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19.4.21

basta un non niente per incappare nella dittatura del politicamente corretto . esperienza personale sui social

 recentemente   ho condiviso  su  il mio facebook   questo Meme  



ho ricevuto accuse di sessismo . ecco alcuni commenti  : << ***** . Divertente . Ma è uno stereotipo discriminatorio nei confronti di belle donne che hanno fatto successo mostrandosi. Ci vuole cervello anche per fare questo. ; ***** Discorso lungo ... comunque a parte poi conoscerle personalmente, quello che propongono non mi piace ... belle sì, ma belle sí può essere senza perpetuare questo stereotipo ... ; *****  Sono davvero in tanti anche gli uomini in tv con cervello poco interessante eppure nessuno si chiede mai dove sia. ;  *****  brava  **** negli uomini invece troviamo narcisismo bullismo belloccio e muscoli che non servono a molto anche nel lato sessuale >>
È  vero   che  potrebbe   sembrare   (   anzi meglio  è  )  uno stereotipo  sessista  , ma chi mi segue  o legge  in miei  post  anche  occasionalmente sa  o dovrebbe  sapere  che  non lo sono   e  quindi  non vedo   motivo di specificarlo  in  quanto  condivido certi post diversi dal mio  modo  di pensare   e   spesso contrastanti   lo faccio volutamente per indurre ad un eventuale dibattito fra noi. 
Infatti hanno Tanto cervello: perchè hanno e capiscono che i beceri e gli ignoranti ( ma non solo perchè pur di distrarci dalle bruttezze quotidiane ormai siamo succubi ed abbiamo paura di fare figuracce o rimanere in silenzio se in una discussione si parla  e tu  non sai  chi sono     di tali personaggi Maschili o femminili del nostro trash  )  sono tanti e quindi si sono adattate. Guardate i geni (come i Guzzanti che io adoro) siano relegati ai margini dello spettacolo rispetto a costoro e chiedetevi ancora se siano decerebrate loro o chi le segue.
 come ho risposto ai commenti ( compresi quelli sopra riportati ) la stessa battuta la farei anche a uomini idioti perchè ce n'è che fanno trash. Ha ragione una mio amica facebookiana che ha scritto : << Purtroppo il cervello ben difficilmente è utile per fare soldi a palate, come fanno queste signore. Che magari il cervello lo hanno, e anche buono. Ma recitare la parte dell'oca è sicuramente più redditizio >> finché, aggiungo io , c'è gente che segue questo tipo di offerta televisiva o legge tali giornalacci che ormai non usano più , metaforicamente parlando, neppure per avvolgere il pesce .
Quindi   per  concludere  se qualcuno\a  ha  una  vignetta  \  Meme  con protagonisti  maschili   simile  ( ma   anche  diverso   )   a quello   che  ho   condiviso    su  fb  e  riportato qui     sarei ben lieto     di  pubblicarlo  . Potete  metterlo anche  nei commenti ,  la mia  bacheca  è  aperta a tutti\e , del post   in questione   (  che  trovate  qui  https://bit.ly/3eguava ) .  con     questo  è  tutto alla prossima  

22.1.16

Bonolis, il re del trash si butta sull'omofobia ed xenofobia pur di far audience . Fare gli idioti e rendere tutti più idioti


Leggo  ormai    sempre  più   sconfortato    su  http://www.lettera43.it/cultura/ che  

Ciao Darwin di Bonolis torna. E chiama anti-gay e razzisti. Una tivù deprimente. In cui il conduttore sguazza. La sola regola è alzare l'asticella dell'osceno.

