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14.11.08

L'Onda travolge Roma

untitled-2Ieri, giovedì 13 novembre 2008, un nubifragio ha messo in ginocchio la città di Roma. Chi si è trovato in giro per le strade della capitale ha potuto vivere un'esperienza che più di tutte si avvicinava a quella del Safari nella giungla: cespugli, rami e foglie ingombravano le strade ormai trasformate in torrenti. Ad ogni curva di via Trionfale si incontrava alternativamente una cascatella, un laghetto o l'attraversamento di un fiume in piena. Uno spettacolo apocalittico. Ma è stata sufficiente una notte magica per riportare il sole nel cielo e una freschezza asciutta nell'aria.


Appena in tempo per prepararsi all'arrivo di un'altra ONDA, quella anomala degli studenti in movimento contro i provvedimenti previsti dal "decreto Gelmini" o per meglio dire dai decreti legge n. 133 e 137. La città sarà paralizzata anche oggi, forse peggio di ieri. Sarà una paralisi che partirà dal centro di Roma, dove cortei e sit-in sono previsti fino al pomeriggio, e che si farà sentire anche nei quartieri più distanti perchè bloccare la viabilità non è mai senza conseguenze in una città come questa.


Forse qualcuno se ne starà in coda, dentro la sua auto o sull'autobus a cui hanno cambiato il percorso e ignaro un po' si chiederà cosa accade e un po' imprecherà contro i responsabili da tanto disagio, chiunque essi siano. Oggi io sono in ufficio, non posso essere per strada con studenti medi, universitari, ricercatori e insegnanti, ma vorrei esserci perchè credo sia una lotta giusta. Allora chiedo anche a tutti quelli che perderanno un po' di tempo in più nel traffico cittadino di non arrabbiarsi e di pensare che è la personale sottoscrizione di ognuno di noi a un movimento che in quanto tale (e quindi vivo, attento, pacifico e pieno di energie) merita sostegno e poi perchè davvero i provvedimenti contenuti in quei decreti mi fanno tanta paura. Buona giornata, anzi buon viaggio a tutti.

8.10.08

Senza titolo 933

Farei un applauso o un minuto di raccoglimento (fate voi) per lo scempio che la gelmini e sto governo stanno facendo alla scuola italiana cercando piano piano di portarla verso la scuola privata senza alternative , si torna indietro di 50 anni quando i ricchi potevano permettersi un'istruzione e i poveri a lavorare col rischio di sprecare tanti buone menti e si comincia a ventilare qualcosa pure sull'università...

25.6.08

La lista della spesa

Abolizione ICI: ecco come sarà finanziata

di Paolo Andruccioli

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Accantonamenti Ministero Solidarietà Sociale, 70 milioni
- Fondo politiche sociali per 8 per mille, 1,25 milioni
- Azzeramento incremento 8 per mille, 60 milioni
- Altri accantonamenti politiche sociali, 50 milioni
- Accantonamenti Ministero della Salute, 20,6 milioni
- Riduzione del 50% contributo all'istituto mediterraneo di ematologia, 3 milioni
- Fondo sostegno per le regioni impegnate nei piani di rientro sanitari, 14 milioni
- Azzeramento del contributo per Istituto Salute dei migranti San Gallicano, 10 milioni
- Osservatorio trasporto pubblico locale, 1 milione
- Fondo trasporto pubblico locale, 113 milioni
- Finanziamento innovazione trasporto urbano, 12 milioni
- Valorizzazione beni immobili pubblici, 10 milioni
- Fondo mobilità alternativa, 4 milioni
- Restauro immobili patrimonio umanità, 10 milioni
- Contributo sale cinematografiche, 2 milioni
- Compensi componenti commissioni tributarie, 3 milioni
- Fondo sviluppo isole minori, 20 milioni
- Contributo accademia scienze terzo mondo, 0,5 milioni
- Collettività italiane all'estero, 10 milioni
- Fondo bonifiche aree militari, 10 milioni
- Finanziamenti apicoltura, 2 milioni
- Trasferimenti per agricoltura in Sicilia, 50 milioni
- Fondi per agricoltura senza Ogm, 2 milioni
- Fondi ricerca nel campo delle biotecnologie, 3 miloni
- Agenzia nazionale per lo sviluppo d'impresa, 1 milione
- Dumping cantierista con paesi asiatici, 10 milioni
- Fondo demolizione naviglio obsoleto, 2,7 milioni
- Efficienza energetica navi passeggeri, 1 milione
- Liberalizzazione cabotaggio marittimo, 5 milioni
- Spostamento trasporto su strada al mare, 77 milioni
- Sicurezza trasporto Calabria e stretto Messina, 20 milioni
- Rifinanziamento trasporto combinato, 15 milioni
- Ammodernamento trasporto ferroviario, 10 milioni
- Fondi per linee ferroviarie Roma-Pescara, 56 milioni
- Interventi E78, Grosseto-Fano, 3 milioni
- Fondi per le fiere, 4 milioni
- Interventi infrastrutturali zona Treviso, 2 milioni
- Interventi banda larga nel Mezzogiorno, 50 milioni
- Fondo passaggio al digitale, 20 milioni
- Fondo per attività nel commercio estero, 12 milioni
- Trasferimento merci verso il trasporto per mare, 10 milioni
- Finanziamento aree marine protette, 4,3 milioni
- Difesa suolo dei piccoli comuni, 3,5 milioni
- Finanziamenti rischio sismico, 1,5 milioni
- Ammodernamento rete idrica nazionale, 30 milioni
- Fondo per la riforestazione, 50 milioni
- Contributo volontario un centesimo per il clima, 1 milione
- Fondo fauna selvatica, 1,5 milioni
- Contributi per le istituzioni culturali, 3,4 milioni
- Contributo Festival pucciniano, 1,5 milioni
- Spesa restauro dei teatri, 1 milione
- Fondo per il ripristino del paesaggio, 15 milioni
- Fondo 150° anniversario Unità d'Italia, 10 milioni
- Fondo funzionamento licei linguistici, 5 milioni
- Alta formazione artistica e musicale, 7 milioni
- Centro ricerca biotecnologie di Napoli, 3 milioni
- Fondo risanamento edifici pubblici, 5 milioni
- Fondo servizi prima infanzia, 3 milioni
- Fondo violenza contro le donne, 20 milioni
- Autorizzazione spesa Telefono Azzurro, 1,5 milioni
- Fondo solidarietà mutui prima casa, 10 milioni
- Corsi formazione Bilancio di genere, 2 milioni
- Inserimento statistiche di genere, 1 milione
- Fondo per l'inclusione sociale immigrati, 50 milioni
- Fondo attività socialmente utili, 55 milioni
- Stabilizzazione lavoratori socialmente utili, 1 milione
- Fondo per lo sport di cittadinanza, 20 milioni
- Fondo eventi sportivi, 10 milioni
- Contributo campionati mondiali di pallavolo, 3 milioni
- Comitato italiano paraolimpico, 2 milioni
- Sistema pubblico di connettività, 10,5 milioni
- Poli finanziario e giudiziario di Bolzano, 6 milioni
- Incremento a favore del Cnel, 2 milioni
- Fondo funzionamento ordinario università, 16 milioni
- Commissario sviluppo Gioia Tauro, 0,6 milioni
- Anniversario Dichiarazione Diritti Umani, 1 milione
- Credito di imposta alle imprese cinematografiche, 16,7 milioni
- Riorganizzazione uffici locali all'estero, 10 milioni
- Sostegno italiani nel mondo (cultura), 5 milioni
- Cultura italiana all'estero, 0,5 milioni
- Imprese amatoriali e flotta marittima, 5,2 milioni
- Promozione sicurezza stradale, 17,5 milioni
- Ricerca e formazione per i trasporti, 0,1 milioni
- Miglioramento sicurezza della navigazione, 1,9 milioni
- Promozione del libro e della lettura, 1,5 milioni
- Responsabilità sociale delle imprese, 1,25 milioni
- Finanziamenti Isfol, 25 milioni
- Finanziamenti in materia migratoria, 1,5 milioni
- Potenziamento viabilità Calabria e Sicilia, 500 milioni


