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21.10.24

lettera di due genitori di un ragazzo suicidatosi per bullismo


Mattia Marotta aveva 15 anni. Nel  2022  ha deciso di salutare questo mondo.  i genitori Emanuela e Christian hanno voluto dedicato una lunga riflessione al loro figlio. Ha ottenuto migliaia di like e condivisioni.E  ancora  continua  a circolare    sui  social  La pubblichiamo   anzi  lo   ripubblicoo 

ché un mamma e un papà che si affidano a Facebook per ricordare il loro figlio, sentono forte il bisogno di convididere il dolore. Di raggiungere rapidamente tutti quelli che ci sono stati in questo tempo di lutto e disperazione. La lettera l’ha scritto mamma Emanuela usando la pagina social del marito. Perché non ci sia un altro Mattia. Ma  soprattutto  funga  da  riflessione    in virtù degli  ultimi suicidi  

"Mattia era il nostro bambino, aveva 15 anni ed era estremamente intelligente e, come tutte le
persone particolarmente intelligenti, era tremendamente sensibile. Una sensibilità che lo faceva sentire diverso e non compreso.
Gentile e affettuoso, vivace, allegro... Ma si sentiva anche incompreso, spesso con poca autostima causata da quegli adulti che sin da piccolo lo hanno tormentato, umiliato, bullizzato solo perché non si uniformava ai suoi compagnetti, perché amava abbracciare gli amici o perché per lui stare seduto per 6 ore era difficile.
Mattia ci ha scritto: "Sono morto a 6 anni" per farci capire che il suo tormento ha origini lontane.
In seconda media, nell'animo sensibile del nostro bambino qualcosa si spezza; non sappiamo cosa sia stato, forse l'esclusione dalla gita scolastica o forse il fatto di essersi sentito per l'ennesima volta tradito da quegli adulti che avrebbero dovuto comprenderlo e guidarlo.
Qualunque cosa sia stato, Mattia ci ha detto che quell'anno ha capito quanto dolore avesse dentro, e quanto questo lo logorasse.
Si sentiva tanto solo, aveva tolto Whatsapp perché nessuno dei suoi amici lo chiamava per chiedergli: "Come stai"? e poi è arrivato il buio a riempire la sua stanza e i pianti tutte le notti.
La scuola non lo comprendeva, e per Mattia era solo un posto in cui si sentiva etichettato.
Mattia in tutto questo tempo ci ha nascosto il suo disagio; solo tra gennaio e febbraio siamo riusciti a percepire che non stava bene. Abbiamo informato la scuola, contattato un consulente psicologico, cercato di prenotare una visita in neuro psichiatria infantile. Abbiamo cercato di chiedere aiuto e purtroppo, per Mattia e per noi, ci siamo scontrati con l'indifferenza della scuola, con un consulente psicologico che lo ha abbandonato quando il suo supporto si rendeva ancora più necessario, e per finire un reparto di neuropsichiatria che mi ha contattata solo il giorno dopo la scomparsa di mio figlio a causa della pessima gestione della mia richiesta di aiuto.
Perché ho raccontato tutto questo? Perché io e mio marito siamo stanchi di sentire che la morte del nostro bambino viene trattata dai nostri concittadini come un pettegolezzo da bar.
Mio figlio era un bambino di 15 anni, era deluso dagli adulti, dalle istituzioni, le stesse che non hanno reputato neanche di dover proclamare il lutto cittadino, nonostante il mio bambino abbia scelto un parco diventato luogo degradato, per porre fine alla sua vita, e la sua non è stata una scelta casuale.
Nostro figlio sarebbe potuto essere uno dei vostri figli, il figlio del sindaco, dello psicologo e di chi risponde al maledetto telefono di un reparto di neuropsichiatria infantile. I suoi pensieri sono i pensieri dei vostri figli, e chiunque potrebbe ritrovarsi come me e Christian, disperati per non essere riusciti a salvare il proprio figlio.
Sono trascorsi mesi da quel maledetto giorno, mesi in cui noi non ci diamo pace, in cui nostro figlio ci manca come il respiro; sono trascorsi mesi e ne passeranno tanti, tanti altri in cui noi continueremo a soffrire. Ma sono passati anche mesi che avrebbero dovuto far riflettere tutti quegli adulti che, in un modo o nell'altro, hanno tradito nostro figlio e tradiscono ogni giorno i figli di qualcun altro.
Mattia ci ha detto che ci amava, e soltanto di questo purtroppo noi ci potremo nutrire. Concludo chiedendovi di condividere, nella speranza che qualcuno comprenda quanto sia necessario tacere se non si sa o non si conosce, ma soprattutto portare rispetto ad un bambino di 15 anni che non è riuscito a sopportare il male del mondo.
Grazie a tutti coloro che ci sono vicini, Emanuela e Christian, i genitori di Mattia"