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21 Gennaio 2016
Il diverbio con insulto omofobo tra Mancini e Sarri durante Napoli-Inter di Coppa Italia.
(© Ansa) Il diverbio con insulto omofobo tra Mancini e Sarri durante Napoli-Inter di Coppa Italia.
Se c'è un caso in cui tutti, o quasi, fanno i froci col culo degli altri, è questo.
Primo il Sarri, il compagno Sarri, fisiologicamente a favore dei diritti, dei deboli, che si lascia andare a insulti da osteria, ma così, insouplesse, come a dare del “democristiano” (immaginarsi che sarebbe successo se fossero usciti da altre bocche, con meno expertisesociopolitico).
Poi l'altro, il Mancini che ne fa un caso di salute pubblica e non per solidarietà, visto che in passato si è concesso più o meno gli stessi epiteti, ma pro domo sua e comunque non si capisce se sia parte lesa, se gli piacciano le donne o che accidenti altro.
GIOVANNE D'ARCO ALLE SPECCHIO. A ruota i vari soggetti e soggettini che cavalcano la tigre e così parlano di se stessi, Giovanne d'Arco allo specchio.
Fingendo, tutti, di non sapere, di non capire che a bordo campo, e sugli spalti, questo si sente dal primo al novantesimo minuto, recupero compreso, perché il mondo del calcio a dirla tutta è una bella suburra culturale, ma poi finisce lì e non è il caso di farne una tragedia greca.
E AI GAY NEL CALCIO CHI PENSA? Mentre il problema dei calciatori gay - che ci sono e sono tanti, ma temono di uscire allo scoperto -, quello sì che viene rimosso: quando il compianto Carlo Petrini lo sollevò nei suoi libri, con la sua schiettezza brutale, venne accusato di specularci sopra.
Per ultimo, a proposito, arriva Bonolis, Paolo Bonolis.
Figuriamoci se poteva lasciarsi scappare una simile occasione.

L'idea meravigliosamente squallida di Ciao Darwin

Paolo Bonolis durante una puntata di ''Ciao Darwin''.
Paolo Bonolis durante una puntata di "Ciao Darwin".
Bonolis si è messo in testa questa idea meravigliosamente squallida: provinare un mucchio selvaggio di omofobi e razzisti per la nuova edizione di Ciao Darwin.
IL SOPRAVVALUTATO. Questo Bonolis è un tipico rappresentante dell'intrattenimento cosiddetto per famiglie, strapagato, sopravvalutato, uno di quei conformisti che si ammantano di trasgressione: seleziona (e irride) la peggio umanità, però se lo interpelli ti risponde che lui è «assolutamente» in favore di tutto e di tutti.
Assolutamente, come tutti quelli che non credono a quello che dicono.
E magari viene a dirti che lui gli omofobi e i razzisti li convoca in fama di reprobi, per esporli al pubblico ludibrio, alla gogna televisiva.
UTILE SOLO ALLA SHARE. Ma è una grandiosa palla, gli servono per far cassa e cassetta e del resto non gli importa, non si cura di eventuali conseguenze, di significati reconditi, della mortificazione di chi davvero ha ragione di soffrirne e non ha voce per protestare.
Lui è uno che da un quarto di secolo campa sulla schiuma e ci si trova alla grande.
Se capita una concorrente vistosa, che di cognome fa “Puppinato”, ci sguazza a forza di borbottii, occhiate sgranate, mezzi commenti: «Eh lo dicevo io...».
PESANTEZZA DEPRIMENTE. E la gente ride, lo trova simpatico e questo sarebbe il trash, che si è sdoganato per conto suo come una profezia che si autoadempie nel nome di una presunta leggerezza che non è mai esistita, questa spazzatura televisiva è di una pesantezza deprimente, non ha neppure l'autoironia delle commediacce Anni 70 con Lino Banfi e Alvaro Vitali.

