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24.6.16

Il cinema fa sognare. La televisione dormire di Matteo Tassinari


Il cinema fa sognare.
La televisione dormire

                   di Matteo Tassinari
Tempi duri per i troppo “buoni”, recitava ad effetto uno spot televisivo di qualche tempo fa. Il sottinteso era, naturalmente, chiaro a tutti: nessuno poteva resistere all'appetibilità del prodotto reclamizzato. Ci perdoni il copywriter di questo spot se prendiamo a prestito il suo slogan per applicarlo al mondo della televisione dei giorni nostri.
La grande appetibilità del mezzo, dovuta alla sua capacità di raggiungere milioni e milioni di case, è diventata ironicamente anche il suo tallone d’Achille. Davanti ad essa fanno ressa i personaggi più disparati: mercanti, prestigiatori, uomini e donne di spettacolo, politici, medici, industriali, intellettuali, showgirl col seno rifatto alla 8° taglia,  e tanta gente comune e disperata della propria vita e allora si mette in cerca di una grande fuga che intorti gli stessi interessati di aver talento.
Tutti vogliono andare là, oltre lo schermo, entrare dentro la scatola magica, dove tutto accade e nulla procede. Per tutti il miraggio, è proprio quello di diventare, anche per un solo attimo, parte di questo mondo della rappresentazione, un mondo privo di ostacoli e carico di cocaina. Sembra quasi che solo la televisione sia capace di offrire una certa visibilità sociale, decretare la notorietà e il successo di una persona, di un prodotto e di un’idea sia essa sociale o politica. Conseguentemente l’individuo o il gruppo che rinunciasse ad esprimersi attraverso essa, rischierebbe di restare senza voce. Così si continua a far ressa davanti agli ormai numerosi salotti, piazze e teatri televisivi, curandosi di avvisare accuratamente parenti e amici sul giorno e l'ora in cui si apparirà nella scatola magica.
Marshall McLuhan
Poi si conserva la registrazione e la si rivede insieme a parenti ed amici, come si farebbe per altri eventi familiari, quali il battesimo o il matrimonio del figlio. E tanto è più solenne questo rito quanto più conosciuto è il programma, una legge che fa accapponare la pelle, ma è quella che impera tra gli autori ed i capostruttura, i veri burattinai dell’elettrodomestico più altezzoso. La Televisione? Una metafora della morte dell'intimità, sosteneva Anthony Burgess.













Internet ha ucciso
la televisione
Inutile, la Tv, quindi Rai e Berlusconi, ogni giorno fanno a gara a chi ruba più pane alla stupidità. Infatti sono in molti a preferire la televisione al cinema, perché l'elettrodomestico è più vicina al bagno a causa di alcuni programmi televisivi che sono gomma da masticare per gli occhi, al punto che è assolutamente evidente che l'arte del cinema si ispira alla vita, mentre la vita si ispira alla Tv.
E questo il segreto per far sì che il teleutente creda a cosa vuole la Tv. Mandate in onda qualunque cosa alla TV e quella diventerà la realtà. Se il mondo fuori dal set televisivo contraddice le immagini in TV, la gente inizierà a tentare di cambiare il mondo per farlo collimare con le immagini televisive, Marshall McLuhan da "Gli strumenti del comunicare". 
La televisione si mostra sempre buona con tutti i suoi ospiti, nessuno escluso, sarebbe come darsi un calcio nei coglioni televisivi, fa dormire e mi lascia sempre insoddisfatto, come i veri sonniferi. Gioca insieme, regala premi, lecca, oppure offre loro la soddisfazione di aver esposto il proprio caso o di aver sostenuto la propria tesi di fronte a tutti, nella speranza che il proprio patetico caso sia ripreso più volte per poter dire: “Sono stato in Tv 4 volte!”. Cazzo! Una televisione molto elementare, ma molto remunerativa, perché lega grandi masse alla rete che organizza questi programmi e non c’è iato tra ciò che guardiamo e ciò che sono.
Robert "Budd" Dwyer (Saint Charles, 21 novembre 1939 – Harrisburg, 22 gennaio 1987) è stato un politico statunitense, noto per il fatto che, la mattina del 22 gennaio 1987, si suicidò sparandosi in bocca durante una conferenza stampa in diretta televisiva
Appagare l'emozioni

