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3.11.24

le stranezze di chi si oppone a hallowen e al culto dei morti non cattolico ma pagano definendolo satanista \ demoniaco [ reprise ]

 leggi prima  

le stranezze di chi si oppone a hallowen e al culto dei morti non cattolico ma pagano definendolo satanista \ demoniaco
oppure  uno  dei post  recenti  merito alla  pacchianeria   di Haloween


 Apro l'email  e ricevo   questa  email  

 come se  credente  anche  se  in senso laico   . ma  poi  festeggi  Halloween  o  organizzi  iniziative  per  il  31  ottobre  e  1  novembre   come quello che ha fatto  con la  classe  76   comitato  per  la  festa   2025  di sant  isidoro  a settembre.

sfatiamo  uno stereotipo  della destra   pseudo sovranista e non solo  purtroppo che vede   e considera  Halloween    e le  feste dal  31  ottobre  al 2  novembre    con fastidio, più che con semplice indifferenza,


perché sentita come festa pagana e di importazione (  quelli  moderati  )  o demonica  (  quelli  più chiusi  e  più conservatori  )  .  Quando  invece  si  deve come fa notrare  uno  dei tanti     studi   :   https://www.ulisseonline.it/in-evidenza/halloween-festa-pagana-o-cristiana-origini-mito-tradizioni/ una  festa  di ritorno  .In  quanto  tali riti  imposti   in euroopa  tramite  Hollywod  erano staty  importati in  America  già  dalle  prime immigrazioni del  1600\1700  . Infatti   sempre  secondo il  sito  citato    nelle precedenti  righe  : <<   [... ]   Dopo questo excursus tra Gran Bretagna, Irlanda, Spagna, il resto è storia (quasi) dei giorni nostri. Dalla Gran Bretagna e dalla – cattolicissima – Irlanda, il Samhain già diventato Halloween, si diffuse, a partire dal 1500, nell’America del Nord, da dove oggi – ci lamentiamo – abbiamo importato la festa. Ma cos’è davvero Halloween negli Stati Uniti ?  [...] In generale, concludo “nessuno definisce Halloween come una festa che inneggia al demonio, è semplicemente un carnevale horror”. Questa atmosfera gioiosa, specie nei quartieri, mi è confermata anche da altri nostri concittadini che si trovano in USA, anche se qualcuno mi precisa che nella comunicazione scuola/famiglia, la scuola precisa che per i travestimenti la regola è “No swords, guns, or weapons” (“no spade, pistole, armi), dove il divieto riguarda non armi giocattolo, ma quelle vere, a testimonianza probabilmente di come il problema non sia Halloween ma altro. [...] >>Ritenendo di aver risposto alla  domanda  , con un altra   è conciliabile allora Halloween con la nostra tradizione cristiana cattolica? Vista l’evoluzione di questa festività e  la  presenza  accettata   dalla stessa  chiesa  cattolica   , di tradizioni   intrecciate con le tradizioni locali e le pratiche religiose  ricordo ancora che mia  nonna   materna   preparava la tavola la  per le  nime dei morti la  notte de  31  ottobre  ,  direi di SI    .  Infatti  Le origini di questa festa possono essere rintracciate in antiche celebrazioni legate al culto dei defunti, che si sono evolute nel corso dei secoli.  direi proprio di sì. Se ci sono luoghi in cui essa assume tratti satanici, la mia, seppur limitata, ricerca  ( non sono   un esperto   anche se  ho dato  esami  di storia  delle tradizioni    sarde e storia  elle religioni )  non è riuscita a trovarli, quindi mi sentirei di dire che quello che  :  la  stampa   e le    ultime  generazioni    chiamano  Halloween è soprattutto altro, la celebrazione di un periodo di passaggio che si lega a riti antichi fondendosi con la cristianità senza sbavature di sorta.  Sono solo i media   cioè cinema  ,  fumetti ,  ecc  che   ne riportano  l'aspetto   sovranaturale  o  per  parafrasare  i vecchi tromboni   demoniaco  .  Quindi  fatevenme  una  ragione   oppure  se  siete  coerenti  organizzate  un contro halloween  magari   facendo mascherare  i bambini   da  personaggi biblici  o religiosi    tipo angeli    e  santi  . Oppure  se  volte    rimanete  indifferente  ,  capita  anche  a me  infatti ero  uno di quelli non truccati   della  classe    che preparava   fritelle  e  dolci  ,  fatelo pure  nessuno vi obbliga  a  conformarvi ,  ma  almeno  non  rompete  i ..... giudicando eretici  e miscredenti    che  vuole  divertirsi  o  festeggiare secondo i  ritipagani   o  religiosità popolare  oppure    come  va  di moda     con un carnevale  horror 



31.10.23

Halloween, origine e significato di una festa antica anche in Italia: intervista a Eraldo Baldini di elisabetta barberio

LEGGI ANCHE 
https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2023/10/una-guida-insuperabile-per-gli-amanti.html





