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18.5.20

come la propaganda ti trasforma una persona normale in un hater

   un articolo interessante      questo  di  Monica  Serra pubblicato     https://www.lastampa.it  del  18\5\2020  che cerca di capire gli haters e diu uscire dalla logica che essi sian solo malpancisti leghisti ed sovranisti 



Io, hater di Silvia: “Non ho paura delle indagini, va rispedita indietro”Parla uno degli autori dei commenti più violenti contro la cooperante milanese: «Io non odio, esprimo solo opinioni. Quella ragazza è pericolosa»






Silvia Romano

L’anonimato li protegge, ma trovano forza nel consenso. Perché l’hater, l’odiatore social, è la punta di un iceberg che gode di una base ampia, di un sentimento diffuso. L’hater scrive sul web quel che risuona nelle battute tra amici al bar, tra colleghi sul posto di lavoro. Raccoglie, elabora, amplifica. E, senza l’approvazione di chi gli sta intorno, forse neppure esisterebbe. La vicenda di Silvia Romano, le minacce di morte e le accuse di essere una «fondamentalista», una «neo terrorista», è solo l’ultima pagina di un fenomeno che dietro a una categoria nasconde facce, volti, storie. Spesso si tratta di persone incredibilmente normali, con una vita, una famiglia, un lavoro. L’odiatore della rete non è un alieno, ma un ossessionato. È colui che «trova il coraggio di dire le cose come stanno», quello che «gli altri non scrivono», che «le istituzioni non permettono di dire», che «nessuno osa spiegare». Ha sempre in tasca verità senza alcun fondamento, ma così diffuse nella società da farle credere reali. Legge ma non si fida «perché non si fa prendere in giro da quello che la stampa ufficiale racconta». Detiene una verità assoluta perché condivisa. Si autoalimenta e neanche di fronte alle inchieste della magistratura arretra di un centimetro. A volte è complottista, altre legato a ideologie nazionaliste o suprematiste. Ma più spesso è niente di tutto questo. E, soprattutto, non si sente un hater, non si rende conto di essere un odiatore. È complesso dare fiato agli autori dei post contro Silvia Romano, perché il rischio è quello di fornirgli l’ennesima vetrina dell’odio, un'ulteriore occasione per vomitare bugie, insulti e minacce. Ma è necessario per comprendere il fenomeno, per capire chi e che cosa si nasconda dietro a profili fake, accuse e offese. Uno degli odiatori di Silvia su Facebook si fa chiamare Antonello C., nome di fantasia che però sembra vero. I suoi post sono tra le centinaia di scritti carichi di odio raccolti dai carabinieri del Ros di Milano, che lavorano all’inchiesta per minacce aggravate aperta dal pm Alberto Nobili. Cinquantadue anni, si dice cattolico e «apolitico, ma simpatizzo per Silvio Berlusconi». Originario di una regione del Nordovest, buon tenore di vita e un lavoro nel commercio di auto che spesso lo porta all’estero. Da otto anni è sposato con una donna musulmana, ma «civilizzata - dice - che veste all’occidentale». Non ha figli «per scelta» e non vuole rispondere a voce, solo via chat, per garantirsi l’assoluto anonimato.Perché odia Silvia? «Il mio non è odio: l’odio non fa parte della mia cultura».Però nei suoi post ha usato parole violente. L’ha definita uno «scempio», una «vergogna», addirittura una «satana dell’Isis»... «Quasi certamente una persona nata in Italia è cattolica. Capisco il rapimento, capisco che abbia dovuto far finta di leggere il Corano per farsi amici i rapitori, posso anche capire la conversione. Ma, se ami i Paesi islamici, rimani là e formi una famiglia: ti sposi un musulmano estremista, accetti che lui ti sottometta e ti schiavizzi».Quindi secondo lei Silvia è un’integralista?