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18.10.24

Semestene ha aumentato il n degli abitanti sono 123 grazie alla nascista della sardo cinese Landhe Yu .,Lo chef Leonardo Barberio «Era il momento di tornare a casa e di mettermi in gioco»

 Lo so che  tali  articoli  potranno  sembrare  ovvi e  scontati  ,  ma  in una  regione        del  sud  o  centro italia      ,  dopve  l'interno  si spopola   a  scapito delle    dei grossi  centri delle   coste  o   s'emigra    tali notizie  \  storie     sono  importanti  . 

  da  la  nuova  sardegna   18\10\2024

La piccola Landhe Yuèstata partorita incasa ed è diventata la 123esima abitante del paese  Sui tetti di
Semestene  ritorna la cicogna  dopo 57 anni di attesa Giovedì scorso è nata in casa la piccola Landhe Yu  Dal 2010 nel paese solo 4bambini e nessun parto domestico  La sindaca: «Ogni nuovo  arrivo rappresenta  perla comunità  un dono prezioso . È la vita che sboccia» 


Semestene 
Si chiama LandheYue già il suono  sta per raccontare una storia, che mette insieme la  Sardegna con l'oriente più  estremo, Cina e Mongolia.Se poi si aggiunge che la bimba è nata inuno dei paesi più piccoli della Sardegna e che lo ha fatto non in  una fredda stanza di ospedale, ma fra le mura di casa sua, 57 anni dopo l’ultimo parto domestico nel paese,la storia si fa ancora più in teressante. La piccola è diventata la 123esima abitante di Semestene, piccolissimo comune del Meliogu, il 10 ottobre alle 10 di sera.I genitori sono Antonio Sotgiu, semestenese, e Jean Se-Jing, nata negli Stati Uniti e di origini sino-mongole. Il nome della  bimba mette insieme il sardo landhe, ghianda, con un omaggio ai nonni materni

                                                   una veduta  del piccolo  centro del Meilogu             


che furono storici cineasti cinesi. A dare la notizia  dell'arrivo della piccola Landhe Yu sono stati proprio i due genitori, che hanno affisso sul balcone di casa, nel quartiere di Cantara Jana, un cartello con su scritto semplicemente:“Est nada”. Antonio e Jean si sono conobbero durante  un progetto di agroecologia e arte e decisero di vivere nel piccolo paesino, ponendosi fin da subito l’obiettivo del parto in casa.«Lagravidanza di Jean è stata seguita e monitorata dai servizi ospedalieri — spiega il marito, ma durante tutto il periodo abbiamo ricevuto l'’accompagnamento di due ostetriche straordinarie, Viola Usai e Silvia Collu, che da anni lavorano in tutta l'isola per assistere le famiglie di genitori che vogliono far nascere i propri figli in casa. A loro va tutta la  nostra riconoscenza». Tra professionisti e neo genitori si è creato subito un legame strettissimo, come racconta Viola Usai: «Ci siamo conosciuti a Oristano, la scorsa primavera. Ho raccontato a loro di me e di come lavoro con le coppie insieme alla mia collega Silvia Collu. Ho spiegato che seguiamo un percorso fatto inizialmente di incontri mensili che poi si fanno  più frequenti. Creiamo un rapporto di fiducia reciproca, conosciamo le famiglie e le case dove avvengono i  parti. Da quell'incontro  Jean e Antonio sono andati via con il desiderio più forte di voler vivere a casa la  nascita della loro bimba. Daliè iniziato il percorso  con Silvia, fatto di incontri periodico fino all'alba del  10 ottobre, quando mamma Jean e la piccola Landhe Yu hanno iniziato il loro  viaggio insieme, seguendo  il ritmo delle contrazioni  che, come onde, hanno accompagnato dolcemente  questa bimba su questa ter ra, avvolte e coccolate dalle braccia, dalle mani, dalle parole e dall'emozione di  babbo Antonio fino alle 22, quando èatterrata fra le nostre mani».  A gioire con la famiglia è  l'intero paese rappresentato dalla sindaca Antonella  Buda: «Ogni nuova nascita  rappresenta perla comunità undono prezioso. È la vita chesboccia, fonte di speranza e promessa di futuro. Landhe Yu arriva nella nostra piccola comunità a distanza di un anno dall’ultima nascita». Nel piccolo  centro del Meilogu, le nasci tesono eventi speciali: «Andando a ritroso, dopo il gioioso evento del 2023, dobbiamo arrivare al 2021 per trovare un nuovo nato, poi il 2015 e infine al 2012. Però oggi con altrettanta gioia salutiamo e diamo il benvenuto alla piccola Landhe  Yu. A nome dell'amministrazione comunale e della  comunità di Semestene auguro a lei e ai suoi genitori una vita lunga e felice, circondata dall'affetto dei suoi cari».
Le reazioni: «Siamo felicissimi, è il simbolo della rinascita» Un uomo sulla quarantina, in evidente silenzio stampa, intento a fumare una sigaretta sui gradini di casa, alla domanda se avessesaputo della