Halloween è tra le feste più attese. Ogni anno crescono le tendenze, gli eventi e le pubblicazioni che omaggiano la tradizione legata al 31 ottobre e i giorni a seguire. Per molto tempo si è pensato che fosse una festa americana, poi, mano mano che la divulgazione ha preso piede, sono emersi gli antichissimi culti praticati dai Celti e da tutte le popolazioni germaniche che, fino a oggi, ci hanno tramandato leggende, miti e rituali dai molteplici significati, molti dei quali ritroviamo dislocati in tutta Europa. Quello che è sempre mancato in questa affascinante narrazione è il fatto che anche l’Italia è anticamente legata a questa festa, e non è affatto vero che l’abbiamo ereditata dagli Stati Uniti, ma è un retaggio arcaico che attinge dalle nostre radici pagane. Eraldo Baldini, saggista e ricercatore nel campo dell’antropologia culturale, e Giuseppe Bellosi, specializzato in documentazione e nello studio dei dialetti, scrivono a quattro mani un testo articolato ed esaustivo sull’origine, sul significato e sulle tradizioni di Halloween, in un viaggio nel folklore del nostro Paese, regione per regione. Non solo, gli autori ci raccontano come la celebrazione di questa festività (la versione americana) è diventata così celebre, facendo dimenticare agli italiani ciò che un tempo, negli stessi giorni, i propri antenati festeggiavano attraverso cibi specifici, usanze, leggende sovrannaturali, riti propiziatori, e tanto altro. Questo prezioso testo ha l’obiettivo di ripristinare un’antica memoria, persa nei secoli, che solo pochi territori ricordano ancora.


Una celebrazione neopagana di Samhain (fonte: wikipedia.org)


Oggi Halloween sconfigge e surclassa Ognissanti?

  
Sì, è piuttosto evidente. E questo quasi mille e trecento anni dopo che fu introdotta in questa data una festa dedicata a tutti i Santi, e poi un paio di secoli più tardi quella del giorno dei Morti (2 novembre), per cercare di cristianizzare le celebrazioni manistiche (cioè dedicate al culto dei defunti), osservate negli stessi giorni, che appartenevano da tempo immemorabile a religiosità precristiane e poi a culture e tradizionali europee.
Abbiamo già espresso la nostra opinione: la festa è quasi certamente preceltica, e interessa da tempi immemorabili molte genti europee, con affinità di date, forme e contenuti. Ma in ogni caso, comunque sia andata, la sostanza delle cose non cambierebbe affatto relativamente a ciò che vogliamo sottolineare con questo libro: che la festa di Halloween, cioè, da un po’ di anni in voga pure in Italia, anche se da noi giunta all’attuale successo in virtù di recenti suggestioni provenienti da lontano, ha nel nostro Paese un profondo ed evidente background storico-tradizionale, non solo nelle aree celtiche.
https://strokestownpark.ie/event/samhain-self-guided-trail/
Perché l’idea che Halloween abbia radici americane ha attecchito così tanto in Italia?

Quello di ritenere che la celebrazione di Halloween (parola che, ricordiamolo, non è altro che la contrazione di All Hallows Eve o All Hallows Even, rispettivamente “Vigilia di Ognissanti” e “Sera di Ognissanti”) sia nata in America, e altrove sia giunta, senza alcun background, solo in virtù di colonizzazione culturale o imitazione, è un errore frutto di disinformazione e di “ignoranza” (nel senso etimologico del termine): gli etnografi e gli antropologi culturali hanno, in larga parte, sempre sostenuto, e a ragione, che la ricorrenza è di ovvia origine europea, forse pan-europea, ed è molto antica. Anche se si è soliti ritenerla di origine celtica, a giudicare dalla sua morfologia e diffusione si può in realtà affermare che si tratti di una forma religioso-culturale arcaica, e dunque pre-celtica. I Celti furono comunque la popolazione che più a lungo ne conservò forme e continuità, attribuendole anche l’importante ruolo di capodanno.
La ricorrenza e suoi contenuti furono portati nel Nuovo Mondo dagli emigranti europei, e assunsero ampia diffusione soprattutto dalla metà dell’Ottocento in poi, cioè dopo le grandi ondate migratorie di popolazioni celto-cattoliche (irlandesi sopra tutti). In America poi, nel corso del tempo, vennero privilegiate e consolidate alcune forme celebrative fino ad arrivare a quelle oggi a tutti note.
Per circoscrivere alla realtà italiana: non si può negare che il boom odierno di Halloween sia dovuto anche o soprattutto a suggestioni cine-televisive e letterarie provenienti da oltreoceano, ma è altrettanto vero che nel folklore delle nostre regioni, nei giorni che vanno dalla vigilia di Ognissanti, cioè dal 31 ottobre, a quello di San Martino, 11 novembre, legati in un continuum celebrativo, sono da tempo immemorabile presenti, o lo erano almeno fino a un passato recente, tutti gli elementi costitutivi della festa. E questo da ben prima che la Chiesa, nel medioevo, cristianizzasse tali ricorrenze riservate al culto dei defunti, dedicando il 1° novembre a Tutti i Santi e, più tardi, il 2 novembre ai Morti. Dalle Alpi alla Sicilia troviamo (o trovavamo) in abbondanza in quelle date riti di accoglienza per i morti e gli antenati, questue di bambini o di poveri nelle case, dolci tradizionali dal nome macabro (come ad esempio ossa di morto), zucche intagliate, pratiche divinatorie, racconti terrificanti.


Foto degli anni ’60, Alamy Foto Stock (fonte: today.com)


Quale rito regionale ti ha colpito di più durante la tua ricerca? E tra le regioni italiane, quale si distingue per aver mantenute intatte le tradizioni legate al Giorno dei Morti?