«Romano dovrebbe vergognarsi di portare in Italia quel tipo di Islam: dietro questa sceneggiata si cela qualcosa di più grave di una semplice conversione religiosa».Ma lei cosa ne sa dell’Islam radicale?«Mia moglie è nata in Africa ed è musulmana, ma civilizzata. Si veste come ragazza europea, non porta il burqa. Se avesse voluto abbracciare quella vita estrema sarebbe andata dove cultura e religione si fondono con l’integralismo».Perché attacca Silvia sui social?«Personalmente non avrei nulla contro di lei, se fosse arrivata in Italia in jeans e maglietta, e avesse successivamente manifestato la sua conversione. Una persona può fare ciò che il proprio cuore le dice, nel rispetto degli usi e costumi del luogo in cui vive».  Gli usi e costumi del luogo in cui vive...«Romano prima di essere rapita faceva i video nuda a zonzo per l’Italia perché voleva fare esperimenti sociali. Ora fa l’integralista. È una di quelle persone psicolabili da curare, non da sponsorizzare». Quei video sono bufale: sono stati tirati fuori ad arte solo per screditarla. Risalgono ad anni prima e non hanno nulla a che fare con Silvia. «Video a parte, Romano non mi piace e sono certo che celi qualcosa di molto losco».Come fa a dire queste cose? Lei immagina cosa si provi a vivere diciotto mesi nella mani di una banda di terroristi? «No, su questo concordo con lei. Io per primo non so come ne sarei uscito, ma… Se invece così non fosse?».Se non fosse cosa?; «Se Romano si fosse affiliata a un gruppo sovversivo e avesse architettato tutto questo per estorcere soldi al nostro Paese e ora fosse qui per altri fini? Lei si è posta questa domanda?»Non le sembra fantascienza? «Per i soldi si fa anche di peggio. E lei sa meglio di me quanti soldi oltre al riscatto porterà tutta questa scena nelle tasche della Romano. Non è una poverina rapita e ora devastata dallo choc». Quale scena? Silvia non ha parlato, non si è fatta intervistare. Come fa a dire queste cose? «Le ho già ampiamente risposto».; Quindi le è bastato vederla indossare lo jilbab. Se al posto di Silvia fosse stato liberato un uomo, che dichiarava di essersi convertito all'Islam durante la prigionia, avrebbe detto le stesse cose? «Non c’è differenza fra sesso: siamo tutti esseri umani degni dello stesso rispetto. Ma nei Paesi integralisti le donne sono trattate in modo disumano, perciò mi fa troppa rabbia vedere una donna italiana che sponsorizza l’integralismo, mentre il mondo intero lotta per la libertà delle donne».Allora sta dicendo che con le sue parole lei difenderebbe la libertà delle donne?; «Certo, guardi questa foto. Mia moglie è musulmana: lei è un angelo».(Invia l’immagine di una bellissima donna, in pantaloncini di jeans e canotta, con gambe e décolleté in vista, ndr).È stata aperta un’inchiesta sulle minacce a Silvia. Visto quello che ha scritto, ha paura di finire indagato?  «Io dico solo ciò che penso. Se ci saranno inchieste, vorrà dire che mezza Italia o più sarà processata». Ma si considera un hater? «Le ho detto e le ripeto che non odio nessuno». Pensa che, se si trovasse di fronte a Silvia, sarebbe in grado di ripetere tutto quello che ha scritto guardandola negli occhi? «Ora mi sta scocciando. Mi lasci perdere che ho da fare». 


