musica in sottofondo
Ballad of the absent mare - Leonard Cohen
Ma si puo' essere cosi cinici nei confronti di chi ha quasi un piede nella fossa e l'ultima speranza di vita è legata ai tuoi geni? Si tratta del caso di Daniela Molinari, 49enne comasca, ha bisogno di ricostruire la sua mappa genetica e per questo si è rivolta al tribunale dei minori, così da trovare la donna che la lasciò in orfanotrofio: ma la madre ha risposto che non vuole rivivere quel periodo brutto della sua vita . Il mal genio e l'egoismo di questa persona , anche davanti alla possibilità e le garanzie che essa ha di mantenere l'anonimato , nel rifiutare anche solo di poter donare per essere analizzato " una goccia del suo sangue " non ha limiti . È proprio vero che Pietà l'è morta come il titolo di una famosa canzone popolare italiana
Alcuni\e mi diranno chi sei tu sei Dio per giudicare ? Io non sono nessuno , ne tanto meno Dio , ma a cui rendono triste queste storie e questi atti di egoismo . Capisco è comprendo ( questa volta in tema e a proposito a differenza di quanto ho fatto in precedenza ) la situazione vissuta dalla donna nel periodo in cui intermedio fra l'aborto clandestino e la legge 194 . Ma quando .🤬😢☠🔊 ti è data la possibilità anche di rimanere anonima e che viene rispettata la tua richiesta di non incontrarti per evitarti sofferenza tale rifiuto mi sembra un egoismo bello e buono .
No riuscendo più a continuare , mi vengono le lacrime agli occhi per la tristezza e mi sale la bile lascio il raccontare della vicenda a questo articolo di Lucia Landoni che ha scritto gli altri due articoli citati sopra prima dell'inizio dell'articolo odierno su repubblica online d'oggi
DI COSA STIAMO PARLANDO
La donna malata di cancro che cerca a Como la mamma mai conosciuta per curarsi: "Una traccia nella sua cartella clinica" di Lucia Landoni26 Febbraio 2021
La donna che cerca a Como la mamma mai conosciuta: "I suoi geni possono salvarmi dal tumore" di Lucia Landoni13 Febbraio 2021
Da repubblica del 21\4\2021
Daniela Molinari, 49enne comasca, ha bisogno di ricostruire la sua mappa genetica e per questo si è rivolta al tribunale dei minori, così da trovare la donna che la lasciò in orfanotrofio: ma la madre ha risposto che non vuole rivivere quel periodo brutto della sua vita
"Ti chiedo di ripensarci. Rifiutando di sottoporti a un prelievo di sangue, condanni me e le mie figlie, una delle quali ha appena nove anni. Condanni una famiglia": è il nuovo appello lanciato dalla 47enne infermiera milanese Daniela Molinari alla sua madre biologica, che la abbandonò subito dopo la nascita all'orfanotrofio delle suore di Rebbio, a Como. Daniela sta lottando contro un cancro che resiste alle cure tradizionali e i medici le hanno proposto di ricorrere a una terapia sperimentale per cui occorre la mappa genetica di almeno uno dei genitori.
"Per questo mi sono mossa per trovare la donna che mi ha partorito. Ora è stata rintracciata dal Tribunale per i minorenni di Milano, ma ha detto no. Si rifiuta di sottoporsi a quel prelievo, nonostante abbia ricevuto ogni garanzia possibile sul fatto che potrà mantenere l'anonimato - racconta Molinari - Non le chiedo di incontrarmi, ma solo di lasciare che le facciano delle analisi del sangue. Il suo rifiuto mi sembra davvero incomprensibile".
Nel 1973, quando partorì, la donna scelse di non far trascrivere il proprio nome nei documenti, chiedendo inoltre di cancellare tutti i dati sanitari, come all'epoca era lecito fare. La Procura per i minorenni di Milano, a cui Daniela Molinari si era rivolta nei mesi scorsi, ha però appurato che negli archivi dell'ospedale Sant'Anna di San Fermo della Battaglia (nel Comasco) esisteva la cartella clinica contenente l'originale dell'atto di nascita e lì il nome compariva. "L'hanno convocata, ma si è rifiutata di presentarsi e al telefono ha comunicato che per lei è troppo doloroso ricordare quel periodo della sua vita. Una posizione che fatico ad accettare perché mi sembra davvero troppo rigida - prosegue l'infermiera milanese - Mi dicono dal Tribunale per i minorenni che è in grado di intendere e di volere, quindi non può esserle imposto nulla, lo so bene perché lavoro in ambito sanitario. Però una legge che mette il diritto alla privacy di una persona davanti a quello alla vita di un'altra è assurda e sbagliata".
Per far arrivare a destinazione la sua richiesta d'aiuto, Daniela Molinari si era inizialmente rivolta al quotidiano la Provincia di Como e poi l'appello era stato rilanciato da Repubblica e da altri media: "Quando l'hanno chiamata dal tribunale, ha detto che si era riconosciuta negli articoli che aveva letto e che sapeva già che la stavo cercando. Semplicemente non voleva essere rintracciata" continua la 47enne, che ora ha scritto alla madre una lettera, pubblicata sul quotidiano locale comasco. "Mi chiedo come tu ti addormenti la sera - vi si legge - come fai a vivere sapendo che hai negato senza possibilità di ripensamento la cosa che ti è stata chiesta: un prelievo di sangue in totale anonimato organizzato secondo le tue regole e la tua volontà, che non andrebbe a cambiare nulla della tua situazione di vita attuale, perché nessuno saprebbe, e che a me invece consentirebbe di far crescere la mia bambina che ha solo nove anni e ha il diritto di avere al proprio fianco la sua mamma".
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