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23.5.18

Prof aggredita, fiori e una lettera dai suoi alunni: «Lei ci ha insegnato il valore del rispetto» Viareggio: il gesto della classe 3AL del licelo Classico-linguistico “Carducci" alla professoressa Angela Giovanna Palermo, reduce dallo scontro avuto con la madre di una studentessa un’altra classe della stessa scuola, per un 4 a storia ed altre storie

  Quando semini  bene   hai del bene   . Il caso    della  prof    aggredita    da  un gemnitore  di  un allunna   ma  riceve solidarietà   dagli allunni   


VIAREGGIO Passi l’anno scolastico a brontolare per le interrogazioni di quella prof che tra tutti è la più vicina a te come età ma è anche la più severa. Poi accade qualcosa che ti fa scoprire la persona che è.

 Ed allora finisce che a 16/17 anni si prendono non lo smartphone e nemmeno il computer, ma il cartoncino ed il pennarello. Per lasciare un messaggio dedicato proprio alla prof, ma che non si cancelli, non si sovrapponga al miliardo di file che viaggiano sulla Rete, non si confonda e rimanga unico: «Oltre che il Rinascimento ed Erasmo da Rotterdam lei ci ha insegnato il valore del rispetto e ci ha fatto capire quanto sia appassionata a ciò che fa».

Parole dei ragazzi e delle ragazze della classe 3AL del licelo Classico-linguistico “Carducci”, destinate alla professoressa Angela Giovanna Palermo, reduce dallo scontro avuto con la madre di una studentessa un’altra classe della stessa scuola, per un 4 a storia.Il più delle volte ci sembrano distratti e rimproveriamo questi quasi giovani adulti di non ascoltare. Eppure il messaggio tracciato sul cartellone accompagnato da un bouquet, racconta altro.«L’evento che l’ha colpita in questi giorni ha lasciato tutti noi senza parole, disgustati ed amareggiati di fronte a tanto ingiustificato bullismo. Pertanto, con questo gesto, vogliamo esprimere un atto di solidarietà nei suoi confronti, poiché la riteniamo una persona di profondi sentimenti e di valori umani. Purtroppo al giorno d’oggi, nella maggior parte dei casi, a parlare sono gli ignoranti, mentre coloro che sanno e che valgono veramente rimangono in silenzio. Molti silenzi, però, valgono più di mille parole. Non si faccia buttare giù, perché lei è una donna forte, nonché un esempio per tutti noi studenti. È arrivata lontano grazie alla dedizione ed all’impegno ed è riuscita ad ottenere anche il rispetto di persone carcerate e così ci ha insegnato a non avere paura».Insomma, hanno ascoltato davvero. E tra un brontolio e l’altro per le pagine di storia e filosofia da studiare, si sono immaginati da grandi, con lo stesso spirito e la stessa passione di chi decide di insegnare dentro un carcere. «Oltre che il Rinascimento ed Erasmo da Rotterdam lei ci ha insegnato il valore del rispetto e ci ha fatto capire quanto sia appassionata a ciò che fa. Infatti, in ogni attività, la passione toglie  gran parte delle difficoltà. Un abbraccio».E allora in classe è stato un bel parlarsi tra una giovane donna ed i suoi giovanissimi studenti. Prove di un dialogo che merita sempre, perché a saperli vedere, i nostri adolescenti sono tutt’altro che “sdraiati”».
   confermo quanto  ho scritto sulla mia  bacheca  di facebook      dove  ho riportato la stessa news 


ecco   come  Lega e m5 potrebbero fare ad attuare la politica dei rimpatri ( a scopo di equivoci , visto che molti non capisco o non hannovoglia di sfortzarsi a capire il mio sarecasmo ed ironia metto le faccine ) 😂😁




Fontanini all'ambulante senegalese: "Vuoi tornare a casa? Ti pago io il biglietto"

Il sindaco di Udine risponde all’appello del venditore ambulante. «I soldi li metto io, a patto che si fermi in Senegal». Il primo cittadino sul tema dell’immigrazione ha le idee chiare: gli stranieri che lavorano rispettando le regole sono benvenuti

