conoscete benissimo la mia posizione su il primo caso , non la ripeto ora perchè non mi sembra il caso ma sopratutto voglio evitare di fare paragoni inappropriati a caldo fra i due casi come hanno ed stanno facendo molti in questi momenti . Infatti concordo con l'articolo sotto riportato .
Giornalettismo
11 maggio 2020 13:29
Se pensate di denigrare Silvia Romano paragonandola a Fabrizio Quattrocchi, state insultando la memoria di un italiano morto
Sui social è scattato il confronto tra i due casi Si esalta la figura di Fabrizio Quattrocchi per denigrare Silvia Romano Un insulto alla memoria di un italiano morto
«Adesso vi faccio vedere come muore un italiano». Era il 14 aprile del 2004, quando Fabrizio Quattrocchi – come riportato dall’allora Ministro degli Esteri Franco Frattini e da un video che venne diffuso qualche tempo dopo – pronunciò quella frase prima di essere barbaramente ucciso dai miliziani dell’autoproclamato gruppo delle ‘Falangi verdi di Maometto’ in Iraq. Tre colpi alla schiena e la sua morte che divenne il simbolo delle crudeltà dei terroristi che avevano rapito lui e altri tre suoi colleghi: Umberto Cupertino, Maurizio Agliana e Salvatore Stefio. Una vicenda che, ancora oggi, provoca grande ribrezzo per quel che è accaduto. È folle, però, paragonare questa storia a quanto accaduto a Silvia Romano. Eppure i social si sono scatenati negli ultimi giorni contro la giovane milanese liberata sabato pomeriggio in Somalia, dopo il suo rapimento in un villaggio – nei pressi di Malindi, in Kenya – avvenuto il 18 novembre del 2018. Oltre alle bufale e le fake news [ almeno per ora corsivo mio ] sul suo contro – dall’essere incinta, fino all’esser complice dei terroristi (perché basta fare una rapida lettura su Twitter per scorgere la pura follia di alcuni utenti ) – c’è anche quel paragone con la sorte che toccò a Fabrizio Quattrocchi nel 2004.
Fabrizio Quattrocchi e Silvia Romani, gli assurdi paragoni social
Ricordare la memoria di quel 35enne italiano rapito e poi ucciso in Iraq nel 2004 è sacrosanto . Ha perso la sua vita mentre si trovava nel Paese arabo – nel mezzo del conflitto con gli Usa. Era una guardia giurata e lavorava per una compagnia di sicurezza. Anche su di lui – come si sta facendo ora per Silvia Romano – è stata scritta un’ampia letteratura, accusandolo di essere un ‘mercenario’. Ma sono passati oltre 16 anni e quel che resta è solo la sua morte in un teatro di guerra.
Il confronto che non ha senso
Ora, però, molte persone stanno utilizzando il suo nome per fare da contraltare a Silvia Romano. La giovane viene continuamente accusata – fortunatamente da una minoranza, ma molto rumorosa – di esser andata in Kenya per aiutare gli altri. Ebbene, pensate un po’, la 24enne stava seguendo alla lettera i proclami dei partiti populisto-sovranisti che chiedevano di ‘aiutarli a casa loro’. Un bel cortocircuito per chi difficilmente riesce a collegare la causa dall’effetto. Insulti liberi contro la giovane e rievocazione di Fabrizio Quattrocchi come figura di paragone. Ma mettere in contrapposizione le due storie serve più a fare un torto a quel 35enne che nel 2004 perse la vita in Iraq. Impariamo a lasciare in pace i morti e onoriamo la loro memoria sempre, non solo quando c’è da denigrare qualcun altro.