16.1.24

DIARIO DI BORDO N°30 ANN0 II (SPECIALE) Notizie, non-notizie e shitstorm il caso Giovanna Pedretti vhs selvaggia lucarelli e i media

Prima lanciava 💩🤬☠👿 su ferragnez , poi vedendo che è come sparare sulla croce rossa si defilata . Ma Poi è uscita la notizia della pizzaiola morta suicida in provincia di Lodi dopo che un suo post social (vero? Falso?) era diventato virale ed era stato fatto oggetto di verifiche . Si chiamava Giovanna Pedretti.  Prima  di mettere     in rete ( ma non solo  )      e  prima  di   fare  debbunking   bisogna  chiedersi     cosa distingue il vero dal falso? Cosa separa un blogger da un bullo, uno chef da un opinionista, una gattara da una giudice dell’universo mondo? Meglio restare ai fatti. E i fatti dicono che una povera donna è morta. Ha ragione ( anche se in parte in quanto   si   sminuisce  le responsabilità  della famosa  blogger  essendo     giornalista  del loro  giornale    )     : << [...] Stare sui social è diventato un mestiere usurante e pericoloso, talvolta mortale. Chi li usa senza precauzioni non è attrezzato a sopportarne le conseguenze e non capisce che il web è come un sifone a U: se ci fai i tuoi bisogni, questi ti ritornano in faccia. E non di rado accade lo stesso anche con gli escrementi altrui.I personaggi pubblici sono sempre sotto i riflettori e, volenti o nolenti, ci fanno il callo. Ma le persone comuni spesso non reggono all’esposizione, soprattutto quando passano in mezzo minuto dagli altari alla polvere, da famosi a famigerati. [...] >> l'editoriale marco travaglio sul FQ del 16\1\2024 .
                 Giovanna Pedretti, striscione contro i media: “Siamo esasperati”  da   
https://www.thesocialpost.it/2024/01/16/giovanna-pedretti-striscione-contro-i-media-siamo-esasperati/


Infatti  come   dice   Giulia  Blasi nella  sua  ultima NW  : <<  Questa settimana cominciamo a parlare di un argomento di cui dovremmo parlare di più, e non solo quando succede qualcosa di terribile.>>
Dei suicidi (lo spiegava bene Tiziana Metitieri in un articolo uscito su Valigia Blu nel 2020) bisogna parlare il meno possibile e nel modo più attento possibile, per tanti motivi. Il primo, e forse più importante, è che non sappiamo mai davvero perché qualcuno sceglie di uccidersi. Anche chi lascia un biglietto con le motivazioni del gesto sta in realtà descrivendo un trigger, una causa scatenante, non le ragioni vere e profonde per cui ha deciso di farla finita. Cosa passa nella testa di chi si toglie la vita, nessuno lo sa e nessuno lo saprà mai: dovremmo astenerci dalle speculazioni, o peggio ancora, dal colpevolizzare singoli individui. Anche quando il collegamento ci sembra evidente.


