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20.4.23

Ci voleva l'uscita del ministro Lollobrigida per capire il significato di sostituzione etnica ?

 Il mio dubbio   espresso nel titolo trova risposta nel fatto che  due filosofi opposti 

 Daniele carbini 

Questa cosa   un ministro della repubblica italiana allora assale prepotente il senso del disgusto. Non esiste un’etnia italiana, la nostra straordinaria cultura (al pari di molte altre) è la naturale conseguenza di scambi, incontri e condivisione, di genti di ogni dove che hanno portato in queste terre un pezzo di ricchezza inestimabile, di un’umanità varia pregna di stimoli creativi, figli di molteplici influenze.

Questa “purezza” italiana, questa supremazia bianca, mascherata con giustificazioni ridicole, certifica il persistere di un razzismo lascivo e profondo, fa schifo.         
Invece di decantare l’orrore discriminatorio i ministri di un governo dovrebbero preoccuparsi di creare le condizioni per cui una coppia possa permettersi di avere dei figli, se lo desiderano. In troppi casi avere un figlio significa che una donna deve rinunciare al lavoro e alla carriera, oppure affidare il figlio a babysitter, asili e scuole per tutto il giorno, non crescendolo e non vedendolo mai. Ci si dovrebbe preoccupare di creare una società dove gli esseri umani hanno una vita dignitosa, non subire uno schiavismo di massa, dove sei obbligato a correre a perdifiato per sopravvivere oppure a non fare un cazzo e vivere di tristi elemosine di stato.


Diego Fusaro

Ha fatto molto discutere l'infelice uscita del ministro della destra neo-liberale Lollobrigida sulla cosiddetta "sostituzione etnica". Ovviamente l'opposizione non aspettava altro per poter attaccare il governo, accusandolo di posizioni non distanti dal razzismo. La verità, comunque, è che la tesi della sostituzione etnica è una solenne idiozia: uno dei tanti modi per non spiegare la realtà, in questo caso quella della immigrazione di massa. O, meglio, uno dei tanti modi per sostituire al pensiero razionale la suggestione irrazionale. Che sia in atto una sostituzione è vero, ma non è una sostituzione etnica. È la sostituzione di una classe lavoratrice con diritti conquistati e con un tenore di vita più o meno dignitoso con una nuova classe lavoratrice migrante, senza coscienza di classe e senza diritti, sottoposta alle forme più radicali di sfruttamento. Di "immigrazione di sostituzione" parlano perfino le Nazioni Unite. Non per questioni etniche, come ancora crede qualche irriducibile della destra neoliberale: ma per questioni di sfruttamento del lavoro (tema di cui la destra, come peraltro la sinistra, si guarda bene dal parlare). Il lavoro dei migranti costa meno; permette di abbassare i costi generali del lavoro; infine, permette al potere di favorire conflitti tra migranti e non migranti, mentre abbassa a tutti le condizioni di vita e mentre fa prosperare la lotta di classe nella stessa classe. Occorre ribadire l'ovvio: i nemici non sono i migranti, ma il capitale che usa l'immigrazione per sfruttare i lavoratori, tutti i lavoratori. Questo è il punto che ovviamente la sciagurata tesi della sostituzione etnica non vuole vedere.       [..... ] La tesi della sostituzione etnica è demenziale, perché oltretutto astrae completamente dal quadro concreto dei rapporti di forza. Al capitale non importa nulla del colore della pelle delle persone: gli importa soltanto di poter trovare braccia a basso costo, con le quali abbassare i costi della forza lavoro e produrre sempre nuovo sfruttamento. Per questo, e non per altro, l'immigrazione di massa è un'arma nelle mani del capitale e delle classi dominanti: un'arma contro la classe lavoratrice, sia migrante, sia autoctona.


 Agli antipodi arrivano alla stessa conclusione  vuol dire che l'espressione sostituzione  etnica usata  d'anni  da esponenti  politici e seguaci di questa becera destra e   scopetta  solo ora 

Cara sinistra istituzionale e cara opinione pubblica " moderata " . Ben svegliati .  Sono anni che il termine  orribile  erede di teorie condannate  dalla storia  è ritornato in auge e Ve ne accorgete ora  che è questa  destra  è  al  governo   .? Ma prima  dormiva te o eravate impegnati o ridere dietro a chi Ve lo faceva notare ? 

È oltre che  razzista   e da vecchio  spacciato per nuovo è una  


già  condannata  dalla  storia    del  secolo   scorso  

8.2.15

«Ministro orango», Cucca: non abbiamo assolto Calderoli Il senatore sardo spiega il no all’autorizzazione a procedere: «Per l'accusa formulata, istigazione all’odio razziale, mancano i presupposti giuridici»

Un bel tentativo d'arrampicarsi sugli spechi  . Va bene   parlare  ala gente  , uscire  dalla torre  d'avorio  , ma parlare   alla pancia  e poi inventarsi  la scusa  non ci sono prove  questo   non è  degno   di un paese   civile . E  testimonia    quanto  dicevo nel post precedente  . Non mi soffermo oltre  , per  evitare di beccarmi  una denuncia per  villipendio  dele istituzioni  e poi io  non ho  come  Caderoli e   compagni di merde   il  culo ..... ehm ......   le spalle  coperte     da  amici  politicanti 

