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21.2.12

fritelle di carnevale

tempo di carnevale  e   di frittelle  eccovi le  fritelle di mia madre   , che in Gallura  \ Sassarese  chiamiamo frijioli  o   frittelle lunghe 

                                                     
per  problemi di sfasamento  template metto  una dimensione piccola , quindi se  volete  vederla  ingrandita cliccateci sopra  . 
Per   chi volesse la ricetta  eccovela  essa  è  tratta  da  http://www.ricetteecooking.com/



                  FRITTELLE LUNGHE SARDE ("zippulas" o "frisjoli" o "cattas")


Versare in una capiente ciotola le due farine e mescolarle; intiepidire il latte, sciogliervi il lievito ed unirlo gradatamente alle farine, impastando con un movimento circolare.
Continuare la lavorazione per un po', sollevando e sbattendo l'impasto con una sola mano dall'alto verso il basso, ed aggiungervi quindi la scorza grattugiata dell'arancio, quella del limone ed i liquori. Continuare a lavorare per almeno un quarto d'ora fino ad ottenere un composto liscio e morbido.
Coprire la ciotola con della pellicola da cucina e fare lievitare in un luogo tiepido e privo di correnti d'aria per circa un'ora: l'impasto deve raddoppiare, ed e' pronto quando si formeranno sulla sua superficie delle bollicine.
Versare l'olio in una padella antiaderente piuttosto larga e procedere alla frittura (  url  molto utile  per  chi  , ma non solo , non ha mai fritto o frigge per la  1  volta  )  non appena raggiunge la giusta temperatura (per verificare cio', versarvi un cucchiaio d'impasto: se quest'ultimo a contatto con l'olio si gonfia subito, si puo' procedere alla realizzazione delle frittelle).
La difficolta' maggiore nella realizzazione di questa ricetta sta proprio in questa fase, che richiede una certa manualita': e' indispensabile utilizzare un imbuto con un'apertura di circa 2,5 cm., possibilmente munito di un manico lungo per evitare di scottarsi con l'olio caldo mentre si fa scendere l'impasto nella padella; in alternativa, si puo' utilizzare una bottiglia d'acqua capovolta della capacita' di 1500 ml. precedentemente tagliata lungo la sua meta'.
Il procedimento e' il seguente: inumidire l'imbuto con dell'acqua e versarvi con un mestolo un po' di composto tappandone momentaneamente l'apertura con l'indice ed il medio di una mano; avvicinare la bocca dell'imbuto alla superficie dell'olio caldo e lasciarvi cadere l'impasto disegnando una lunga spirale, partendo dal centro della padella verso l'esterno in senso orario; questa operazione va effettuata piuttosto lentamente, avendo cura al contempo di controllare con l'altra mano la frittella che si sta gonfiando, allontanandola con una forchetta dall'impasto ancora crudo che si sta continuando a versare.
Appena la spirale di frittella assumera' un bel colore dorato, capovolgerla e farla cuocere anche dall'altro lato. Sgocciolare man mano le frittelle cosi' ottenute su della carta assorbente da cucina e passarle nello zucchero semolato,facendolo aderire   abbondantemente su tutta la superficie.
Procedere cosi' fino all'esaurimento dell'impasto. Servire calde. con miele  o con zucchero  . io uso entrambi 
 N.B
Il composto non deve essere troppo liquido ma sufficientemente denso da scorrere lentamente ma con facilita' attraverso l'imbuto; se occorre, si puo' aggiungere un po' di latte tiepido all'impasto. l'impasto dev'essere fatto lievitare davanti ad una fonte di calore ( mamma usa il caminetto ) per 60\90 minuti . 
Curiosità
Queste lunghe frittelle sono un dolce tipico della Sardegna; si fanno nel periodo di Carnevale con piccole varianti da zona a zona: c'e' ad esempio la ricetta che prevede le uova e quella che impiega per l'impasto l'acqua al posto del latte (od entrambi in parti uguali); sono chiamate "zippulas", "frisjoli longhi" o "cattas", a seconda del paese di origine. Questa ricetta, che non e' altro che una delle tante versioni esistenti, ne rappresenta sicuramente un giusto ed equilibrato compromesso dal risultato veramente gustoso !
  
Buon appetito 

20.2.09

è carnevale , basta piangersi adosso ridiamno dei nostri politicanti e godiamoci il carnevali-i








ora  dopo  gli ultimoi risultati  elettorali  ,secondo  www.youtube.com/user/55roby


L'allegria è tornata in Sardegna,l'arcoriano ha pensato anche a quest'isola e aiutato dai suoi buffoni di corte ci fa tornare a sorridere,io mi sto già scompisciando dalle risate pensando ai tanti paesaggi circondati dal cemento,gli scavi punici coperti da simpatici palazzi,i nuraghi trasformati in magazzini,e perchè no magari in centri commerciali.Coraggio Sardi cominciamo a sorridere :) . ora come dice  un commento a  questo video  In questi tempi bui che ci attendono,avremo sicuramente molto materiale per fare satira ,la cosa non é che mi consoli molto anzi mi  preoccupa  !!!!,bravo bel video...