Se ne parlo oggi, dedicando un numero speciale  della mia  riubrica  diario di bordo  , quindi, non è per fornire la mia opinione sull’esito del caso specifico, ma perché il caso specifico ci obbliga a riflettere sui meccanismi che regolano la comunicazione e, in ultima istanza, i rapporti umani.  << Ogni contenuto,---- come   giustamete  fa notare   Giulia  Blasi   ---- anche il più trascurabile, ha una funzione o un messaggio. In un mercato editoriale basato su un modello di business fragile come quello pubblicitario, i contenuti pubblicati sulle testate sono pensati per rispondere a un bisogno umano, molto spesso di tipo psicologico. In questo caso, il bisogno a cui si risponde è quello di sentire che il mondo non è perduto, che “c’è ancora speranza”, e che anche in un paese in mano alle destre radicali ci sono persone che mettono l’inclusione al primo posto. Li chiameremo “contenuti feelgood¹, perché sono pensati per far stare bene le persone, che li fanno girare perché li trovano educativi ed esemplificativi di modelli di comportamento virtuosi. Sono la versione intellettuale e progressista dei video di animalini buffi. il contenuto feelgood potrebbe anche solo restare tale. Nessuno va a controllare se sia vero o meno, e in un paio di giorni sparisce [... ] 
¹ Il contrario del contenuto feelgood è il contenuto fomenta-rabbia: non ci entrerò qui, ma anche questo dà una risposta a una necessità psicologica, vale a dire quella di trovare colpevoli, capri espiatori e punti di sfogo per una rabbia che altrimenti rischia di incanalarsi in direzioni indesiderate, e che può invece essere sfruttata per ottenere engagement, aumentare il pubblico e i clic da rivendere poi agli inserzionisti. La tecnica del rage farming è stata ed è tuttora alla base del successo di Donald Trump e di gran parte delle destre internazionali, e si basa sullo stimolo continuo del pregiudizio di conferma: gli immigrati rubano e uccidono, la sinistra minaccia la tua libertà, le persone LGBTQ distruggeranno la famiglia, le donne trans sono stupratori travestiti, le femministe sono pazze violente, e via dicendo.

