Non trovate ‘prevedibile’ odiare chi odia? Avete mai provato a fermarvi un attimo prima della rabbia?
La quotidianità ci sollecita sempre. Ci provoca. Ci induce in tentazione. Perché sa che è facile cadere nell'ovvietà della ripicca, dell'odio, del risentimento, perché sa che basta spingere su un certo tasto per avere una certa reazione. Perché, ammettiamolo, è 'banale' odiare chi ci odia. Quanto è semplice rispondere con veemenza a chi ti insulta, rifarsi su chi per scorrettezza si 'dimentica' anche solo di un grazie, o ripagare un'ingiustizia subìta con un gesto ingiusto. Quanto è banale urlare e offendere...
Ma avete mai provato a invertire la rotta? A fermarvi prima della rabbia e a domandarvi il senso di quanto state per fare? Vi siete mai domandati qual è la reale origine di quel sentimento? Siete sicuri che sia “colpa” di chi avete di fronte o forse arriva da altro: dal vostro passato, dalla vostra interiorità, da insicurezze, paure, irrisolti di varia natura?
E soprattutto, avete mai notato cosa rimane dopo l'odio? Vi siete mai concentrati sulla sensazione che avete dopo nelle vostre braccia o nello stomaco? Rifletteteci. Non sentite forse sfinimento e vuoto, tremore, tristezza, stanchezza profonda?
Cosa si prova quando, invece, ci si ferma prima della banalità e si ripara, quando si lascia scivolare la rabbia degli altri e si offre in cambio un sorriso, una mano tesa, un dialogo?
Non mi stancherò mai di ripetere ( e di ripetere a me stesso visto che spasso ci cado anch'io anche se non a livello degli haters odiatori\leoni da tastiera ) che le parole sono importanti
La campionessa pubblica sui social un selfie scattato in palestra e partono i commenti sul suo fisico. "Lo so che sono magra, sono una maratoneta, non una quattrocentista: macino chilometri tutti i giorni e mangio sano. È il mio lavoro. Ma darmi dell'anoressica offende chi combatte tutti i giorni con i fantasmi dei disturbi alimentari".
Sara Dossena
da repubblica online
di AGNESE ANANASSO
USARE parole senza saperne il significato, colpire alla cieca in modo crudele. Usando i profili social di personaggi pubblici per esprimere la propria rabbia e superficialità. Stavolta a essere vittima di questi 'leoni da tastiera', anche se della vittima non ha proprio nulla, è Sara Dossena, classe 1984, campionessa italiana nei 10mila in pista e su strada, triathleta, campionessa italiana di duathlon Sprint e Classico. E ora definitivamente entrata nel mondo della maratona, con un personal best di 2h 24'netti. Numeri e titoli che parlano da soli e che non avrebbero bisogno di inutili parole sui social.
Ma Sara il 24 aprile ha scritto un lungo post su Facebook per rispondere a dei commenti fuori luogo sulla sua magrezza. "Io vorrei come atleta e donna essere da stimolo e ispirazione nel saper combattere per i propri sogni senza demordere mai. Vorrei essere un'immagine di sport pulito, di pazienza, lavoro e sacrificio quotidiano per poter realizzare le proprie ambizioni. Sentirmi dire 'anoressica mangia', 'sei un esempio negativo per i giovani che ti vedono così magra' mi fa male al cuore. L'anoressia è una malattia seria, un discorso mentale complesso non riducibile al solo stato di magrezza. Darmi dell'anoressica è mancanza di rispetto per chi soffre di questa patologia e lotta quotidianamente per cercare di uscirne. Cerchiamo di essere tutti più umani e sensibili, di ponderare le parole che per qualcuno possono essere vere e proprie pugnalate. Le critiche nei miei confronti sono ben accette purché siano costruttive sensate". Repubblica ha voluto parlare con Sara, per capire da dove nascono queste parole. Quale commento ha scatenato le tue riflessioni? "Avevo pubblicato un selfie scattato davanti allo specchio della palestra e l'ho pubblicato su Instagram in una storia. Qualcuno ha commentato con parole tipo 'Viva l'anoressia', 'Mangia qualcosa', 'Non sei un buon modello per i giovani' e cose del genere. Reazioni simili ci sono state anche per una foto pubblicata su Facebook in cui nella fase post stretching ho scritto che facevo merenda con una barretta".