Dovrei fare un elenco lunghissimo, i riti “regionali” (del resto piuttosto simili fra loro) sono numerosissimi. Ciò che mi ha colpito all’inizio delle mie ricerche, quando ancora privilegiavo l’idea che nel nostro Paese fossero esclusivamente o principalmente le zone storicamente celtizzate (quindi soprattutto il Nord della penisola) a mostrare e conservare forme tradizionali considerabili prodromi di Halloween, è che in realtà il Centro, il Sud e le Isole non sono da meno. Pare comunque di potere individuare forme più abbondanti e conservate lungo il versante adriatico: ma ciò può essere solo frutto di una maggiore mole di documentazione disponibile.
Un’area in ogni caso che mi ha affascinato per la ricchezza e la continuità (senza interruzioni nei secoli o forse nei millenni) delle tradizioni espresse relativamente alla celebrazione di culti manistici tra fine ottobre e inizi di novembre, con eclatanti forme sia individuali sia collettive che, dalle zucche intagliate, alle questue, alle rappresentazioni e a tutto il resto danno vita, diciamo così, ad una riconoscibilissima “Halloween”, è quella che riguarda una parte dell’Abruzzo, la Valle Peligna. Ma, come ho già detto, quasi tutte le regioni hanno conservato la tradizione o la memoria di simili morfologie del “festivo” in quelle date.
Foto generata con AI (fonte: www.canva.com)


Secondo la tua esperienza cosa dobbiamo aspettarci per il futuro? Ci saranno delle nuove interpretazioni di questa festività?

Credo che in futuro si arriverà soprattutto a considerare la celebrazione di Halloween per quel che è, cioè una tradizione che ha avuto corsi e ricorsi ma appartiene appieno alla realtà europea, dunque anche a quella italiana. Ciò avverrà in primo luogo perché, seppure lentamente, una maggiore e più corretta informazione convincerà di ciò un numero sempre maggiore di persone (perlomeno di quelle libere da pregiudizi, stereotipi e chiusure preconcette). In secondo luogo perché ormai sono molti i “nativi halloweeniani” (permettetemi il neologismo compreso in questa locuzione). In molte aree infatti (ad esempio nella mia Romagna) sono almeno trent’anni che si ri-celebra Halloween, quindi sono tanti i bambini, gli adolescenti, i giovani e persino gli adulti per i quali questa festa “c’è sempre stata” a prescindere da elucubrazioni o sguardi interrogativi rivolti passato. C’è sempre stata perché fin da piccoli l’hanno vista e vi hanno partecipato.

Cosa succedeva a Samhain? (fonte: milleunadonna.it)


Quali sono i tuoi progetti futuri?

Io scrivo sia saggistica, essendo per formazione un antropologo culturale, sia narrativa. Mi è sempre piaciuto, quindi, lavorare su due tavoli distinti ma non distanti. Al momento sto scrivendo un romanzo che sarà pubblicato da Rizzoli nella primavera prossima, ma finito quello tornerò certamente a occuparmi di tradizioni e culture popolari, campo affascinante nel quale c’è ancora molto da indagare.

RIFERIMENTI DI ERALDO BALDINI

Facebook: https://www.facebook.com/eraldo.baldini.autore
Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Eraldo_Baldini

31.10.18

la morte non fa sconti



leggendo questo articolo di questo nuovo network  wwww.estremeconseguenze.it

 ho  scoperto  che  :  
  1. in Italia è boom di #cremazioni. Nella sola #Milano l'80% delle salme viene incenerito. La tendenza segue il fenomeno in grande espansione delle Case Funerarie. Un business, quello del "caro estinto", che nel nostro paese coinvolge 6.500 imprese del settore e oltre 20 mila addetti #ognissanti
  2. vista  la blanda  opposizione    della  chiesa  cattolica  (  le altre religioni non saprei  )

   non  ne  lncoia  più folippiche   nè  il ponteficde  nè   i cattolici più tradizionalisti e   se lo fanno vedere    foto  sopra   sono sempre   meno 
 
 dev'essere  un  argomento  tabù che stai  venendo meno    visto  che  La morte è sempre più un fatto privato e lo Stato non fa sconti: aumentano vertiginosamente le cremazioni, la deducibilità fiscale delle esequie resta risibile  e  quasi inesistente 
  come  riporta  l'articolo    di   estremeconseguenze ,it 


LA MORTE NON FA SCONTI
La morte è sempre più un fatto privato e lo Stato non fa sconti: aumentano vertiginosamente le cremazioni, la deducibilità fiscale delle esequie resta risibile. Record a Milano: ormai l’80% dei defunti viene incenerito.





Daniele De Luca Giornalista
SCRIVI ALL'AUTORE | PUBBLICATO IL 31 OTTOBRE 2018


“Anche quest’anno ricorrono i morti. Speriamo vinca mio nonno”: recitava una consumata freddura di basso cabaret. Se è vero che il culto dei morti è lo specchio fedele di una civiltà, la ricorrenza della commemorazione dei defunti 2018 restituisce una fotografia precisa dell’Italia di oggi. Anche se nei prossimi giorni tanta gente andrà a salutare la tomba di un proprio caro, i cimiteri italiani stanno morendo. La morte non è più un fatto sociale, com’è stato per secoli, o perlomeno lo è ancora solo in alcune zone del Belpaese e in particolare al Sud.
La morte oggi è un fatto sempre più privato. E non solo perché ormai Facebook è il più grande cimitero al mondo (entro il 2098 gli utenti deceduti saranno più di quelli vivi. In Italia si contano circa 240 mila account che muoiono ogni anno, per decesso dell’utente o per abbandono delle attività, in media si parla di circa 600-700 profili al giorno, con la possibilità di nominare un proprio erede virtuale) ma perché sono in aumento esponenziale le persone che rinunciano alla tomba, alla lapide, per essere cremate e conservate quindi, in casa. A Milano ormai l’80% dei defunti viene cremato. È una tendenza in atto in tutta Italia, soprattutto al Nord ma in netta espansione ovunque. Il dato nazionale delle cremazioni è intorno al 30% ma gli indicatori stimano una crescita esponenziale nei prossimi anni. Non è solo una questione economica, la cremazione comporta ovviamente un risparmio rispetto a un loculo o a una tomba, ma anche culturale.

