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Visualizzazione dei post con l'etichetta ritorno alla terra

fare il contadino non è più un mestiere disonorevole ma una moda ? «QUESTO MESTIERE NON MORIRÀ MAI PERCHÉ CI DÀ IL CIBO», DICONO TUTTI QUELLI CHE VI SONO RITORNATI

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  GENTE 16 Apr 2021 DI GAETANO ZOCCALI Ritorno alla terra dopo la laurea: è boom di giovani agricoltori VALENTINA DOPO LA BOCCONI HA INIZIATO A COLTIVARE ORTAGGI. VERONICA HA STUDIATO ECONOMIA E ORA SI OCCUPA DI VITIGNI. SONO 55 MILA I RAGAZZI CHE FANNO IMPRESA CON LA TERRA: UN RECORD IN EUROPA. «LA FATICA È TANTA, MA SI GUADAGNA BENE» LA SIGNORA DELLE CAPRE Ponteranica (Bergamo). Federica Cornolti, 30 anni, con i due pastori australiani Lucky e Aika, mostra la stalla di Val del Fich, creata con i contributi europei. Ci alleva sessanta capre da latte di razza Saneen. È laureata in allevamento e benessere animale. Voglio andare a vivere in campagna, ma vivo qui in città, e non mi piace più... Toto Cutugno lo cantava, in molti lo hanno sognato e tanti, tra i più giovani, sono davvero passati a questa scelta di vita nel 2020. In controtendenza rispetto all’andamento dell’economia, infatti, Coldiretti svela che c’è stata una corsa alla terra degli under 35, che hanno abbandonato altri sett

invece di protestare e lamentarsi per i licenziamenti alla Rw fabbrica di delel bombe nella guerra in yemen si ritornasse a fare i contadini ? la storia di Antonio Occhioni da cuoco ad ortolano bio

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non esistono più le mezze misure .Se un  discorso serio fatto su  questa  pagina     facebook a cui  partecipo Il Tulipano - Il Web Magazine Indipendente scritto dal Popolo Pubblicato da  Giuseppe Scano  ·  12 settembre alle ore 23:31  ·  invece di lamentarsi pensino che ci sono tante terre incolte che aspettano d'essere coltivate da quelle parti.e che se si vuole non si rimane senza lavoro LANUOVASARDEGNA.IT Stop all’export delle bombe: Rwm taglia i dipendenti - Cronaca - la Nuova Sardegna Domusnovas, l’azienda annuncia il ridimensionamento: via 160 lavoratori in due mesi ottiene    risposte come queste   Stefania De Prai   Facile fare battute spiritose quando non sei tu quello che ha una famiglia da mantenere e si è perso il lavoro (e in una regione depressa come la Sardegna trovarne un'altro non è facile...) Non lo trovo molto simpatico. Nessuna battuta  , almeno non in questo caso 

Luigi, 24 anni e pastore per vocazione: "Per il mio gregge ho rinunciato all'università"

Siamo a Carpino, in Puglia, sul Gargano. Luigi ha 24 anni e quando ne aveva 18 ha fatto una scelta radicale: fare il pastore come suo padre e suo nonno. "Dopo il diploma i miei genitori avrebbero voluto che mi iscrivessi alla facoltà di Veterinaria, ma sentivo che se avessi lasciato le nostre greggi sarebbe tutto scomparso nell'arco di pochi anni". Una scelta guidata anche da una visione innovativa della pastorizia, volta al biologico. Luigi aspetta che l'erba dei pascoli cresca in maniera spontanea, evitando l'uso di fertilizzanti, e per i suoi capi sceglie soltanto medicinali che non lascino residui nel latte o nelle carni. "Fare questo tipo di scelte - conclude - comporta più sacrifici e spese maggiori, ma io ho deciso di fare questo lavoro perché ho rispetto per la natura, per gli animali e soprattutto per gli uomini che mangiano i formaggi che produco" (di Lorenzo Scaraggi)

Decrescita felice per rispondere alla crisi "Si coltivano orti e si vendono più bici"

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non ricordo la fonte  di questo interessante articolo "La  paura c'è" ma gli italiani reagiscono alla crisi anche con "difese strenue": è quanto si rileva dal rapporto annuale del Censis sulla situazione sociale del Paese. In due anni 2,5 mln di famiglie hanno venduto oro o preziosi; l'85% ha eliminato sprechi ed eccessi, il 73% va a caccia di offerte; il 62,8% ha ridotto gli spostamenti per risparmiare benzina, si vendono meno auto. Alla contrazione della vendita delle auto ha risposto un boom delle biciclette: ne sono state vendute 3,5 milioni; 2,7 milioni di italiani coltivano ortaggi da consumare ogni giorno. LE SPESE - La sanità costa cara agli italiani. Nel 2011 le famiglie hanno tirato fuori di tasca loro (out of pocket), per acquistare beni e servizi sanitari, ben 28 miliardi di euro, pari all'1,76% del Pil. Lo evidenzia il 46° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese. Una spesa sostenuta soprattutto per far fronte alla sc