Fonte: www.rassegna.it


 


 


 

6.6.08

Berlusconi sale al Vaticano e il papa scende a palazzo Chigi




Genova, 06 giugno 2008 – Il sogno berlusconiano si è compiuto: sulla via del monte Quirinale, il governo peggiore della storia italiana ha ricevuto la Cresima, officiante papa Benedetto XVI che clima primaverile e bucolico! Solo Virgilio avrebbe potuto celebrare l’idillio amoroso aggiungendo una undicesima bucolica alle dieci già esistenti. Che aria distesa! Se si chiudeva l’audio della tv (di Stato) era facile immaginare Melibeo e Titiro che descrivono il dolce tramonto romano, mentre umile e gaio si eleva nel terso cielo dell’Urbe il fumo dei camini! Che « clima cioioso» e festante per la nuova èra italo-vaticana. Il Tevere è ora biologico e le sue acque si possono bere tranquillamente senza più pericolo. La consacrazione e l’incoronazione hanno avuto successo e tutti vissero felici e contenti per la perfetta sintonia di vedute tra Governo e Vaticano. Firmate le transazioni economiche ancora sospese, come le scuole private, rimosso ogni sospetto di autonomia dello Stato, seppellita la nozione stessa di laicità, non ci resta che farci tutti preti e suore e finire gli ultimi giorni in convento o in sacrestia.

Berlusconi, dunque, è apparso al papa in tutta la lunghezza della sua piccola statura (dicono le cronache che per l’occasione abbia rinforzato i tacchi), fiato trattenuto per esprimere i pettorali, segno deciso di un governo decisionista. Come in tutti gli idilli, c’è un «però»: nessuno, però, si fidava del capo Narciso per lasciarlo solo col papa. Per la prima volta nella storia bimillenaria della diplomazia vaticano, il presidente italiano del consiglio dei ministri è accompagnato e assistito, anche durante l’udienza privata, da Gianni Letta, il cardinale Richelieu del caso. Tutti avevano paura del Narciso e delle sue solite gaffes. Il papa temeva che lo abbracciasse e dichiarasse di essere suo convivente di fatto. La curia aveva paura che si sedesse al posto del papa e si auto-proclamasse «Dio che manda in missione i suoi apostoli di partito». La casa pontificia che si travestisse da papa e presentasse il Benedetto come suo autista, oppure che scambiasse qualche prelato effeminato per una donna e la «distendesse» lì nei sacri palazzotti. Era necessario che l’uomo fosse guardato a vista con un cane da guardia accanto. Dicono le indiscrezioni che Gianni la Guardia avesse uno spillone per prevenire e, extrema ratio, una pistola da tasca per farlo fuori in caso di irreparabile necessità. Tutto però è andato bene: per il papa che ha ricevuto le chiavi del governo d’Italia, per Berlusconi che ha visto pompare il suo «super-ego» insaziabile, per tutti tranne che per l’Italia che ora dovrà pagare i conti a saldo.