uno  dei    tanti  murales      di semestene  qui  gli altri  
semestene murales - Cerca Immagini (bing.com)
bella notizia risponde con un lapidario cenno affermativo con il capo . Un'altra signora, evidentemente informata sui fatti, liquida la questione con un ieratico: «Eja, già lo sappiamo!». Ci pensa, la guida alpina (non autoctona) Marco Corti, che possiede una casa a Semestene e passa diversi periodi dell’anno in paese, a riaccenderel’entusiasmo: « Finalmente! Siamo contentissimi e speriamo che sia indice che qualcosa sta cambiando. Noi ci mettiamo del nostro, abbiamo organizzato da poco una tre giorni dedicata alle esplorazioni, e alla visione di documentari sul conspe- leologi e docenti universitari e in conclusione una cena offerta a base di polenta taragna, c'è stata grande partecipazione. Questo paese merita tanto». Ed eeffettivamente il paese merita: pulito, accogliente e decorato dai bellissimi murales di Pina Monne, che sve- lano un'anima vagamente artistica del luogo. Inoltre il piccolo centro è dotato di un’area camper, un anfiteatro e una piscina comunale Quella che non è presente invece, è la linea telefonica e figurarsi quella internet. Mancanze che riportano agli anni in cui era nata in casal’ultima semestenese, esclusa Landhe Yu. E alla guida aplina Marco Corti fa coro l'indispensabile cicerone Enzo Piu, gestore del bar: «Nel paese ultimamente ci sono tanti eventi culturali e non solo, una delle ultime serate di karoke del mio locale ha visto la partecipazione di 120 persone. Inoltre abbiamo ospitato la presentazione del libro di Vindice Lecis “L’Alternos-il romanzo della sarda rivoluzione”». Il bar, come in tutti i piccoli paesi, è il perno sociale su cui ruota tutta la vitalità del paese: «Semestene si trova in una via di mezzo,adappena 6chilometri dalla 131, dunque riusciamo ad intercettare tutti i ragazzi dei paesi, è fondamentale che in qualche modo ci incontri e nonsi perda la voglia di incontrarsi, punto a far diventare il locale un centrosociale, è l’unico modo. Il paese è stato infatti fortemente colpito dallo spopolamento, e dagli anni '60 a oggi si è passati dai circa 600 abitanti ai poco più di 120, enon tutti sono residenti, però resistiamo» conclude Enzo Piu. Ma

 N.B scusate ma ho oco tempo per estrapolare il testo dal pdf


  sempre  sullo stesso  tema     è  la  storia   riportatami  via  watsapp    dall'amico   Emiliano Morrone     di san giovanni  in fiore  piccolo paese  della  calabria 

 da  Emiliano  Morrone  

Buongiorno per tutto il giorno. Sul Corriere della Calabria è appena uscita la storia di Leonardo Barberio, chef di San Giovanni in Fiore che ha studiato e lavorato fuori regione, dall'Inghilterra al Trentino, con il desiderio di aprire un ristorante a casa sua. Il suo sogno si è infine realizzato: il giovane ha comprato e ripreso un locale nel centro storico della città silana, nel suggestivo quartiere "Curtigliu". Dopo tanti sacrifici e anni di emigrazione, questo ragazzo è rientrato e ci ha raccontato la sua scelta, i suoi obiettivi. È una storia di volontà, tenacia, passione per il mestiere. Leggete e condividete, è servizio pubblico del Corriere della Calabria

la lente di emiliano

«Era il momento di tornare a casa e di mettermi in gioco»