da  la  nuova sardegna online del  8\2\2015




NUORO. «Sia chiaro: nessuno ha assolto Calderoli. La frase è evidentemente offensiva, ma non ci sono gli estremi dell’istigazione all’odio razziale, questo no!». « Una valutazione puramente tecnica, certamente non politica». Il senatore nuorese del Pd Giuseppe Luigi Cucca, avvocato di professione, difende il suo voto dato nella Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari che mercoledì scorso ha dichiarato insindacabile il leghista Roberto Calderoli, vice presidente del Senato. Sotto accusa per la frase shock che pronunciò nel luglio del 2013 nel corso di una festa della Lega a Treviglio: «Amo gli animali, orsi e lupi com’è noto, ma quando vedo le immagini della Kyenge non posso non pensare, anche se non dico che lo sia, alle sembianze di un orango».
La bufera politica fu immediata, nonostante il bestiario parlamentare sia da sempre infarcito di parole scurrili e oscene. Tanto che la definizione di “Balena bianca” data alla mastodontica Dc è il più pulito dei nomignoli di palazzo. Ne sa qualcosa Giuliano Amato, ribattezzato a più riprese “Il topo”. “Topo Gigio”, del resto, è l’appellativo che il presidente della Regione Sardegna uscente Ugo Cappellacci affibbiò miseramente al suo rivale e successore Francesco Pigliaru. E Renato Brunetta, per tornare in Parlamento, detto “Il nano”, non è forse una vittima dell’infelice vocabolario della politica italiana
La Santanché si autodefinì “Pitonessa” quando tanto si parlava di “Falchi” e “Colombe” e Berlusconi il “Caimano” (detto anche il “Giaguaro”) era sempre vigile e in agguato.
Ma non ci sono soltanto animali nel linguaggio indecente di Roma capitale: c’è anche “Faccia di mortadella” e Romano Prodi sa bene che ad apostrofarlo così era stato “Nano pelato” alias Silvio Berlusconi. Ma il verde Calderoli, evidentemente, è andato oltre ogni limite. Non gli bastavano le uscite omofobe e la maglietta con l’effigie del profeta Maometto, no, quella volta di due anni fa Calderoli era uscito dai binari con gli insulti al ministro per l’Integrazione del Governo Letta, Cécile Kyenge. Tant’è che la Procura della Repubblica di Bergamo ha ravvisato nelle parole di Calderoli l’ipotesi di reato di istigazione all’odio razziale. Per il parlamentare leghista si prospettava, dunque, il giudizio immediato. Salvo essere “salvato” dai suoi colleghi di palazzo Madama, come poi è successo dato che la Giunta delle immunità ha negato l’autorizzazione a procedere.
«La Giunta è un organo paragiurisdizionale e la sua attività è esclusivamente di tipo tecnico, le valutazioni politiche spettano all’aula, che è sovrana» continua Giuseppe Luigi Cucca, classe 1957, nato a Bosa, uno dei ventitré componenti della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari. «È chiaro che se la Kyenge avesse presentato querela indubbiamente avremmo dovuto dare l’autorizzazione» spiega l’avvocato-onorevole sardo. L’ex ministro di origini congolesi, infatti, non solo non aveva presentato querela, ma non si è neanche costituita parte civile. Anzi. La Kyenge aveva persino accettato le scuse subito presentate da Calderoli, che già nell’immediatezza della festa di Treviglio aveva riconosciuto di aver sbagliato, di aver esagerato. Un mazzo di fiori alla Kyenge e «capitolo chiuso», aveva detto l’allora ministra.
Niente affatto: il capitolo è ancora aperto. E la bufera politica è ancora in corso, soprattutto all’interno del Pd. Anche se «non ci sono i presupposti giuridici dell’istigazione all’odio razziale», assicura il senatore nuorese Cucca.

6.2.15

Kyenge: “Calderoli assolto per avermi detto orango, triste il Pd che lo difende” razzismo di stato ?

Premetto che   come politica  non come persona la Kyenge non mi piace  e non mi è  mai  piaciuta  eche è stata messa  li slo per  avere  voti  e fare bella fiugura    di un governo multi etnico per poi 
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   . Ma   come Michele Serra  sempee  su  repubblica  d'oggi  :  
(.....) Si capisce che la questione della libertà  di parola, in specie della parola politica, è  grande; complicata; non certo risolvibile  con un paio di querele o, al contrario, con  un paio di non-autorizzazioni a procedere.Ma almeno sul piano dell’esempio ci si  aspetterebbe che la classe dirigente di un  paese europeo pretendesse, da se stessa,un minimo sindacale di compostezza e di decenza. Quante ne bastano per capire che dare dell’orango a una donna italo africana è una schifezza proprio perché «nel pieno esercizio delle proprie funzioni politiche». In questo senso no, la Giunta per le autorizzazioni non fa pensare alla classe dirigente di un paese europeo.


affermo  che  è una vergogna  ed ipocrita .Infatti mi chiedo  che  cosa  la  si è messa  a fare  la  kyege    come ministro se  poi si da  ragione ai malpancisti come Caderoli   e  affini  ?

Proprio mentre  stavo per  preme ok  ,  leggo questo lancio  d'agenzia


ROMA - Il Pd potrebbe rovesciare la decisione assunta dai propri membri nella Giunta per le Autorizzazioni e le Immunità Parlamentari del Senato e votare, in Aula, a favore dell'autorizzazione a procedere nei confronti del senatore Roberto Calderoli, per le frasi offensive nei confronti dell'ex ministro Cecile Kyenge. E' quanto si apprende da ambienti del Pd di Palazzo Madama. I vertici del gruppo, comprendendo le motivazioni strettamente tecniche e giuridiche che hanno indotto alcuni senatori dem a votare in Giunta contro la relazione presentata ieri, sarebbero orientati a rovesciare quel voto in Aula dove, come previsto dal regolamento, la questione verrà affrontata nelle prossime settimane.   (....)    

Speriamo bene     e che rimedino alla figura  di cacca    che  ci  hanno fatto e  fanno fare  all'Italia   oltre  che ai loro simpatizzanti ed  elettori  

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...