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9.9.19

il femminicidio non solo uccidere fisicamente ma con le parole sessiste. il caso di **** suicidatasi per i pesanti apprezzamenti sessisti e fare disinformazione

Noi tutti  , sottoscritto compreso  ,  dobbiamo tenere   a mente  che le  parole  e  gli apprezzamenti    soprattutto quelli sessisti   uccidono   di  più   di  un omicidio fisicamente  . Questa storia  l'ho trovata   sull'account  Facebook  di  un contato recente Enzo Comi







Maria Prisco
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31 luglio


Giulia si è suicidata a 29 anni.
Abbiamo trascorso insieme ogni vacanza dai 10 ai 24 anni. Oggi, mentre la madre lo raccontava alla mia, a 6 mesi dalla sua morte, ha detto:
"Giulia, aveva un sogno, diventare ingegnere edile. Dopo 3 anni di lavoro non retribuito, il suo datore di lavoro le ha detto che non valeva nulla e che al massimo avrebbe potuto fare l'aiuto cantiere, perché non aveva né competenza, né talento. E quando lei gli ha risposto a tono, lui le ha detto che avrebbe fatto più successo mettendo le tette fuori. Dopo 3 giorni, mia figlia si è suicidata. Non ha lasciato nessun messaggio, non ha voluto nemmeno darci una spiegazione.
L'immagine può contenere: testo

Ma io sono convinta, che quell'umiliazione, quel sogno spezzato, le hanno tolto la vita. E oggi Franca, prego per le ragazze come tua figlia, affinché i loro sogni siano più forti di chi li mortifica"
Mia madre non ha avuto la forza di risponderle, si sono abbracciate e non hanno più parlato.
In quell'abbraccio c'erano tutte le paure e il coraggio delle madri delle "figlie femmine".
Ora sono a lavoro e mia madre, forza della natura indiscussa, mi ha inviato questo messaggio.
Io lo dedico a Giulia.
Lo dedico a tutte le ragazze che rincorrono i loro sogni, non curandosi del maschilismo e del cinismo che le circonda.
Lo dedico alle ragazze e ai ragazzi , quelli fragili che si lasciano convincere di non valere nulla da dominus incapaci e disumani.
Lo dedico ai professori che non riconoscono i talenti e ammazzano i sogni e la creatività.
Lo dedico alle famiglie, a quelle più distratte e più superficiali. Alle madri fragili e timorose di chiedere cosa stia accadendo.
Lo dedico a mia madre, a mia sorella e a mia figlia. Alle donne che non mettono le tette in mostra ma riconoscono il loro valore.
Lo dedico a questa strage silenziosa, che in pochi conoscono. Alle 400 vittime di suicidio all'anno. Al disagio giovanile e ai tanti suicidi, che un messaggio come questo potrebbero evitare.
Per ogni persona che vi distruggerà un sogno, ci sarà sempre una madre pronta a ricostruirne mille.


  Il femminicidio  è anche  cattiva informazione ed uso spregiudicato e selvaggio della  tecnica  del  #clickbait  ovvero la miseria del giornalismo italiano online e  non solo  .

Infatti concordo con   questo articolo  della  pagina facebook  di Anonima femministe


