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27.10.13

spesso i musicisti più bravi sono quelli senza etichetta e chi si auto producono il caso del chitarrista roberto palmas

vedere  anche
in questa  settimana , ho ascoltato ( meno male  che  era un cd   , altrimenti avrei consumato il disco   e\o la puntina  )  i due  cd   solisti   : Lo spirito   della terra  e mani come nuvole   del chitarrista   Roberto Palmas  . Egli  sa mantenere i toni calmi e chiari, senza arrabbiarsi troppo, soffrendo ma non agonizzando. in cui Roberto intende restituire alla chitarra il meritato ruolo di protagonista che spesso le è stato sottratto. In quest'ultimo disco, firma egli stesso tutti i brani maturando l'avvicinamento alla tecnica compositiva già iniziata precedentemente.

Lo "SPIRITO DELLA TERRA" è dedicato alla memoria della grande ballerina Isadora Duncan (1877-1927), autentica pioniera della danza moderna e donna dalla personalità visionaria e trasgressiva i cui ideali sull'arte e sulla musica sono stati fonte di ispirazione nella creazione di questo disco. La pubblicazione di questo lavoro, seguita da diverse esibizioni sia da solista che con piccole formazioni, riscuote un'accoglienza molto favorevole, testimoniata da vari articoli presso la stampa, e da recensioni su alcune riviste specializzate nazionali.


Mani  come nuvole

   <> da  facebook più  precisamente  https://www.facebook.com/events/342188995910556/

 

In entrambi  i cd  Roberto    si dimostra  un chitarrista difine bravura strumentale, capace di rileggere con la sua chitarra acustica, in modo discreto ed elegante anche pagine più che famose di Villa Lobose Francisco Tarrega (rispettivamente la celeberrima Choros n.1 ,  Isabel ,Lagrima ),rendendo manifesta una vera passione rispettosa per Quique Sinesi del cui repertorio vengono riproposti ben quattro brani: Solo, Estudio para pua n.2, Cancionen nueve, Cascadas
Complessivamente  .Un  Tocco leggero, quasi di velluto,precisione nell'arpeggio e buona esecuzione in Roberto Palmas si accompagnano all'esecuzine . << la nota più interessante  di un album, tutto sommato assai gradevole e che sul piatto scivola molto bene la una bella vena compositiva. >>  (  Walter Porcedda   la nuova  02 ottobre 2002 )  .
I suoi  tre  (  io ne  ho ascoltato due  , ma  basta  ed  avanza  per  esprimere  un giudzio    globale  )  cd sono di   buon livello.  le  canzoni  più belle  ?   del  secondo  Japa, Microtango, Guardando lontano ., del primo  viaggio  , desiderio   arc  en ciel  . Ho viaggiato   tra echi latini e sardit, insomma  un pensare globale   agire locale   cioè guardare   avanti  ma  senza   gettare ialle ortiche il  proprio passato  \  la  propria  cultura   , le proprie   radici  . Indìsomma  : <<  tre piccole perle di un musicista da tenere d'occhio. >>  secondo Walter Porcedda, le  potenzialità ci sono  .
 Unica pecca  , ma  non toglie  spontaneità , freschezza , talento è che  pur  avendo   tutte le caratteristiche  , è  quello di rimanere  limitato  all'auto produzione e  ad essere senza  etichetta   e  non   andare oltre  un pubblico di nicchia  e di specialisti   Infatti per potermi  procurare  i  suoi  cd   ho dovuto fare  i salti mortali ed  grazie  a  un amico musicista    sono riuscito  a trovare la  sua associazione  e da li mi  ha  contatto lui  . Me ne serviva  solo uno  da regalare , ma lui  è stato gentilissimo   e mi  ne  ha  fatto avere  due  )  i  suoi  cd   ho dovuto fare  i salti mortali ed  grazie  a  un amico musicista    sono riuscito  a trovare la  sua associazione  e da li mi  ha  contatto lui  .
Quindi  se   riuscite  a  procurarveli non ve ne pentirete