Dopo un quarto di secolo il presentatore è alla frutta

Paolo Bonolis.
Paolo Bonolis.
Cosa significa selezionare gente che ce l'ha coi “froci”, i “negri”, le donne, gli immigrati, insomma per tutti i gusti, che mette insieme un rosario di cliché subculturali, e farli sfilare per un programma televisivo?
Far capire che l'Italia è ancora questa, fare della sociologia d'accatto, pretendere di far riflettere un pubblico che, al contrario, rischia di rispecchiarsi, perché il pubblico di Bonolis questo è?
TROVATINA STUPIDA. Sì, d'accordo, non sarà il caso di farla lunga come la Regione Piemonte, a suon di esposti e di segnalazioni all'Unar, che sarebbe l'ufficio contro le discriminazioni, non sarà il caso di istituzionalizzare una trovatina stupida, una provocazione che si commenta da sé.
Però è proprio il livello della pensata a lasciare sconcertati: uno che dopo un quarto di secolo di esperienza televisiva non sa trovare altro per rilanciare il suo programma, non è alla frutta?
VOLGARITÀ DELIRANTI. Non trascina ancora più giù una televisione che sembra non trovare limite al suo peggio, alle sue volgarità deliranti e del tutto autoreferenziali, lo sporco per lo sporco, la rissa per la rissa?
Succede nell'intrattenimento leggero come nell'informazione, nei talk show da gambetta accavallata come nei programmi sportivi, per non parlare dei reality dove la regola è alzare l'asticella dell'infame e dell'osceno altrimenti si va tutti a casa.
C'è un limite o il limite è solo l'inferno?
CORRIAMO VERSO LA MISERIA. Non sarà per Bonolis che gli italiani si riscopriranno migliori o peggiori, ma il Bonolis di turno si propone come punta avanzata di un livello che subito altri tenteranno di superare in una corsa ormai incontrollabile verso l'umana miseria.
Ma pare che le pulsioni più fisiologiche, più imbarazzanti (un tempo) siano particolarmente apprezzate, la mutazione genetica di chi la televisione la fa e la guarda è sempre più nel segno del “diciamoci tutto, facciamoci tutto”, la discrezione è ipocrita, il pudore borghese, la misura non paga, la decenza non porta da nessuna parte.
Insomma siamo alla regressione orgogliosa.
Ciao Darwin, ma alla rovescia. O meglio, alla lettera.
 
Twitter @MaxDelPapa




ha ragione Alessandro Gilioli ( qui il suo curriculum ) su 

http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it del 21\1\2016
Poche cose sono indicative dello stato dei media in Italia come la notizia dell'annuncio con cui la trasmissione "Ciao Darwin" cercava «persone contrarie all'integrazione degli stranieri» e «persone contrarie ai diritti dei gay»: insomma, seppur detto meglio, razzisti e omofobi.La questione, tuttavia, non sta nelle specifiche tipologie ricercate in questo caso (peraltro piuttosto diffuse in un Paese dove sei persone su dieci non leggono neppure un libro all'anno: che bisogno c'era di mettere un annuncio?).La questione, si diceva, sta altrove.Sarebbe stata infatti la stessa identica cosa se avessero cercato, chessò: proseliti del veganesimo, rabbini contrari all'evoluzionismo, favorevoli al ritorno dei Savoia, vessilliferi della vita su Marte o delle virtù terapeutiche del riso canadese.Insomma, macchiette.La televisione italiana vuole macchiette, per portare la realtà al massimo della semplificazione. La televisione italiana odia la complessità, detesta la sfumatura, è terrorizzata dai toni grigi. Specie se in questi grigi c'è uno straccio di ragionamento.E mica solo Bonolis.Anche i talk show politici sono costruiti quasi tutti così. Ciascuno deve recitare una parte: oggi, tendenzialmente il renziano o l'antirenziano, sulla falsariga del ventennio in cui bisognava fare i berlusconiani contro gli antiberlusconiani. Ma sono ammessi anche macchiettisti minori: l'ex grillino deluso, il vetero di sinistra rimasto negli anni 70, il cinico blu che non crede più a niente, l'uomo della strada che odia la casta, il contestatore della moneta unica, lo startupparo digital-ottimista. Eccetera eccetera.Più sei etichettabile, banale e ortogonale - nella posizione che interpreti - più hai probabilità di essere invitato.Gli ospiti lo sanno e, nel 90 per cento dei casi, quando vanno in tivù rendono il loro pensiero il più possibile etichettabile, banale e ortogonale, allo scopo di farsi reinvitare: del resto un'assidua presenza in tivù presenta per loro una discreta quantità di vantaggi collaterali.Così si verifica lo strano fenomeno che ho riscontrato più volte: quello di politici e opinionisti che quando li incontro di persona rivelano una pacatezza argomentativa, una ricchezza di pensiero e una complessità di ragionamento che poi spariscono completamente quando li rivedo in tivù, a interpretare il ruolo loro assegnato.A volte mi chiedo se siano gli stessi. O se prima andare in tivù si calano qualcosa. Invece no: semplicemente, quando sono on air svolgono con diligenza il compito per il quale sono invitati. Cioè evitare la complessità e mettere in fuga il ragionamento.Fare gli idioti e rendere tutti più idioti.