Apprendiamo con compunto interesse che il cane da guardia, Mons. Gianni (per gli amici e la Segreteria di Sato), è stato insignito delle infule di «Gentiluomo di Sua Santità». Ora sappiamo che non vi sono solo atei devoti, ma anche atei gentiluomini di là e di qua dal Tevere. Questa nomina è significativa perché esprime una duplice fedeltà: il Gentiluomo del papa è anche sottosegretario del presidente del consiglio. A molti è sfuggita la mossa: ora a Palazzo Chigi governa Berlusconi che è governato dal Gianni-Richelieu, che è nominato Gentiluomo dal papa per conto del quale governa il governo delle banane. Las sua prossima nomina sarà: cardinale di Santa Ratzingheriana Chiesa.

Ci sentiamo completamente estranei a questa euforia e a questa, almeno per noi, invereconda sceneggiata: un papa che consacra un uomo come Berlusconi sarà certamente un capo di Stato che fa i suoi interessi, ma cessa di essere un Pastore (anche tedesco) in difesa del bene comune del suo popolo. Avrebbe dovuto dirgli: Non licet che tu ti arricchisca sulle debolezze della gente; non licet che tu vada in guerra; non licet che tu abbia fatto eleggere inquisiti e condannati anche per reati di mafia; non licet che un papa che è padre dei poveri e degli immigrati si presenti alle tv con te accanto: prima vai, vendi quello che hai, dàllo ai poveri, poi vieni e seguimi. Avrebbe dovuto, ma non lo ha fatto. Nonostante ciò, a noi non interessa la diplomazia, o il protocollo o la ragion di Stato, a noi interessa la simbologia dei gesti che parlano più di ogni discorso. Papa Giovanni, nel giorno dell’inizio del suo pontificato (28 ottobre 1958) disse: «Le altre qualità umane, la scienza, l’accorgimento, il tatto diplomatico, le qualità organizzative, possono riuscire di completamento per un governo pontificale, ma in nessun modo possono sostituire il compito di pastore».






Paolo Farinella, prete - Genova



Note a làtere:
1. Il cardinale Bagnasco all’assemblea generale della Cei ha fatto la sua prolusione di circa 50 mila parole (dodici pagine). Ci siamo presi la libertà di spulciare. Gesù Cristo è citato solo una volta e in una citazione scritturistica (quindi come se non ci fosse). Anche la parola vangelo non è mai menzionato. Dio è nominato 13 volte di cui 3 in citazioni. Il papa complessivamente è citato 11 volte (+ 5 volte Giovanni Paolo II) e Chiesa ricorre 25 volte.
2. Il capo dei lefebvriani, il vescovo scismatico Fallay, ha dichiarato che non è in vista alcun accordo con il Vaticano perché il motu proprio sul ritorno alla messa preconciliare non è sufficiente: l’accordo si farà solo quando verranno abrogate tutte le riforme del Vaticano II. Con buona pace di chi pensava che la «restaurazione benedettina» fosse in vista del rientro dei lefebvriani. Anzi, questa risposta dimostra che il papa ha agito perché convinto da sé e per sé che il concilio è una sciagura per la Chiesa e si sta impegnando lentamente, pantofola dopo pantofola, paramento dopo paramento, a riportare la gerarchia ai tempi del merletto (peccato che manchi l’arsenico).
3. Intanto il cardinale Martini, con la libertà di chi sta per morire, accusa preti e vescovi di essere carrieristi invidiosi e maldicenti, che, pur di avere le mutande a strisce rosso-cardinalizio, vendono Gesù Cristo con Madonna e Apostoli incorporati. Non si chiama più «gerarchia cattolica», ma Associazione «Et cum spiritu tuo». Amen.


14.6.07

Senza titolo 1886

La signora Prodi e le tasse



La signora Prodi ha rilasciato un'intervista ad un giornale (non ricordo quale: l'ho colta per radio, nella rassegna-stampa di RAI3), molto addolorata per la rivolta degli italiani contro il centro-sinistra e il governo di suo marito. E' che la gente non vuol pagare le tasse, ha detto. «I cittadini non sanno quanto costano allo Stato per l'istruzione, la sanità.».
Romano Prodi e la moglie Flavia Franzoni Prodi  "Prego notare la mentalità che rivela qui madame Prodi." Per lei, non sono i politici e i parassiti pubblici che costano ai cittadini; sono i cittadini che costano troppo a loro. Madame Ceausescu, la consorte e ispiratrice del dittatore rumeno, non avrebbe detto meglio. Non è questione del governo Prodi, un altro sarebbe lo stesso: è il sistema chiuso del regime pubblico parassitario che ci sta mettendo ai ceppi. Non ci incita alla libertà: al contrario, Visco ci sospetta tutti di essere evasori, e prova ad esercitare un controllo sovietico su ogni nostra attività. Controlla i nostri conti in banca, e li sequestra se ritiene che non abbiamo pagato le tasse. Lungi dall'esaltare le nostre energie creative, il sistema ci pone infiniti ostacoli, prescrizioni, obblighi e condizioni punitive al «fare». Ci prescrive minutamente «come» fare le cose, invece di metterci nelle condizioni di farle ed incitarci all'intraprendere, all'inventare, all'esplorare e rischiare in proprio. Nessuna simpatia fra governanti e governati, in Italia, ma reciproco sospetto e insofferenza.
La libertà soffocata dalle prescrizioni arbitrarie si manifesta in forma patologica: accaparramento, manifestazioni di piazza contro le centrali o le discariche, rabbiose insubordinazioni dappertutto, questa è la «società» italiana, un nugolo di dissociazioni, di secessionismi locali. Energie creative, manco a parlarne: arretramento generale della ricerca, della cultura, della voglia di lavorare, perchè tanto non si può diventare ricchi onestamente (riflesso sovietico). E madame Ceausescu sposata Prodi può permettersi di lamentarsi di noi: «Non sapete quanto ci costate, per istruirvi, per darvi l'assistenza sanitaria e la pensione.».