“Il ricordo è sempre più privato e sempre meno sociale” dice a EC Giovanni Caciolli, segretario nazionale di Federcofit ”I cimiteri sono cambiati. Se la morte resta una livella che non guarda in faccia al ricco o al povero ma mette tutti sullo stesso piano non è così per il ricordo: i ricchi possono permettersi un ricordo più duraturo, visibile, a volte anche monumentale. I poveri no, non possono permetterselo più. I cimiteri stanno cambiando. Si ampliano le aree dedicate ai non cattolici, come per esempio quelli per la comunità musulmana. Che però ha esigenze diverse. Innanzitutto devono essere inumati, e devono esserlo non in una cassa, ma in un lenzuolo e rivolti verso la Mecca. La convivenza tra confessioni religiose nei cimiteri italiani non è un fatto nuovo ed è assolutamente fattibile. Il problema si porrà tra qualche anno quando probabilmente la seconda e terza generazione di musulmani italiani si farà inumare mentre molti altri preferiranno sempre di più la cremazione. Lo spazio nei cimiteri è quello che è…”. Ma è la stessa percezione della morte ad essere cambiata. Sempre meno un fatto naturale, un passaggio della vita, sempre più una sconfitta. Perché si vive sempre più a lungo, perché i progressi della medicina hanno reso la terza età come la fase più lunga della vita, una seconda giovinezza. Almeno questa è l’immagine che passa attraverso il mainstream.

Esplode il fenomeno delle Case Funerarie, luoghi dove il defunto viene trasferito e vegliato in un ambiente elegante, intimo, quasi domestico. “Perché gli obitori e le camere mortuarie spesso sono fatiscenti, con regole stringenti e rigide, orari poco flessibili, condizioni di affollamento” dice a EC Alessandro Bosi di Feniof, “Mentre la casa funeraria permette un congedo dal defunto più umano, più rispettoso e più privato. Ormai in Italia sono più di 300 e in costante aumento e, le imprese di onoranze funebri che hanno sviluppato questi progetti, vedono oggi un ritorno economico soddisfacente”.
Onoranze funebri. Qual è oggi la situazione di questo settore?
600mila (circa) decessi all’anno in Italia, 6.500 imprese, 20mila lavoratori assunti più altri 10mila a chiamata, un fatturato di circa 1,5 miliardi di euro che però arriva quasi a 5 con l’indotto. Le leggi regionali degli ultimi anni hanno dato contorni precisi a questa attività, a parte il caso di Lazio e Sicilia che ancora non hanno legiferato in materia. In teoria oggi un ospedale di Roma o di Palermo può affidare tramite bando a una società privata di onoranze funebri la gestione di una camera mortuaria. Un affare da centinaia di migliaia di euro. Ma una sentenza del Consiglio di Stato ha bloccato i primi tentativi, sostenendo che non si piò affidare ad un monopolio privato la gestione di una camera mortuaria pubblica. In queste due regioni siamo ancora, è il caso di dirlo, in un limbo legislativo con una gestione quotidiana e arbitraria.
L’attività funebre in Italia è attività libera imprenditoriale. È bene ricordarlo: non possono esistere per legge cimiteri privati, se non quelli già esistenti di enti religiosi o congregazionali. I cimiteri in Italia sono 13mila. Il settore delle attività funebri è articolato in Italia in tre comparti:
Imprese funebri private
Attualmente risultano attive circa 6500 imprese, ma va tenuto presente che in tale numero vi sono anche le eventuali sedi secondarie facenti capo ad un’impresa principale. Circa la metà è operante autonomamente ed imprenditorialmente, vale a dire con proprie strutture, mezzi, magazzini, laboratori, personale regolarmente inquadrato. L’altra metà opera sostanzialmente con funzioni d’agenzia, o comunque, utilizzando dei terzisti (centri servizi), quindi operando con soli uffici senza strutture imprenditoriali. Solo il 5% delle imprese svolge servizi superiore alle 500 unità (tra queste vi sono alcune S.p.A.); circa il 75% delle sono tendenzialmente attorno ai 200 annui; le altre sono sotto i 100 servizi e, tendenzialmente, attorno ai 50.
Aziende a carattere pubblico o a Capitale prevalentemente Pubblico
Trattasi di attività parziali o totali direttamente o indirettamente gestite dai Comuni. Si tratta mediamente di aziende operanti nelle grandi città e con numeri elevati in termini di servizi funebri svolti. Spesso, i comuni o le aziende comunali, esercitano sia l’attività funebre che l’attività cimiteriale e, in altri casi, operano nell’ambito dei servizi necroscopici (camere mortuarie ed ospedali). A riguardo l’Antitrust si è espressa denunciando simili commistioni ritenendole atte a creare forti turbative di mercato a danno degli operatori locali, nonché invitando i comuni a circoscrivere il loro intervento nella mera sfera dei servizi pubblici seguendo i principi di sussidiarietà e non offrendo servizi commerciali di onoranze funebri soprattutto quando le imprese comunali godono di benefici e privilegi in grado di avvantaggiarle sul mercato privato.
Associazioni no-profit
Si tratta di circa 200 fra enti morali, laici o religiosi, per la quasi totalità operanti con propri servizi funebri completi ed una cinquantina di essi con propri cimiteri. La loro operatività è rilevante in Toscana (Misericordie e Pubbliche Assistenze) e in zona napoletana (Congreghe). Sono inoltre attive una settantina di società di cremazione che curano unicamente tale rito e, quasi tutte, gestrici di forni crematori di proprietà comunale.
Quanto costa un funerale?
Si può indicare in circa € 2.600 medi per ogni servizio funebre, svolto in ambito comunale e fornito da un’impresa privata specializzata. Sulla base di 600.000 servizi utili, al costo di € 2.600 medi cadauno, si ha un giro d’affari di circa € 1.560.000.000 (un miliardo, 560 milioni). Resta escluso un indotto (su cui l’impresa funebre non ha alcuna incidenza) di oltre € 2.800.000.000 (due miliardi, 800 milioni) e riferito agli interventi cimiteriali, di cui, all’incirca:

• € 1.300.000.000 per marmi e monumenti funebri

• € 1.100.000.00 per vari diritti comunali e/o sanitari;

• € 400.000.000 per intervento di fioristi, giardinieri, manutentori, ecc.

