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21.8.23

caro turista di Roberta Broccia curatrice del gruppo facebook Madre Terra e amici di ❤

 Roberta BrocciaMadre Terra e amici di ❤
5 h

 
"Caro turista...
Ultimamente è tutto un pullulare di articoli, sui giornali locali e sui blog, di critiche verso la Sardegna espresse da turisti che ci sono appena stati, o che "ci vengono da anni, ma".
Si denuncia in particolare una sorta di mancanza di servizi di base, come il wi fi, il bancomat e l'incapacità, a detta loro, di innovarsi e di stare al passo, unitamente al fatto che, sempre a detta dei suddetti turisti sia cara, troppo cara.
Caro turista, mi permetto di risponderti in ordine sparso:
- Si, hai ragione. La Sardegna è cara. E' soprattutto molto caro venirci, vista la gestione disastrosa dei trasporti di cui siamo tutti schiavi, noi Sardi più di te, credimi. Con quello che si spende per il solo viaggio in Grecia fai due settimane tutto compreso. Eppure tu hai scelto di venire qui, e di questa fiducia ti ringrazio. E voglio dirti anche che al di là del viaggio vivere in Sardegna non è affatto costoso; basta scegliere le mete. Vuoi la Costa Smeralda, caro turista? E allora non lamentarti. Ma sappi che scegliere la Costa Smeralda significa non scegliere la Sardegna, ma un lembo di terra venduta agli arabi nel quale è stato costruito un bel parco di divertimenti che niente ha a che fare con la nostra cultura e il nostro territorio. E' un'altra cosa. E' come andare a Disneyland ed essere convinti di aver visitato la Francia; non, mon ami.
Ci sono altre zone meravigliose dove gli alloggi e il costo della vita sono molto più accessibili e i servizi sono addirittura maggiori. La scelta sta a te: su booking e su tutti i siti di prenotazione alberghiera le opzioni non mancano. Scegli tu il prezzo.
E' ancora troppo caro? La Grecia, la Puglia, la Croazia hanno un mare bellissimo. Sarà per la prossima volta, dai. Che fare le nozze coi fichi secchi è sempre brutta, come cosa. Non devi venire in Sardegna per forza. Ripeti con me: non devo venire in Sardegna per forza.
-Siamo, fondamentalmente, un po' stupidi..
E non sai quanto mi secchi doverlo ammettere ogni volta. Ma è la verità, e non mi viene nessun altro sinonimo per definire un popolo che ha svenduto una parte della sua terra a un manipolo di riccastri e che è sempre stato incapace di renderla un motore della propria economia. Si incomincia a vedere qualche progresso adesso, ma paghiamo ancora un conto salato per la nostra stupidità del passato.
- Non c'è il wi-fi.
E sei ancora qui a raccontarlo?! Come hai fatto a sopravvivere?!
Scherzi a parte, il wi-fi c'è eccome, spesso è addirittura offerto gratuitamente dai comuni (ho visto paesi minuscoli, l'ultimo si chiama Cossoine, mille abitanti forse, che ha il wifi libero su tutto il territorio cittadino. Cioè tu stai li, a berti l'Ichnusa davanti a un murale e nel frattempo chatti col tuo amico che sta a Tokyo. Gratis).
Di recente la mia compagna si è connessa in wi fi da un chiosco nel bel mezzo del nulla, nella Penisola del Sinis (hai presente, quel posto dove ultimamente va di moda rubare la sabbia di quarzo).
E' pieno di hotspot wi-fi, nei bar, nelle strutture alberghiere, più o meno ovunque. Secondariamente ti dico, in amicizia, che se davanti a Capo Caccia, alle Bocche di Bonifacio, alla gola di Gorropu o al Pan di Zucchero di Masua il tuo UNICO pensiero è quello di connetterti in wi-fi per usare Facebook o WhatsApp, probabilmente c'è qualcosa che non va "a monte". C'è proprio un rapporto sbagliato fra te e la Sardegna. Non vi siete capiti. Se non riesci a contemplare la natura che offre, a rispettare i silenzi, le pause, a cogliere i momenti giusti, beh forse scusami, ma non è la destinazione giusta per te. L'importante è saperlo (e dirlo, via wi-fi, alle persone a cui tieni).
-Non ci sono i bancomat.
Certo. E in compenso ci sono perfidi rapitori che assaltano le diligenze, solitari suonatori di launeddas in equilibrio sulle rocce secolari, e buffi uomini bassi che costruiscono Nuraghi.
Eja. Credici. 🙂
La verità è che siamo pieni di bancomat, ma per trovarli, o quantomeno per trovarne più di uno, forse dovresti uscire di mezzo kilometro dal villaggetto di 10 anime in cui alloggi, che chiaramente non può essere attrezzato in tutto e per tutto. Abbiamo, fuori dai villaggi vacanze, anche degli altri posti che si chiamano "città e paesi" dove, non ci crederai, c'è tutto. Non serve andare a Cagliari, Sassari e nei capoluoghi; bastano anche cittadine più piccole e sicuramente più vicine al posto dove stai. C'è tutto, fidati.
-Non sappiamo stare al passo.
Al passo di CHI?, mi vien voglia di chiederti; e te lo chiedo al di là di tutte le questioni di orgoglio che noi sardi siamo tanto bravi a metter fuori ogni volta. Al passo di chi dovremmo stare? Di Rimini, Riccione, della Puglia o della Croazia?
Mettiamoci d'accordo; ogni regione ha le sue peculiarità e le sue caratteristiche, i suoi pregi e difetti. Noi siamo così. Abbiamo ritmi di vita lenti, spiagge non attrezzate, meno servizi rispetto a certe altre zone del Paese, ma in fondo CI PIACE essere così. Un po' selvaggi, difficili da raggiungere, ma con un patrimonio naturale unico al mondo.
Da noi non troverai mai le spiagge attrezzate con i bagni, le passerelle, l'animazione e l'Acqua Gym. Non troverai le megadiscoteche della Riviera Romagnola né la movida un po' modaiola del Salento. Troverai però un mondo affascinante, se vorrai cercarlo. E silenzi, pace, convivialità, ottimo cibo, sguardi sinceri e piccoli paradisi che bisogna guardare con la giusta predisposizione d'animo.
Altrimenti davvero, questo "matrimonio non s'ha da fare".
Senza rancori.
Il mondo è grande e di certo troverai il posto che fa per te. Mandaci un messaggio su WhatsApp, quando l'avrai trovato. Che da lì, di sicuro, il Wi-fi funzionerà benissimo. 🙂
Con ironia,
un Sarda
Questa riflessione è il pensiero di una Sarda che la pensa come tutti i Sardi! Buone vacanze!

