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LA SCHWA? NON È COSÌ CHESI LOTTA PER LA PARITÀ La linguista e accademica Cecilia Robustelli boccia la schwa anche in nome delle battaglie femministe.

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Sono  stato accusato  perchè non   ho  usato    ɐ   ( lo schwa )  d'essere  ,  accuse che mi  scivolano  via e  di cui  non  m'importa  ......   (beh ci  siamo capiti )   politicamente  scorretto    e  d'informarvi meglio  . Ora     leggo pareri contrastanti sull’utilizzo del simbolo grafico “schwa” ɓ . Essa Dovrebbe tutelare l’uguaglianza anche nel linguaggio. E invece, addirittura, una linguista della Crusca la attacca in nome delle lotte femministe!   !  IL  che mi  conferma     che  la  questione     è  di poco conto    è più importante    se  mai  il linguaggio  d'odio e  violento che  orami   è  sempre  come  un onda  nera  appiccicosa   presente  ovunque  non solo in  rete  e sui  social  purtroppo  .  Ora   sulla piccola “e” rovesciata che alcuni vorrebbero aggiungere o sostituire alle desinenze italiane per includere tutti i sessi e le identità di genere se ne sono dette tante . Personaggi autorevoli e qualificati (linguisti, filosofi, sociologi) hanno espresso

il caso della mancata messa per Peppino impastato . [ le divisioni nell'antimafia ecco perchè la mafia vince ]

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  da  loa  stampa online   CRONACHE 09/05/2012 - LA STORIA Messa per Impastato, il no della Chiesa Il fratello di Peppino Impastato (centrale, con la polo a righe) durante una manifestazione a Cinisi Il parroco: "I tempi non sono maturi". E il fratello accusa: terribile lasciarlo solo anche da morto LAURA ANELLO CINISI (PA) Di chi è la memoria di Peppino Impastato? A chi appartiene il testimone del ragazzo che sfotteva alla radio i boss di Cosa Nostra, che sventolava la bandiera rossa della rivoluzione sotto il loro naso, che sfidava Tano Badalamenti fin sotto casa, distante appena cento passi dalla sua? Trentaquattro anni dopo il suo assassinio, la questione non è ancora chiusa, in questo paesone a trenta chilometri da Palermo dove - come dice il sindaco Salvatore Palazzolo «su ogni appalto pubblico che abbiamo bandito le imprese hanno pagato il pizzo alla mafia». No, le ferite sono ancora aperte, tanto ch