Da tutto questo non sono risparmiati neppure i bambini, anzi. Una struttura di materiale trasparente si allunga, e come il fumo entra in ogni fessura. Uguale la tv che permette alla telecamera di indugiare a lungo sugli ignari protagonisti che a casa pensano di essere i padroni della situazione per il banale fatto che abbiamo, noi, il telecomando, capirai. Loro non si mettono in posa e, forse, non se ne accorgono neppure di essere guardati. E una scena spettacolare ed efficace dal punto di vista emotivo.
Ma è - altrettanto fuori dubbio - che il tutto è costruito per l’adulto che da casa appaga il suo sguardo. Tuttavia questa invasione televisiva da parte della gente comune è tutto sommato anche la più innocua e la meno interessata. Molto più preoccupante è il caso di chi lo spazio televisivo se lo compra. Non mi riferisco qui ai venditori di tappeti, di impianti stereo, di idromassaggi e di attrezzi ginnici, di pellicce, di salotti e di gioielli e via dicendo, ma ai maghi, agli estetisti, alle mediatrici di agenzie matrimoniali, ai cartomanti, ai chiromanti e agli operatori del 144.









In tutti questi spazi vengono esplicitamente applicate tutte quelle strategie commerciali persuasive, che permettono di vendere sé stessi, il proprio fisico, le qualità personali, le idee, le conoscenze e gli affetti, facendo addirittura spettacolo. La televisione rispecchia così quell'idea sempre più diffusa nella nostra società secondo la quale tutto ha un prezzo. L'importante è presentare bene il prodotto. La legge protegge lo telespettatore, imponendo l'obbligo di rendere visibile che si tratta di un messaggio promozionale.










Politicamente televisivo 
Meno regolato e molto più complesso è invece il rapporto dei politici con la televisione. Si va dagli spot pubblicitari con chiaro contenuto politico, all'uso delle star del video come testimonial. Per i leader di partito, poi, ogni occasione è buona per apparire in televisione. Non c'è show televisivo dove non se ne trovi uno. Tra il piccolo schermo e i politici si è infatti instaurato un rapporto di reciproca complicità: la televisione, serve al politico come vetrina e il politico la compensa favorendone la sua stessa esistenza.
Detto in altri termini, si prendono due piccioni con una fava: da una parte si fa audience e dall’altra si orienta il voto o le indicazioni di comodo. Viviamo comunque in un tempo in cui c’è un abuso di sondaggi che non s'era mai visto. Non tutti sono scientificamente attendibili e quindi un certo dubbio resta sempre salutare, anzi, un centinaio di dubbi. La conclusione di tutto, è questa: la televisione è un'arma di distrazione e distruzione di massa.

16.9.12

dal blog gemello Notti Notturne di matteo tassinari : Miss Italia è da ricoverare!




SABATO 15 SETTEMBRE 2012


Miss Italia è da ricoverare!

Uno show da rottamare
Tutti insieme alla ricerca del congiuntivo perduto
 di Matteo Tassinari