Lo chef Leonardo Barberio: «Per me il ritorno era rimasto un pallino fisso, non avevo mai dubitato delle mie intenzioni né perduto la meta del Sud»

Pubblicato il: 18/10/2024 – 10:25
            Emiliano Morrone  


«Ero rimasto con soli 1000 euro, avevo speso tutti i risparmi per aprire un ristorante a casa mia, il sogno della vita». Occhi vivi, volto disteso, lo chef Leonardo Barberio, trentaseienne, sorride e si racconta mentre sorseggia un caffè cremoso in un locale à la page di San Giovanni in Fiore, di cui è originario. Da adolescente, Leonardo aveva lavorato in diverse cucine del Crotonese, per guadagnare i soldi necessari allo studio e all’aggiornamento continuo; a conoscere indirizzi, culture e orizzonti della gastronomia; ad acquisire le basi idonee a lanciarsi nella ristorazione in proprio. Sacrifici, consapevolezza, visione. E la «doppia sfida personale»: viaggiare in modo da formarsi bene e poi rientrare nella propria terra per contribuire alla crescita collettiva con una cucina originale di qualità, successo, richiamo.
Diplomato all’istituto alberghiero di Soverato, nel 2007 il giovane parte per Coventry, in Inghilterra, insieme al suo amico Cristian, altro sangiovannese. È un’occasione d’oro per impratichirsi, perfezionare la lingua anglosassone, incrementare le entrate e capire le abitudini degli inglesi: ai fornelli, a tavola, nel quotidiano. Nel 2009 Leonardo si iscrive all’Alma, scuola internazionale di Cucina italiana ubicata nel palazzo ducale di Colorno (Parma) e a lungo diretta dal grande Gualtiero Marchesi. Lì il ragazzo impara che ogni piatto si crea, come diceva Marchesi, «partendo dal perché» e comprende l’importanza delle materie prime per il palato e il benessere del cliente. Poi si concentra sugli impasti, tra i fondamenti della cucina, e ne sperimenta regole e segreti, affascinato dalle loro alchimie.

Lo chef Leonardo Barberio

Il percorso

Leonardo completa il percorso all’Alma e, data la reputazione della scuola, subito viene chiamato nell’area del Garda: dalla storica Bardolino all’incantevole Sirmione e oltre. Dopo trova posto a Verona e più avanti in varie località del Trentino-Alto Adige. «Avevo alle spalle – precisa lo chef – 14 stagioni estive e otto invernali: una fatica immane perché gli orari dell’estate erano quasi ininterrotti e dovevi essere efficiente ed efficace ogni giorno. Era il momento di tornare a casa, di costruire il mio futuro a San Giovanni in Fiore, di mettermi in gioco, di portare nella mia comunità tutto il bagaglio personale di saperi, sapori, idee e motivazioni legato alla mia progettualità. Per me il ritorno era rimasto un pallino fisso, non avevo mai dubitato delle mie intenzioni né perduto la meta del Sud».
Sentire queste parole fa effetto, soprattutto davanti all’incertezza del presente, allo spopolamento delle aree interne, ai giudizi prevalenti sulla Calabria; in cui, va riconosciuto, in genere si preferisce l’assistenza pubblica all’intraprendenza privata. Nel 2015 Leonardo era rimasto colpito da un ristorantino che affaccia sull’Abbazia florense di San Giovanni in Fiore, dove aveva cenato con amici. Gli era piaciuta la posizione, l’odore di antico del quartiere “Curtigliu” – a forma di spirale come il Draco magnus et rufus di Gioacchino da Fiore – e delle mura del locale, già oggetto di ristrutturazione. Nel 2019, lo chef avvia la trattativa per comprare l’immobile e la licenza. A febbraio 2020 conclude l’accordo, poi arrivano il Covid e lo stop forzato. Pertanto, con un investimento di circa 100mila euro, il giovane riattrezza la cucina e realizza un forno di sua progettazione per proporre la pizza contemporanea, che, spiega, «si basa su nuovi sistemi di impasto e, per quanto mi riguarda, sulla selezione e lavorazione delle farine». Tuttavia, Leonardo deve attendere il Primo maggio 2021, per iniziare l’attività. «Non c’era data migliore per festeggiare il valore del lavoro», commenta. Era ancora il periodo delle mascherine, dei timori, dei cibi da asporto. «Ma – ricorda il ragazzo – avevo una fila interminabile, all’esterno, per la leggerezza, la fragranza, la digeribilità e la bontà della mia pizza».