16.9.12

dal blog gemello Notti Notturne di matteo tassinari : Miss Italia è da ricoverare!




SABATO 15 SETTEMBRE 2012


Miss Italia è da ricoverare!

Uno show da rottamare
Tutti insieme alla ricerca del congiuntivo perduto
 di Matteo Tassinari

Quando si è ricoverati in ospedale, non potendo quindi uscire e farsi una passeggiata sul lungomare e toccare il culo alle signore per ovvi motivi legati alla propria salute, a volte può capitare di guardare Miss Italia. Questa scelta però impone una condizione: non bisogna stupirsi di nulla di ciò che si vedrà, ma più di ciò che si sentirà. Per due sere consecutive, insieme a Gabriele, abbiamo guardato lo scempio andato in onda a Montecatini “condotto” dall’adultolescente Fabrizio Frizzi. Mi vergogno dirlo, ma io e il mio amico di camera, siamo morti dal ridere, seppur guastati in varie parti del corpo, notare lo sciupio di penetrante bagatelle e inezie capitanate dall’indomito cavaliere della pinzillacchera vacuità assoluta: Fabrizio Frizzi. Tra una flebo alle 21,30 e tre compresse da ingurgitare, abbiamo aperto i nostri occhi oltre il cancello, per sprofondare in un mondo dove tutto è “ti amo papi” o pianti improvvisi e difficilmente interrompibili. Insomma il classico pugno di mosche, in bocca. Non avendo mai visto Miss Italia, io e Gabri, disfatti e stesi nei nostri due rispettivi lettucci, non potevamo immaginare che lo straziante sconquasso potesse raggiungere tali gargantuesche dimensioni di assenza. Può esistere una manifestazione dove un conduttore, per ore, ripete: “numero 53, sei dentro” oppure “numero 104, sei fuori”?
Matrona o Patrona? 
Il ricordo ora è affannoso, ma la mia posta (5 euri) li ho puntati su una biondina con coccarda 78. Gabri adocchiò una mora del nord che toccò la vetta delle prime dieci per poi sentirsi dire da Frizzi: “Sei fuori”, con quella voce dal timbro tra il dispiaciuto e il melanconico. Nel frattempo un’infermiera mi cambia la sondina per mettermene una nuova, tenendo il braccio dritto per agevolare il cambio di tubicini e condotti, pensavo: ma ha ancora senso questo defilè di pertiche dall’anima lunga aspiranti magistrate, biologhe, attrici, chirurghe, cantanti, scienziate che cercano la celebrità a nome dei contribuenti Rai? Avvolte in tubino nero stile biancheria contenitiva, vanno ripetendo una alla volta: “Mio padre mi ha insegnato a non mollare mai, e io questo farò'", in ossequio ad Anna Tatangelo che, da giurata quale era, chiedeva sobrietà alle Miss, mentre Caterina Balivo si lasciava andare in uno strepitoso:“Vincerà una ragazza telegenica”, come dire: scusa, mi passi la saliera. Anche Natasha Stefanenko si è lasciata andare in dichiarazioni frullate: “Sono giovani, tenaci e sono soprattutto studentesse. E’ giusto coltivare i sogni che portano al mondo dello spettacolo, ma bisogna continuare a studiare”. AIUTO! Apocalisse mediatica! Patrizia Mirigliani, matrona della manifestazione, cioè, patrona perché al femminile non si può declinare, ricordava l'importanza dell’efficacia del "gioco di squadra per un’estetica sana”. Se qualcun@ ha capito qualcosa mi telefoni pure al 3419783926046725, sarò tutt’orecchi perché la mia ignoranza non mi permette di cogliere le sfumature allegoriche e le metafore subacque che la signora Mirigliani voleva suggerirci.
Miss Italia, lato B 
Ipocrisia made in Italy 
Per i paranoici dell’auditel, è interessante sapere che sia domenica che lunedì, Canale 5 ha battuta lo show più vecchio del mondo, con un filmettino e una fiction senza pretesa alcuna. Qualcuno penserà che in questi casi è facile sparare sulla Croce rossa, ma il fatto è che l’Italia di Miss Italia non ne può più e costa troppo, un costo che grava pesantemente sui badget Rai finanziati coi nostri soldi attraverso il canone da noi pagato. Da 4 decenni, si continua a riciclare un format che ormai appartiene all’era del paleolitico e che ogni anno viene fotocopiato e banalmente ripetuto. Nessuno saprà quantificare i danni che questa trasmissione ha provocato nei decenni, ma vi assicuro che sono tanti. Troppi! L’ipocrisia made in Italy rasenta il ridicolo con questo show politicamente corretto, coccolato come uno spettacolo da prima serata di sabato e domenica sera, ma appartenente ad un’altra era geologica. Per non farmi dare del disfattista, faccio un esempio di attuale bella televisione condotta dalla brava Teresa Mannino su La7 intitolata “Se questa sera sono qui”, a mio avviso una soffio di libertà roseo e pungente, che fa bene alla salute.  
Un grazie di cuore da parte mia e Gabri a chi ci ha voluto bene 
L'Avatar di Frizzi