tanto per restare in tema:   avrei chiesto  al tipo  \ a  ma Gesù, secondo lei, ha sbagliato a non tirare la prima pietra alla peccatrice sorpresa il "flagrante adulterio"? Ha sbagliato a dire ad uno dei crocefissi con lui "oggi sarai con me in Paradiso" ecc. ecc. Magari, provi a rileggersi  se  dice d'essere  cattolico    il Vangelo: le potrebbe giovare. Inoltre  Questo "signore" non mi piace . Sembra uno di quelli (tanti, per carità) che di fronte ad un indagato pensano "se lo stanno indagando ha fatto sicuramente qualcosa" oppure "sicuramente le cose sono andate come dico io" senza curarsi affatto di conoscere la VERITA' dei fatti poichè loro "LA VERITA'" la conoscono benissimo: è la loro, è solamente quella che vedono loro. Chissà quanti dopo il processo ad Enzo Tortora avranno poi fatto "mea culpa" o se non sono neanche sfiorati dal dubbio, perchè in realtà (la loro realtà/verità) è che i poteri forti, i malavitosi (di stato e non), i sionisti, Soros, Gates ecc. non ce lo vogliono far sapere e, quindi, hanno continuato a pensare che se lo hanno processato, c'entrava sicuramente qualcosa con la camorra. Posso dire che non credo che ha la moglie musulmana?Posso dire che non credo che ha la moglie musulmana?Posso dire che non credo che ha la moglie musulmana?


E' una balla per darsi una credibilità.
E' una balla per darsi una credibilità.
Posso dire che non credo che ha la moglie musulmana ?
O è vero    ed  allora   è  uno che    non ha  capito niente  della  cultura    di  sua moglie e   ci sta insieme  ssolo per ..... lasciamo perdere    va    altrimenti finisco    per  diventare  come lui  .Oppure     E' una balla per darsi una credibilità.
E poi figurati se non tirava fuori il video fake in cui lei girava nuda.L'ho ricevuto anche io , insieme ad un altro che la vede con una persona di colore , sul mio telegram ed ho mandato letteralmente a quel paese il mio "amico" che me lo aveva inoltrato.Hanno detto e ripetuto in tutte le salse che non è lei in quel video, ma niente da fare     certa  gente  che diffonde  immagini  \  o meme    come quello riportato   a  sinistra   è talmente   ottusa  che   nonostante  sia   una che le somiglia vagamente e non è lei  continua    a  postarlo ed   ad  inoltrarlo   . Queste persone vanno curate o meglio rieducate   perchè hanno il cervello   che proprio non connette.Ripetono ossessivamente una cosa e la fanno diventare vera.
Proprio     come


[....]
Mio fratello vede tutto
e il suo occhio non distingue,
mio fratello vede tutto
ma il ricordo si confonde,
urlano teorie, rincorrono morali,
la propaganda vince
con frasi sempre uguali
Mio fratello ha rinunciato
ad avere un'opinione,
mio fratello ha rinunciato
in cambio di un padrone
che sceglie al suo posto
e che non può sbagliare
perchè ormai nessuno
lo riesce a giudicare [...] 
                     da   Oltre la guerra e la paura  -  Mcr  


Poi anche se gli dimostrano in tutto e per tutto che non è vera, lo fanno spallucce e cambiano prospettiva.Sono come dei muri di gomma  o meglio  i mulini  a  vento  che    affronta    don donchisciotte di Cervantes  

11.5.20

Un un brutto vezzo italiano quello di sentirsi tutto esperti del fatto del giorno. In questo caso, esperti di terrorismo, di trattative segrete, di Africa, di Islam.

leggi anche 
  1. https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2020/05/libera-scelta-o-sindrome-di-stoccolma.html
  2. https://www.globalist.it/saperi/2020/05/11/franco-cardini-l-islam-e-chiaro-proibisce-le-conversioni-forzate-2057970.html
  3. https://www.globalist.it/news/2020/05/11/silvia-romano-il-teologo-replica-ai-falsi-cristiani-musulmana-o-cristiana-e-figlia-di-dio-2057990.html