7.4.07

E’ colpa della Chiesa


E’ colpa della Chiesa

     

Maurizio Blondet

06/04/2007

 


Priscilla, la madre del ragazzo, con la foto del figlio Matteo

TORINO - Perché si è ucciso il sedicenne angariato dai compagni nella scuola di lusso per i ragazzi-bene torinesi, il Sommellier?
I giornali e i maitres à penser non hanno dubbi: è colpa della Chiesa.
I compagni tormentatori dicevano al ragazzino che era gay: colpa della Chiesa, che con la sua opposizione ai DICO ha diffuso «l’omofobia» (Sansonetti su Liberazione).
I compagni lo chiamavano «Jonathan», che a quanto pare è un personaggio gay del Grande Fratello.
Ma non è colpa di una televisione fra le più stupide e irresponsabili del pianeta, né di quella trasmissione fra le più intollerabili per idiozia, lascivia e rozzezza offerta agli adolescenti in
dosi-urto.
E’ che i tormentatori del povero «Jonathan»  sono sotto l’influsso malefico della Chiesa, ascoltano troppo i preti.
Il povero suicida era figlio di una cameriera filippina, aveva tratti da extracomunitario, e sicuramente non portava abiti griffati.
E al Sommellier vanno i figli di papà, che imparano a casa che l’unico valore della vita sono il denaro, il telefonino ultimo modello e le grandi marche.
No, cosa andate a pensare: non è razzismo e disprezzo di classe, è colpa della Chiesa.
Delle sue «condanne dell’omosessualità».
Del suo voler distinguere fra «normali» e «non-normali».
Per di più, «Jonathan» era il primo della classe, intelligente e studioso.
Intollerabile, per figli di papà che vanno in una scuola di lusso, ma dopotutto in un istituto tecnico-commerciale, in Italia ritenuto una specie di discarica dei giovani che non hanno voglia di studiare. Ma no, la colpa è della Chiesa che ha diffuso l’intolleranza verso i «diversi».




No, non è bullismo.
Quasi tutti i commentatori autorevoli negano che il bullismo sia una emergenza nazionale.
Sono monellerie, sono piccoli simpatici Giamburrasca, «Lo facevamo anche noi a scuola ai nostri tempi».
No, la colpa è della Chiesa, con quella sua campagna per la famiglia naturale.
E’ così evidente.
Non è colpa di una pubblicità onnipresente che ossessivamente valorizza il godimento di gruppo, l’obbedienza primitiva ai propri impulsi primari, l’edonismo più basso.
Non è colpa del sesso guardabile offerto da ogni copertina, da ogni manifesto e da ogni spot ai piccoli consumatori, senza nessun invito al dominio di sé.
Non è colpa di una educazione permanente al culto della rozzezza e della sopraffazione, né dell’esaltazione della volgarità premiata da grassi cachet televisivi.
Non è colpa dell’esempio dato dai politici che vanno con le veline, dal fotografo Corona con il corpo culturizzato da «tronista», del travolgente successo delle discoteche dove ogni adolescente impara che, se non è «trasgressivo», se non si droga, è un nulla rifiutato dalla banda dei coetanei. Non è colpa del conformismo nell’edonismo, imposto a menti incipienti e a coscienze immature.
La colpa è, senza dubbio, della Chiesa.


La Chiesa fondamentalista disturba i nostri ragazzi.
E’ il ritorno alla liturgia tradizionale che li rende cattivi contro i compagni.
E’ la repressione clericale contro il sesso a 12 e 16 anni.
Dunque la soluzione è facile: basta abolire la Chiesa.
Farla tacere.
Escluderla dal discorso pubblico.
Allora i giovani saranno educati e felici, faranno l’amore e non la guerra.
Così è il «dibattito» in Italia.
Così si esercita il «pensiero».

Maurizio Blondet


 


dal sito http://www.effedieffe.com/


1.3.07

Il patrimonio dello stato e' in buone mani - qualche dato sulla signora Follini

Siamo in buone mani !



I Coniugi Follini


tratto dal sito http://kelebek.splinder.com/



Oligarchi


La fantasiosa polarizzazione destra-sinistra, con i suoi due fantasmi - il Regime Berlusconi e l'Arrivo dei Comunisti a Cavallo - ci distrae dalla percezione di come funziona realmente l'oligarchia sotto cui viviamo.


Che è costituita da un giro assolutamente trasversale di imprenditori e affaristi vari, con tecnici, giornalisti e guitti al seguito, spesso imparentati tra di loro.


I politici costituiscono un contorno carnevalesco e presenzialista, ma contano solo nella misura in cui fanno parte del giro giusto: non basta certo essere eletti in parlamento per essere qualcuno.


Prendiamo due piccoli esempi.


"Conflitto d'interesse", in Italia, significa la questione, certo macroscopica, del capo dell'opposizione che è anche proprietario delle tre reti Mediaset. Un conflitto d'interesse di cui la sinistra parla da tredici anni, senza aver mai fatto nulla per risolverlo quando era, ed è, al governo.


Eppure il termine "conflitto d'interesse" descrive perfettamente anche il fatto che la moglie del vicepresidente del Consiglio è una dipendente del capo dell'opposizione: la signora Barbara Palombelli, moglie di Francesco Rutelli, è infatti stata assunta, certamente con un bellissimo contratto, al Tg5.


Su questo conflitto d'interesse, il silenzio è unanime, perché non conviene né alla destra né alla sinistra farne un problema.


A volte, però, nelle furibonde e insensate risse tra i poli, i calci fanno girare qualche sasso, permettendoci di vedere i vermi che si nascondono sotto.


Un commentatore di questo blog, Stradivari, ha fatto notare che in questi giorni i siti di destra pullulano di insulti contro una certa signora Elisabetta Spitz, di cui nessuno aveva mai sentito parlare prima.


Ecco un breve riassunto, tratto da un blog di destra:


"Cercando sul sito del Governo, si vede che, effettivamente, il 2 febbraio 2007, durante la seduta del Consiglio dei Ministri n.36 , “Il Consiglio dei Ministri.. sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, Romano Prodi.. con il parere favorevole del Ministro dell’Economia Bersani”, è stato deciso, tra i tanti provvedimenti all’ordine del giorno, anche il “rinnovo per un triennio dell’incarico di Direttore dell’Agenzia del demanio conferito all’architetto Elisabetta SPITZ”, che altri non è che la moglie di Follini.


Qualcuno potrebbe pensare che se l’incarico della signora Follini è la riconferma di un incarico triennale precedente, allora la sua nomina sia avvenuta all’epoca del nepotista governo Berlusconi.


Ma non è così.


L’architetto Spitz, infatti, fu nominata Direttore dell’agenzia del demanio (che dipende dal Tesoro) nell’aprile 2000, da Vincenzo Visco, con contratto privato.


Quella nomina suscitò polemiche e fu presentata anche una interrogazione parlamentare da Luca Volonté e Mario Tassone, che sono (anzi, erano) compagni di partito di Follini. Essi chiedevano di sapere se fosse vero che l'architetto Elisabetta Spitz -che risultava aver già progettato la ristrutturazione della sede del partito dei DS, a Roma, in via delle Botteghe Oscure- avesse sottoscritto il contratto da direttore dell'istituenda agenzia del catasto per circa 650.000.000 annui”.


La signora Spitz, ovviamente, interessa ai destri perché è piuttosto evidente che il rinnovo del contratto privato alla moglie di Follini, ha qualcosa a che fare con il fatto che Follini ha scoperto poche settimane dopo di avere il cuore che batte a (centro) sinistra.


Ma proprio per questo una vicenda estremamente interessante finisce nel solito tifo calcistico, come se il problema fosse, "Follini si è fatto comprare". Una sciocchezza, perché Follini non sarebbe Follini, se non fosse un venduto in partenza.


In realtà, sugli aspetti veramente interessanti di questa vicenda, i destri sono costretti a tacere.


Quello che segue è il mio tentativo di ricostruire la faccenda, con tutti i limiti di una breve ricerca su Google fatta da un modesto traduttore di manuali tecnici: sono quindi pronto a correggere ogni eventuale errore.


In pratica,  a quanto pare, abbiamo un architetto, la signora Elisabetta Spitz coniugata Follini, socio di una società privata di "consulenza e progettazione", chiamata Abt.


Se è vero che la signora Spitz aveva appena ristrutturato la sede centrale dei Ds in via Botteghe Oscure - credo che sia stata poi venduta o affittata a privati - ne possiamo dedurre che la Spitz non mancasse di ottimi contatti a sinistra.


Verso la fine del passato governo di centrosinistra, il ministro di centrosinistra Visco mette questa signora a capo della neonata Agenzia del Demanio, cioè in pratica di tutto ciò che lo Stato possiede, con uno stipendio lordo di 650.000.000 di Euro l'anno (quasi 2.000 Euro al giorno, per capirci). [1]


Nella gestione del demanio, Visco ci piazza anche Gualtiero Tamburrini, 


"professor universitario a Urbino; presidente dell'Osservatorio sul patrimonio degli enti previdenziali presso il ministero del lavoro e della previdenza sociale; direttore tecnico di NOMISMA fondata dal professor Prodi... "


Il progetto del sinistro Visco passa con i voti di tutto il centrodestra.


I casi sono due. O la signora Spritz è responsabile di tutto ciò che è successo al demanio dopo il 2000; oppure ha intascato cifre astronomiche per non fare nulla (come sostiene Maurizio Blondet). Io ovviamente non sono in grado di giudicare.


Comunque si dice che Visco abbia affidato sempre all'Abt un contratto per ristrutturare il grande palazzo dei Monopoli nel cuore di Roma, futura sede del ministero della Finanza.


Ora, siamo costretti a scrivere "si dice", perché Visco ha "secretato il provvedimento di assegnazione dei lavori", evitando la gara pubblica e anche di dire a chi ha assegnato il lavoro. Scopro così che il segreto di stato non si applica solo ai rapimenti CIA in territorio italiano.


Poco dopo, la signora Spitz diventa consigliere di amministrazione anche dell'Eur Spa, che è proprietaria dell'attuale sede del ministero delle Finanze, proprio quello che verrà trasferito appunto dopo nell'ex-palazzo dei Monopoli.


Ora, i duemila Euro al giorno (se tanti sono), la signora Spitz li riceve durante un periodo preciso: quello della svendita del patrimonio dello Stato italiano ad amici, cugini e committenti.


Sono infatti cinque anni che il centrosinistra denuncia, e a ragione, le devastazioni senza precedenti che sono state compiute sotto il governo demaniale della signora Spitz, attribuendo però tutto a quel comodo diavolo che è il "berlusconismo" e senza dire che la Spitz è nata sotto il centrosinistra.