UDINE. «Se Bubba vuole davvero tornare in Senegal, il volo glielo pago io di tasca mia, ma il biglietto deve essere di sola andata». Non si è fatto pregare il sindaco Pietro Fontanini e dopo aver letto l’appello del giovane venditore ambulante senegalese sulle pagine del nostro giornale ha messo mano al portafogli.
«Se mi promette che va in Senegal per restare là - continua il primo cittadino leghista -, il biglietto lo pago io, ho già contattato una compagnia aerea e ho trovato un posto per 290 euro da Venezia o da Treviso, posso permettermelo con le mie finanze personali quindi lo aspetto per concludere l’accordo».
Bubba è uno dei tanti stranieri che per sbarcare il lunario fa il “vu cumprà” in centro. Lo avevamo sentito per capire se fosse preoccupato dopo l’elezione di Fontanini il quale, anche nel vertice con il prefetto, si era augurato che molti richiedenti asilo rientrassero a casa loro ritenendo eccessive le presenze in città. «Sì sì, so chi è Fontanini, so chi è Salvini e quali sono le idee della Lega sui migranti - aveva spiegato Bubba -. Io non ce l’ho con loro, ma se mi pagano l’aereo sono pronto a tornare a casa.
Qui in Italia non riesco a sopravvivere. Non c’è lavoro e guadagno poco». Bubba ha 22 anni, il suo permesso di soggiorno scade nel 2021 ed è un volto noto del centro:, vende accendini, collane e nastrini: «Intasco dai 10 ai 15 euro al giorno – ci aveva detto – il minimo necessario per prendere qualcosa da mangiare.
Quando riesco a raggranellare qualcosa in più lo metto da parte per tornare nel mio paese. Sogno di aprire una mia azienda, magari nel settore del gelato. Vorrei diventare un piccolo imprenditore. Non so se ce la farò perché mi manca il denaro per tornare a casa. Ma se il sindaco mi rimpatriasse mi farebbe un favore».
Detto, fatto: Fontanini lo aspetta a Palazzo D’Aronco. Ma attenzione però, perché quella del primo cittadino leghista vuole essere una provocazione fino a un certo punto. «Il tema vero - dice - è che solo una minima percentuale dei richiedenti asilo scappano da guerre o sono perseguitati. Per la stragrande maggioranza dei casi si tratta di migranti economici e qui il lavoro non c’è.
Tra l’altro parliamo di persone che non hanno alcuna formazione quindi cosa potrebbero fare se anche i laureati fanno difficoltà a trovare un impiego? In pochi riescono a trovare un lavoro in nero, gli altri si arrangiano e il rischio che alla fine commettano reati è alto. E in quel caso dobbiamo essere inflessibili. Io non ho niente contro gli stranieri che vivono rispettando le regole. Chi ha voglia di lavorare e integrarsi è benvenuto, ma oggi mi pare che i numeri siano al di sopra delle reali possibilità e necessità del territorio».
Un concetto che Fontanini ha espresso anche nel corso dell’incontro con il prefetto Vittorio Zappalorto al quale ha chiesto il rispetto delle quote stabilite dall’accordo Anci e Viminale che prevede una presenza massima di 2,5 migranti ogni mille residenti. Udine quindi dovrebbe farsi carico di 250 richiedenti asilo mentre oggi ce n’è il doppio e nemmeno un anno fa è stata superata anche la soglia delle mille presenze.
Troppi per Fontanini che auspica anche un intervento del Governo per programmare dei rimpatri. «La situazione non è semplice perché ci sono paesi come il Pakistan che sono poco collaborativi, ma è chiaro che in qualche modo bisognerà intervenire».
Intanto il sindaco ha già dato mandato agli uffici di organizzare delle attività in modo da impegnare i profughi. «Abbiamo a disposizione 110 mila euro
- spiega - e li useremo per acquistare scarpe, tute, carriole e badili. Non possono stare qui senza fare nulla. Li impiegheremo per piccoli lavori di pulizia delle aree verdi a titolo gratuito di cui anche a Udine c’è molto bisogno».

4.3.17

questa dovrebbe essere la buona scuola non quella di renzi e degli altri politicanti

come dicevo   nel titolo   ecco  di come  dovrebbe essere   non solo  nozionismo ed  accademismo .  Infatti  , sarò nostalgico  , ma  ho  ricordi  bellissimi ( io  da ribelle  la reputavo antiquata  )  quando i  alle  elementari  , all'epoca   non  era  vacanza    ci portavano  nel  giorno dei defunti  al cimitero e il 4  novembre  ( all'epoca era    festa  nazionale  )   all'anniversario della  vittoria  , all'ora   si chiamava  cosi     .
Il  primo esempio

In terza elementare si studia la filosofia greca, in quinta si arriva a quella cinese. È questo il programma del laboratorio di filosifa per le scuole elementari di Nicola Zippel, professore liceale, che ha recentemente pubblicato il libro "I bambini e la filosofia", edito da Carocci. "La filosofia aiuta il bambino a organizzare il libero pensiero: è una guida della riflessione. Spesso i tabù che abbiamo sull'infanzia sono preconcetti del mondo adulto, i bambini - conclude Nicola Zippel - sono pronti a parlare di tutto