Quando si è ricoverati in ospedale, non potendo quindi uscire e farsi una passeggiata sul lungomare e toccare il culo alle signore per ovvi motivi legati alla propria salute, a volte può capitare di guardare Miss Italia. Questa scelta però impone una condizione: non bisogna stupirsi di nulla di ciò che si vedrà, ma più di ciò che si sentirà. Per due sere consecutive, insieme a Gabriele, abbiamo guardato lo scempio andato in onda a Montecatini “condotto” dall’adultolescente Fabrizio Frizzi. Mi vergogno dirlo, ma io e il mio amico di camera, siamo morti dal ridere, seppur guastati in varie parti del corpo, notare lo sciupio di penetrante bagatelle e inezie capitanate dall’indomito cavaliere della pinzillacchera vacuità assoluta: Fabrizio Frizzi. Tra una flebo alle 21,30 e tre compresse da ingurgitare, abbiamo aperto i nostri occhi oltre il cancello, per sprofondare in un mondo dove tutto è “ti amo papi” o pianti improvvisi e difficilmente interrompibili. Insomma il classico pugno di mosche, in bocca. Non avendo mai visto Miss Italia, io e Gabri, disfatti e stesi nei nostri due rispettivi lettucci, non potevamo immaginare che lo straziante sconquasso potesse raggiungere tali gargantuesche dimensioni di assenza. Può esistere una manifestazione dove un conduttore, per ore, ripete: “numero 53, sei dentro” oppure “numero 104, sei fuori”?
Matrona o Patrona? 
Il ricordo ora è affannoso, ma la mia posta (5 euri) li ho puntati su una biondina con coccarda 78. Gabri adocchiò una mora del nord che toccò la vetta delle prime dieci per poi sentirsi dire da Frizzi: “Sei fuori”, con quella voce dal timbro tra il dispiaciuto e il melanconico. Nel frattempo un’infermiera mi cambia la sondina per mettermene una nuova, tenendo il braccio dritto per agevolare il cambio di tubicini e condotti, pensavo: ma ha ancora senso questo defilè di pertiche dall’anima lunga aspiranti magistrate, biologhe, attrici, chirurghe, cantanti, scienziate che cercano la celebrità a nome dei contribuenti Rai? Avvolte in tubino nero stile biancheria contenitiva, vanno ripetendo una alla volta: “Mio padre mi ha insegnato a non mollare mai, e io questo farò'", in ossequio ad Anna Tatangelo che, da giurata quale era, chiedeva sobrietà alle Miss, mentre Caterina Balivo si lasciava andare in uno strepitoso:“Vincerà una ragazza telegenica”, come dire: scusa, mi passi la saliera. Anche Natasha Stefanenko si è lasciata andare in dichiarazioni frullate: “Sono giovani, tenaci e sono soprattutto studentesse. E’ giusto coltivare i sogni che portano al mondo dello spettacolo, ma bisogna continuare a studiare”. AIUTO! Apocalisse mediatica! Patrizia Mirigliani, matrona della manifestazione, cioè, patrona perché al femminile non si può declinare, ricordava l'importanza dell’efficacia del "gioco di squadra per un’estetica sana”. Se qualcun@ ha capito qualcosa mi telefoni pure al 3419783926046725, sarò tutt’orecchi perché la mia ignoranza non mi permette di cogliere le sfumature allegoriche e le metafore subacque che la signora Mirigliani voleva suggerirci.
Miss Italia, lato B 
Ipocrisia made in Italy 
Per i paranoici dell’auditel, è interessante sapere che sia domenica che lunedì, Canale 5 ha battuta lo show più vecchio del mondo, con un filmettino e una fiction senza pretesa alcuna. Qualcuno penserà che in questi casi è facile sparare sulla Croce rossa, ma il fatto è che l’Italia di Miss Italia non ne può più e costa troppo, un costo che grava pesantemente sui badget Rai finanziati coi nostri soldi attraverso il canone da noi pagato. Da 4 decenni, si continua a riciclare un format che ormai appartiene all’era del paleolitico e che ogni anno viene fotocopiato e banalmente ripetuto. Nessuno saprà quantificare i danni che questa trasmissione ha provocato nei decenni, ma vi assicuro che sono tanti. Troppi! L’ipocrisia made in Italy rasenta il ridicolo con questo show politicamente corretto, coccolato come uno spettacolo da prima serata di sabato e domenica sera, ma appartenente ad un’altra era geologica. Per non farmi dare del disfattista, faccio un esempio di attuale bella televisione condotta dalla brava Teresa Mannino su La7 intitolata “Se questa sera sono qui”, a mio avviso una soffio di libertà roseo e pungente, che fa bene alla salute.  
Un grazie di cuore da parte mia e Gabri a chi ci ha voluto bene 
L'Avatar di Frizzi
A Gabri facevaseppur tutto ammaccato, ridere il linguaggio da adultolescente di Frizzi: “Quando parla, lo fa, come se fossimo tutti bambini cretini” mi dice con la flebo a base di antibiotico e antidolorifico. Ha ragione, ma l'interessato stesso, non può farci nulla, perché il vocabolario di Frizzi non supera le 300 parole: stupore, grazia, ora o mai più con risatona annessa. Di espressioni invece ne conosce due: una quando ride, l’altra quando è serio. I problemi nascono quando deve fare la faccia a metà tra l’allegro e il depresso, allora avviene un rimescolio di muscoli facciali che fanno del volto di Frizzi un Avatar.
