L'incontro, dopo 76 anni, era avvenuto ad agosto scorso a Bologna
BOLOGNA - Il 23 agosto scorso aveva abbracciato all'aeroporto di Bologna
il soldato che l'aveva salvata durante la guerra. Nella notte Giuliana Naldi è morta all'ospedale Sant'Orsola. Aveva 81 anni. Protagonista di una storia incredibile che aveva commosso e fatto il giro del mondo.Giuliana nell'ottobre del 1944 era sbucata con il fratello Bruno e la sorella Mafalda da un cesta in un casolare a Monterenzio - la madre li aveva nascosti - e Martin Adler, ex militare statunitense dell'85esima brigata alleata, se li trovò davanti alla canna del mitra Thompson che aveva spianato entrando in quella casa a cavallo della Linea Gotica. Si fermò. Abbassò il fucile e scelse di immortalare quel momento, "l'unico di gioia nell'inferno della guerra", facendo uno scatto con la sua macchina fotografica.
Da quella foto sono partire le ricerche, quando Adler riaprendo il cassetto dei ricordi nel Natale 2020 espresse il desiderio di rintracciare quei bambini. Per tramite della figlia Rachelle e dello scrittore reggiano Matteo Incerti, l'ex militare, che vive in Florida e ha 97 anni, lanciò un appello agli abitanti delle valli dell'Appennino tra Bologna e la Toscana. Un messaggio sui social diventato virale, un tam tam che ha funzionato. Bruno, Mafalda e Giuliana Naldi, i tre bambini di allora, 76 anni dopo si riconobbero nella foto. Infine l'incontro, avvenuto all'aeroporto Marconi a fine agosto quando Martin Adler è riuscito a venire a Bologna, dove poi è rimasto per alcuni giorni girando vari luoghi dell'Appennino.
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A dare notizia della morte di Giuliana Naldi è, sulla sua pagina Facebook, il giornalista Matteo Incerti autore del libro 'I bambini del soldato Martin', in cui ha raccontato la storia del veterano statunitense e dei tre fratelli emiliani. "Un pezzo di una favola di pace in terra - scrive in un lungo post - è volato in cielo. Il tuo sorriso e i tuoi occhi vispi, di bambina nel buio della guerra come quelli d'anziana in tempo di pace al centro della più incredibile delle favole che diventano realtà, hanno fatto il giro del mondo e continueranno a farlo ancora. L’ultima volta che ci siamo visti, questa estate per il pranzo di saluto a Martin sull’Appennino bolognese, mi dicesti una cosa semplice che non dimenticherò mai: ‘Grazie di avermi fatto vivere una favola’. Il grazie, Giuliana è mio e di tutti noi per te. Ogni volta che saremo tristi, penseremo a te e ci ritornerà un sorriso. Ciao Giuliana, bambina per sempre".
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