16.4.21

per la stampa ,anche davanti all'evidenza dei fatti non è femmicidio - violenza su una donna . il caso di Maria La pia M5

 niente  d'aggiungere al post ( vedere   sotto )  di Patrizia   io non saprei dirlo meglio  .  Lo so  che potrebbe essere di parte  perchè  la   fonte  da  cui  ho ripreso il post  è  una sua  amica   e per  giunta   dello stesso partito  ,  ma  se  tale  post  si legge  senza preconcetti e pregiudizi   ci si  accorgerà    che :  1) ha ragione  ., 2)  quanto  riportato  è inoppugnabile 3 ) si capisce   che  c'è  ancora molta  strada  da fare  soprattutto  nei media   in ambito  di tali fatti . 4)   che non è  questione  d'essere  femminista  o  lottare    contro   tali fenomeni  .  Ma  ora basta  con il pippone    ed eccovi l'articolo  .  

da  

1 h 
Il 18 dicembre 2018, a Nuoro, una mia amica, viene aggredita da un balordo, nel parcheggio di un supermercato. Lei rimane a terra con un trauma toracico e le costole rotte.Immediatamente la stampa si scatena e così i social, perché la mia amica,
Mara Lapia
, è una deputata della Repubblica, è una donna che non appartiene ai salotti radical chic o massoni in cui si decidono le cose e non frequenta chi conta. È una che lavora con la schiena dritta e dà fastidio a quelli che non lo fanno. Mara viene letteralmente sommersa di fango. Viene accusata di essersi procurata da sola l'aggressione, compaiono testimoni, tanti, a dire che non era manco stata toccata, che lo aveva provocato lei, che era inciampata sui tacchi (non ne aveva, come risulta dai video della sorveglianza). All'interno stesso dei gruppi di lavoro del suo partito, viene costantemente bullizzata da un gruppetto di decerebrati miracolati con battute ossessive sulla vicenda. Oggi sappiamo dai giornali che l'imputato ha chiesto il rito abbreviato. Oibò.Il rito abbreviato consente ad un imputato lo sconto di un terzo della pena, e non prevede che compaiano testimoni in aula. Quindi, il balordo non era proprio certo di essere assolto e i testimoni non c'erano. Ma come? Nonostante la Nuoro bene pronta a parlare, i testimoni, i video della sorveglianza che escludevano la sua responsabilità, le cassiere che probabilmente erano tutte lì quel giorno, il famoso audio farlocco dell'infermiera che raccontava minuto per minuto di essere lì a vedere, l'imputato sceglie di non avvalersi di tutte queste prove, per poi ricorrere, invece, al rito abbreviato? E perché? Dai che ci arriviamo insieme: perché nessuna di quelle prove lanciate allora come verità incontrovertibile è vera. Perché i video hanno dimostrato l'assoluta genuinità della Lapia, perché i testimoni che hanno detto di esserci hanno ritrattato e non ci sono più, perché l'infermiera che aveva fatto diventare virale quell'audio ha ritrattato la sua posizione, e alla fine ieri mattina, in aula, a volere quel processo non poteva essere altro che la vittima, la Lapia, mentre tutti gli altri sono scappati come conigli. A partire dall'imputato che non si è nemmeno presentato in aula. Perché quei testimoni, quell'infermiera, tutti quelli che erano certi, in aula non avrebbero potuto sostenere quelle cose, pena l'essere rinviati a giudizio per falsa testimonianza. Mi aspettavo che almeno oggi i giornalisti avrebbero recuperato almeno un po' di dignità, dopo quanto scritto su questo episodio anni fa. Così come perseguitarono lei allora, millantando, brutalizzando la faccenda, avrebbero potuto riservare lo stesso trattamento all'imputato. "Perché fuggi? Dove sono le prove che dimostravano la tua innocenza? E tutti i testimoni? Perché hai chiesto il rito abbreviato?". Invece niente. Mi sarei aspettata anche che i soloni che avevano linciato una donna per il fatto di avere subito violenza, e che l'avevano linciata perché mai seduta nei loro salotti, avanzassero qualche scusa, se non altro per i modi e i toni con cui l'avevano offesa. Invece niente. Quindi ieri Mara era presente in aula, dopo essersi opposta all'archiviazione, esattamente come tutti quelli che dicono la verità e credono nella Giustizia.Gli altri si sono già dileguati come lepri. Che è la solita storia quando si parla di violenza su una donna. Però che vergogna eh. All'inizio tutti leoni, e poi, coglioni.
*La stampa riporta, ancora oggi,




l'aggressione come una botta alla mano e un cellulare graffiato. Niente, non ce la fanno, neppure davanti agli atti e ai referti. Non sanno leggere nemmeno un processo, figuriamoci scriverlo.

Nessun commento: