Anche se condivido e faccio mie alcune cose di base con il feminismo, soprattutto dopo che ho conosciuto e continuo a confrontarmi Daniela Tuscano e Stefy Pastori, devo dire che quest'articolo : << La follia su Sanremo: "Festival della violenza patriarcale" >> del il Giornale del 16\2\2025 deliberamente rielaborato salvo alcune parti in corsivo e fra virgolette , ha tutti i torti .
Veniamo al post vero e proprio .
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Non poteva mancare la solita polemica post san Remese . Quest'anno riguarda la mancanza sul palco dei vincitori delle donne . Non è la prima volta che ci sia qualcuno pronto a sollevare il polverone se non vince una donna o se una donna resta fuori dalla cinquina finale. Quest'anno non fa eccezione, con Giorgia, data per favorita, al sesto posto e un quintetto di finalisti tutto al maschile. Le polemiche si concentrano sul fatto che nel nostro Paese ci sia un problema di maschilismo (detto anche patriarcato) interiorizzato e radicato, per il quale al momento di votare si scelga sempre di dare la preferenza agli uomini.
Questo è il succo delle polemiche che si rincorrono da sa da quando Carlo Conti ha reso nota la rosa dei cinque finalisti tra i quali il pubblico avrebbe poi dovuto votare il vincitore, che alla fine è stato Olly. <<Questa polemica si ripete in modo perpetuo e il rischio è >> sempre secondo ILGIORNALE << che a qualcuno, chi per cavalcare l'onda femminista e raccogliere qualche voto in più (Sanremo porta anche voti) non venga l'idea di inserire le quote rosa anche a Sanremo. Utopia? Forse ma non troppo, perché ci sono sempre i geni in tal senso, pronti a prendere la palla al balzo per cavalcare l'onda che in quel momento sembra più conveniente.>>
Ci aveva già provato dal gruppo Non una di meno a puntare il dito contro il "Sanremo patriarcale", quando Fedez ha portato sul palco insieme a Masini "Bella stronza". E lo ha fatto aprioristicamente senza nemmeno capire il senso della canzone modificata per l'occasione. "Il Festival della restaurazione porta in finale tutti maschi", si legge in uno dei tweet che stanno raccogliendo maggiori critiche all'indomani della finale del festival di Sanremo. E ancora dallo stesso gruppo femminista si legge : "A Sanremo ha vinto un uomo, e tra i primi 5 classificati non c'è nemmeno una donna. È stato un Festival all'insegna della violenza patriarcale". E si prosegue: "I gender bias premiano la credibilità (o la presunta tale) dei cantautori e la bonaggine maschile. Per la credibilità alle donne e alla fregna solo briciole. Le artiste devono continuare a fare il triplo per ottenere una scarsa metà". Secondo ILGIORNAlE << Ci ha messo del suo anche Brunori Sas: "Podio solo maschile? Questo podio ha rappresentato un maschile che sicuramente non è patriarcale".Ormai tutto, in questo Paese, dev'essere politica. Come ci insegna Giorgia, che solo due anni fa imputava l'assenza di donne alle canzoni e non al genere. E oggi, invece, considera "scandaloso", imputabile a "qualcosa di atavico" la stessa situazione.>> .
Il festival di Sanremo è una gara canora, c'é chi vince, c'é chi perde, perché ogni volta ci devono essere questi ignobili attacchi polemici su un presunto sessismo che ha davvero stancato ? E basta, dateci unpo' di tregua da tutto questo odio, tanto lo sappiamo da sempre che a Sanremo vincono sempre i cantanti la cui società discografica paga di più e questo a prescindere dal sesso dell'artista e della bellezza o mediocrità della canzone \ componimento musicale .
Infatti il vincitore del festival ha come manager , una donna , Marta Donà ( foto a destra )che rappresenta gli ultimi quattro vincitori del Festival. Ma quelli del gruppo non una di meno l'ignorano e preferiscono non parlarne pur di portare acqua a l loro mulino .