Infatti, la signora Spitz in Follini naviga felicemente dal governo di centrosinistra a quello di centrodestra, dove,nel 2002,  passa sotto i suoi auspici un decreto che istituisce la Patrimonio S.p.A.: a quanto ho capito, una ditta a partecipazione statale che incamera i beni dello Stato, rendendoli ipotecabili e permettendo così di usarli come garanzia per prestiti.


Tra i beni messi nel cosiddetto "listone" della Patrimonio S.p.A., c'erano beni commerciali, monumenti, boschi, spiagge, tutti mescolati alla rinfusa.


La cosa era talmente sconvolgente, che quando l'anno scorso si è votato, e io sono rimasto a casa, l'unico piccolo dubbio mi era sorto proprio su questo: "forse il centrosinistra, in materia patrimoniale e ambientale, sarà un pochino meno peggio..." Con la rinonima della signora Spitz, il dubbio mi è passato.
 
Poi la signora Spitz in Follini  - o se lei è solo un prestanome, l'ente che lei dirige - ha venduto, pare,
tutti gli uffici dei tre enti previdenziali italiani a qualcosa che si chiama Fip, un consorzio di banche tra cui Banca Imi Spa, Barclays Capital, Lehman Brothers International (Europe) e The Royal Bank of Scotland Plc. Poi la Fip dovrebbe affittare le stesse sedi agli enti previdenziali. [2]


E così via. In tutto ciò che riguarda il patrimonio italiano in questi ultimi anni, in tutte le operazioni poco chiare (e distruttive sul piano culturale e ambientale), c'è sempre lei: la signora Spitz in Follini.


E il bello è che continuerà a esserci.


 


Nota:


[1] Maurizio Blondet parla invece di 300 mila Euro l'anno nel 2004.


[2] Il contratto d'affitto dura nove anni, ma prevede che l'Inps debba ripagare l'intero valore dell'immobile entro sette anni, oltre a occuparsi della manutenzione.

26.2.07

Senza titolo 1664


tratto dal sito de La Stampa http://maxgiordani.blog.lastampa.it/mxgiordani/


Turigliatto for president.






Prodi chiede pieni poteri ad una massa di disperati allo sbaraglio che sentono oramai inevitabile una sconfitta che non li porterà più al governo almeno per i dieci anni a venire. Come bilancio non c’è male davvero: la destra, guidata da un vero leader (qui, ripeto, non discuto le idee che certamente non approvo ma la capacità di fare squadra e la personalità politica del cavaliere) ha governato per cinque anni di fila ed ora si prepara a governare per i prossimi dieci per un totale di quindici anni bell’e buoni contro ducento e passa giornatelle appena di questi signori che si sono rivelati tutto meno “di sinistra” e che ora si rimbeccano nel loro pollaio senza neanche la dignità che pure i perdenti dovrebbero avere.
Il povero Turigliatto messo alla gogna da Rifondazione per non aver obbedito agli ordini dei giochini di palazzo è l’unica figura degna di uscire a testa alta da questa vicenda che toglierà a Rifondazione ed ai Comunisti Italiani tanti di quei voti che forse non riescono ancora ad immaginare tutti intenti, ora, a sputare condanne verso la coerenza di un uomo.
Il governo sarebbe caduto anche se i Turigliatto & Co non avessero votato contro in quanto la sconfitta era gia stata decisa dal voto contrario dei senatori a vita tutti protesi verso piazza S.Pietro e via Veneto eppure ci tocca assistere a questa ignobile farsa della gogna che certamente aggrava ancor di più una situazione davvero imbarazzante.
Nei 12 punti di Prodi, si noti, non compaiono più i DICO, non compare più la legge 30 e tante belle cosine che ci avevano promesso per governare. I 12 punti sono un accozzaglia di richieste vaghe per i quali tutti tremanti di paura i signorini decaduti si affretteranno a dire si. Tutto a costo di non tornare ad indossare i jeans al posto della giacca di Caraceni ai quali si erano presto abituati.
Avanti pure Prodi-bis, ammesso che ce la facciate, fateci divertire ancora e per favore stavolta “dite qualcosa di sinistra” in attesa degli intellettualetti impegnati che ora ci diranno pure che il governo, anziché Bertinotti, lo avrebbe fatto cadere il povero Turigliatto.
Intanto sui muri delle periferie delle nostre città questa mattina si leggevano scritte fresche di vernice rossa. Una tra tutte ci fa sorridere e pensare mentre fermi al semaforo di Torre Spaccata angolo via Togliatti leggiamo: Turigliatto for president!




  


autore :    m@xgiordani Il mio punto di vista sul mondo che vivo. Puoi leggermi anche su www.tifeoweb.it



25.2.07

E adesso?

