Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
15.1.25
Giovanni Damiano ucciso perché smascherò i «baroni» della medicina che volevano pagamenti illeciti: l'omaggio all'eroe sconosciuto
16.1.24
il Giapponesimo nella cultura italiana non è solo manga ed anime ma ache le opere delle pittrice Kiyohara Otama (清原 お玉?), Eleonora Ragusa e Otama Ragusa.
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O'Tama giovane a Palermo |
1)https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2023/12/diario-di-bordo-n-anno-i-oriente-ed.html
2)https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2022/11/10-giorni-senza-mondiale-occidente-e.html.
Infatti la pittrice in questione , secondo Maria Antonietta Spadaro : << [...] il suo mondo vissuto ed elaborato in una pittura tra oriente e occidente [...] Discreta e riservata, la piccola pittrice dagli occhi a mandorla ebbe il coraggio a soli vent'anni di lasciare il proprio paese e la famiglia per trasferirsi con l'uomo che amava in una città, Palermo, di un paese lontano e sconosciuto. Da poco il Giappone aveva istituito rapporti diplomatici con l'occidente e comunque i viaggi intercontinentali non erano all'epoca
Peccato che tale artista sia ancora poco conosciuta . Visto che la sua la collezione fu poi venduta da V. Ragusa al Museo Etnografico Pigorini di Roma, dove è custodita, ma non visibile al pubblico.Composta da 4172 pezzi, tra cui dipinti, xilografie, lacche, statue bronzee, armi, vasi in bronzo e ceramica, strumenti musicali, maschere, abiti, e oggetti di uso quotidiano, costituisce la più importante raccolta di oggetti giapponesi antichi esistente in Italia. La raccolta ha anche un grande valore di testimonianza della cultura giapponese precedente all'apertura verso l'Occidente[10]. Molti degli oggetti della Collezione Ragusa furono immortalati in tavole ad acquerello dipinte a Tokyo dalla Kiyohara: 31 tavole sono conservate a Palermo presso il Liceo Artistico - Vincenzo Ragusa Otama Kiyohara, mentre altre sono a Tokyo in collezioni pubbliche e private.Purtroppo le esposizioni fin ora fatte sono state solo due Due sono state le grandi mostre dedicate a O'Tama Kiyohara a Palermo, città in cui l'artista visse 51 anni, entrambe ideate dalla Spadaro , né risulta ne siano state allestite altre in Italia.
- La prima allestita nel 2017, nei saloni di Palazzo Sant'Elia e curata da me, ha messo in risalto un episodio estremamente importante di giapponismo in Italia. Attraverso bel 170 opere di O'Tama, del marito, lo scultore Vincenzo Ragusa, e vari oggetti d'arte, arredi, ecc. di ambito giapponese, il pubblico ha potuto conoscere e apprezzare un momento storico significativo della nostra città, immergendosi nelle suggestive atmosfere del lontano Giappone.
- La seconda, ospitata nel 2019-20 negli appartamenti reali del Palazzo Reale e ideata da me e dalla Fondazione Federico II, ha mostrato uno degli aspetti più interessanti della vicenda della coppia O'Tama e Vincenzo Ragusa quando, ancora a Tokyo collezionavano oggetti d'arte e artigianato del luogo, di un'epoca che presto sarebbe scomparsa. Questa magnifica Collezione composta di 4200 pezzi è oggi al Museo L. Pigorini di Roma. Alla mostra del Palazzo Reale furono esposti alcuni acquerelli di O'Tama che raffigurano in modo quasi fotografico tali preziosi oggetti, esposti in bacheche accanto (v. foto). Un confronto di estremo interesse per il quale si ringrazia il Museo Pigorini per il prestito delle opere della Collezione Ragusa, ancor oggi purtroppo non esposta al pubblico.
Un vero peccato .
La sua è anche una storia d'amore . infatti Dopo ben quasi 51 anni di lontananza dal suo paese, e dopo aver imparato a parlare l’italiano meglio del giapponese, O'Tama Ragusa dovette rientrare in patria nel 1933 richiamata dai discendenti della sua famiglia che inviarono, per sollecitare il suo ritorno in Giappone, una giovanissima pronipote che la condusse da Palermo a Tokyo. Eleonora Ragusa morì a Shiba, nel 1939, dove ancora in vita aprì un atelier. Rispettando i suoi ultimi desideri in punto di morte la sua famiglia divise i suoi resti: la metà delle sue ceneri infatti si trova in Giappone, nel tempio di famiglia Chōgen-ji, mentre l'altra metà è sepolta nella tomba del marito, nel cimitero palermitano dei Rotoli, sulla cui tomba c'è una colonna sormontata da una colomba realizzata dallo stesso Vincenzo Ragusa.
19.5.20
Andy Rocchelli, una storia da raccontare e da far uscire dalle nebbie
Lo so che non è mia , cioè raccontata da me ma d'altri . Ma è grazie a persone come colui che ha fatto l'articolo e l'ha raccolta che tali vicende
da https://www.mariocalabresi.com/stories/
Ci sono foto che nella vita non si dimenticano mai, che ci accompagnano, che formano il nostro immaginario e segnano la nostra memoria. Di questa ricordo i volti dei bambini, nove o dieci bambini pigiati in una dispensa sotterranea, tra barattoli di conserve, marmellate, pomodori, peperoni e cetrioli sottaceto. Li avevano stipati in questa cantina, a cui si accedeva attraverso una piccola botola, per proteggerli dai bombardamenti. Alcuni erano orfani, tutti erano stati raccolti e ospitati da una famiglia che provava a salvarli.