>> 

Certo,e  qui   spezzo  una   lancia  a  fare  della  Lucarelli    e del compagno le testate ufficiali \ maistream i giornali d'opposizione , i siti , i blog , i blog ( ed anche noi e qui mi riferisco anche a me stesso ) dovrebbero verificare l’autenticità di quello che pubblicano, anche quando non si tratta di una notizia . Qui la verifica è stata fatta dopo, da altri soggetti: quindi un contenuto feelgood che già non era una notizia è diventato una notizia (o meglio, si è trasformato in un altro contenuto) quando qualcuno ha sospettato che fosse basato su un contenuto originale non autentico.A cosa risponde questa seconda notizia, o contenuto, di stampo semi-investigativo? A un’altra esigenza, cioè quella di trovare sempre l’inghippo, sentirsi intelligenti e capaci di sgamare le truffe. Chi riprende il contenuto di debunking, per così dire, ce anche chi lo fa per dire: madonna quanto siete boccaloni, ci cascate sempre, vi si frega proprio con poco. Anche qua c’è della soddisfazione, eh: non dello stesso tipo, anzi, di segno opposto, ma c’è. E dove c’è la soddisfazione (quindi: la risposta a un bisogno), c’è anche la viralità.In sintesi: non solo la notizia era una non-notizia, ma pure la notizia che smontava la non-notizia era una non-notizia. Non valeva la pena di fare debunking di questa storia, e tantomeno di farlo con insistenza, come se si stesse investigando un segreto di Stato o abuso del potere . Ha ragione chi dice che se si mettesse la stessa energia nella verifica di notizie importanti saremmo un paese bellissimo e forse avremmo sconfitto la corruzione, la propaganda e le fandonie della gente di potere. Ammesso (e non concesso) che la pizzeria avesse fabbricato un commento da dare in pasto a una stampa alla continua ricerca di contenuti feelgood, quale sarebbe stato il vantaggio? Ballavano milioni? Prebende? Cariche pubbliche? No: lo scenario più ottimistico era che la pizzeria guadagnasse qualche cliente. L’energia impiegata nello scoperchiare la scomoda verità del commento fasullo sembra, ora, particolarmente mal spesa.
E qui entrano i social
Mi è capitato due o tre di volte di finire dentro una shitstorm ( chi mi segue dal mio esordio social lo sa ) generalmente di lieve entità. Di solito risolvo chiudendo tutto per 24 ore, il tempo fisiologico perché la gente si dimentichi perché si era incazzata o ti fa arrabbiare con i metodi di contenimento . Altre mie conoscenti e amiche non sono state così fortunate, e se uso il femminile è perché le donne sono molto più di frequente al centro di queste sassaiole verbali.
Photo by Nsey Benajah on Unsplash
A volte sono azioni casuali, a volte calcolate e sostenute nel tempo: c’è gente che campa, letteralmente, scegliendosi dei bersagli e dandoli in pasto ai cani. E non sono mica solo influencer o content creator: ci sono partiti politici la cui comunicazione è basata in buona parte sulla scelta di capri espiatori contro cui fomentare la sua base. Esemio La Lega ed lasjua base ha usato ( e spesso continua tuttora  )La Boldrini Michela Murgia come bersaglio per anni, anche quando era già ammalata (e la sua malattia, pur non essendo stata resa pubblica, era già intuibile dai contenuti che pubblicava sui social): la raffica incessante di insulti al suo indirizzo finì per causarle un disturbo dell’umore piuttosto grave, al punto che parlare in pubblico era diventato complesso e quasi inaffrontabile. Lei ne parlò in un articolo per Il Post che vale la pena di rileggere, perché ci dice praticamente tutto quello che dobbiamo sapere sulle conseguenze di un attacco di massa. Michela ora è morta,pace all'anima sua , e c’è ancora in giro gente che la odiava al punto di gioire per la sua morte. Per noi che la conoscevamo è un dolore incrociare questi commenti, e ci fa venire voglia di menare le mani (o almeno, a me lo fa venire). Poi passa, perché non ne vale la pena, e perché se per te la gioia è la morte di una persona che non conoscevi fai una bella vita di merda anche senza che io ti prenda a pizze in faccia. Ma dubito che ‘sti poracci avrebbero il coraggio di ripetere la stessa cosa davanti a uno qualsiasi di noi: i social - e non è una novità - ti danno la sensazione di poter dire e fare qualsiasi cosa con impunità.Altre persone che conosco e che sono state bersaglio di shitstorm massicce e continuate hanno sofferto di depressione ( come è capitato al mio esordio sui social ) e hanno dovuto smettere di utilizzare i social media (che erano un canale importante per la comunicazione e promozione del loro lavoro) o hanno dovuto ridurre moltissimo la loro presenza. Chi fa attivismo, prima o poi, se lo può aspettare: a volte l’attacco arriva da fuori, a volte è fuoco amico. La pratica del call-out, che nell’attivismo dovrebbe avere lo scopo di stimolare il dibattito all’interno di una comunità per mezzo della critica pubblica, finisce per essere strumentalizzata per vendette personali e usata senza criterio, spesso senza verificare se le accuse che si muovono alle persone siano fondate. Quando si scopre che era tutto una cazzata, è troppo tardi. La merda è dentro il ventilatore e spruzza dappertutto.
Le shitstorm fanno paura. L’accumularsi di messaggi intrisi d’odio e disprezzo generano malessere e sofferenza, e non portano alcun vantaggio o progresso nel dibattito pubblico. Chi le scatena sa benissimo che conseguenze possono avere, e no, non esistono bersagli giustificati. Giorgia Meloni o Matteo Salvini non diventano persone migliori perché vengono insultati da CosoCosetti1926 sui social, però CosoCosetti1926 si sente meglio perché ha insultato Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Le shitstorm servono solo a chi le fa, non a chi le subisce. Meloni e Salvini, tra l’altro, sono bravissimi a fare i martiri e a raccontare anche le critiche più pacate come feroci attacchi. Però Meloni e Salvini non si gestiscono i social da soli, e i commenti di merda di CosoCosetti1926 li leggono i loro social media manager.La maggior parte della gente sopravvive alle shitstorm, ma sopravvivere non è vivere. Anche chi ci sembra molto forte e strutturato ha delle fragilità di cui non siamo a conoscenza. Basta poco, basta un attimo, e la struttura viene giù. Ne valeva la pena? C’è chi pensa di sì, c’è chi pensa che la sofferenza di chi non gli piace sia giusta. Non mi interessa psicanalizzare la gente a distanza: a volte una merda è solo una merda, e la psicanalisi si paga.
Mi rendo conto di essere stato logorroico ed ancora non ho finito avrei altro da dire . Ma  per rispetto  dei familiari    della  vittima   ho già  detto abbastanza  . Facciamo così: ci prendiamo una pausa, e riprendiamo in seguito. Perché questa cosa che è successa forse non ha a che vedere direttamente con noi come individui, ma ci obbliga a fermarci a pensare a cosa postiamo, a come comunichiamo, agli effetti che quello che scriviamo nei campi di testo dei social può avere sulle persone. Anche quelle che ci stanno sul ..... l’anima.