9.11.12

Le launeddas Lo strumento-simbolo della cultura musicale isolana




per  saperne  di più
  fonte  unione sarda del  9\11\2012 


Ero solo un ragazzino quando ho sentito per la prima volta il suono delle launeddas. Mi trovavo in campagna e,per caso,mi sono imbattuto in un suonatore,Vincenzo Piroddi. Fu in quel momento che mi innamorai pazzamente dello strumento e della sua affascinante melodia.Ero solo un ragazzino quando ho sentito per la prima volta il suono delle launeddas. Mi trovavo in campagna e,per caso,mi sono imbattuto in un suonatore,Vincenzo Piroddi. Fu in quel momento che mi innamorai pazzamente dello strumento e della sua affascinante melodia.

da     https://www.facebook.com/launeddasscuola.dionigiburranca/photos_albums

Qualche settimana fa ha festeggiato  l’ottantesimo compleanno. Ottant’anni ben suonati per il musicista che ha fatto conoscere le launeddas nel mondo. Luigi Lai è un monumento vivente della musica di tradizione orale.
«Quando si pensa alla musica della tradizione sarda -spiega l’etnomusicologo Marco Lutzu - i primi strumenti che vengono in mente sono senza dubbio le launeddas, tra tutti i più amati dai sardi e conosciuti fuori dall’Isola.Semplici nella fattura ed estremamente ricche nel repertorio, le launeddas continuano a essere un’immancabile presenza nelle diverse occasioni in cui,nella Sardegna meridionale,la musica di tradizione orale viene ancora oggi praticata». Luigi Lai con le sue inseparabili  launeddas partecipa a tutte le grandi manifestazioni religiose (è il suonatore ufficiale della festa di Sant’Efisio ) e continua a tenere concerti in tutto il mondo nei teatri più prestigiosi. Lo chiamano giustamente e rispettosamente maestro.Ha raccolto l’eredità dei grandi suonatori del passato, ma è riuscito a creare un suo stile.«Allora non c’erano molti soldi - racconta Luigi Lai - perciò dovetti insistere a lungo con i miei genitori perché mi comprassero le launeddas e mi pagassero le lezioni quotidiane a casa di Antonio Lara, celebre suonatore di Villaputzu. Si può dire che sono cresciuto al suo fianco: per cinque anni sono stato come la sua ombra, dove c’era lui io non mancavo mai.A Cagliari,ho avuto occasione di studiare con un altro gigante delle launeddas originario di Villaputzu,
Efisio Melis. Nonostante avessi cominciato già da tempo a esibirmi in feste e serate in piazza, ogni giorno mi esercitavo per ore nella sua casa di via Barcellona»
 Tumbu,mancosa, mancosedda, respirazione circolare e un suono originale: sono alcune caratteristiche dello strumento musicale sardo più conosciuto nel mondo. «Il materiale principale di cui sono fatte le launeddas è la canna - spiega Marco Lutzu - con questa specie vegetale vengono realizzati sia i tre tubi, sia i piccoli cannellini su cui vengono incise le ance. I costruttori utilizzano due differenti specie di canna: con la prima,denominata dai suonatori canna mascu (canna maschio) si realizzano i due tubi muniti di fori digitali,mentre la seconda,detta canna fèmina (canna femmina) viene impiegata per la realizzazione del tumbu, la canna priva di fori,e dei cannellini con le ance».

I costruttori di launeddas (che spesso sono gli stessi musicisti) per realizzare lo strumento oltre alla canna utilizzano anche lo spago. «In passato - conclude Marco Lutzu - si utilizzava esclusivamente quello di fibra naturale che veniva impermeabilizzato con un amalgama a base di pece, mentre oggi sempre più spesso i costruttori preferiscono quello sintetico».

                                  Francesco Pintore

Oltre  Luigi  lai  e  i suoi maestri   (  Efisio Melis e Antonio Lara   )    l'uso   delle  Launeddas  è   praticato anche di tanti altri musicisti,  personaggi del calibro di Giuseppe Sanna, Emanuele Lara, Giovanni Murtas e Dionigi Burranca per il passato  . Per la  scena   attuale   Spazio quindi ai suonatori: Efisio  Zuddas (Donori), Andrea  Pisu, Giancarlo  Seu  e Tore  Trebini  (Villaputzu),Stefano  Pinna  (Cabras), Roberto  Corona  (Quartucciu),Sergio  Lecis  (Assemini) e Giampaolo  Lallai   ( Cagliari).Fra  i costruttori perchè oltre che un strumento  è  anche artigianato  Antonello  Ghiani  (Assemini), Gianfranco  Mascia  (Villaputzu), Rocco  Me-lis  (San Vito), Pitano  Perra   ( Maracalagonis).

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...