È da valutare, inoltre, che dopo anni di gratuità, la cremazione è stata di recente posta a carico dell’utenza, per importi che si aggirano attorno ai € 600, con un conseguente onere sulla famiglia in lutto di circa € 700 se si aggiungono le eventuali spese connesse ( IVA, documentazioni, bolli, etc.)

Indotto:

• 80 fabbriche di cofani, delle quali una ventina a livello di industria medio alta;

• 15 officine meccaniche specializzate per la trasformazione delle auto in autofunebri;

• 30 laboratori per la fabbricazione di apparati tessili (imbottiture, veli coprisalme, arredi);

• 10 produttori di articoli igienico-sanitari (valvole depuratrici, liquidi di conservazione, bare frigorifere, ecc.);

• 15 fonderie per la produzione degli accessori metallici alle casse;

• 40 per ulteriori produzioni (cofani in zinco, fotoceramiche, stamperie per manifesti, computeristica, ecc).

Particolare rilievo hanno i costruttori di cofani, i quali, oltre a produrre l’intero fabbisogno nazionale, sviluppano anche un’interessante esportazione. Questo settore si sta gradualmente spostando sulle urne cinerarie. Si punta a modelli di ‘moda’: per esempio modelli di urna realizzati imitando le opere di Modigliani. La tendenza è di creare un soprammobile elegante e duraturo che possa stare elegantemente in salotto o in camera da letto.

Il ‘campo’ dei funerali

Circa 600 mila morti all’anno (poco meno dell’1% della popolazione), di cui:

• 20.000 sono a carico delle Pubbliche Amministrazioni riferendosi a decessi di persone non abbienti o sconosciute;

• 65.000 coperti dai servizi comunali o dalle Istituzioni morali;

• 515.000 di competenza dell’imprenditoria funebre privata;

Dei 600 mila decessi:

• Il 75% avviene in ambiti ospedalieri

• Il 22% avviene in abitazioni private

• Il 3% in luogo pubblico diverso

Inoltre, sempre dei 600 mila decessi:

• il 33% è destinato all’inumazione (sepoltura in terra)

• il 41% è destinato alla tumulazione (tomba);

• il 26 % è destinato alla cremazione (con forte tendenza all’incremento).

La totalità delle salme trova sede obbligatoriamente e indipendentemente che siano inumate, sepolte o cremate, nei cimiteri pubblici (circa 13.000 in Italia) o nei pochissimi privati (una centinaio o poco più) gestiti principalmente da Congreghe religiose ed Enti morali.