oppure divertitevi con i vari carnevali sardi mostrato dal video suggestivi  di  www.youtube.com/user/schibo2003




Il carnevale in Sardegna ha mille volti affascinanti. Quello antico dei  suggestivi carnevali barbaricini che con le loro ancestrali maschere antropomorfe e zoomorfe, le vesti di pelli di capra, orbace e campanacci, rievocano riti misteriosi, danze propiziatorie e un rapporto stretto tra uomo e animale. Quello vibrante dei carnevali a cavallo, come quello di Oristano ("Sa Sartiglia"), durante il quale i cavalieri devono infilare in corsa una stella di metallo, auspicio di buon raccolto, e quello di Santulussurgiu ("Sa Carrela 'e nanti") nei quali i cavalieri mostrano il loro valore, coraggio e abilità, sfidandosi in corse temerarie per il centro cittadino. Oppure quello irriverente di Tempio con il fantoccio di Re Giorgio processato e bruciato in piazza. La Sartiglia di Oristano La Sartiglia (Sartilla o Sartilia) è una corsa alla STELLA di origine medievale che si corre l'ultima domenica e il martedì di carnevale ad Oristano. È certamente il Carnevale più spettacolare e più coreografico della Sardegna. Ricordi sfumati di duelli e Crociate, colori spagnoleschi, echi di nobiltà decaduta e costumi agro pastorali si sovrappongono come se le sequenze di un film fossero state montate a casaccio. Carnevale di Mamoiada (NU) Il carnevale di Mamoiada è uno degli eventi più celebri del folclore sardo. Le maschere tradizionali di questo carnevale sono i Mamuthones e gli Issohadores, che fanno la loro apparizione in occasione della festa di Sant'Antonio tra il 16 e il 17 gennaio, poi la domenica di carnevale e il martedì grasso Le origini del carnevale di Mamoiada, conosciuto anche come "la danza dei Mamuthones", sono oscure, molte sono le ipotesi che sono state avanzate, nessuna effettivamente dimostrabile. Secondo alcuni il rito risalirebbe all'età nuragica, nato come gesto di venerazione degli animali, per proteggersi dagli spiriti del male o per propiziare il raccolto. Carnevale di Ottana (NU) Il carnevale di Ottana affonda le sue radici nel mondo sardo arcaico e nei suoi valori agropastorali, e perpetua una tradizione mai interrotta. È una delle ricorrenze più attese dalla popolazione che partecipa attivamente dimostrando un profondo senso di appartenenza alla propria cultura. Le maschere descrivono, attraverso spontanee interpretazioni che si sviluppano in una sorta di canovaccio, personaggi, ruoli e situazioni della vita dei campi, quali l'aratura, la semina, il raccolto; la cura, la domatura, la malattia, la morte degli animali. Carnevale di Tempio Pausania la mia cittadina[ex sassari ora un nuovo carrone provinciale Olbia-Tempoio ] Il carnevale di Tempio comincia il giovedì grasso con l'entrata trionfale in città del Re Giorgio, rappresentato da un fantoccio. La domenica si celebra il matrimonio tre Re Giorgio e la popolana Mannena, di solito abbigliata in modo audace; come vuole la tradizione, Mannena darà al re un figlio che sarà Re Giorgio per il successivo carnevale. Per sei giorni Re Giorgio è osannato, onorato e adulato, ma il martedì grasso, colpevole di rappresentare tutti i mali della città, viene processato e bruciato sulla pubblica piazza. Si ripete così l'antico rito del fuoco che preannuncia la fine dell'inverno e l'arrivo della primavera. Carnevale a Santu Lussurgiu (OR) Il Carnevale di Santu Lussurgiu è caratterizzato dalla corsa a pariglie detta "Sa Carrela 'e nanti" ("strada che si trova davanti": la corsa ha preso il nome della via dove tradizionalmente si svolge l'evento, un tempo strada principale, oggi via Roma). Tra le più spericolate e spettacolari dell'isola, la corsa dei cavalli di Santu Lussurgiu chiama intorno a sé l'intera comunità: non vi è solo lo spettacolo offerto dalle audaci acrobazie equestri, ma anche la partecipazione della folla che in massa si apre un attimo prima dell'arrivo dei cavalli in corsa per richiudersi subito dopo il loro passaggio. Le tradizioni equestri, come Sa Carrela 'e nanti, sono molto antiche, risalgono ai tempi dei Giudici di Arborea e dei viceré spagnoli che incrementarono l'allevamento razionale dei cavalli, tanto da ottenere razze speciali per le corse. Nelle corse a pariglia che si svolgono durante il Carnevale a Santu Lussurgiu, i cavalieri mostrano una grande abilità equestre e molta compostezza, come impongono le regole di questo genere di manifestazione che ha origini nelle esercitazioni e nelle tradizioni delle cavallerie leggere.

Musica in sottofondo : "Mamoiada" dei Tazenda, cantata dall'inconfondibile e indimenticabile voce di Andrea Parodi.

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...