La foto "incriminata" che ha destato critiche e commenti feroci su Instagram
Cosa ti ha dato fastidio? "Non tanto la critica in sé, lo so che sono magra, sono una maratoneta, non una quattrocentista: macino chilometri tutti i giorni e mangio sano. È il mio lavoro. Ma darmi dell'anoressica offende chi ha veramente una malattia mentale, chi combatte tutti i giorni coi fantasmi dei disturbi alimentari. Chi vive veramente un incubo. Mi ha dato fastidio la mancanza di rispetto e il basso livello di queste affermazioni". Non ti sei offesa quindi? "Assolutamente no. Sono un personaggio pubblico e come tale esposta a complimenti e critiche. Io so di essere sana e queste sono solo illazioni. Tra l'altro non ho proprio la struttura di una persona anoressica, anche il mio volto non è sofferente o riporta le caratteristiche di chi ha questo disturbo".
Quante volte ti alleni in settimana? "Generalmente, se non ho gare in vista, faccio 9 sedute di corsa e 4-5 di nuoto. La bici l'ho un po' messa da parte da gennaio". Ti segue un nutrizionista? "No, veramente no. Faccio da sola perché ho una cultura di base che mi viene dalla laurea in scienze motorie e da alcuni approfondimenti che ho portato avanti. Il campo dell'alimentazione mi ha sempre appassionato". Cosa mangi durante la giornata? "Seguo i principi della dieta zona ma senza stare troppo attenta ai famosi 'blocchetti'. Bilancio proteine, carboidrati e grassi e ovviamente bevo molto. A colazione mangio 5-6 gallette di riso con ricotta (o prosciutto) e marmellata, frutta fresca e secca; poi mi alleno e pranzo subito dopo con riso (circa 100 grammi) oppure patate, a cui faccio seguire carne, pesce o legumi, frutta e verdura. Nel pomeriggio dopo l'allenamento mangio una barretta proteica (quella per cui sono stata criticata su Facebook e che tra l'altro è del mio sponsor) e dopo un paio di ore ceno seguendo lo stesso criterio del pranzo e alternando gli alimenti. Prima di andare a letto mangio uno yogurt greco o una barretta". Mai uno strappo? "Diciamo che mi piace mangiare sano e questo mi consente anche di abbondare nelle porzioni. Poi se c'è da mangiare una pizza o un piatto di pasta ben condito ogni tanto, non mi tiro indietro. Certo non posso farlo prima dell'allenamento perché devo restare leggera. Insomma non sto a fare troppi calcoli, non è nella mia natura: non uso neanche il cardiofrequenzimetro, figuriamoci se mi metto a pesare il cibo o a contare le calorie che consumo o ingerisco!" I leoni da tastiera hanno proprio sbagliato bersaglio, quindi... "Certo, a me non importa nulla, figuriamoci! Possono dirmi quello che vogliono perché neanche li conosco e so di essere sana: ci rimango male per l'ignoranza della gente perché ferisce chi sta male veramente".
IL fatto che mi accingo a riportare mi riportare mi ricorda questo film
da http://iltirreno.gelocal.it/pistoia/cronaca/2017/08/20/ PISTOIA. Decine, centinaia, forse migliaia di messaggi: la pagina Facebook di don Massimo Biancalani, parroco di Vicofaro e Ramini, ieri è stata sottoposta ad un vero e proprio diluvio informatico. Don Biancalani si spiega: il razzismo nega il cristianesimo Molti i messaggi di simpatia e solidarietà, ma tanti, a occhio la maggioranza, di insulti pesantissimi, minacce di morte e così via. Anche il leader leghista Matteo Salvini ha speso parole dure contro il parroco pistoiese.