Tassazioni

Su ogni funerale, come detto, gravano anche forme di tassazione generalmente fisse e riferite a diritti di competenza comunale, sanitaria e di polizia mortuaria. Si può calcolare un’imposizione di circa 500€. E qui vengono le dolenti note. In Italia la deducibilità di un funerale è poca cosa: il 19% su 1.500 euro, quindi circa 400 euro per famiglia. Una deducibilità così bassa non aiuta le famiglie che spesso puntano al risparmio affidandosi così a chi propone sconti oppure pagamenti ‘in nero’ (involontaria battuta…). Il fatto di non poter scalare dalle tasse i costi del funerale se non in piccola parte e di doversi sobbarcare l’intera spesa per i loculi, che spesso hanno prezzi d’appartamento, di doversi sobbarcare le concessioni cimiteriali favorisce sia la cremazione sia il mercato del sommerso. L’ultima finanziaria non ha cambiato il quadro: in altri paesi il rimborso statale è molto più elevato. Si può invece, mentre si è in vita, indicare il proprio servizio funebre e pagarlo anche a rate in prima persona, in modo da non lasciare la questione ai parenti una volta che non ci saremo più. All’estero è possibile scegliere la propria tomba (fisicamente prenotando uno spazio in un cimitero) e iniziare a pagarlo mentre si è in vita, in Italia non si può.
‘Funerali in Nero’
Una delle principali storture del settore è da sempre l’illecita intermediazione ed il procacciamento di affari. Indagini della Magistratura hanno evidenziato come il procacciamento d’affare e l’intermediazione spesso nasca dalle segnalazioni di avvenuti decessi da personale sanitario/medico ad imprese funebri conniventi, affinchè queste ultime possano proporsi, per prime, ai parenti del defunto offrendosi di occuparsi del funerale. Proponendo anche sconti con pagamento cash. Le normative regionali hanno introdotto incompatibilità tra le imprese funebri e le gestioni di obitori o attività sanitarie ma ci sono ancora aree del Paese ove tali incompatibilità non sussistono, come detto in particolare in Lazio e Sicilia. Manca ancora una legge nazionale in materia.
Come difendersi? Sentiamo ancora Alessandro Bosi: “È importante seguire alcune buone regole. La prima è avere bene a mente che scegliere l’impresa funebre a cui rivolgersi è un diritto del cittadino. Bisogna sempre diffidare di impresari funebri, infermieri o personale sanitario che si propongono -spesso con veemenza- suggerendo di rivolgersi a questa o a quest’altra impresa funebre. Tali comportamenti sono vietati dalla legge e configurano attività illecite che vanno senza esitazione segnalate alla direzione sanitaria ed alle autorità. Il cittadino deve inoltre tenere presente che nessun ospedale, casa di cura, istituto assistenziale, etc ha esclusive con specifiche imprese funebri per lo svolgimento dei funerali dei soggetti deceduti all’interno della struttura sanitaria: i parenti del defunto sono sempre liberi di rivolgersi all’impresa funebre che vogliono senza pressioni o obblighi di sorta. Tenete sempre presente che chi si permette di avanzare tali suggerimenti ha sempre un proprio interesse particolare che, in definitiva, fa lievitare il costo del funerale. Fidatevi quindi di quelle imprese che non vengono a cercarvi. Al verificarsi dell’evento-morte incaricate dell’organizzazione il parente meno coinvolto emotivamente. Evitate i ‘comparatori’ di funerali, stile tripadvisor”.
RIP-advisor
Già. Perché negli ultimi anni sul web e sui social si sta assistendo alla nascita incontrollata di siti di “comparatori di funerali” (come accade ad esempio per gli hotel o per i voli aerei). La maggior parte di questi siti pubblica i listini delle imprese funebri, comparando così i prezzi dei servizi offerti dalle varie imprese funebri. Il problema è che delle circa 6500 imprese funebri italiane quasi nessuna ha aderito a tali siti fornendo i propri listini né autorizzando tali siti ad inserire la propria azienda nel sistema; vengono così pubblicati importi inventati che non hanno alcuna relazione con la realtà. Si aggiunga il fatto che, a differenza degli hotel e dei voli aerei, il funerale è composto da una pluralità di servizi e forniture molto diversi l’uno dall’altro; un funerale può avere al proprio interno delle forniture e servizi (bara, imbottitura, carro funebre, servizi di necroforato, etc) diversi e diventa impossibile fare una seria correlazione senza conoscere i dettagli dello stesso.
Per questo sono state multate e diffidate una pluralità di imprese funebri che proponevano pubblicità con diciture quali “Funerale completo a partire da €…” senza fornire un adeguato dettaglio in ordine a cosa componeva il servizio funebre. Ugualmente, anche in presenza di una dettagliata esposizione di cosa c’è e non c’è compreso nel prezzo, è necessario conoscere anche la qualità delle forniture perché la forbice di prezzo (ad esempio sulla bara) è in grado di spostare sensibilmente in più ed in meno, il totale del costo del servizio.
Non fidatevi.

Esistono invece recensioni accurate e interessanti di alcuni cimiteri italiani e non solo. La rubrica si chiama proprio ripadvisor e la trovate qui: http://www.ctrlmagazine.it/category/ripadvisor/

Un sito specializzato nel necroturismo: http://www.necroturismo.it e molti altri ancora.

Pubblicizzare la morte: scelti per voi

È un aspetto particolare e curioso, da non sottovalutare. Come si può fare pubblicità a una ditta di onoranze funebri? Oggettivamente, pubblicizzare la morte non è esattamente la comunicazione più facile del mondo… vi sarà capitato di imbattervi in qualche manifesto, annuncio sui giornali o altro. EstremeConseguenze vi propone una serie di campagne pubblicitarie e spot televisivi da far morire… nel bene e nel male. Ironiche, professionali, trash, in dialetto. Buona visione

https://youtu.be/xyYAa4xfxVU – Taffo Funeral Service

https://youtu.be/RZ7keS_loys – Nunzio Trinca

https://youtu.be/q3k_qhUrlPE – Casa Funeraria San Siro

https://youtu.be/_MeOof-D-qk – macabro Lugano

https://youtu.be/8IA23G8hrwQ – ‘nessuno è mai tornato indietro a lamentarsi’

https://youtu.be/4bSw3zsBaWw – aulica

https://youtu.be/4bSw3zsBaWw – pragmatica

https://youtu.be/lqCf28cMt_U – alla sarda

https://youtu.be/mGm0YJ7C6zY – professional

https://youtu.be/c3jJv8n-9ec – cartone animato

E infine la scelta di EC https://youtu.be/eBP9QDSr0HI






1.11.16

effetti colaterali di hallowen Olbia, allarme carneficina: mobilitati carabinieri e 118 ma è solo un equivoco in quanto i cadaveri erano ma i cadaveri erano manichini e il sangue vernice colorata



non sono uscito sia perchè ero stanco dal tour de force lavorativo dei giorni precedenti , ma sopratutto perchè non mi piace l'americanata ( anche se l'origine è europea ) di hallowen .Ma mi sono fatto quattro risate leggendo questa storia

da la  nuova  sardegna  del 31 ottobre 2016

 
Olbia, allarme carneficina: mobilitati carabinieri e 118
Una telefonata ha allertato forze dell'ordine e ambulanze, ma i cadaveri erano manichini e il sangue vernice colorata