Oh, non possiamo andare in vacanza 2 settimane senza che, fastidiosi come i moschitos, i giornalisti italiani de Il Giornale e de la Repubblica disinformino il pubblico quando si tratta di dare notizia di un #femminicidio, quello dell’assassino Massimo Sebastiani, che ha ucciso e abbandonato il corpo di Elisa Pomarelli.
Come disinformano?
Con titoli (di articoli) al limite dell’incredibile! Del grottesco!!
O meglio... del clickbait
Ormai ci preoccupa più la malafede che l’ignoranza maschilista. Ci spieghiamo meglio: questi titoli sarebbero stati scritti APPOSITAMENTE in questo modo per attirare l’attenzione, per essere cliccati e aprire l’articolo, come fossero un’esca (clickbait) per l’indignazione pubblica. Alle testate non interesserebbe che l’articolo venga letto, ma che venga cliccato e aperto, in modo da generare traffico, legato agli investimenti pubblicitari con le testate stesse.
È un mezzuccio, insomma, per raccogliere fondi, nonostante i fondi pubblici.
Ciò dimostra 1 la mala gestione nell’uso dei nuovi media da parte di testate “tradizionali” legate ancora alla carta stampata, e 2 la considerazione che queste testate danno a queste notizie di cronaca nera, visto che il clickbait è un trucco normalmente considerato scorretto, poco etico da sempre nel web. Il rispetto per la vittima, questo sconosciuto. L’etica giornalistica, cosa scusa?! Peggio che andar di notte.
Insomma, quello che pratica usualmente Libero, ma che è diventato talmente paradossale da far ridere più di Lercio. Il Giornale e la Repubblica, invece, sono disinformativi totalmente, perché ancora percepiti dalla massa con un qualche credito giornalistico. Perciò il dolo è doppio, perché fanno profitto sulla voluta disinformazione, perpetrando nella società una descrizione distorta e giustificativa della violenza.
👎🏾👎🏾
Questi bari digitali vanno radiati per non esercitare giornalismo mai più.


Un po' uro il finale , ma come non dargli torto visto che nonostante da dagli anni 90 , se non ricordo male , i Centri antiviolenza hanno richiamato i media ad una maggiore attenzione sulla narrazione distorta ( metaforicamente parlando ) del femminicidio e hanno offerto una lettura differente del femminicidio, forti dell’esperienza diretta con donne vittime di violenza. L’ attenzione è aumentata nel corso degli anni anche grazie all’attivismo di collettivi femministi e delle giornaliste della rete Giulia. Ed , secondo quanto dice ilfattoquotidiano in questo articolo di cui ne riporto sotto un estratto
[...] 
Dal 2014 l’Ordine dei giornalisti, la Federazione nazionale della stampa e i Corecom regionali hanno realizzato corsi di formazione e si contano diverse pubblicazioni e convegni organizzati sul tema. Nel giugno del 2018, D.i.Re ha organizzato il convegno Comunicare la violenza con una trentina di interventi fra cronisti, giornaliste, attiviste e attivisti per i diritti delle donne, operatrici dei centri antiviolenza, scrittrici, blogger, ricercatrici, sindacaliste che si sono confrontate sulle criticità del linguaggio e hanno indicato buone proposte sulla comunicazione (ho dato un piccolo contributo raccontando la mia esperienza di attivista attenta al linguaggio della stampa, nella pubblicazione scritta insieme a Luca Martini Le parole giuste. Come la comunicazione può contrastare la violenza maschile contro le donne).
L’attenzione sul tema è alta e ci sono reazioni sempre più forti contro le narrazioni che distorcono fatti fino alla menzogna; ma ancora non si riescono a innalzare argini forti, soprattutto quando avvengono crimini che colpiscono la collettività, perché la posta in gioco è alta: la scelta di come narrare un crimine è un atto politico.
A questo proposito Elisa Giomi, autrice di pubblicazioni sulla narrazione del femminicidio, formatrice e docente universitaria presso l’Università degli Studi Roma 3 ha scritto che non si tratta più di disinformazione: “Attenzione, non è incompetenza o meschinità. E’ un atto politico. E’ una dichiarazione di guerra. Una guerra mai cessata, che oggi come 40 anni, per chi conosce la storia, si chiama backlash“, perché “non sopportano che stia divenendo egemonica la lettura in chiave di genere e di ordine di potere di genere, che vuole il femminicidio come forma estrema di assoggettamento delle donne” e denuncia che così facendo sperano di marginalizzare l’analisi e le istanze femministe e di “silenziare la nostra lotta”.