10.1.24

DIARIO DI BORDO N °28 ANNO II Fedez usa i media e poi gli attacca ., Sucida sul balcone, i passanti filmano il corpo. I video choc nel Leccese ., Un negozio di biciclette elettriche a New York è andato in fiamme dopo l'esplosione di una batteria agli ioni di litio ., ed altre storie


 quando oggi Fedez critica “le priorità dell’informazione italiana” solo perché ci sono alcuni giornalisti sotto casa sua, prende un grande abbaglio.
 Anzi: dice proprio una cretinata (si può dire?). Primo: se sei diventato famoso condividendo sui social la tua vita e il tuo lavoro, devi mettere in conto lo  voglia  o meno  che i giornali   (siano essi di cronaca rosa o importanti quotidiani) ne rendano conto al pubblico. Perché da che mondo è mondo, e soprattutto al tempo di internet, a fare “notizia” non sono    solo  fatti di interesse pubblico, ma anche  purtroppo  le  storie che appassionano la gente. E - purtroppo - gli italiani di ieri, di oggi e forse anche di domani hanno piacere a sapere cosa fanno i loro due. Un'attenzione che non nasce per meriti :  sportivi , culturali   , artistici ,  ma solo perché i Ferragnez hanno deciso di essere i Ferragnez. Di esporsi. Di mostrarsi. Financo di diventare "modelli" di vita, vedi le battaglie che hanno più volte sostenuto.
Dunque ha ragione Myrta Merlino: Matteo Messina Denaro non c’entra nulla e i mass media vanno presi così come sono, nella buona e nella cattiva sorte. Altrimenti Chiara Ferragni non avrebbe dovuto convocare quella patinata conferenza stampa quando promise il suo cachet di Sanremo in beneficenza. No?


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Sucida sul balcone, i passanti filmano il corpo. I video choc nel Leccese


nella  mia  rassegna  stampa leggo     da il giornale   del 9\1\2024      del suicidio ( presunto per  i  genitori  )  di  Roberta  Bertacchi   e dell'’orrore social non si ferma neppure davanti alla tragedia di un corpo senza vita. Infatti i I famigliari di Roberta Bertacchi, la 26enne di Ruffano, in provincia di Lecce, trovata impiccata al balcone di casa a Casarano, pare abbia  no  già inviato  , tramite i loro legali diverse diffide: gira infatti attraverso i gruppi WhatsApp un video di pochi minuti che ritrae la giovane al
balcone poco dopo il presunto suicidio.
Non si sa chi l’abbia girato - sebbene forse la polizia postale potrebbe risalire attraverso i metadati - se un passante o un vicino di casa, ma quel che è certo è che si tratta di un comportamento per nulla rispettoso nei confronti di un lutto che ha scosso una comunità.
È difficile immaginare però che la diffusione del filmato si fermi: sono ancora in giro i filmati del revenge porn verso Tiziana Cantone, trovata impiccata in circostanze misteriose nel 2016,. È difficile che un filmato si fermi una volta che finisce in Rete.questo non è documentare   ma  speculare   su  un evento  drammatico


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Il fatto che il processo a Rosa e Olindo per la Strage di Erba torni di nuovo in aula dà il senso del decadimento del nostro sistema investigativo  e  giudiziario. Magari il tutto si risolverà  con una dichiarazione di inammissibilità all’istanza di revisione  o  con  l'accettazione  d'essa   dunque è presto per emettere un giudizio. Ma si può però affermare una cosa: finisca come finisca, sarà una sconfitta per

la giustizia. Se infatti verrà confermata la condanna, i parenti avranno comunque dovuto affrontare l'ennesima riapertura della ferita ; se invece dovessero decretarli innocenti, chi ridarebbe loro tutti questi anni passati in cella ?

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 Mi sto divertendo un mondo a leggere gli articoli sull’antico scritto di "teologia dell’orgasmo" redatto dall’attuale capo del Dicastero per la Dottrina della Fede, l’ex Sant’Uffizio, Víctor Manuel Fernández. Il
custode dell’ortodossia cattolica un tempo discettava di sesso, eiaculazioni e rantolii durante gli orgasmi e giustamente i tradizionalisti lo attaccano, cavalcando l’onda dopo il pasticcio madornale delle benedizioni alle coppie omosessuali “di non oltre 15 secondi”. La domanda che pongo io invece è banale: che bisogno c'è, teologicamente parlando, di sapere che nel momento di eccitazione massima l'uomo “di solito emette grugniti aggressivi” e “lei, invece, fa balbettii o sospiri infantili” ?