La valorizzazione del territorio

Da allora, lo chef – anche grazie al laboratorio ricavato di fronte al suo ristorante – crea abbinamenti con prodotti del territorio, punta sul biologico, prepara tortellini, tortelloni, ravioli e raviolacci ripieni di selvaggina, carne di struzzo, ricotta di capra e porcini, funghi disidratati e

fermentati. Ancora, Leonardo inventa particolari farciture delle pizze, prosegue la ricerca sugli impasti, parte spesso per frequentare corsi specifici e ha pronto il «”forno verde” con gli ortaggi della zona, coltivati secondo la tradizione contadina del luogo». Il suo piatto forte è però «il padellino», ispirato dai consigli della nonna Barbara, che gli aveva descritto una pietanza tipica degli abitanti di Lorica, in cui l’anziana viveva in mezzo alla natura. «L’ho ricreata – chiarisce lo chef – impastando farine di ceci e grano, tassativamente biologiche. La cottura avviene poi al vapore, all’interno di un tegamino. È un lievitato alternativo che condisco intanto con porcini, culatta di suino nero, scaglie di tartufo, una mousse di pecorino e una riduzione di basilico. Ho battezzato le sue versioni principali con i nomi “Da dove veniamo” e “Ricordo di infanzia”, per ribadire che il futuro dipende dal passato».

Emigrazione, volontà, ingegno, carisma

Pieno di stupore per la propria terra, Leonardo è aiutato da alcuni giovani, tra cui Desirée, ragazza salernitana innamorata della Sila; Luigi, cantautore ed ex cameraman della tv nazionale; Alessandro, che in località Serrisi si dedica, nel tempo libero, all’agricoltura di nicchia privilegiando la patata a pasta viola. Il gruppo è affiatato «e – sottolinea lo chef – partecipe degli sforzi incessanti per elevare la qualità del servizio, l’unico obiettivo di chi crede che il lavoro renda liberi». Leonardo ha una biografia di emigrazione, volontà, ingegno, carisma. Di amore per le radici. A San Giovanni in Fiore e dintorni è un periodo felice nel campo della ristorazione. Lo chef Antonio Biafora ha confermato la stella Michelin e ottenuto quella verde per l’impegno nella sostenibilità ambientale. Studio, cura dei dettagli, coraggio e determinazione si stanno imponendo in questo settore. Oggi esiste una marcata consapevolezza delle potenzialità turistiche e ricettive della Sila, favorita dalla competizione costruttiva tra giovani professionisti, che si stimano a vicenda e collaborano fra di loro. Vincenzo Ammirati, per esempio, è un pizzaiolo che si è fatto notare al Festival di Sanremo e Federica Greco, di cui avevamo scritto (leggi qui), è un’apprezzata pasticciera nel panorama italiano. Sono ragazzi che sognano lo sviluppo sostenibile del territorio, che lavorano per questa causa. Senza rumore, senza paura, senza complessi di inferiorità. (redazione@corrierecal.it)

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12.9.16

Adele Madau Odissea Concerto di Suoni e Sapori Premiere pirri 9.9.2016



Intervista ad Adele Madau, realizzata a Barcellona il 26 aprile 2009 nell'ambito della ricerca "Migrazioni-In viaggio verso i migranti di Sardegna" © www.deisardinelmondo.it
https://www.youtube.com/watch?v=uBmSvwhiRFY  I parte
https://www.youtube.com/watch?v=j4UaLZmOytg  II parte





Ora non potendo   fisicamente    andare  a  vederla ,  sono  3 ore di macchina più le spese  per  dormire  li  Ho deciso  di  intervistarla . visto   e  considerando l’originalità delle musiche create  da  lei  Cena e concerto di violino, come andare a teatro e avere la possibilità di appagare non solo l’udito ma anche il palato.
http://www.eko.cat/portfolio/  più precisamente qui 
 L'evento    si terrà Venerdì 9 settembre dalle ore 21:00 a Casa di Zia Ines, via Socrate 15 Cagliari - Pirri  ). Credo che  La  violinista  e  cuoca  Adele Madau  sta creando da  diverso   tempo  un innovazione  in ambito  culinario  e  musicale   fondendo insieme  a musica  e  cucina ora   aggiungendovi la letteratura più precisamente  leggendario viaggio di ritorno di Ulisse a Itaca. Ogni piatto e la sua composizione musicale raccontano un episodio dell'odissea
ecco  la mia  intervista

1) quali sono i tuoi punti di riferimento culinari e musicali oltre al Cooking jazz (time jazz 2006) una delle  più belle  , a mio avviso , edizioni di time jazz ?