                   Uno dei manichini trovato nel capannone in zona industriale

OLBIA. È scattato l'allarme questa mattina (31 ottobre) a Olbia per un duplice omicidio in zona industriale che ha visto la mobilitazione in massa delle forze dell'ordine. Ma i cadaveri erano manichini e il sangue vernice colorata: un allestimento per una festa in maschera per la notte di Halloween, di cui però era completamente all'oscuro il proprietario del locale teatro della macabra piece.
Tutto è cominciato con una telefonata al 112 di due operai che segnalavano una 'carneficina" in un capannone di viale Italia, nella zona industriale della città: almeno due cadaveri, fatti a pezzi, sangue dappertutto, una donna con una forbice infilzata nella schiena. Una scena agghiacciante che ha terrorizzato a tal punto i due operai che solo dopo essere fuggiti a gambe levate dalla supposta zona del crimine hanno trovato la forza per dare l'allarme.
Auto di carabinieri, ambulanze del 118: un imponente schieramento di uomini in divisa, medici e infermieri si è messo in moto e ha raggiunto il luogo indicato dalla telefonata. La sorpresa è stata grande: niente cadaveri, solo manichini vestiti di tutto punto con ferite di arma da taglio e grondanti di vernice rossa a simulare il sangue, gambe e braccia staccate dal corpo, pavimento completamente imbrattato così come le pareti.
I carabinieri non hanno dubbi: si è trattato di un macabro allestimento per una festa in maschera in occasione della notte di Halloween. Probabilmente un evento da tenere nascosto - il proprietario del capannone non se sapeva niente - destinato ad una platea di prescelti amanti dell'horror.



9.11.14

Diario Halloweeniano ANZI MEGLIO DI LI MOLTI E E MOLTI

 Tornio ora  dopo un lutto  familiare  ( una prozia  di  90 anni  )  e problemi al pc   ,  ed impegni vari  fra lavoro  ( ne  accennerò  qui    nel post  )   e  associazione  fotografica (  stiamo preparando  una mostra  )  .
   
Inizio i post  d'oggi con una precisazione  , cosi  prevengono  eventuali strane domande  del tipo :<<  anche tu convertito alla  festa di Halloween ? , ecc  >> io  non odio la festa  in se   ma  il suo aspetto consumistico ed omologante  che  porta   alla  snaturazione   e perdita del senso originario delle tradizioni    . E la scelta  di tale  titolo  è in senso  sarcastico per prendere  in giro : 1)    l'ipocrisia della chiesa  che   non riuscendo  a   sradicarle    completamente  nonostante   spostò  dal 13  maggio al   1  novembre   la  festività  di ogni \   tutti  i santi  . Infatti  <<  tale data fosse stata scelta dalla Chiesa per creare una continuità cristiana con Samhain, l'antica festa celtica del nuovo anno (secondo le teorie dello storico Rhŷs)[3], a seguito di richieste in tal senso provenienti dal mondo monastico irlandese >>  (  da  http://it.wikipedia.org/wiki/Ognissanti )   dai noi in Sardegna  o  al sud   le  tollerava   ed  ora invece   che viene  reimportata dagli Usa  (  vedere  collegamento precedente  )  le  condanna  e  condanna   chi decide  di praticarlo  non solo per  moda  ma  per  esorcizzare  la morte  . 2)   chi  lo  fa   solo  per  moda 

31  ottobre  
Dopo  aver  imbustato  gli ultimi  crisantemi  (  vedere  foto  )


 
 
 
Sono  andato  come  ogni venerdì  a fare  il mio turno  nella  bottega del comercio equo & solidale  . E sono passati dei bambini in gruppo come si  faceva  un tempo  e facevamo anche noi un tempo a fare  la "questua"  per  i morti  .Inizialmente   mi sono detto << per tutti i " questuanti " dei morti  :  : non do niente a chi mi dice dolce e scherzetto , mentre dò ( eccetto i soldi , il vero spirito è prendersi quello che ti danno  ) quello che ho a chi mi chiede) a chi mi dice li molti e multi o i morti se non lo sa dire in dialetto .>&gt
Ma  poi vedendo  i visi  dei bambini  e la  loro allegria  , non m'andava  di deluderli ed  ho fatto buon viso  a cattivo  gioco  ed ho dato l'obolo  sia  da solo ( un pacco  di frutta  secca albicoche  per la precisione , ed  alcuni biscotti  quinoa-cacao ) .. Insieme ai colleghi di turno  un ovetto , che poi si  sono divisi in 3  . Mi  sono  divertito  , soprattutto  quando  un bambino con  molta  franchezza  mi  ha detto in dialetto ( credevo non fosse  più parlato   dalle nuove generazioni )  che  non gli piaceva. Poi  niente  d'eccezionale  sono andato al corso  di fotografia  

1 novembre   dopo la caffè settimanale  con gli amici  e  la fiera  sono andato  in cimitero  . Lo so che  i  fiori li aveva   portati mia madre  .  Ma  avevo bisogno    di " parlare   con i parenti   (  nonni paterni  e  i  genitori  di mio  nonno  paterno  , i mie  prozii )  e le persone care   che hanno  costituito in maniera  diretta e  indiretta la mia infanzia (  genitori di amici  , "  zi\e "  , i morti  della tragedia di  curraggia    [ I  II  ] ed elisabetta  naddeo  ). non avendo  fiori  e  vedendo  alcune    tombe    fiori  scartati perchè in eccesso o troppo piccoli  ho  preso quei   fiori  e  li  ho messi  in altre  tombe  senza  fiori  o  con fiori secchi  o  peggio finti   . Ho  come 




 


 Visita   anche  al cimitero   monumentale  perchè  spesso  anche  nei piccoli cimiteri  c'è una Père-Lachaise per  citare il  più noto ed il iù classico dei cimiteri monumentali  ecco ad esempio quella di Cagliari di Bonaria
 