Ma cosa è successo per scatenare un simile pandemonio? Semplice: che don Biancalani ha pubblicato alcune foto che ritraggono un gruppo di migranti ospitati nella parrocchia di Vicofaro mentre si recano alle piscine di Cantagrillo per una mattinata al fresco. Un viaggio che – spiega il sacerdote – costituiva un premio per loro, che avevano lavorato gratuitamente il giorno prima all’iniziativa benefica organizzata da una Onlus pistoiese, “Gli amici di Francesco”. «Tra l’altro quel viaggio – commenta don Biancalani – l’ho pagato con i miei soldi». Già le foto dei migranti che giocavano di fronte all’obiettivo parevano fatte apposta per titillare i razzisti da tastiera. Poi don Biancalani ha aggiunto, sulla sua pagina Facebook: “E oggi... piscina! Loro sono la mia patria, i razzisti e i fascisti i miei nemici!”.
a cosa è successo per scatenare un simile pandemonio? Semplice: che don Biancalani ha pubblicato alcune foto che ritraggono un gruppo di migranti ospitati nella parrocchia di Vicofaro mentre si recano alle piscine di Cantagrillo per una mattinata al fresco. Un viaggio che – spiega il sacerdote – costituiva un premio per loro, che avevano lavorato gratuitamente il giorno prima all’iniziativa benefica organizzata da una Onlus pistoiese, “Gli amici di Francesco”. «Tra l’altro quel viaggio – commenta don Biancalani – l’ho pagato con i miei soldi». Già le foto dei migranti che giocavano di fronte all’obiettivo parevano fatte apposta per titillare i razzisti da tastiera. Poi don Biancalani ha aggiunto, sulla sua pagina Facebook: “E oggi... piscina! Loro sono la mia patria, i razzisti e i fascisti i miei nemici!”.
Nel giro di poche ore sono iniziati a piovere messaggi sulla pagina del parroco, soprattutto critiche per aver utilizzato – lui, prete – parole come “nemici” riferiti ad altri esseri umani. Ma fin lì tutto abbastanza nella norma: don Biancalani alle polemiche è abituato, da quando – oltre un anno fa – ha chiesto e ottenuto dalla prefettura di poter accogliere dei migranti nelle sue due parrocchie, anche di fede islamica, insieme a don Andrea Carmignani parroco di Marliana. Questa scelta e il suo darsi da fare per gli immigrati con totale disponibilità, aiutandoli ad esempio a creare un laboratorio di cucito e un forno, ne ha fatto l’obiettivo ideale per tutti quelli che vedono come fumo negli occhi qualunque polirtica di accoglienza nei confronti dei migranti.
Ma la vera svolta alla vicenda è arrivata ieri, quando il leader della Lega Matteo Salvini ha condiviso sulla sua pagina Facebook le foto dei migranti in piscina, commentando così: “Questo Massimo Biancalani, prete anti-leghista, anti-fascista e anti-italiano, fa il parroco a Pistoia. Non è un fake! Buon bagnetto”.
Nel giro di poco tempo migliaia di messaggi con insulti pesantissimi, allusioni e minacce sono arrivati alla pagina di don Biancalani, evidentemente stimolati dalla presa di posizione di Salvini.Nel frattempo Facebook era intervenuta bloccando il profilo del sacerdote, che ha rimosso le foto della gita in piscina e il suo commento sui “nemici”. Dopo di che il diluvio di offese ha continuato a dilagare ma don Biancalani, pur potendo, non risponde.«È increscioso quello che sta succedendo – dice – ma io ho sempre tenuto una pagina Facebook aperta a tutti e non mi sono mai posto dei problemi. È evidente che quello che sta succedendo ha ben poco di pistoiese. Io comunque continuo a pensare che il Vangelo ci chiede a tutti un atteggiamento di condivisione ed è quello che cerco di fare. E poi seguo quella massima che mi hanno sempre detto: male non fare, paura non avere»
Migranti, il parroco di Pistoia contro Salvini: "E' un furbo, questi ragazzi sono come miei figli"Gli insulti sui social e i tagli alle ruote delle bici "sono cose spiacevoli" ma "non mi fermeranno". Don Massimo Biancalani, parroco della chiesa di Santa Maria Maggiore alle porte di Pistoia, ospita da più di due anni una quindicina di migranti nella sua casa d'accoglienza. Le sue foto che ritraggono alcuni migranti fare il bagno in piscina durante una gita ha fatto il giro del web e ha scatenato numerose critiche alle quali si è unito anche il segretario della Lega Nord Matteo Salvini. "Mi sento come se me li avessero affidati - replica - e sono dispiaciuto per la violenza verbale apparsa sui social". "Salvini è un furbo - continua - perché coi suoi post tira fuori il peggio delle persone" Video di Andrea Lattanzi