Il cooking jazz non é stato un mio punto di riferimento. Avevo creato precedentemente questo format di spettacolo.
Paolo era molto interessato e ha avuto il mio progetto ma poi forse si é dimenticato di invitarmi anche perché immagino che abbia miglaia di proposte e io non mi sono fatta piú sentire. Non mi piace mischiare l'amicizia con il lavoro.
Il mio punto di riferimento culinario sono i miei genitori e le mie zie, oltre che i numerosi cibi di varie etnie che ho potuto assaggiare nei miei viaggi di lavoro, ormai in tutto il mondo.
Ma ció che mi ha dato l'idea di creare uno spettacolo che possa stimolare allo stesso tempo tutii e 5 i sensi degli spettatori, valorizzando i sensi meno usati nella creazione artistica, come l'olfatto e il gusto e esaltandoli con la música in vece che con la vista, é stata l'esperienza con il grande regista e inventoredel teatro sensoriale,Enique Vargas, con il quale ho lavorato a bologna nel 2000.
 2) come è nata l'idea di unire , oltre alla cucina , anche la letteratura classica in questo caso l'odissea ?
In effetti nel nuovo CONCERTO DI SUONI E SAPORI, l'Odissea il testo é usato solo come suggerimento. Solo alcune brevi frasi sono inserite nel contesto musicale. Parlano dell'odissea ma non sono di Omero. 3 frasi sono tratte dalla poesia “Itaca” di Kavafis e una frase é tratta dalla canzone “il canto delle sirene di De Gregori.
Alcuni episodi dell'Odissea mi hanno ispirato la creazione delle ricette e la drammaturgia di ciascun piatto e della música. Si potrebbe dire che ogni piatto racconta un episodio dell'odissea (l'isola dei lotofagi, il canto delle sirene e Polifemo) attraverso odori, suoni, sensazioni tattili e suoni
3) Ti fermerai oltre al classico Omerico oppure faria altre incursioni in ambito letterario che permettonmo similicontaminazioni si pensi Gargantua e Pantagruel di Rabelas ? e quale ti piacerebbe rapressentare ?
Faró un'altra cena su altri episodi dell'odissea perché é molto stimolante, piena di metafore e interpretazioni trasversali
4) vedendo questo video https://vimeo.com/57911735 puoi descriverci come fai a suonare e a cucinare contemporaneamente ?
Ci lavoro duramente dal giorno prima per preparare giá una parte delle cose da cucinare. Per esmpio il dolce e le salse. Poi durante la cena cucino praticamente solo la pasta e per il secondo ci pensa il forno. É molto duro peró ce la faccio. D'altronde ció che distingue il mio progetto da altri simili é proprio la profondita e la apertura dell'immaginario che ti da il fatto di respirare e cucinare i piatti per i quali crei la música. Comunque alcune volte ho un aiuto cuoco che impara le mie ricette.
5) visto che hai dato origine con il format chiamato concerto di suoni e sapori a tali iniziative come ci si sente ad essere pionieri di simili generi ?
Mi sento felice e orgogliosa perché mi rendo conto che la gente esce da questa esperienza veramente
emozionata e arricchita. A volte quando suono o creo música per esempio per un concerto penso: “ non é indispensabile che io suoni e che faccia la mia música, c`´e gente che suona molto meglio e scrive o ha scrittomusica molto piú bella” penso che alla fine lo faccio solo per mio bisogno, per esprimermi e anche perché él'unico lavoro che so fare. Invece quando creo e interpreto un concerto di suoni e Sapori penso che sia importante farlo e che sia importante per la gente partecipare.
6) visto la tua poliedricità artistica oltre a cene sensoriali quali sono i tuoi altri progetti artistici e musicali ?
Io da sempre mi occupo di creare música per la danza contemporanea . Sono direttrice musicale e interprete di molte delle coreografie di Sol Picó e Vero Cendoya ( due coreografe catalane molto importanti) Con i loro ultimi spettacoli stiamo girando un pó il mondo. Il mio progetto artistico é continuare a girare il mondo facendo il mio lavoro. Altro progetto é creare un duo violino chitarra e voce per eseguire alcune canzoni che ho scritto su poesie sarde. Poi ho il progetto di realizzare una versione multidisciplinare dell'inferno di dante nel molo di un porto. Cmq progetti en penso 1 alla settimana, solo che tra il dire e il fare cé di mezzo il mare.
7) oltre a le ricette e le preparazioni culinaruie di tua invenzione fai anche , ovviamente applicandovi la musica , cucine tipica \ tradizionale della tua terra ?
Nei miei menú cè sempre un richiamo alla Sardegna , in particolare in “ALBUM di FAMIGLIA” e “ALDILÁ DELMARE” rivisito ricette dellla tradizione sarda o inserisco prodotti sardi.
8)  in una intervista  a http://www.notizienazionali.net/  hai dichiarato :
<< (...)  