Allegria allegria. E' in corso la crisi del governo più bello che ci sia. Tutto si risolverà, come nei migliori varietà. Comici, ballerine, tutti in fila indiana, uno spettacolo con tante luci e tanti colori, canti, suoni, balli. Dovremmo fare un monumento a Turigliatto e Rossi, i due senatori di terza fila che hanno regalato indimenticabili momenti di felicità a Emilio Fede, a Feltri, Belpietro dopo mesi di amarezza. Giuliano Ferrara, poveretto, era addirittura caduto in depressione ed era calato due etti, ma pochi giorni fa è stato visto vicino Via dell'Umiltà (non troppo, però, non si sa mai) a mangiarsi un panino con la porchetta insieme a La Russa e la Santanché (ma chi è?). I "nostri" stanno ora spargendo perle di saggezza, in un'atmosfera di "volemose bene" davvero commovente, mentre un mare di miele sta coprendo le ragioni (immaginiamo, profonde...Stiamo parlando di persone serie o no?) che hanno portato in questi mesi un fioccare di distinguo, di punzecchiature, di minacce di crisi da parte di varie componenti della maggioranza. Ci DICOno: state tranquilli, ragazzi. Stiamo lavorando per voi, e rifaremo un Governo più bello e più superbo che pria. Tutte le divergenze, risolte. Ora va tutto bene. L'Afghanistan? No problem. La Tav? No problem. Le pensioni? No Problem. La base Nato di Vicenza? No problem.  I DICO? Quelli non sono più un problem. Bene, allora. Stiamo allegri. Ci dispiace per Belpietro e per Fede, che ricominceranno a masticare amaro. Però, in lontanza, mentre sentiamo l'orchestra suonare, ci sembra di vedere il capitano dire al mozzo di bordo "Signor Mozzo, io non vedo niente. C'è solo un po' di nebbia che annuncia il sole...andiamo avanti tranquillamente" (Francesco De Gregori, perdonaci se puoi) e ci sovviene un dubbio. Stanno lavorando per noi, o per Silvio? Buon tutto!

23.2.07

Senza titolo 1661

tratto dal sito di effedieffe   http://www.effedieffe.com/

No, non si tornerà a votare

Maurizio Blondet

22/02/2007


L'intervento di D'Alema al Senato: la maggioranza non vuole tornare al voto, il 54% per il Prodi bis o un altro governo.


Abbiamo lettori di reazioni fulminee. A pochi minuti dalla caduta del governo Prodi, già mi chiedono cosa ne penso, cosa succederà, cosa c'è dietro.
Qualche esempio:
«Ho letto il suo articolo ('Cieco servilismo della destra dopo Vicenza'): ha indovinato il modo con cui la destra poteva far cadere il governo, non ha previsto che l'avrebbero fatto sul serio. Io le chiedo come è potuto succedere, cosa è cambiato a chi giova.?E glielo chiede uno che è contento che sia andata così ma mi sa che qualcosa è cambiato, anche la sollecitudine con cui Prodi si è dimesso è un po' strana per i tempi della politica italiana. Cosa mi può o mi sa dire? Mi scuso se le rivolgo la domanda con la confidenza che si può avere con un amico, ma un po' è così che la sento dopo che da qualche mese la leggo. Grazie».
Massimo F.
«Salve Direttore, lei ha ben sottolineato il tentativo del governo di destra di fare fuori il governo Prodi. Però è accaduto con il 'colpo del Senato'. Mi aspetto da lei un ampio commento di questa vicenda con tutte le conseguenze che ne derivano. In particolare, sottolineo che a marzo prende la direzione della Unifil in Libano l'Italia. Con il nuovo avvento di Berlusconi, che ha dimostrato di sostenere sia Israele che gli Stati Uniti, è in vista una bella primavera! Con i migliori saluti!».
Noah Irénée.




Ebbene, che posso dire? Non dispongo della sfera di cristallo.
Né di notizie di prima mano, come Renato Farina (l'agente Betulla, intravisto in TV in Transatlantico col telefonino, e che oggi scrive firmandosi  «Dreyfus» e attribuendo la vittoria a Ruini).
Ho solo una certezza: in questa caduta c'è il trucco.
Anzi più trucchi, un intrecciarsi di furbizie incrociate troppo furbe da decifrare.
Quel che non so è «chi» ha fatto il trucco maggiore.
D'Alema è il primo indiziato.
Prodi si sta febbrilmente costruendo il suo blocco di potere personale («il blocco dei taglieggiatori», bancario, Goldman Sachs  e pseudo-IRI) e lo sta facendo a spese dei DS, usurandoli e appoggiandosi contro di loro alla galassia della sinistra estrema (il 19 % dei voti).
E così, D'Alema ha posto l'ultimatum: o si vota sulla mia politica estera o tutti a casa.
Confidando nei riflessi pavloviani di senatori no-global, ha rotto per ora la complicità Prodi-ultrasinistra.
E' così? Bisognava essere nella riunione del consiglio dei ministri subito convocata, per saperlo. Mastella ha detto che Massimo «sta inciuciando per farci fuori con il Cavaliere».
Un incredibile «coso» di larghe intese con Polo, AN, e DS e Margherita? (1)
Ma il trucco potrebbe averlo fatto Prodi.
Lo suggerisce la drammatizzazione dei giornali suoi complici e dell'ultrasinistra «di governo», furiosa contro i suoi due senatori dal volto umano, schifati di dover continuare a votare provvedimenti di destra.
«Questi ridanno il paese a Berlusconi!», è l'unanime allarme.
Allarme pretestuoso.
Ma fatto per allarmare il popolo girotondino, e per ricordare il vero e solo motivo per cui la malformata galassia delle sinistre plurime s'è raccolta attorno a Prodi: contro Berlusconi, a qualunque costo.
Anche a costo di fare tutto di destra.