12.3.18

la puntata di presa diretta del 10\3\2018 : "Sesso e potere" è stata misogina e sessista ? secondo me no

IL  mio  contattto


Angela Vitaliano10 marzo alle ore 12:06 ·

"Presa diretta" stasera manda in onda uno speciale chiamato "Sesso e potere" (mai titolo fu piu' misogino) e invita a discutere Vittorio Feltri opposto alla Murgia. Ora se volete difendere/proteggere la societa' patriarcale e misogina non e' che dovete fingere di occuparvi delle donne. Perche se mettete questo titolo e invitate Feltri, quello state facendo, fingendo pero' di affrontare un problema. Veramente, non se ne viene fuori. E se nemmeno la tragedia di Cisterna e' riuscita a far smuovere un po' gli animi, non c'e' speranza. Che tristezza. Che pena

che  riporta  anche  il  twitter



“Pensavo che la gogna mediatica fosse finita, invece in Italia si continua dar voce al patriarcato, e a lanciare titoli scandalistici degni dei più beceri tabloid, tipo questo: “Sesso e Potere” 🤮 https://t.co/mxPN6YPD9R
TWITTER.COM




Sembrerebbe   di   si .



E' vero che il titolo è unn po ambiguo o  vergognoso  co,me dicono  le  femministe ma    secondo  il mio modesto parere   è stato     fatto apposta per attirare maschi allupati ( infatti durante la notte : << (....) in silenzio m'ingrossava la cappella \ (....) Ho chiuso un poco gli occhi e con dolcezza \ È partita la mia mano  >>  (  citazione musicale ) . Ma la trasmissione , come ho risposto via facebook ad Angela , è stata onesta e ben fatta anche se avrebbe potuto essere più onesta avrebbero docvuto far parlare anche i maschi gli uomini non misogini e sessisti . E se anche una fogna , indipendentemente in  tale  contesto  " femminista  "  agli   analfaberti  di   ritorno o funzionali visto  che purtroppo  ci sono anche  donne  che  lapensano  come  gli uomini    ed   ai maschilisti sessisti l'importanza della trasmissione  e  degli argomenti trattati  . Infatti   vedendo     tale  puintata  specialmente    questi  spezzoni       che trovate  qui  sotto 






Processo per stupro (A Trial for Rape)
Paese di produzioneItalia
Anno1979
Durata60 min circa
Dati tecniciB/N
Generedocumentario
RegiaLoredana Dordi
FotografiaRony DaopuloPaola De MartiisAnnabella Miscuglio
MontaggioFranco Spaziani
Interpreti e personaggi
  • Fiorella, parte lesa
  • Rocco Vallone, imputato
  • Cesare Novelli, imputato
  • Roberto Palumbo, imputato
  • Claudio Vagnoni, imputato
  • Presidente della Corte
  • Domenico Colaiuta, Pubblico Ministero
  • avv. Tina Lagostena Bassi, difensore di parte civile
  • avv. Titta Mazzucca, difensore imputato
  • avv. Angelo Palmieri, difensore imputato
  • avv. Giorgio Zeppieri, difensore imputato
Premi
Prix Italia for documentaries 1979, nomination International Emmy Award 1979
presi  dalla  pagina dala   pagina   facebook  ufficiale  della trasmissione in questione    https://www.facebook.com/PresaDiretta.Rai/  hanno    fanculo alla faccia  di    Sira Delli Colli   che  invece    di  dialogare e   capire     come   CristinaZiccanu  e  Concetta  Pittau    mi ha     rimosso  dai contatti    contributo a rimettere  indiscussione    quanto  ho affermato    in precedenza     in questi due  miei  post I II   sopratutto il  primo    e mi hanno fatto capire  che  sbagliavo .  InfaTTI  IL che m fa pensare chwe una donna che ha subito non solo molestie e stalking , ma violenze fisiche per essere creduta in Italia deve arrivare una donna famosa come Asia Argento ! In altro modo, te lo sei inventata. Questo è il bel paese ! E intanto dopo anni nei tribunali.. curi le ferite e cerchi di dimenticare s e ti va bene . Che schifo !. Ma soprattutto a che livello siamo . sembra che i fatti alla base del film \ documentario Processo per stupro (A Trial for Rape) è un film del 1979 diretto da Loredana Dordi Fu il primo documentario su un processo per stupro mandato in onda dalla RAI  che  trovate   e potete  vedere  se  avete  stomaci  forti    qui   nella sua  integrità  non  sia mai  successo  o  peggio   sia  passato  in  vano  cosi   come  lo stupro  a  Franca  Rame  o il Massacro del Circeo  solo   per  citare  i più noti  . Ora  va bene      che   anche  i porci  e  i crimnali  abbiano   diritto   alla  difesa   ed  a  potersi difendere  e  che  ci sia  presunzione  d'innocenza   ma    che  ....   cavolo un po' di rispetto  ( vedere  i video sopra  )  per le  donne      trovano    con fatica    il coraggio  di denunciare  ed   andare  in tribunale   .  un po'  di dignità   e  di sensibilità   cazzarola  . 