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 sempre  dalla   mia  rassegna  stampa  stavolta   da   Zuppa  di Porro 

- Gino Cecchettin torna dal riposo, si dice giustamente ancora provato ma determinato a continuare il suo lavoro. Nulla, per il momento, è dato sapere sul suo possibile “impegno civico” dopo la morte della figlia. Il manager intanto è lì e c’è chi specula. La verità la sa solo lui, ma noi possiamo limitarci a un appello: caro Gino, risparmiaci fiction o serie tv.
  

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Un negozio di biciclette elettriche a New York è andato in fiamme dopo l'esplosione di una batteria agli ioni di litio


Un negozio di biciclette elettriche nel Queens, a New York, è stato avvolto dalle fiamme dopo l'esplosione di una batteria agli ioni di litio, ha dichiarato il Dipartimento dei Vigili del Fuoco della Grande Mela. Il video mostra il fumo che si forma intorno alla batteria di una bici, prima che il dispositivo esploda e incendi il negozio King Electronic Hub. Il negozio era chiuso al momento dell'incendio e nessuno è rimasto ferito.

8.1.23

Donna si impicca davanti al padre: «Preparavo il cappio a Laura da un mese per farla desistere»

 Mi  chiedo  visto     che   spesso   i metodi   drastici  non funzionano    e non servono  come   dimostra  la   notizia  sotto riportata   a che  serve  auto   analizzarsi  . Ma  poi   la risposta  vola  nel vento   perché   se  non fosse  cosi  sarei  o già  suicida  o    più  depresso di quello   che  sono   .  Nel riportare la notizia   , di cui trovate sotto l'articolo     evito   ulteriori  commenti   per  non speculare  e e  scadere  nella  morbosità   \  curiosità  inutile   su  una  tragedia nella  tragedia   . Mi limito   quindi  a riportare il fatto   senza  ulteriori  commenti  cercando   il più  possibile di smontare il  detto    riportato   in data  7  gennaio    (  vedi  foto  a  sinistra  )    da  ilcalendariofilosofico.it    soprattutto per evitare   che chi è depresso  possa  fare  un gesto di emulazione  .





  da  https://www.msn.com/it-it/notizie/italia/


Donna si impicca davanti al padre: «Preparavo il cappio a Laura da un mese per farla desistere»

                       di Niccolò Dainelli • il  mattino   Ieri 13:09




Da un mese Laura provava il suicidio. Ma suo padre preparandole il cappio per impiccarsi l'aveva sempre fatta desistere. L'uomo, con questa strategia psicologica aveva sventato il suicidio della figlia per giorni poi, però, lo scorso 2 gennaio la donna, di 55 anni, ha compiuto il gesto estremo e si è impiccata.La strategia psicologica del padre, un uomo di Chieri, aveva sempre funzionato. Ma il 2 gennaio si è rivelata del tutto inutile perché Laura ha infilato il collo nel cappio e ha deciso di dare un calcio alla sedia, impiccandosi come aveva progettato di fare da tempo. La 55enne era seguita da un centro di salute mentale piemontese. Il padre ha spiegato ai carabinieri che le prove andavano avanti da tempo: «Anche quella mattina siamo saliti in soffitta, c’era già la corda appesa alla trave».

Secondo quanto riferisce La Repubblica, il padre ha raccontato agli investigatori tutta la dinamica del suicidio. A differenza di tutte le altre volte, quando l'uomo le ha chiesto di sfilarsi la corda dal collo e scendere dalla sedia, lei non lo ha fatto: «Le ho detto di scendere, di non farlo. Ho cercato in ogni modo di aiutarla. Non ci sono riuscito». Il padre ha tentato di salvare la figlia chiamando il 118. Insieme a un vicino di casa ha tagliato la corda e ha provato a rianimarla senza successo. «Non ho detto a nessuno delle sue prove, nessuno sapeva del nostro segreto», ha detto ai carabinieri. Ora la procura svolgerà gli approfondimenti del caso, anche se resta difficile immaginare un possibile reato commesso dal padre.

