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Visualizzazione dei post con l'etichetta identità aperta

Laurea ad Honorem a luigi lai il virtuoso che ha salvato le launeddas

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Ferrara, Albrindisi l’antica osteria che si difende dagli spritz: «Qui niente intrugli»

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Per un giorno basta  parlare di  femminicidi e stupri   parliamo di  cose più allegre    anzi beviamoci su  visto che  la storia d'oggi  riguarda proprio un osteria  antica    di Ferrara  . Ne trovate la storia   nell'articolo  sotto ( e nei  link   citati sotto    nell'asterisco * )  preso da  https://corrieredibologna.corriere.it/bologna/ristoranti-locali/  del 31 agosto 2019 Ferrara, l’antica osteria che si difende dagli spritz: «Qui niente intrugli» «Al brindisi» è il posto più antico del mondo nel suo genere. E si beve solo vino                                      di Natascia Celeghin FERRARA «Ci provano sempre a chiedere intrugli. Il segreto? Non cedere mai, mai a cole e cose varie». All’ombra del castello estense di Ferrara sorge l’osteria più antica del mondo, “anti-spritz” e altri intrugli moderni. Si chiama “Al brindisi” e può vantare e raccontare quanto ha visto accadere e bere in secoli e secoli di storia nella città della nobile famiglia Estense. Feder

l'identità chiusa non è sintomo d'integrazione e incrementa il fondamentalismo le dichiarazioni dell'imam Sami Abu-Yusuf,sui fati di colonia avvenuti nela notte di capodanno

concordo  con quanto dice Massimo Granellini 22/01/2016 MASSIMO GRAMELLINI Secondo l’autorevole parere di un imam di Colonia, Sami Abu-Yusuf, la responsabilità delle violenze di Capodanno non sarebbe da attribuire ai maschietti che intimidivano e palpeggiavano, ma alle indigene che li provocavano andandosene in giro mezze nude e intrise di profumo. Rimango un ostinato fautore del dialogo, però vorrei che qualche illuminato ci spiegasse come si fa a dialogare con un troglodita che considera demoniaca la femminilità e vorrebbe estirparne ogni traccia, almeno in pubblico. Uno che, pur vivendo in Germania da decenni, non ha mai compiuto un solo passo verso la cultura che lo ha accolto, comportandosi nei fatti come un invasore arrogante e ottuso. Chiunque di noi, quando va all’estero anche solo per un giorno, si sforza di adeguarsi al contesto. A questo imam, invece, del nostro contesto non importa un fico. Ci considera una massa di degenerati e si rifiuta di prendere in considerazi

Da Parigi a Siniscola, passando per Gavoi:Christophe Thibaudeau noto Gristolu ha preso dopo 36 anni la cittadinanza italiana

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Lo so che una semplice presa di cittadinanza italiana da parte di chi non è cittadino italiano , non costituisce e niente d'eccezionale , ma questa ( ne ho parlato in diversi post sia del vecchio blog che di questo ecco uno dei tanti post ) di cittadino Parigi, noto Gristolu, è una storia particolare Infatti  dall'unione sarda  del  14\7\2015 Da Parigi a Siniscola, passando per Gavoi: Gristolu è un cittadino italiano .                       Thibaudeau (il secondo da destra) dopo il giuramento in Municipio Ha coronato con il giuramento ufficiale di questa mattina un sogno accarezzato da ben 36 anni. Christophe Thibaudeau, di Parigi, noto Gristolu, 65 anni, è cittadino italiano. L’ex giornalista di Le Matin e docente della Facoltà di Lingue dell’Università di Sassari, ha giurato fedeltà alla Repubblica e alla Costituzione italiana davanti a Rocco Celentano sindaco di Siniscola, cittadina dove risiede assieme all’a

A NEW YORK, DISCUTENDO DI GRAMSCI E PIGLIARU PASSANDO PER LOU REED: IL PROFESSOR PAOLO CARTA RACCONTA L’AMERICA

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da   http://tottusinpari.blog.tiscali.it/ Paolo Carta di Barbara Faedda Paolo Carta  nato a Sassari nel 1968, è professore ordinario di Storia delle dottrine politiche nell’Università di Trento. Ha pubblicato diversi volumi sulla storia del pensiero politico nel Rinascimento e nell’età contemporanea. Ha curato la pubblicazione di due volumi di Antonio Pigliaru e il riordino delle sue carte. Visiting professor all’Ecole Normale Supérieure, Fellow dell’Italian Academy Columbia University, ha insegnato e tenuto lectures a Parigi, Lione, New York e Oxford. Professor Carta, ci può raccontare il suo primo impatto con l’America e soprattutto con New York?  È stato amore a prima vista e naturalmente New York è la città che più mi ha incantato e dalla quale, di fatto, non sono mai andato via. Ho sperimentato personalmente il significato dell’espressione ‘New York State of mind’. E in omaggio a New York, dunque, diamoci del ‘tu’. Come aveva scritto Tocqueville, New York è una

Dessanay fa l’americano, da Ellington agli indiani Esce “Songbook–volume One” del contrabbassista sardo che vive in Inghilterra.

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dalla nuova  sardegna   31\3\2014 Dessanay fa l’americano, da Ellington agli indiani. Esce “Songbook–volume One” del contrabbassista sardo che vive in Inghilterra. Nove composizioni nel segno della melodia, con un quartetto d’eccezione - di Walter Porcedda CAGLIARI. Conteggio a ritroso per il contrabbassista Sebastiano Dessanay che dopo aver esordito un anno fa con “Songbook-Volume Two” propone finalmente il “Volume One”, cioè la prima parte di quell’ideale viaggio in due tappe nel cuore del jazz, intrapreso sin dal 1997 nei primi seminari jazz a Siena e Nuoro. Se nella prima proposta il musicista, residente da diversi anni in Inghilterra, a Birmingham, dove conduce studi avanzati nel campo della musica contemporanea – suonando allo stesso tempo con ensemble rinomati come Decibel, dell’irlandese Ed Bennet – proponeva una immersione negli umori e nelle atmosfere della musica europea, in questo “One”, cambia completamente di registro avventurandosi in America. Sì,