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21.4.21

Daniela Molinari L'infermiera malata di tumore che cercava sua madre per curarsi: "L'ho trovata ma ha rifiutato di aiutarmi "anche se la sua privacy e il suo diritto a non incontrarmi viene rispettato

  musica  in sottofondo 
Ballad of the absent mare - Leonard Cohen


Ma  si  puo' essere  cosi  cinici   nei confronti  di  chi  ha  quasi un piede  nella  fossa    e  l'ultima speranza  di vita  è legata  ai  tuoi  geni?   Si tratta del  caso  di  Daniela Molinari, 49enne comasca, ha bisogno di ricostruire la sua mappa genetica e per questo si è rivolta al tribunale dei minori, così da trovare la donna che la lasciò in orfanotrofio: ma la madre ha risposto che non vuole rivivere quel periodo brutto della sua vita .   Il mal genio  e l'egoismo di questa persona  , anche davanti  alla  possibilità e le  garanzie  che essa  ha    di mantenere  l'anonimato  , nel  rifiutare   anche  solo  di   poter  donare per essere  analizzato " una  goccia  del  suo  sangue  "   non  ha  limiti . È proprio  vero che Pietà l'è morta  come il titolo di  una  famosa  canzone    popolare  italiana
Alcuni\e mi diranno chi sei tu sei Dio per giudicare ? Io non sono nessuno  , ne  tanto meno  Dio  , ma a cui  rendono triste   queste storie  e  questi atti  di egoismo  . Capisco   è  comprendo  ( questa  volta  in tema   e a proposito  a  differenza  di quanto  ho fatto in precedenza ) la situazione  vissuta  dalla  donna   nel periodo in cui  intermedio  fra l'aborto clandestino  e la legge  194 . Ma  quando .🤬😢☠🔊  ti  è data la  possibilità   anche  di rimanere  anonima  e  che  viene  rispettata la   tua  richiesta  di  non incontrarti    per evitarti sofferenza   tale   rifiuto  mi sembra   un egoismo bello e  buono  .  
No riuscendo più a continuare  , mi vengono le  lacrime  agli occhi   per la  tristezza   e  mi sale  la bile   lascio  il raccontare   della  vicenda a   questo  articolo  di Lucia Landoni che  ha  scritto  gli altri  due articoli citati  sopra  prima dell'inizio dell'articolo odierno   su repubblica  online    d'oggi  

DI COSA STIAMO PARLANDO  

 











 













Da repubblica  del 21\4\2021

Daniela Molinari, 49enne comasca, ha bisogno di ricostruire la sua mappa genetica e per questo si è rivolta al tribunale dei minori, così da trovare la donna che la lasciò in orfanotrofio: ma la madre ha risposto che non vuole rivivere quel periodo brutto della sua vita




"Ti chiedo di ripensarci. Rifiutando di sottoporti a un prelievo di sangue, condanni me e le mie figlie, una delle quali ha appena nove anni. Condanni una famiglia": è il nuovo appello lanciato dalla 47enne infermiera milanese Daniela Molinari alla sua madre biologica, che la abbandonò subito dopo la nascita all'orfanotrofio delle suore di Rebbio, a Como. Daniela sta lottando contro un cancro che resiste alle cure tradizionali e i medici le hanno proposto di ricorrere a una terapia sperimentale per cui occorre la mappa genetica di almeno uno dei genitori.
"Per questo mi sono mossa per trovare la donna che mi ha partorito. Ora è stata rintracciata dal Tribunale per i minorenni di Milano, ma ha detto no. Si rifiuta di sottoporsi a quel prelievo, nonostante abbia ricevuto ogni garanzia possibile sul fatto che potrà mantenere l'anonimato - racconta Molinari - Non le chiedo di incontrarmi, ma solo di lasciare che le facciano delle analisi del sangue. Il suo rifiuto mi sembra davvero incomprensibile".
Nel 1973, quando partorì, la donna scelse di non far trascrivere il proprio nome nei documenti, chiedendo inoltre di cancellare tutti i dati sanitari, come all'epoca era lecito fare. La Procura per i minorenni di Milano, a cui Daniela Molinari si era rivolta nei mesi scorsi, ha però appurato che negli archivi dell'ospedale Sant'Anna di San Fermo della Battaglia (nel Comasco) esisteva la cartella clinica contenente l'originale dell'atto di nascita e lì il nome compariva. "L'hanno convocata, ma si è rifiutata di presentarsi e al telefono ha comunicato che per lei è troppo doloroso ricordare quel periodo della sua vita. Una posizione che fatico ad accettare perché mi sembra davvero troppo rigida - prosegue l'infermiera milanese - Mi dicono dal Tribunale per i minorenni che è in grado di intendere e di volere, quindi non può esserle imposto nulla, lo so bene perché lavoro in ambito sanitario. Però una legge che mette il diritto alla privacy di una persona davanti a quello alla vita di un'altra è assurda e sbagliata".
Per far arrivare a destinazione la sua richiesta d'aiuto, Daniela Molinari si era inizialmente rivolta al quotidiano la Provincia di Como e poi l'appello era stato rilanciato da Repubblica e da altri media: "Quando l'hanno chiamata dal tribunale, ha detto che si era riconosciuta negli articoli che aveva letto e che sapeva già che la stavo cercando. Semplicemente non voleva essere rintracciata" continua la 47enne, che ora ha scritto alla madre una lettera, pubblicata sul quotidiano locale comasco. "Mi chiedo come tu ti addormenti la sera - vi si legge - come fai a vivere sapendo che hai negato senza possibilità di ripensamento la cosa che ti è stata chiesta: un prelievo di sangue in totale anonimato organizzato secondo le tue regole e la tua volontà, che non andrebbe a cambiare nulla della tua situazione di vita attuale, perché nessuno saprebbe, e che a me invece consentirebbe di far crescere la mia bambina che ha solo nove anni e ha il diritto di avere al proprio fianco la sua mamma".

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