È nuorese la “rossa” della Fp Cgil che sfida il ministro su Twitter Il segretario nazionale Rossana dettori interviene sul riordino degli enti locali
Non è certo una che si tira indietro Rossana Dettori, nuorese purosangue, emigrata a Roma per frequentare il convitto dell’Umberto I: «L’unico dove mi prendevano senza essere battezzata». E dove, dopo ha fatto l’infermiera professionale («la mia vera e unica passione») e ha iniziato il suo lavoro sindacale come delegata.
Una strada che l’ha portata lontana: nel 1994 è segretaria della Funzione pubblica Cgil di Roma Nord, nel 2003 diventa segretaria nazionale. Il 17 aprile 2010 diventa segretaria generale della categoria. «E quindi a quel tweet non potevo davvero non rispondere – scherza – come non posso non rispondere alle preoccupazioni della mia Sardegna, che ho sempre nel cuore, augurandole che il tempo che ha in più le serva a non combinare il pasticcio che stanno facendo a livello nazionale».
«Il problema – attacca Rossana Dettori – è che qui regna il caos. Il riordino territoriale poteva essere il banco di prova del Governo innovatore. Invece si sta rivelando il suo più clamoroso fallimento. C’è buio totale sul riordino delle funzioni, ma in compenso si vedono benissimo i tagli alle risorse (3 miliardi da qui al 2017), il caos per i 56mila lavoratori allo sbando e il divieto di prorogare i 2.500 contratti precari. Comunque le si vorrà chiamare le Province saranno scatole vuote, prive di risorse economiche e professionali. Non c’è nessuna garanzia per le professionalità in servizio di trovare una nuova collocazione che le valorizzi». «Sia chiaro – continua il segretario generale della Fp Cgil – noi non siamo assolutamente contrari né a un riordino né a una razionalizzazione delle spese. Ma bisogna cercare di tagliare dove c’è lo spreco, i doppioni, i poltronifici, le partecipate con più membri del cda che dipendenti. Se però tu fai fuori la ditta di manutenzione che mi cambia le lampadine nelle scuole, o tiene in ordine i termosifoni, e quando la lampadina si fulmina nessuno va più a cambiarla, allora non stai tagliando sprechi, stai tagliando diritti dei cittadini».
«Ci sono funzioni – spiega – che, soprattutto in Regioni come la Sardegna, vanno ripartite con enorme attenzione. Mettendole al riparo da un neo centralismo che mi auguro che non sia diventato il verbo imperante anche a Cagliari come lo è diventato a Roma. Centralizzare quasi sempre finisce per voler dire non fare, o fare peggio e a costi più alti. Strade, scuole, rifiuti, ci sono temi che invece vanno gestiti al giusto livello. E dalle giuste professionalità che non vanno mortificate».
«Parliamoci chiaro – continua Rossana Dettori – qui il problema non è il riordino degli enti locali, servito in un micidiale combinato disposto con la riorganizzazione della pubblica amministrazione, qui il problema è un disegno che va avanti da tempo. E che hanno portato avanti governi, almeno sulla carta, di colori diversi. Si tratta di un attacco continuo e violentissimo al lavoro pubblico in genere. E l’obiettivo finale di questo scriteriato attacco è il restringimento dell’ambito di intervento del pubblico per lasciare via libera al privato. La gente è arrivata a un tale punto di straniamento che considera il pubblico fannullone pur stimando dipendenti con cui ha a che fare ogni giorno, o che magari ha anche in famiglia. È una manovra. E, se serve, per fermarla, mi metto pure a twittare».
(g.bua)
Nessun commento:
Posta un commento