Le sue cene a cosa s’ispirano? Al mare, ma faccio anche delle cene vegane, considerando che la richiesta è iniziata ad aumentare. La decisione di fare
delle cene a tema vegane e non vegetariane e che il vegetariano mangia cibo vegano, mentre il vegano no.
(...)  
Ora  non è che non ti sembra un luogo comune , quando dici << il vegetariano mangia cibo vegano, mentre il vegano no. >> visto che ad esempio io ho un amico vegano ma che mangia anche vegetariano . e spesso tra amici facciamo delle cene
vegetariane , anche se non mancano visto che è una compagnia mista dei cibi din carne e pesce , dove l'amico vegano mangia anche dei piatti vegetariani .


Non sono molto esperta di questioni vegane e vegetariane, quindi si, probabilmente é un luogo comune, non lo so, a me hanno spiegato che i vegani non mangiano cibi di provenienza animale mentre i vegetariani per  esempio mangiano il formaggio solitamente. Ho anche una cliente vegana che peró mangia pesce crudo...scusa  l'ignoranza peró non ci capisco niente. Cmq gli amici vegani, vegetariani e anche tutii gli intolleranti a particolari  cibi, sono benvenuti alle mie cene. Preparo loro sempre qualcosa a parte, cercando il piú possibile di matenere  la drammaturgia del piatto.

 Ora saltando di paolo in frasca

9 ) visto che sei famosa ormai che ne diresti di rientatre fissa in sardegna e di riportare tutto a casa evitando di :
«Torno in Sardegna spesso, anche in estate, ma evito agosto perché mi viene da piangere ». Adele Madau, artista cuciniera-musicista, parla dei ritorni. "Spiaggia di Villasimius, Campu Longu si chiama; mi è capitato di rimanere in piedi,asciugamano tra le braccia, non c'era un metro quadrato per poggiarlo, neppure sulle rocce. Non sto esagerando. Poiodio questo: che permettano distese fisse di ombrelloni, notte e giorno. Ombrelloni e lettini. Per me in Sardegna
dovrebbe essere proibito. Non dico di tornare indietro, le cose cambiano, sono servizi che producono reddito. Ma nel
litorale di Torvaianica se vuoi l'ombrellone lo piazzano al momento e al tramonto levano tutto. Lo so che è lavoro in più,
però ci deve essere la possibilità, almeno in una parte della giornata, di vedere la spiaggia libera. Che è bella, e in fin dei
conti é un bene di tutti? >>

come ha dichiarato alla alla nuova sardegna del 4.9.2011
E poi la Sardegna  non è solo spiagge 


Famosa? Il mondo é grande, per me famosi sono per esempio i rolling stones.
Tornare in Sardegna é una buona idea, peró mi rimane tanto da vedere, conoscere e imparare. Stavo pensando anche di tornare e muovermi dalla Sardegna, ma con la situazione dei trasporti odierna mi é proprio passta lavoglia. Magari fra 10 anni se sono stanca di viaggiare torno nell' Isola. In primavera e d'estate ho voglia di mare e non vengo i Sardegna per andare in campagna. Per evitare il sovraffollamente vado in barca con un'amica in un angolo di paradiso che é giusto dietro la sella del diavolo. La bellissima campagna sarda la frequento di piú nelle belle giorate d'autunno e inverno e all'inizio della primavera