Silvia “Aisha”Romano e la “banda degli ignoranti”. Ignoranti nel senso latino del termine, e non come sinonimo di maleducazione, volgarità...E’ un brutto vezzo italiano quello di sentirsi tutto esperti del fatto del giorno. In questo caso, esperti di terrorismo, di trattative segrete, di Africa, di Islam.
La “banda degli ignoranti è folta, variegata, saccente, composta in gran parte da persone che in Africa non hanno messo mai piede, tanto meno in zone di guerra. Dispensatori seriali di etichette, che non hanno mai visto i nostri cooperanti all’opera, non si sono mai preso la briga, tra una esibizione televisiva e l’altra, di conoscere le loro storie, i progetti a cui stanno lavorando, i risultati ottenuti. [...] 
La questione del velo islamico - Studia Rapido
Ora  Tutto questo per la “banda degli ignoranti” è tempo sprecato. Ma la cosa ancor più grave, è che le loro panzane , insieme  a    quella  della  stampa maistream  e  non  passano senza un minimo di verifica da parte di chi le pubblica o le manda in onda. E così l’ignoranza si accompagna con le fake news: un mix che produce ed alimenta una narrazione mefitica che calpesta la realtà, piegandola ai propri pregiudizi e alle finalità, qualche voto, copia, o like in più, che si intende perseguire. Un esempio sintomatico di questo “virus” dell’ignoranza, è riscontrabile nei racconti del rientro in Italia di Silvia Romano.