10.8.16

POLEMICHE SULLE ARCIERE ITALIANE A RIO 2016 SESSIMO - MASCHILISMO O BATTUTE PESSIME SULLA DIVERSITA' FISICA ?

Leggendo sulla mia bacheca fb il post   dell'amica 

CHE POI VI OSTINATE A RIPETERE CHE QUESTO NON è UN PAESE MASCHILISTA E SESSISTA

Pubblichiamo di seguito la lettera del Presidente FITARCO Mario Scarzella indirizzata al Direttore de Il Resto del Carlino




  credevo  rispondendo   al post

  spiegami cara tina   dove sarebbe il maschilismo o sessismo . è solo un titolo idiota ed offensivo verso coloro che hanno problemi di salute
Infatti  tale  giudizio  è  stato   dato  senza  tenere  conto che :  <<  ...  credo che non è giusto giudicare la vita degli altri, perché comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri. >>  (   da  https://www.youtube.com/watch?v=yHjygI_1gR0  ) .
Ecco  una interessante  discussione 



Daniela Tuscano Il sessismo consiste nel fatto che mai degli atleti maschi sarebbero stati valutati per l'aspetto fisico (che non c'entra niente, si tratta di atlete non di modelle) mentre le donne sono sempre e solo viste come corpi. Ecco in che cosa consiste. Chissà come poi era fisicamente l'autore dell'articolo (un cesso, scommetto). http://www.quotidiano.net/speciali/olimpiadi/le-nostre-scuse-alle-ragazze-dell-arco-1.2415389Comunque il fesso si è scusato. Imparino a scrivere. Non bisogna più sopportare un silenzio.



Daniele Jommi dove sarebbe "il paese maschilista e sessista"?
i "giornalisti" o i "titolisti" del Resto del Carlino, NON mi rappresentano! Perché generalizzare a tutto il Paese la magrezza intellettuale di quelli?

Daniele Jommi no no Tina, non ci siamo.
Attribuisci il comportamento di un giornalista a TUTTI gli italiani. Non mi sta bene.
Se c'è un giornalista sessista, non puoi dire che lo sia anche io.