24.1.15

È nuorese la “rossa” della Fp Cgil che sfida il ministro su Twitter Il segretario nazionale Rossana dettori interviene sul riordino degli enti locali


da   http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2015/01/23  

È nuorese la “rossa” della Fp Cgil che sfida il ministro su Twitter Il segretario nazionale Rossana dettori interviene sul riordino degli enti locali 


SASSARI. «Ma pensate che sia normale, mentre la gente fa un sit-in sotto Montecitorio su dissesto economico e servizi non più erogabili, che il ministro cinguetti che ci sono 1000 posti disponibili per la mobilità degli statali? Io penso di no, ma per sapere che succede è meglio procurarsi uno smartphone».
Non è certo una che si tira indietro Rossana Dettori, nuorese purosangue, emigrata a Roma per frequentare il convitto dell’Umberto I: «L’unico dove mi prendevano senza essere battezzata». E dove, dopo ha fatto l’infermiera professionale («la mia vera e unica passione») e ha iniziato il suo lavoro sindacale come delegata.
Una strada che l’ha portata lontana: nel 1994 è segretaria della Funzione pubblica Cgil di Roma Nord, nel 2003 diventa segretaria nazionale. Il 17 aprile 2010 diventa segretaria generale della categoria. «E quindi a quel tweet non potevo davvero non rispondere – scherza – come non posso non rispondere alle preoccupazioni della mia Sardegna, che ho sempre nel cuore, augurandole che il tempo che ha in più le serva a non combinare il pasticcio che stanno facendo a livello nazionale».
«Il problema – attacca Rossana Dettori – è che qui regna il caos. Il riordino territoriale poteva essere il banco di prova del Governo innovatore. Invece si sta rivelando il suo più clamoroso fallimento. C’è buio totale sul riordino delle funzioni, ma in compenso si vedono benissimo i tagli alle risorse (3 miliardi da qui al 2017), il caos per i 56mila lavoratori allo sbando e il divieto di prorogare i 2.500 contratti precari. Comunque le si vorrà chiamare le Province saranno scatole vuote, prive di risorse economiche e professionali. Non c’è nessuna garanzia per le professionalità in servizio di trovare una nuova collocazione che le valorizzi». «Sia chiaro – continua il segretario generale della Fp Cgil – noi non siamo assolutamente contrari né a un riordino né a una razionalizzazione delle spese. Ma bisogna cercare di tagliare dove c’è lo spreco, i doppioni, i poltronifici, le partecipate con più membri del cda che dipendenti. Se però tu fai fuori la ditta di manutenzione che mi cambia le lampadine nelle scuole, o tiene in ordine i termosifoni, e quando la lampadina si fulmina nessuno va più a cambiarla, allora non stai tagliando sprechi, stai tagliando diritti dei cittadini».
«Ci sono funzioni – spiega – che, soprattutto in Regioni come la Sardegna, vanno ripartite con enorme attenzione. Mettendole al riparo da un neo centralismo che mi auguro che non sia diventato il verbo imperante anche a Cagliari come lo è diventato a Roma. Centralizzare quasi sempre finisce per voler dire non fare, o fare peggio e a costi più alti. Strade, scuole, rifiuti, ci sono temi che invece vanno gestiti al giusto livello. E dalle giuste professionalità che non vanno mortificate».
«Parliamoci chiaro – continua Rossana Dettori – qui il problema non è il riordino degli enti locali, servito in un micidiale combinato disposto con la riorganizzazione della pubblica amministrazione, qui il problema è un disegno che va avanti da tempo. E che hanno portato avanti governi, almeno sulla carta, di colori diversi. Si tratta di un attacco continuo e violentissimo al lavoro pubblico in genere. E l’obiettivo finale di questo scriteriato attacco è il restringimento dell’ambito di intervento del pubblico per lasciare via libera al privato. La gente è arrivata a un tale punto di straniamento che considera il pubblico fannullone pur stimando dipendenti con cui ha a che fare ogni giorno, o che magari ha anche in famiglia. È una manovra. E, se serve, per fermarla, mi metto pure a twittare». 
                                          (g.bua)






emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...