A Gabri facevaseppur tutto ammaccato, ridere il linguaggio da adultolescente di Frizzi: “Quando parla, lo fa, come se fossimo tutti bambini cretini” mi dice con la flebo a base di antibiotico e antidolorifico. Ha ragione, ma l'interessato stesso, non può farci nulla, perché il vocabolario di Frizzi non supera le 300 parole: stupore, grazia, ora o mai più con risatona annessa. Di espressioni invece ne conosce due: una quando ride, l’altra quando è serio. I problemi nascono quando deve fare la faccia a metà tra l’allegro e il depresso, allora avviene un rimescolio di muscoli facciali che fanno del volto di Frizzi un Avatar.
L'Avatar di Frizzi
Solo Luca Giurato e Giucas Casella...
Quando poi deve presentare, come da copione, la Patrona Patrizia Mirigliani, il suo volto assume connotati da orgasmo sudato. L’apogeo del kitsch, il trionfo della ripulsa, qualcosa che si presenta come un "cigno ma si avvede che è un rospo", è la chiusa amichevole di Gabri, anche se lui ha usato altre parole, leggermente un pò più hard. In questo effetto avverso a dispetto della sofferente umanità, solo una coppia come Luca Giurato e Giucas Casella avrebbero potuto, insieme, fare di peggio. Tra impacci e ceffoni involontari come quando Giurato fratturò una gamba alla Venier a Domenica In, s'inanellano spontaneamente gaffe memorabili. La narrazione di Frizzi è credibile quanto le testimonianze del comandante della Concordia Francesco Schettino o gli archivi storici del gobbo più famoso del bel Paese. Ma Frizzi, impegnato costantemente nella ricerca del congiuntivo perduto, non si lascia andare per così poco facendo sapere che lascerà la conduzione del programma. Si parla già di un volto nuovo, emergente, audace e fresco: Antonella Clerici. Peccato, era appena la 17esima edizione dello show presentata dal ragazzo della porta accanto, visto che per Frizzi tutte le Miss Italia “sono ragazze della porta accanto”, l’avrà ripetuto 10 volte. Fossi stato nel Cda della Rai avrei aspettato altri 20 anni. Che ingiustizie.
La Frizzi che avanza. Ad Antonella Clerici manca solo lo Zecchino d'oro 
La ragazza della porta accanto
Dalla padella alla brace. Domande che sono più scontate delle risposte:“Cosa aspetti che ti regali il futuro?”, oppure “Sei più attaccata alla mamma o al papà?”. Nel caso che la Miss sia pugliese, state tranquilli che le cime di rapa saranno l’argomento principale del dialogo della durata di un paio di minuti, che in primo piano in tv sono un’eternità se non conosci i tempi, e il rischio di diventare pesantemente penosi è lì dietro l’occhio della telecamera. Se invece la concorrente è domiciliata a Genova, il pesto la farà da padrona. Luoghi comuni come se piovesse. Quando ha presentato la presidente della giuria tecnica, Federica Pellegrini, gli ha detto che era benvenuta quattro volte, alla quinta è partito un “ma sei in splendida forma”. Pubblico a bocca aperta per il passaggio imprevedibile, “quasi shakespeariano”, del conduttore che ha saputo non arrivare a 5 volte nel ripete benvenuto ad un ospite. Del resto Fabrizio Frizzi, è nato e cresciuto col marchio in fronte del ragazzo della porta accanto. Alla fine della serata infinita, l’avrà detto 10 volte: “col numero 28, Pinca Pallina, bella come la ragazza della porta accanto”. Peccato che abiti in una villa. Ora ha deciso di recidere il contratto con la Rai per Miss Italia. Poi vieni a sapere cose che stritolano i sacri pendenti. Un quotidiano nazionale ha scritto recentemente che un direttore della Rai sarebbe compensato del suo duro lavoro di 32mila euro al mese. Il direttore smentisce, come prevede il Monopoli dei media. Noi invece abbiamo un motivo in più per pagare il canone felici e imbranati. Della serie, piacere, mi chiamo Tafazzi.
 Il sogno del mio amico Gabri dopo aver visto un pò Miss Italia
Buona notte Gabri
Mi volto e Gabri dorme. Ha la faccia rilassata e la flebo finita. Suono per chiamare l’infermiera, alle quali rivolgo un dolce saluto. Voglio essere fermamente chiaro, in questa parte di testo, l’ironia è del tutto assente e le cose che scrivo sono serie come la malattia che mi ritrovo addosso da decenni. Spengo la luce pensando che sono loro le mie Miss, perché di notte e di giorno, sono pronte al mio suono di campanello a darmi una mano o darla a Gabri o a tutti i ricoverati del reparto. Forse bisognerebbe spiegare che il destino di molte ragazze non è solo essere belle, avere gli occhioni bluette, fare le veline o le troniste o partecipare al Grande Fratello, ma vivere - anche - vicino a chi ha bisogno immediato, chi non riesce più ad alzarsi dal letto per vari motivi che evito di descrivere volutamente.
 Due infermieri al lavoro