10 ) il tuo buddismo ti ha e ti sta aiutando ?
Dal mio punto di vista il buddismo é dentro di me e dentro ad ogni essere sin dalla nascita, solo che non lo utilizziamo sino a quando non en veniamo a conoscenza. Per esempio una persona puó benissimo vivere senza un braccio ma con le due braccia vive meglio. Immagina che una persona non abbia coscenza di avere due braccia. Un giorno un' amico gli dice: “guarda che di braccia ne hai due”. Ovviamente il braccio inutilizzato sará atrofizzato e avrá bisogno di molto allenamento e sforzo per tornare in forma.
Quindi si puó dire che io aiuto me stessa utilizzando tutto il mio potenziale grazie al buddismo.

11 )concludo con questa domanda che feci a Karim metref , ti senti più seme visto che risiedi all'estero e viaggi nel mondo ,.oltre i ritorni a casa , ti o radice visto che sei anche legata come dichiarato a sardi nel mondo
Mi sento piú seme perché non riesco a mettere radici da nessuna parte inoltre in questo momento non ho legami a parte la mia famiglia sarda.
12 visto che per lavoro visiti anbche l'oriente hai assimilato e riportato ( o che riporterai nei tui spettacoli ) qualcosa ?
Si, naturalmente, ho assimilato odori, suoni e sapori d'oriente
13) oltre alla tua pirri ed il tuo campidano toccherai con le tue tournè altre parti della sardegna ?
Vado spesso a ISILI dove collaboro con mia cugina Alessandra Pisci che é una cuoca di talento oltre che produttricé di bontá quali miele e suoi derivati, olio, vino e verdure. La prossima replica sarda di “ODISSEA” potrebbe essere lì a fine ottobre o in dicembre (dipende dai miei impegni con la danza).
14 ) altro d'aggiungere o retificare ?
No grazie Giuseppe














16.2.16

IL sale della terra [ the salt of the earth ] di Wim WEenders è ispirato dall'enciclica Laudato si di Papa Francesco o viceversa ?

  musica  consigliata


per  approfondire
il  sale  della terra   film  
testo integrale  di Laudatio si  di  Papa Francesco
critiche dai  cattolici intransigenti    I II

Dopo aver visto il bellissimo film che : <<< In mezzo a quella inutile e dannosa macchina da propaganda che è diventato il #cinema , è uno dei pochi #film che meritano di essere visti... >> ( commento al trailer ufficiale il sale della terra  di Mario Circello   ) il sale  della terra   . Un film di Wim Wenders, Juliano Ribeiro Salgado. Titolo originale The Salt of the Earth. Documentario, durata 100 min. - Brasile, Italia, Francia 2014. 