28.12.22

Quando il dubbio diventa cinismo e complottismo più estremo

di cosa stiamo parlando


È un vero che il dubbio fa parte di tutti noi sia  scegliamo seca ere una vita passiva che attiva. Ma  se non controllato  esso porta al complottismo ed al negazionismo. 
infatti va bene , come    ce  li  ho pure  io  ,   visto  l'alto numero    di persone   giovani  che    muoionoi   per   improvvisi  malori  , avere   dei dubbi sulle morti post vaccini . Ma da li continuare ad insistere  , e  deridere    chi ti fa  notare   che non è questo  il  caso   e  ti si chiede rispetto perchè  in questo caso  la morte    è un suicidio   allora sei .... un cinico  ed  Sadico   . Infatti  Nel vedere dietro ogni morte un morte da vaccino    anche  quando non è  cosi    si passa    a  complottismo  più bieco  e   vergognoso  .  Ecco    che    se   l'insinuazione e' tollerabile a fatica ,  nel momento in cui viene precisata la totale assenza di connessione tra il tragico epilogo e sta merda secondo  molti   di vaccini, e si continua a insistere e persistere facendo finta di non capire, diventa sconvenienza ,mancanza di moralità e di rispettò verso chi èmorto   o  sta subendo un dolore immane  come  in qiuesto  caso  di perdità di  una  persona  cara   morta   suicida  ! C'è veramente poco da discutere o provare ad esporre ragioni ! Non ci sono gli elementi veramente

un disegno a matita di Diego Fazio, in arte DiegoKoi da http://www.danielascarel.it/blog/diegokoi-diego-fazio/

Ecco   che  Stavo  per  rispondere a  Libera Semprer    quand   miha  anticipato  l'ottima la risposta datagòo   da   Donatella Moretto  

ogni tanto bisognerebbe parlare con cognizione di causa, non tirare sempre l'acqua al proprio mulino sparando caz* a vanvera no, come si fa nell'articolo [https://www.galluraoggi.it/cronaca/tempio-sotto-choc-scomparsa-donna-26-dicembre-2022/] è meglio mantenere la riservatezza sull'accaduto. Con un minimo di intelligenza ci si può arrivare, ma quelli come lei vogliono incolpare i vaccini di ogni morte, che sia causata da malattia, incidente o scelta personale. [ leggi suicidio ] 

 che continuava   oltre  a  deriderla      quando  gli   si faceva notare    la  figuraccia      che stava  facendo  

ma  soprattutto   ad  insistere  sul fatto     che    la  morte    non era  morta  per   gli effetti  del  vaccino    ma perché  depressa   aveva  un a malattia  non curabile   (  fortunatamente  non mortale   ) e  con cui devi conviverci  come  la  Sindrome di Turner una patologia femminile che spesso le famiglie ed il partener maschile non accettano o fanno fatica a farlo . IL  fatto    è  che  molte   persone   che  ne  sono colpite   sono molto sensibili  dal  punto  di  vista  psicologico con difficoltà a fidarsi le porta a stare male  e fino a essere gravi    psicologicamente   . 



Quindi  cari complottisti abbiate rispetto e prima di sparare .... Pensateci  . Velo dice uno che diffida delle fonti ufficiali . Ma  quando si accorge egli fanno capire  che sta sbagliando  si fermava riflettere  e se vede che ha torto lo accetta e se ne fa una ragione Io resto veramente senza parole. L'insistenza di chi vuole fare associazioni di una morte tragica a fattori che nulla c'entrano. E nonostante le precisazioni continuare ad insistere insultando pure le persone, oppure prendendosi gioco di loro con la tecnica dello sfotto'. Io non so fin dove può arrivare la vostra amoralità e la vostra  la totale assenza di senso del rispetto per chi sta vivendo un immenso dolore. Possano avere la forza di sopportare questo macigno i genitori, e possa avere pace questa povera donna che per motivi personali ad noi ignori ha scelto di  porre fine ed alla siaesustenza, Per chi continua a commentare fuori luogo non posso che provare disgusto. Che sfottate pure  me, pazienza, non m',importa  granchè  . ma  non  che abbiate nessun senso etico \ morale o pietà, è ben più grave .
 
Con questo è tutto

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...