L'Avatar di Frizzi
Solo Luca Giurato e Giucas Casella...
Quando poi deve presentare, come da copione, la Patrona Patrizia Mirigliani, il suo volto assume connotati da orgasmo sudato. L’apogeo del kitsch, il trionfo della ripulsa, qualcosa che si presenta come un "cigno ma si avvede che è un rospo", è la chiusa amichevole di Gabri, anche se lui ha usato altre parole, leggermente un pò più hard. In questo effetto avverso a dispetto della sofferente umanità, solo una coppia come Luca Giurato e Giucas Casella avrebbero potuto, insieme, fare di peggio. Tra impacci e ceffoni involontari come quando Giurato fratturò una gamba alla Venier a Domenica In, s'inanellano spontaneamente gaffe memorabili. La narrazione di Frizzi è credibile quanto le testimonianze del comandante della Concordia Francesco Schettino o gli archivi storici del gobbo più famoso del bel Paese. Ma Frizzi, impegnato costantemente nella ricerca del congiuntivo perduto, non si lascia andare per così poco facendo sapere che lascerà la conduzione del programma. Si parla già di un volto nuovo, emergente, audace e fresco: Antonella Clerici. Peccato, era appena la 17esima edizione dello show presentata dal ragazzo della porta accanto, visto che per Frizzi tutte le Miss Italia “sono ragazze della porta accanto”, l’avrà ripetuto 10 volte. Fossi stato nel Cda della Rai avrei aspettato altri 20 anni. Che ingiustizie.
La Frizzi che avanza. Ad Antonella Clerici manca solo lo Zecchino d'oro 
La ragazza della porta accanto
Dalla padella alla brace. Domande che sono più scontate delle risposte:“Cosa aspetti che ti regali il futuro?”, oppure “Sei più attaccata alla mamma o al papà?”. Nel caso che la Miss sia pugliese, state tranquilli che le cime di rapa saranno l’argomento principale del dialogo della durata di un paio di minuti, che in primo piano in tv sono un’eternità se non conosci i tempi, e il rischio di diventare pesantemente penosi è lì dietro l’occhio della telecamera. Se invece la concorrente è domiciliata a Genova, il pesto la farà da padrona. Luoghi comuni come se piovesse. Quando ha presentato la presidente della giuria tecnica, Federica Pellegrini, gli ha detto che era benvenuta quattro volte, alla quinta è partito un “ma sei in splendida forma”. Pubblico a bocca aperta per il passaggio imprevedibile, “quasi shakespeariano”, del conduttore che ha saputo non arrivare a 5 volte nel ripete benvenuto ad un ospite. Del resto Fabrizio Frizzi, è nato e cresciuto col marchio in fronte del ragazzo della porta accanto. Alla fine della serata infinita, l’avrà detto 10 volte: “col numero 28, Pinca Pallina, bella come la ragazza della porta accanto”. Peccato che abiti in una villa. Ora ha deciso di recidere il contratto con la Rai per Miss Italia. Poi vieni a sapere cose che stritolano i sacri pendenti. Un quotidiano nazionale ha scritto recentemente che un direttore della Rai sarebbe compensato del suo duro lavoro di 32mila euro al mese. Il direttore smentisce, come prevede il Monopoli dei media. Noi invece abbiamo un motivo in più per pagare il canone felici e imbranati. Della serie, piacere, mi chiamo Tafazzi.
 Il sogno del mio amico Gabri dopo aver visto un pò Miss Italia
Buona notte Gabri
Mi volto e Gabri dorme. Ha la faccia rilassata e la flebo finita. Suono per chiamare l’infermiera, alle quali rivolgo un dolce saluto. Voglio essere fermamente chiaro, in questa parte di testo, l’ironia è del tutto assente e le cose che scrivo sono serie come la malattia che mi ritrovo addosso da decenni. Spengo la luce pensando che sono loro le mie Miss, perché di notte e di giorno, sono pronte al mio suono di campanello a darmi una mano o darla a Gabri o a tutti i ricoverati del reparto. Forse bisognerebbe spiegare che il destino di molte ragazze non è solo essere belle, avere gli occhioni bluette, fare le veline o le troniste o partecipare al Grande Fratello, ma vivere - anche - vicino a chi ha bisogno immediato, chi non riesce più ad alzarsi dal letto per vari motivi che evito di descrivere volutamente.
 Due infermieri al lavoro

Per me e Gabri, sono molto più interessanti le “nostre” infermiere che le vanaglorie di Montecatini. Buona notte Gabri.   

Messico, il cantante toglie dalla scaletta un brano molto amato ( Si trattava di un controverso brano che elogia le azioni dei narcotrafficanti ): il pubblico reagisce distruggendo il palco

In Messico esiste un  sottogenere musicale chiamato «narcocorrido»  e che è famoso per i  testi indulgenti verso l'attività dei cartelli...