 [...] Lasciamo da parte,  per carità di patria e di intelligenza, i titoli sul tradimento, sull’ingratitudine di una giovane donna che, secondo questi improvvidi censori, sarebbe colpevole di essersi convertita all’Islam.  Lasciamoli perdere, e concentriamoci sulla descrizione del look.
Quando la ventiquattrenne è scesa dall'aereo che l'ha riportata in Italia, l'abito indossato - chiamato jilbab - ha richiamato l'attenzione sul connotato religioso. Per la “banda degli ignoranti” in servizio permanente effettivo, non c’è distinzione alcuna tra il jilbab, il burqa, lo chador: sono tutti simboli religiosi, naturalmente imposti con la forza dai tagliagole islamici. Si dà il caso che di religioso il jilbab non abbia proprio nulla. Lo hanno spiegato alcuni giornalisti africani: "Non è un abito religioso ma chiaramente è indossato da donne islamiche" e "È un abito più da passeggio. Lo usano molto le tribù al confine tra Kenya e Somalia come gli Orma e i Bravani". "Probabilmente si è vestita come ha potuto", ha ipotizzato Hamza Piccardo, un esponente di spicco della comunità islamica italiana. 
La “banda degli ignoranti” ha un seguito sui social. Ed è il seguito di odiatori da tastiera che all’ignoranza aggiungono demagogia d’accatto, misoginia sfrenata, volgarità senza freni “Vogliamo sapere quanto ci è costato. Vogliamo la verità!” scrive una donna. Seguono epiteti di ogni genere e non mancano le frasi sessiste con espliciti e irripetibili riferimenti sessuali. “Per me potevamo risparmiare questi soldi per il Coronavirus“, tuona un uomo, mentre qualcun altro scrive: “se avesse pensato ai poveri di casa sua non le sarebbe successo nulla. chi è causa del suo male...”.
Non basta? Ecco un altro esempio della narrazione fuori dalla realtà della “banda degli ignoranti”. Hanno detto e scritto: Silvia si era avventurata in una zona del Kenya pericolosa. Ora, a parte il fatto che per questi tuttologi da salotto mediatico, l’Africa è come l’Islam: un monolite senza sfaccettature interne, un indistinto culturale, geografico, religioso, politico. Ma torniamo al fatto: la zona in cui operava la volontaria italiana. Basta aver letto qualcosa di qualcuno che il Kenya lo conosce bene, per scoprire che l’area dove è stata rapita Silvia Romano, come annota Alberto Negri, tra i pochi che parla di ciò che sa e che ha visto di persona, “è popolata dai Girama ritenuta una delle tribù più miti e ospitali del Kenya come ho avuto modo di verificare visitando i villaggi. Il capo banda dei rapitori – prosegue Negri – era un somalo estraneo alla zona, catturato, poi rilasciato su cauzione e immediatamente sparito. Malindi è a cento chilometri e nessun italiano che sta da quelle parti è considerato uno scriteriato. Si prega di non scrivere stupidaggini”.Una preghiera rimasta inascoltata.
Impegnata nello sparare panzane e invettive, la “banda degli ignoranti” perde di vista una questione, quella sì, dai risvolti e, soprattutto, dalle conseguenze inquietanti: il riconosciuto contributo dato dagli 007 turchi alla liberazione di Silvia. Ora, come documentato da Globalist, il presidente turco Recep Tayyp Erdogan tutto è tranne che un filantropo. Di certo, passerà all’incasso per l’aiuto offerto. A rimarcarlo, in una conversazione con euronews, è un altro dei pochi giornalisti che di Africa e di guerra ne sa e molto: Massimo Alberizzi, già inviato del Corriere della Sera, scampato anni fa a un sequestro in Somalia, grande conoscitore della realtà africana.
Alberizzi pone subito una questione: "Io mi domando perché non si va direttamente a chiedere aiuto all'intelligence somala e si bussa invece alla porta dei servizi turchi, che ci chiederanno delle contropartite politiche, ad esempio in relazione alla guerra in Libia".
Contropartita in Libia, dunque, dove l’Italia appoggia Fayez al-Sarraj, Presidente del Consiglio Presidenziale e Primo ministro del Governo di Accordo Nazionale della Libia formati in seguito all'accordo di pace del 17 dicembre 2015, sostenuto anche dalla Turchia ma su piani di interesse differenti. Ad esempio, nel gennaio scorso il “Sultano di Ankara”, aveva reso noto che la Turchia intende avviare delle attività di esplorazione e perforazione nel Mediterraneo alla ricerca dei giacimenti di gas. Erdogan faceva riferimento al memorandum d’intesa, siglato a novembre a Istanbul dal premier turco con il premier del Governo di accordo nazionale (Gna) di Tripoli, Fayez al-Sarraj.
Passerà all’incasso, Erdogan. E lo farà perché lui usa l’unica “diplomazia” che sembra funzionare a Sud del Mediterraneo: la “diplomazia della forza”. La Turchia è presente militarmente non solo in Siria, dove, nel silenzio complice della comunità internazionale prosegue la pulizia etnica da parte delle armate turche contro la popolazione curdo-siriana del Rojava, ma anche in Libia e in Somalia. Ed è presente non solo con truppe regolari del suo poderoso esercito (il secondo in dimensioni e armamenti della Nato, dopo gli Stati Uniti), ma anche con mercenari e miliziani jihadisti reclutati in Siria da Erdogan anche tra le fila dell’Isis e di al-Qaeda. A loro è toccato il lavoro sporco nel Nord della Siria, fosse comuni, stupri di massa, saccheggi, e molti di questi tagliagole riciclati dal presidente turco, ora sono stati spostati sul fronte libico, a sostegno del Governo di accordo nazionale di Fayez al-Sarraj.
“Il fatto che il governo di Tripoli abbia riconquistato le coste davanti all’Italia è una pessima notizia per noi – rimarca il direttore di AnalisiDifesa, Gianandrea Gaiani, in una intervista a Tempi - . È un fatto che Haftar non le abbia mai utilizzate per spedirci migliaia di immigrati clandestini. Salvo rare eccezioni, non ha mai sfruttato il traffico di esseri umani. La stessa cosa non si può dire della Turchia, che ha sempre ricattato l’Europa con i migranti. L’ha fatto recentemente con la Grecia e d’ora in avanti potrebbe ricattare anche noi, visto il peso diplomatico e militare che si è guadagnato nel governo di Tripoli”.
Di questo varrebbe la pena parlare, discutere, andare in profondità, incalzare chi ha responsabilità di governo. Ma è chiedere troppo alla “banda degli ignoranti”.