 
 La prossima  volta    fotografo   alcune tombe  di di quello  di tempio  ovviamente    quando  c'è  più calma  e  silenzio   onde  evitare   polemiche  "etiche  "  che mi sono state   fatte  quando  ho in un gioco  fotografico fra  amici\che   di facebook   riportato   questa  poesia  estrapolata  (  ovviamente  tolto il nome  e la  foto   per  privacy  e   rispetto  alla  famiglia del  defunto  ) e modificata   cosi  : <<  presto il buio della notte sarà squarciato dall'accecante, radiosa Luce... state sereni, anche se il buio incombe all'apparenza sovrano >>   nella discussione  sul mio  fb  (  qui  il post   completo  )   da  padre  di  un mio conosciente  morto   tre  \  quattro  anni fa
Di solito  quando torno  da tali  visita   mi  viene il magone  sia  ( vedere sopra  )  la  situazione d'abbandono , o  di  "tombe   di cui  non si vedono ne  i nomi   nè    i volti   delle lapidi   o  di morti vedere  foto  fatte  di nascosto"  con il telefonino    che  non si  sono consumati completamente  allora  liberano i loculi e li mettono in terra  . Ma  stavolta  complice la bella  giornata   mi sento    come   lo stato di mia zia ( cugina  in primo di mio  padre  )   che   riassune  la mia concezione della   morte 

che  ha  perso   sua  figlia    7  anni fa  ancora  nel  fior  degli anni per  un  tumore   al cervello  




26.10.12

[halloween in cucina 2 ] halloween sardo


ecco come  promesso  il nostro  halloween  altro  che  quelle fesserie  ( per  altro non tanto  originale, salvo le  zucche  ,da quelli europei  ) il primo articolo viene dall'amica Ele  casula  sul mio https://plus.google.com

non potendo  copia e  incollarlo  ne  riporto un pezzo


Sardegna Una festa dei morti tutta particolare con pabassini e pane ‘e sapa | Mediterranews »
La ricorrenza di Ognissanti e della festa dei morti affonda le sue radici nella notte dei tempi. Ogni zona d’Italia conserva usanze e tradizioni differenti  (  contnua http://mediterranews.org/2012/10/sardegna-una-festa-dei-morti-tutta-particolare-con-pabassini-e-pane-e-sapa/ 




il secondo  invece  riesco a  copiarlo  ed incollarlo tutto   viene da questo bel  portale  ( eccetto il  2  video  )  http://www.portalesardegna.com/blog/enogastronomia-sardegna/ 













Rispecta sos mortos et time sos bios. Venera i morti e temi i vivi.”Antico detto sardo


È da qualche anno che anche qui in Sardegna, il 31 ottobre e i primi di novembre, si festeggia Halloween, ci si traveste da scheletri, zombie, mostri, streghe e si addobbano le case con grandi zucche intagliate.
Ma quando ero bambina io, negli anni ’90, i giorni dei Morti e di Tutti i Santi erano vissuti in modo completamente diverso, con dei riti appartenenti alla nostra cultura e al nostro passato, legati a leggende e a storie di anime e cibo.
Quando ero bambina io, qui in provincia di Oristano, nello specifico a Solarussa, ci si travestiva da Maria Pintaoru, in alcuni paesi chiamata Maria Puntaoru, e si andava in giro per le case del paese con indosso gli abiti delle nonne, una gonnella lunga e scura, uno scialle e su muccadori (fazzoletto) sulla testa. Bussavamo casa per casa, non a chiedere ‘dolcetto o scherzetto’ ma monete, frutta secca, castagne, mandarini e qualche dolce.
Maria Pintaoru era una figura misteriosa e paurosa. La leggenda racconta che la donna, oltre a essere particolarmente brutta, fosse anchemolto povera e che a causa di questo morì di fame, letteralmente.







Noi bambini re-interpretavamo la sua storia e chi ci apriva la porta non poteva rifiutarsi di regalarci un po’ di cibo… guai a dir di no a un’anima affamata!
Per saperne di più su Maria Pintaoru, vi rimando a questo articolo, che dà una versione un po’ diversa rispetto a ciò che i miei nonni mi hanno raccontato, ma comunque molto simile. In altri paesi, infatti, la tradizione vuole che la porta di casa si lasci sempre aperta la notte tra il trentuno ottobre e il primo di novembre.La tavola deve rigorosamente essere apparecchiata in modo che lei possa entrare e sfamarsi in tutta tranquillità. Se non trova ospitalità e accoglienza, con il suo affilato spiedo, buca la pancia dei bambini per cibarsi di ciò che loro hanno mangiato.Questo era un modo per venerare i morti.
Ma non finisce qua. La notte del primo novembre, in molte case si fa tutt’ora, si imbandiva la tavola anche per i familiari defunti. Un piatto di pasta, un cesto con noci, noccioline, mandorle, fichi secchi, uva passa, una bottiglia di vino e gli immancabili papassini, i dolci tipici di quei giorni. Sì perché, in Sardegna, ogni festa ha i suoi dolci tipici.

E già a metà ottobre, le donne si riuniscono e iniziano a impastare, infornare e decorare questi squisiti dolci fatti di farina, uova, mandorle, noci e uva passa e decorati con glassa e diavoletti colorati. In alcune zone a tutto ciò si aggiunge nell’impasto, anche la marmellata e ‘sa sapa’, composto liquido ottenuto dalla bollitura del mosto con bucce d’arancia, in altre anchemelacotogna. Insomma, come ogni cosa qui in Sardegna, ogni paese ha la sua versione.
Trovate una delle tante ricette complete in questo documento che riporta tutte le ricette dei più importanti dolci sardi.
E tutto ciò accadeva fino a 20 anni fa e ne parlo con piacere ma anche con una punta di malinconia per una tradizione che sta via via sparendo. È da tanto che a casa mia non bussano bambini vestiti da Maria Pintaoru.

                                      di Giulia Mada

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...