Per me e Gabri, sono molto più interessanti le “nostre” infermiere che le vanaglorie di Montecatini. Buona notte Gabri.   

30.7.12

Se il gossip prevale sullo sport


  dall'unione sarda del  30\7\2012

Se il gossip prevale sullo sport

Ivan Paone

Troppe telecamere, troppo clamore, troppa pressione mediatica. E Federica Pellegrini ha fatto flop nella finale 400 stile libero di nuoto. Ma, per favore, non gettate la croce addosso ai media, adesso. Gran parte delle responsabilità di questa sovraesposizione grava sulla stessa Federica, che ha trasformato in evento mediatico qualsiasi aspetto della sua vita, anche privata. Per esempio, che bisogna c'era di una cerimonia di fidanzamento con Magnini stile holliwoodiano? E dei discorsi sul sesso prima della gara? Interviste su interviste, in minima parte sui giornali sportivi, la gran parte su quelli di gossip. Il tutto unito a una insicurezza di base di Federica, che ha paura di nuotare in mare. E non è che la sua metà, Filippo Magnini, si stia comportando meglio. Commentando la faticosa qualificazione della staffetta azzurra, Magnini ha gettato fango sui compagni in diretta tv: «Io ho fatto una grande gara, gli altri non devono commettere certi errori. Siamo all'Olimpiade!». Vivaddio, non ce ne eravamo accorti.
Consoliamoci con l'argento dello sciabolatore Diego Occhiuzzi e con il bronzo della judoka Rosalba Forciniti. Attorno a loro, poco clamore ma tanta felicità sincera. In pieno spirito olimpico che, in teoria, dovrebbe mettere in gara solo atleti dilettanti. In teoria.

«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

  corriere  della sera   tramite  msn.it  \  bing    Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...