Mi   sono  deciso  a  parlare  adesso  ( anche  se  in maniera   parziale  e non completa    )    della Laudato si'  la seconda enciclica di papa Francesco scritta nel suo terzo anno di pontificato. Benché porti la data del 24 maggio 2015, solennità di Pentecoste, il testo è stato reso pubblico solo il 18 giugno successivo.
  da  https://www.bookrepublic.it/book/
Di solito  quando sono argomenti molto contrastanti e dibattuti  , aspetto  che    cali il silenzio  e  poi onde evitare  di farmi influenzare  scelgo  di leggere o di vedere   quella determinata  opera  e  poi   ne parlo  in maniera  completa  e non parziale  . Ma il fil  di wenders , mi ha  fatto  cambiare  condotta  .
Dopo   aver    visto  il  film  ho iniziato a   leggere l'enciclica  in questione.  D'essa  mi   sembra  che  il Pontefice  francesco  abbia  visto il film  in questione  o  conosca  la biografia ed  i lavori di   di Sebastião Salgado . In  essa  non c'è  l'ambiente  ma anche  l'umanità  .
 Infatti : << L’enciclica vanta già un primato: è la prima a essere attaccata prima ancora dell’uscita.Gli ambienti della destra mondiale sono già in fermento, pronti a rinnovargli l’accusa di comunismo: dai conservatori ai lefebvriani, ai latifondisti. L'ex senatore repubblicano Usa Rick Santorum - cattolico di origine italiana e con sogni sulla Casa Bianca 2016 – è perentorio: «Bergoglio, lascia la scienza agli scienziati». È fin troppo facile rispondergli che il Papa non si camuffa da scienziato; è stato, è e resta un teologo e un pastore. I critici gli rimproverano le condanne contro il capitalismo assoluto e la dittatura del mercato. Ma sul «Washington Post» il commentatore Chris Mooney esulta perché «Francesco offre al movimento ecologista quello di cui ha bisogno: la fede» e un’anima. >> .  Inoltre  sempre    secondo http://www.lavocedeltempo.it << In sostanza il Papa pone alla base della discussione scientifico-politica un taglio  morale-religioso e le conseguenze della sua scelta saranno profondissime. La Pontificia Accademia delle Scienze afferma: «I cambiamenti climatici indotti dall'uomo sono una realtà scientifica e il loro controllo rapido è un imperativo morale e religioso per l'umanità». L’enciclica arriva cinque mesi prima della cruciale «Conferenza sul clima» di Parigi di fine novembre, che deve stabilire le misure per contenere il surriscaldamento sotto 2 gradi centigradi. Al contrario dei «Protocolli di Kyoto» - mai condivisi dall’America, dalla Cina e dall’India - Parigi 2015 persegue un accordo internazionale verso economie compatibili, a basso tasso di carbone, gas serra, sostanze inquinanti. Inoltre si spera di coinvolgere India e Cina per temperare gli effetti nefasti su oceani, atmosfera, condizioni meteo e limitare disastri, alluvioni, piogge torrenziali, siccità, migrazioni. >> Per la prima volta un’enciclica papale   è stata  presentata da una coralità di voci a significare l’impegno delle Chiese sul fronte ecologico. Interverranno il cardinale africano Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio giustizia e pace; il metropolita di Pergamo John Zizioulas in rappresentanza del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli e della Chiesa ortodossa .
Una  lettura  facile  e scorrevole   a  tuttie non soltanto " agli adetti   ai lavori  "  e  ai  soli  fedeli  . Una  enciclica  che dovrà essere letta   non solo  privatamente  ma  anche  nelle scuole  e  nelle  università  visto la sua  importanza . Infatti  Giulietto  Chiesa   : << (....)  Ma questa enciclica farà il giro del mondo comunque. E’ un’arma potente. Nelle mani 
dei poveri e dei deboli. Sarà dunque bene studiarla ed usarla nei prossimi anni perché è nei prossimi anni che si deciderà il destino del mondo.>> ( da http://www.storiavicentina.it/ più precisamente qui )  Un enciclica che ha trovato d'accordo Gad Lerner giornalista \ opinionista opposto a Giulietto Chiesa Infatti dice : << ( ... ) La portata dirompente dell'enciclica è tale da avere indotto i più autorevoli teorici del nostro modello di sviluppo a relegarla nella categoria, dal loro punto di vista irrilevante, delle utopie. Non mi spiego altrimenti il fatto che - a parte qualche eccezione negli Stati Uniti - nessuno fra i pur loquaci cantori del neoliberismo si sia preso la briga di contestarla puntualmente ( ... ) da http://www.fondoambiente.it/ più precisamente qui
Concludo invitando i detrattori di andare  a rileggersela   se l'hanno letta  o d'andare  a leggerla   se  ancora non l'hanno fatto  . Da i primi capitoli   tale enciclica  è  una estensione \ ampliamento  del concilio vaticano  II . Da  laico credente   penso che Papa Francesco  con essa voglia innovare  e svecchiare  la  chiesa   ma  ancora  non riesce  (  paura  che innovando troppo  si distruggas  metta  in  discussione  milleni  di storia dell'istituzione   della  chiesa cattolica   ed  ha paura  dei  gruppi conservatori presenti all'internodele sue stesse istituzioni  ecclesiastiche  ) . Erano anni ,   dalla  rerum novarum   di leone Leone XIII  1891  che  non si faceva un enciclica  di tale portata  . 
Questa ovviamente  è  la prima impressione , cioè un giudizio   approssimativo e parziale  .  Adesso vado a leggermi l'enciclica  e  ne scriverò  un pensiero globale .  Per  i momento  rinvio all'ascolto della colonna  sonora  del post, ovvero la canzone omonima IL sale della terra  di Luciano  Ligabue    che  è un  sintesi dell'enciclica  laudato si  e  del film di Wim Wenders

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...