Insomma l'incidente può rafforzare Prodi, che non ha un partito suo.
Lo dice Il Corriere della Sera: «Prodi non intende lasciare palazzo Chigi».
Ha ancora bisogno di tempo per consolidare il suo blocco di potere privato.
Nella riunione al consiglio dei ministri, ha proposto «un governo del presidente con pochi ministri»: insomma Napolitano, che è dei suoi, dovrebbe lasciarlo lì a fare il tecnico di se stesso.
Ha proposto anche «un grande partito democratico dall'Udeur a Rifondazione», una creatura fantastica, un centauro fatto di molti animali: ma che è appunto il suo blocco anti-Cavaliere.
Ecco a cosa serve il partito democratico prossimo e mai venturo.
Secondo Di Pietro, Prodi s'è addirittura infuriato quando «qualcuno ha proposto un esecutivo con i quattro partiti maggiori», insomma il «coso» di larghe intese.
No, no e no, ha detto Prodi.
Casini non viene: «Ha chiesto per sé la presidenza del Consiglio per sé».
Magari, un aiutino da Follini, questo a Prodi piace.
Casini, altro furbetto.
Fassino gli ha subito chiesto la disponibilità ad allargare la maggioranza, e lui ha replicato: no, «a meno che non mettiate sul piatto la testa di Prodi».
E questo ci dice che Berlusconi non ha alcuna reale possibilità di andare al governo al posto di Prodi.
Casini non lo permetterà, va per conto suo.
Una roba degna di Ballarò, il solo vero programma comico delle sinistre RAI (già il nome è un omen).
Lì, interessante vedere la grinta con cui una senatrice rifondazionista, credo si chiami Palermi, ha messo sotto processo il «traditore di classe» Fernando Rossi, colpevole di aver votato contro D'Alema: si è capito che, se si fosse ancora ai bei tempi, il poveretto sarebbe già stato cremato sotto la Lubianka, dopo classico colpo alla nuca.
La grintosa del Politburo ha avuto la faccia di ricordare al traditore deviazionista che lui non è stato votato spontaneamente dagli elettori, è stato messo in lista dalla segreteria.
Come si permette di avere una coscienza, questa escrescenza individualista e borghese?


Mastella parla con D'Alema




La democrazia italiana è questa: voti assegnati da quelli che in URSS si chiamavano «gli Organi amministrativi», la polizia interna del PCUS.
Ancor più ridicolo il dito puntato sui «poteri forti» che sarebbero, secondo la piccola Beria, la Confindustria (e passi: Pininfarina, assenteista totale, era lì per astenersi), e anche «la Chiesa che non ci ha perdonato i Dico».
Lì, il traditore sarebbe Andreotti.
Nemmeno un pensiero a quei cinque senatori a vita, a quel partito dei non-eletti-da-nessuno che ha sostenuto Prodi fino ad ora.
E' stato questo partito-robot a dare la maggioranza al governo: e prima, non c'erano lodi sufficienti per i robot.
Ora lo hanno sfiduciato, e i robot sono diventati traditori.
La mia previsione, per quel che vale, è che Prodi tornerà a governare con Padoa Schioppa, Goldman Sachs e con i  senatori che hanno sfilato col popolo di Vicenza (il solo consapevole e non furbetto). Elezioni anticipate darebbero il governo a Berlusconi, cosa che dovremmo tutti rimpiangere, per il suo bushismo imbecille.
Figurarsi.
Intanto, fra poche settimane, comincia in Afghanistan l'offensiva di primavera.
E come ricorda giustamente Noah Irènée dalla Francia, l'Italia prende il comando dell'Unifil in Libano a marzo.
Che governo ci sarà dietro i soldati, quando i talebani cominceranno ad ammazzarli, e gli israeliani ad umiliarli con le loro provocazioni ininterrotte?
Tutta l'ambiguità sinistroide e anche destroide e Kippà peserà su di loro.




Riusciremo almeno a portarne in patria i corpi dall'Afghanistan, oppure dovranno essere bruciati sul posto con un bidone di benzina, come faceva la Legione straniera a Diem Bien-Phu? Nemmeno un pensiero alla cruda, demenziale realtà in cui ci ha trascinato la stupida incompetenza bellica USA.
Nemmeno un pensiero alla crisi della NATO, di cui il primo vero responsabile è Bush.
Nessuna revisione delle «alleanze» nel discorso di D'Alema.
Perché la NATO si sta sgretolando.
Persino Tony Blair è più a sinistra di D'Alema: ha annunciato il ritiro graduale dall'Iraq, e basta leggere i giornali americani per capire la costernazione che ciò ha suscitato in USA: l'alleato privilegiato ci abbandona.
Di più: Blair ha  dichiarato che vuole «cooperare» con l'Iran e con la Siria. (2)
Uno schiaffo chiarissimo a Bush.
Forse persino lui s'è stufato di fare il servo di Usraele, a cui ha pagato un prezzo altissimo rovinandosi le storiche relazioni britanniche col Medio Oriente e con i suoi cittadini musulmani interni.
Seguiranno nella defezione gli australiani.
I danesi sono già in partenza.
L'Italia dunque, per una volta, non sarebbe la prima ad abbandonare la nave che affonda.
Persino Christiane Amanpour ha riferito sulla CNN che un'alta personalità iraniana ha definito gli Stati Uniti non un nemico, ma «un alleato naturale» per Teheran.
Ciò sottolinea che la politica pro-Israele di Bush non «è» la politica naturale USA, ma una sua patologica distorsione.
L'Iran è pronto a parlare, dice anche la CNN.
Insomma, forse, sarà lo sgretolamento dell'alleanza a salvare D'Alema.
E a mantenere al potere Prodi.
Coi coltelli affilati dietro la schiena, tutti i furbetti e il blocco del taglieggio.

Una cosa è certa: non ci chiederanno di rivotare, non tornerà il Polo.
Non lo vuole nemmeno il Cavaliere.
Ha già proposto, come premier, Amato, l'uomo di Israele.
Un furbetto anche  lui, ma con lampi di idiozia.





Maurizio Blondet





Note
1)
Piero Verderami, «Unione, il giorno dei sospetti», Il Corriere della Sera, 22 febbraio 2007.
2) Jeffrey Stinson, «Blair says he is prepared to work with Syria, Iran», Usa Today,  21 febbraio 2007.

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