Antonio Bocco Cmq fecero un titolo del genere anche Quattro anni fa, sul aspetto fisico del arciere italiano ,purtroppo nn ricordo il nome, probabilmente si ritengono spiritosi 😕
Tina Galante ok, ci sto, ma questo vale per tutto: non si generalizza MAI!
Giuseppe Scano

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Tommaso Scano Non avete capito che è stato fatto apposta per farsi pubblicità, adesso si è parlato del giornalista e del quotidiano, poi lui furbescamente si è scusato.
Daniele Jommi ....ora però sembra che abbia perso l'incarico.
Giuseppe Scano

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Daniele Jommi Regola del contrappasso:
licenziato per la leggerezza di non aver "saputo pesare" le parole!




io mi  schiero    sia     con   quanto afferma  u altra mia amica    sula  sua  bacheca 
Perde il posto (non lo stipendio) il direttore di Qs dopo l'ignobile titolo sulle "cicciottelle" e io sento una pletora di "addirittura, dai, era vezzoso". No. È una scelta giusta. E non perché quel titolo fosse irrispettoso, maschilista, e zeppo di tutto quel body shaming che ormai abbiamo interiorizzato, o peggio perché qualche cicciottella permalosa come la sottoscritta avrebbe potuto offendersi. Non solo almeno. Quel titolo è, professionalmente, sbagliatissimo. Un diretto...re di un quotidiano - e non di una rivista da parrucchieri - non si può e non si deve permettere, sul giornale, un titolo che non userebbe neanche sui social. Nemmeno se fosse stato "la rivincita delle cicciottelle" o qualcosa di variamente lusinghiero (?) di questo genere. Tra l'altro neanche minimamente pertinente col tema dell'articolo. Occupi una posizione di responsabilità, non puoi permetterti di trattare un atleta olimpico come un tuo amichetto, neanche se lo fosse e indipendentemente dalla possibilità di offendere. Anche un titolo incontestabilmente vezzoso sarebbe sbagliato. E non mi importa se ormai "si fa". A un titolista (e al suo direttore) si chiede di essere arguto, salace, ficcante o anche solo "cronachistico" (cit. Il suddetto ex direttore). Se sei greve lavori male. E un cattivo lavoratore in meno, in un settore già maltrattato da orde di pennivendoli, è una buona notizia. Il giornalismo si fa bene, altrimenti, per me sarà sempre meglio se non si fa.

   sia    da  questo    articolo

PESO FORMA E PREGIUDIZI  di ANDREA SARUBBI  da  la  nuova  Sardegna   del  10\8\2016

https://www.instagram.com/p/BI48anPB6dE/
Con i suoi 98 kg in un metro e 70 di altezza, l’angolana Teresa Almeida, portiere della Nazionale di pallamano, si è autodefinita «la portabandiera dei grassi a Rio». Ha poi aggiunto che si metterà a dieta per il matrimonio, ma per i Giochi va bene così: finché i risultati le danno ragione, e i medici non vedono rischi, la questione è solo estetica  e dunque soggettiva.
Se il tiro con l’arco non richiede un peso forma particolare, ma chiami cicciottelle le atlete della Nazionale, non fai giornalismo sportivo ma gossip: così come quando la tv, anziché mostrare un replay del colpo di beach volley, inquadra il sedere delle giocatrici in bikini o stringe sul sudore che cola nel décolleté. Pochi giorni fa era cicciottello Higuain, arrivato sovrappeso in ritiro con la Juve, e l’opinione pubblica era dalla parte del martello; ora che cicciottelle è riferito a tre ragazze, sono tutti con l’incudine e il direttore di QS viene rimosso. Vero è che un calciatore deve correre, quindi l’ironia su Higuain è meno gratuita, ma dietro c’è anche una questione di genere: quando i nostri
arcieri vinsero a Londra, infatti, la definizione di “Robin Hood con la pancetta” non urtò nessuno. Abbiamo contribuito  all’ostentazione del corpo della donna in ogni modo e in ogni luogo, abbiamo fissato canoni di bellezza da Barbie anoressiche, poi abbiamo inventato il politically correct perché ci sentivamo in colpa.

Quindi  un po'    di sessismo c'è  ma  è il più subdolo e  più   implicito  e difficile    ,  rispetto  ad  altri   da  individuare  al  primo impatto vedere la  mia risposta  dubbiosa  all'inizio  del  post 





emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...