soltanto che alcuni passano in primo piano e ci rimangono
il primo ( il più duraturo ed entrato , mitizzato nella storia culturale e politica è quello di Carlos e smith
Nella foto sotto al centro , risalente a 6 anni e di cui i 12 ottobre era l'anniversario, li si vede portare il feretro dell'amico Peter Norman "il bianco "che arrivato secondo nei 200 m. di città del messico scelse di condividere con loro il prezzo della libertà. Indossò il distintivo degli Olimpics for human rights sul podio e ne pagò le conseguenze tornato in Australia. Finendo ( ne trovate qui ulteriori news )
la loro vicenda qui ( è in inglese ma molto dettagliato ) sotto in sintesi sempre dallo stesso sito ma tradotto in automatico con google un sunto della vicenda
il secondo gesto passato quasi in sordina , ma altrettanto importante perchè anch'essa fu emarginata dal dalla dittatura Cecoslovacchia dell'epoca fu quello della ginnasta ceca , Věra Čáslavská (pronuncia ceca [ˈvjɛra ˈtʃaːslafskaː] .
Essa è la più decorata ginnasta ceca della storia con sette ori e quattro argenti olimpici, che rendono di lei la quattordicesima atleta più medagliata ai Giochi olimpici e la ginnasta con più vittorie a livello individuale, a cui si aggiungono quattro ori, cinque argenti e un bronzo ai Campionati del mondo e undici ori, un argento e un bronzo ai Campionati europei e è anche l'unica ginnasta, a livello sia maschile che femminile, ad aver conquistato l'oro olimpico in ogni specialità individuale (concorso individuale, trave, volteggio, corpo libero, parallele asimmetriche). Tra il 1964 e il 1968 è stata imbattuta nel concorso individuale ad ogni manifestazione internazionale.
Věra Čáslavská sul gradino più alto del podio ai Campionati europei del 1967 insieme a Erika Zuchold eKarin Janz |
Oltre ai suoi successi sportivi, la Čáslavská è conosciuta per il suo dichiarato appoggio al movimento democratico cecoslovacco contro l'occupazione sovietica. Ai Giochi della XIX Olimpiade di Città del Messico manifesta la sua opinione distogliendo lo sguardo durante l'inno sovietico suonato durante le premiazioni dei concorsi della trave e del corpo libero, rendendola una persona non grata al nuovo regime, forzandola al ritiro e impedendole per molti anni di volare, lavorare o presenziare ad eventi sportivi. La situazione migliorò nel 1980 in seguito all'intervento del Comitato olimpico internazionale. Dopo la caduta della Cortina di ferro cominciò a ricevere i riconoscimenti negati, tra cui un periodo di presidenza del Comitato olimpico ceco.
La sua colpa ? il suo gesto ? trovandosi sul gradino più alto del podio insieme alla sovietica Larisa Petrik dopo la gara di corpo libero, rifiuta di guardare la bandiera dell'URSS e di ascoltarne l'inno, tenendo il capo chinato in segno di protesta dopo l'invasione sovietica della Repubblica Ceca. Questo gesto le costerà un ritiro forzato dalle competizioni e il divieto di viaggiare per 12 anni.