Se pensate di denigrare Silvia Romano paragonandola a Fabrizio Quattrocchi, state insultando la memoria di un italiano morto

conoscete  benissimo    la  mia  posizione su     il primo caso  , non la ripeto  ora  perchè non mi sembra  il caso   ma  sopratutto    voglio evitare  di fare   paragoni   inappropriati  a    caldo  fra  i due  casi  come  hanno ed   stanno facendo    molti in questi  momenti . Infatti  concordo  con    l'articolo sotto riportato  . 


Giornalettismo
11 maggio 2020 13:29

Se pensate di denigrare Silvia Romano paragonandola a Fabrizio Quattrocchi, state insultando la memoria di un italiano morto
Sui social è scattato il confronto tra i due casi  Si esalta la figura di Fabrizio Quattrocchi per denigrare Silvia Romano  Un insulto alla memoria di un italiano morto

«Adesso vi faccio vedere come muore un italiano». Era il 14 aprile del 2004, quando Fabrizio Quattrocchi – come riportato dall’allora Ministro degli Esteri Franco Frattini e da un video che venne diffuso qualche tempo dopo – pronunciò quella frase prima di essere barbaramente ucciso dai miliziani dell’autoproclamato gruppo delle ‘Falangi verdi di Maometto’ in Iraq. Tre colpi alla schiena e la sua morte che divenne il simbolo delle crudeltà dei terroristi che avevano rapito lui e altri tre suoi colleghi: Umberto Cupertino, Maurizio Agliana e Salvatore Stefio. Una vicenda che, ancora oggi, provoca grande ribrezzo per quel che è accaduto. È folle, però, paragonare questa storia a quanto accaduto a Silvia Romano. Eppure i social si sono scatenati negli ultimi giorni contro la giovane milanese liberata sabato pomeriggio in Somalia, dopo il suo rapimento in un villaggio – nei pressi di Malindi, in Kenya – avvenuto il 18 novembre del 2018. Oltre alle bufale e le fake news [ almeno  per ora   corsivo  mio  ]  sul suo contro – dall’essere incinta, fino all’esser complice dei terroristi (perché basta fare una rapida lettura su Twitter per scorgere la pura follia di alcuni utenti ) – c’è anche quel paragone con la sorte che toccò a Fabrizio Quattrocchi nel 2004.

Fabrizio Quattrocchi e Silvia Romani, gli assurdi paragoni social

Ricordare la memoria di quel 35enne italiano rapito e poi ucciso in Iraq nel 2004 è sacrosanto . Ha perso la sua vita mentre si trovava nel Paese arabo – nel mezzo del conflitto con gli Usa. Era una guardia giurata e lavorava per una compagnia di sicurezza. Anche su di lui – come si sta facendo ora per Silvia Romano – è stata scritta un’ampia letteratura, accusandolo di essere un ‘mercenario’. Ma sono passati oltre 16 anni e quel che resta è solo la sua morte in un teatro di guerra.

Il confronto che non ha senso

Ora, però, molte persone stanno utilizzando il suo nome per fare da contraltare a Silvia Romano. La giovane viene continuamente accusata – fortunatamente da una minoranza, ma molto rumorosa – di esser andata in Kenya per aiutare gli altri. Ebbene, pensate un po’, la 24enne stava seguendo alla lettera i proclami dei partiti populisto-sovranisti che chiedevano di ‘aiutarli a casa loro’. Un bel cortocircuito per chi difficilmente riesce a collegare la causa dall’effetto. Insulti liberi contro la giovane e rievocazione di Fabrizio Quattrocchi come figura di paragone. Ma mettere in contrapposizione le due storie serve più a fare un torto a quel 35enne che nel 2004 perse la vita in Iraq. Impariamo a lasciare in pace i morti e onoriamo la loro memoria sempre, non solo quando c’è da denigrare qualcun altro.



  

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...