 è quello  di  Hoppipola  un nido  d'infanzia  che  fa  parte    del  " circuito "  di  nidi  d'infanzia  http://www.associazionenidilecasette.com/ 
da  il  loro    sito  
L’associazione di promozione sociale “Le Casette”, nasce dalla passione comune di quattro ragazze per l’educazione della prima infanzia: Eliana Molinaro (presidente) Tiziana Bravi (vice presidente e coordinatrice psicologa) Silvia Melotti (segretario) e Diana Franzin (tesoriere). Dopo aver frequentato insieme “il Guscio- Nidi Familiari Artigiani”, corso accreditato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, coordinato da Confartigianato Udine e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nasce l’idea di creare un’associazione di promozione sociale per supportare l’apertura e mettere in rete nidi familiari in tutto il territorio del Friuli Venezia Giulia e che mirasse alla qualità dei servizi offerti pensando ai bambini e alle famiglie.
Nasce così, il 30 Maggio 2014, l’associazione Le Casette FVG – Nidi familiari e prima infanzia.
Per questi servizi sono riconosciuti i contributi regionali alle famiglie dei piccoli iscritti per l’abbattimento delle rette in base all’ Isee. qui maggiori dettagli



  ora   l'articolo   de il messaggero     veneto 


“Hoppipolla”, il nido dove i bimbi crescono tra gli animali e la natura
Gli educatori seguono i bambini, facendoli crescere nel rispetto dei “ritmi”. E la ricetta è semplice: curare l’orto, accudire gli animali, ascoltare musicadi Erica Rizzetto



SEQUALS. Assecondare i propri ritmi e quelli del territorio, mettere a dimora sementi e vederle germogliare, accudire gli animali e sentirsi liberi di esprimere tutto se stessi.
Un ritorno alla natura, questo, che potrebbe dare pace ad adulti e bambini e che, proprio per questi ultimi, è possibile a Sequals, grazie all’attività di due giovani educatori: Silvia Melotti e il compagno Davide Ceccato hanno creato il nido familiare Hoppipolla – che in lingua islandese significa “saltare nelle pozzanghere” –: un luogo accogliente, che permette ai piccoli di vivere in un contesto di crescita rispettoso dei ritmi e dei bisogni del singolo, in cui tutti possono letteralmente toccare con mano il territorio e i suoi frutti.
La nascita di Hoppipolla
Silvia, 34 anni, e Davide, 39, formano un coppia affiatata anche nell’ambito professionale. Nel 2015 decidono di aprire le porte della propria casa per accogliere bambini dai 6 ai 36 mesi e le loro famiglie, complici la nascita dei loro due figli, l’amore per la natura e il desiderio di offrire un contributo alla comunità in cui hanno scelto di vivere.
«Abbiamo deciso di “fuggire” dalla città alla ricerca di un luogo il più possibile immerso nella natura – racconta Silvia –: sognavamo una piccola comunità, dove stabilire legami autentici».
Silvia, originaria di Verona, e Davide, di Pordenone, hanno trovato a Sequals la loro dimensione. «Sequals ci ha accolto e aiutato, in particolare durante la mia gravidanza – aggiunge Silvia –. Il paese ci ha aiutato a creare relazioni di amicizia e abbiamo sempre voluto ricambiare: aprire un servizio utile alle famiglie ci è sembrato il modo migliore».
La formula del nido familiare risulta quella ideale per creare un ambiente in cui i bimbi possano sentirsi a casa e sviluppare le loro competenze in un ambito armonioso.
Così, la sala prove di Davide, che è anche maestro di musica, dopo un adeguamento strutturale diventa l’ambiente che accoglie i bimbi iscritti al servizio: otto al momento, che si dividono secondo orari diversi, permettono a Silvia di gestire contemporaneamente non più di cinque bimbi.
Una casa nella natura
A guidare Hoppipolla è il concetto di “famiglia aperta”: gli educatori condividono sia la loro esperienza professionale sia quella genitoriale. «Cerchiamo di offrire una quotidianità speciale – dice Silvia – fatta di attività pensate con la testa e con il cuore».
Fondamentale è il contatto con la natura e con il cibo sano, biologico e a chilometro zero. «La nostra casa, e perciò l’ambiente in cui svolgiamo il servizio educativo, si trova ai piedi di una bellissima collina circondata dal bosco – spiega Silvia –. Questo offre ai bimbi l’occasione d’incontri particolari come quelli con i caprioli».
«Inoltre – aggiunge – abbiamo diversi animali domestici: tartarughe di terra, pecore, galline, gatti e un cane femmina di razza labrador, cresciuta con i nostri figli, con cui i bimbi imparano ad accudirlo: possono dargli da mangiare, accarezzarli, osservarli».
Il tempo passato all’aperto qui è fondamentale: nei 200 metri quadrati di superficie recintata ci sono una piccola stalla, un orto e un frutteto. «L’orto e il frutteto offrono occasioni di condivisione e molte attività sono inerenti al ciclo naturale delle stagioni: con i bimbi raccogliamo i frutti, osserviamo gli alberi e le piante aromatiche, sperimentiamo la semina di piante e fiori».
Altro tema fondamentale in casa Hoppipolla è la musica. «La musica è una costante nel progetto educativo – sottolinea Silvia –. Abbiamo una grande varietà di strumenti musicali a disposizione
dei bimbi e proponiamo molti laboratori di avvicinamento alla musica e alla danza».
Da quest’anno, nella famiglia Hoppipolla c’è anche una nuova collaboratrice, che consentirà di lavorare con un gruppo più numeroso e con fasce d’età diverse.






emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...