giulia, per impedire che in essa penetrino unità dell'esercito partigiano jugoslavo. Voglio sperare che la cosa non sia vera... è a prima vista evidente che una direttiva come quella che sarebbe contenuta nella comunicazione di Gasparotto è non solo politicamente sbagliata, ma grave, per il nostro paese. Tutti sanno, infatti, che nella Venezia Giulia operano oggi unità partigiane dell'esercito di Tito, e vi operano con l'appoggio unanime della popolazione slovena e croata. Esse operano, s'intende, contro i tedeschi e i fascisti. La direttiva che sarebbe stata data da Gasparotto equivarrebbe quindi concretamente a dire al C.L.N.A.I. che esso deve scagliare le nostre unità partigiane contro quelle di Tito, per decidere con le armi a quale delle due forze armate deve rimanere il controllo della regione. Si tratterebbe, in sostanza, di iniziare una seconda volta la guerra contro la Jugoslavia. Questa è la direttiva che si deve dare se si vuole che il nostro paese non solo sia escluso da ogni consultazione o trattativa circa le sue frontiere orientali, ma subisca nuove umiliazioni e nuovi disastri irreparabili.
Quanto alla nostra situazione interna, si tratta di una direttiva di guerra civile, perché è assurdo pensare che il nostro partito accetti di impegnarsi in una lotta contro le forze antifasciste e democratiche di Tito. In questo senso la nostra organizzazione di Trieste ha avuto personalmente da me istruzioni precise e la maggioranza del popolo di Trieste, secondo le mie informazioni, segue oggi il nostro partito. Non solo noi non vogliamo nessun conflitto con le forze di Tito e con le popolazioni jugoslave, ma riteniamo che la sola direttiva da dare è che le nostre unità partigiane e gli italiani di Trieste e della Venezia Giulia collaborino nel modo più stretto con le unità di Tito nella lotta contro i tedeschi e i fascisti.
L'atteggiamento del PCI nei confronti dei profughi giuliani, in linea con la posizione dei compagni slavi, fu di condanna totale e coloro che fuggirono dal comunismo vennero additati come fascisti.
Concludo rispondendo , spero in maniera definitiva e completa a : 1) a chi mi fa i complimenti perchè coltivo la memoria condivisa .
Mi spiace deluderli ma ricordare a 360 al limite del cerchiobottismo ( è un effetto collaterale di chi vuole ricordare obiettivamente ) significa memoria condivisa . Essa ci sarà quando : << Solo se noi agiremo tutti in questo modo creeremo le condizioni in cui, dimenticato il passato, sarà possibile che le questioni della nostra frontiera siano affrontate con spirito di fraternità e collaborazione fra i due popoli e risolte senza offesa nel comune interesse.>> E quando si smettera d'usare la storia ad uso e consumo ideologico \ politico , di sminuire e d ingigantirlo , e vedendo solo gli avvenimenti da una parte sola .
2) chi mi chiede Come mi sono preso a cuore \ interessato alle foibe e all'esodo delle popolazioni Istriane e dalmate ?
Mi spiace deluderli ma ricordare a 360 al limite del cerchiobottismo ( è un effetto collaterale di chi vuole ricordare obiettivamente ) significa memoria condivisa . Essa ci sarà quando : << Solo se noi agiremo tutti in questo modo creeremo le condizioni in cui, dimenticato il passato, sarà possibile che le questioni della nostra frontiera siano affrontate con spirito di fraternità e collaborazione fra i due popoli e risolte senza offesa nel comune interesse.>> E quando si smettera d'usare la storia ad uso e consumo ideologico \ politico , di sminuire e d ingigantirlo , e vedendo solo gli avvenimenti da una parte sola .
2) chi mi chiede Come mi sono preso a cuore \ interessato alle foibe e all'esodo delle popolazioni Istriane e dalmate ?
per il fatto che mi piacciono , nel bene e nel male le storie dei vinti come potìete leggere nei ost del mio blog .
Ma soprattutto sono legate anche se in maniera indiretta alla mia infanzia e ala mia adolescenza . Ai " conflitti " di mio nonno e prozio paterno fascisti con mio padre e mio zio sinistra extraparlamentare e quindi l'accusa reciproca sulle responsabilità dele foibe . E poi le letture ( in realtà sfogliavo le pagine , ero troppo piccolo quando morirono mio nonno e mio pro zio paterno, avevo 11 e 13 anni ) . Quindi cadde ( aggiungendosi ai silenzi di cui ho parlato sopra ) il silenzio e il venir meno del mio interesse su questi argomenti . Per poi riemergere con l'istituzione della giornata del 10 febbraio e le prepoteste appena ne sente parlare in tv di mio padre che vedeva e vede le foibe come una vendetta \ reazione degli istriani ala violenza e le aberrazioni fasciste . La rilettura ( di quel che si è salvato visto che mio padre butto via considerando , non a torto paccottiglia fascista ) dei testi fascisti con aggiunta di testimonianze un padre di un mio amico che fece la guerra in Jugoslavia durante il fascismo e le brutture che esso fece agli istriani e di una signora venuta qui in Sardegna durante l'esodo giuliano -istriano ( vedere i link sotto per l'esodo per la situazione che precedette le'esodo cioè le violenze fasciste e comuniste vedere gli url del post precedente ) mi hanno portato a ricordare a 360° tali avvenimenti .
http://digilander.libero.it/lefoibe/Patria_Indipendente.pdf
http://digilander.libero.it/lefoibe/indexx.htm
http://digilander.libero.it/lefoibe/partigiani.htm
http://digilander.libero.it/lefoibe/indexx.htm
http://digilander.libero.it/lefoibe/partigiani.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Istria#Storia ( in particolare dal 2 dopo guerra )
http://it.wikipedia.org/wiki/Dalmazia#Storia ( l'età moderna in particolare )