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20.1.13

A Beirut il primo matrimonio civile arabo E' un evento epocale: due giovani musulmani, sunniti, vogliono e ottengono il primo matrimonio civile mai celebrato in un paese arabo.

 nel mondo arabo  , in fermento anche  violento  contro le dittature religiose  e  il potere  temporale  ,   ci sono  due notizie  che   in occidente  sono  messe  in  secondo piano  eccole  . Saranno   piccole   cose , una  piccola  goccia  nel mare dele  violazioni  e  soprusi  che  le  donne  in particolare  e le bambine  (  velo  "  normale  "  e\o integrale  imposto a  forza  , infibulazione , matrimonio delle bambine  , ecc )   devono subire quotidianamente  . Ma   : << Un lungo cammino, inizia sempre con un piccolo passo.(  Mao Tse Tung )  

da  http://ilmondodiannibale.globalist.it/
La prima  è  questa

A Beirut il primo matrimonio civile arabo

Inserito da redazione il 19/01/2013 alle 13:02 nella sezione Arabi in rivolta
 
E' un evento epocale: due giovani musulmani, sunniti, vogliono e ottengono il primo matrimonio civile mai celebrato in un paese arabo. Ecco come.



"Dichiariamo liberamente e non costretti , uguali davanti alla legge secondo la Costituzione e nel rispetto della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, in particolare l'articolo 16 , che io Nidal accetto Khallud come moglie e io Khallud accetto Nidal come marito. " E' questa la formula del primo matrimonio civile mai stipulato in Libano. Ovviamente si tratta del primo matrimonio civile in un paese arabo, e lo hanno contratto due cittadini musulmani. Lei, come si vede dalla fotografia, è velata: "ma si tratta di una mia libera scelta, non certo di un obbligo dal quale far conseguire che sono tenuta a un matrimonio religioso", ha detto alla stampa la prima donna araba musulmana che ha combattuto per unirsi civilmente a suo marito.
E' un evento di indubbia importanza sociale per quelle società, a maggioranza islamica e, soprattutto nell'area mediorientale, multi confessionali. E a Beirut questa unione si è verificata in mancanza di normative che la consentano: un decreto legge giace nei cassetti del governo dall'epoca del Presidente Elias al Hrawi (1989 - 1998 ).
Khallud Sekrye e Nidal Darwish si sono uniti in matrimonio civile il 10 dicembre 2012 sulla base di una decisione presa dall'Alto Commissariato Francese in Libano nel 1936, che riconosce e disciplina le comunità religiose , dandogli i diritti e nello stesso tempo attribuendo un riconoscimento individuale alle persone . Dunque la coppia Khallud - Darwish diventa la prima coppia libanese unita in matrimonio civile in Libano. Tutto è cominciato quando Khallud è riuscita ad ottenere dalla sua famiglia il sì a sposarsi "formalmente" secondo la tradizione islamica , ma senza registrarlo presso il tribunale Islamico. Il primo passo è stato la cancellazione dell' appartenenza religiosa dai documenti d'identità , in maniera che non risulti di fronte alla legge, superando così l'obbligo di sposarsi di fronte ad un tribunale religioso e riconoscendo così il loro diritto di "nubendi" al matrimonio civile. Poi i due hanno affrontato gli adempimenti previsti anche dai matrimoni religiosi:

- Nulla osta per il matrimonio
- Affissione delle pubblicazioni 15 giorni prima del matrimonio per verificare che nessun impedimento o opposizione ostino al matrimonio: avrebbero dovuto pubblicarlo anche nella Gazzetta Ufficiale o al meno in due quotidiani , ma per evitare eventuali ostacoli gli sposi hanno affisso le pubblicazioni sulle porte delle abitazioni dei genitori e sulla porta di casa loro .
- Possesso di un documento notarile con le condizioni del contratto di matrimonio.

Dopo molte difficoltà ad ottenere i documenti necessari, i due si sono uniti in matrimonio civile il 10/12/2012 e attualmente il contratto si trova al Ministero degli Interni in attesa di ufficializzazione
  la  seconda   viene invece  dall'arabia  

Le donne saudite cominciano a vincere

Re Abdullah costretto a nominare 30 donne nel consiglio dello shoura, il parlamento consultivo saudita. Segno che...  qualcosa  sta  cambiando [  corsivo mio  ] 

Manifestazioni, proteste, sit-in: la storia sociale dell'Arabia saudita ruota ormai attorno all'attivismo femminile.
Tutto, per noi, è cominciato con la campagna femminile per il diritto alla guida, poi per il diritto a documenti con la propria fotografia. E così via...Eventi che abbiamo seguito quasi con sussiego, senza renderci conto dell'enorme coraggio e della portata rivoluzionaria di queste mobilitazioni.
Ora l'anziano e malato re Abdullah, uno dei pochi che probabilmente con dolore ha preso atto della necessità di qualche riforma per salvare quel regno malato, ha nominato 30 donne nel consiglio dello shoura, il simil-Parlamento saudita, consultivo e nominato
.



Ma trenta donne sono trenta, l'atto è importante.
Di certo nel "riformismo tenue" di re Abdullah l'intenzione è quella di distrarre le donne dai loro veri obiettivi, di farle ritenere soddisfatte o quanto meno di ritenersi momentaneamente appagate.
Resta il fatto però che poche assemblee parlamentari arabe hanno trenta elette ( o nominate) e questo auspicabilmente verrà notato dalle altre. Poi le donne saudite sapranno da sé non cadere nella trappola soporifera e usare "il riformismo tenue" di re Abdullah per costringerlo ad andare più avanti.


«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

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