17.5.20
Domenico Beneventano un dimenticato eroe borghese anticamorra
Per il segno che c'è rimastonon ripeterci quanto ti spiacenon ci chiedere più come è andatatanto lo sai che è una storia sbagliata .
Ci sono storie che sono di tutti , che ci appartengono , storie di persone la cui la cui scomparsa resta ( o almeno dovrebbe ) nella nostra memoria . E di cui , in alcuni diventano : << Storia diversa per gente normale \ storia comune per gente speciale >> ma è nel bene ed nel male grazie ai media e alle arti , che conosciamo le loro vite e le loro storie , ci indigniamo e ci commuoviamo ogni volta che sentiamo ( ma anche quando ci ritorna in mente ) su come sono morte , la lotta per avere giustizia ( se l'hanno ottenuta o meno ) e verità ed le sentiamo nostre come se fossero una parte di noi . Ma ci sono , ed è questo il caso del mio post d'oggi , che invece scivolano via e finiscono ( salvo che qualcuno come il sito citato non le tiri fuori o le rispolveri ogni tanto dalla coltre dell'oblio e del tempo ) nel silenzio e nel dimenticatoio . Infatti succede che pochi , almeno fin quando non ci si fa un film o una fiction di successo , ne coltivino il ricordo .
Dopo l'assoluzione di Cutolo, dopo quarant'anni, l'assassinio del coraggioso medico-consigliere comunale resta ancora senza colpevoli
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immediatamente fermato da una voce. C’è qualcuno che lo sta chiamando: «Dottò…dottò…dottore!». Beneventano si gira verso una Fiat 128 di colore blu, ma l’uomo all’interno della vettura non ha più intenzione di parlare ed estrae una pistola facendo fuoco dal finestrino. Domenico Beneventano viene ammazzato con una rapida successione di pallottole sotto gli occhi lacrimanti della madre. La modalità dell’omicidio fa subito pensare ad un agguato di camorra.
UNA OPPOSIZIONE CHE DÀ MOLTO FASTIDIO
Ma perché uccidere un medico che con gli intrighi della malavita non ha mai avuto nulla a che fare? Il motivo è proprio questo. In quei loschi affari, quel giovane dottore, non ci è mai voluto entrare. Domenico Beneventano non era soltanto un medico, era anche consigliere comunale, proprio ad Ottaviano, storica roccaforte della camorra cutoliana e città natale di «don Raffaele ‘o professore». Candidato nella lista del PCI, quel dottore di origine lucana era divenuto per la prima volta consigliere nel 1975 e poi di nuovo nel 1980, in un periodo «di piombo» in cui la camorra spadroneggia con ogni mezzo ed è sempre alla continua ricerca di nuovi spiragli per potersi infiltrare negli affari della vita politica.
Beneventano è all’opposizione, un’opposizione che dà molto fastidio, specialmente agli affari della speculazione edilizia alle pendici del Vesuvio. Il business del cemento e degli appalti, nuova frontiera della malavita organizzata, a Ottaviano incontra un ostacolo tanto deciso quanto inaspettato. Beneventano denuncia il giro di affari che gravita attorno all’edilizia, a discapito dell’ambiente e dei cittadini, preludio di un processo che dopo il terremoto del 23 novembre 1980 diventerà inarrestabile.
LE RICORRENTI MINACCE E LA MORTE
La vita politica di Beneventano viene presto intimidita con ricorrenti minacce. Ma le antipatie della camorra il medico se le era guadagnate anche nel corso della sue attività negli ospedali, come quella volta in cui si rifiutò di fornire un alibi a un malavitoso che pretendeva un falso certificato di ricovero. Ne scaturirono inquietanti avvertimenti e il dottore fu trasferito in un’altra struttura. Consapevole dei rischi ai quali sta andando nuovamente incontro, Beneventano si procura un regolare porto d’armi e acquista una pistola per la legittima difesa. Ma quell’arma non la userà mai.
Nel 1987, il boss della Nuova camorra organizzata, Raffaele Cutolo, viene condannato all’ergastolo come mandante dell’omicidio, sentenza che verrà poi ribaltata in appello con l’assoluzione. Oggi, dopo quarant’anni, l’assassinio del coraggioso Domenico «Mimmo» Beneventano resta ancora senza colpevoli
ed proprio mentre finivo di fare copia e incolla dalla fonte partono le note finali dela canzone di sottofondo una storia sbagliata di De Andrè
2.9.19
cosa è il viaggio ? è ascoltare e condividere storie di gente , di mestieri , di passioni
strumentalizzate \ usate politicamente per scopi elettorali e di propaganda . Ma anche Storie che stanno sbiadendo nelle nebbie della memoria o che anche resistono al martellare costante degli avvenimenti quotidiani che cancella immediatamente la memoria del giorno precedente. Infatti molto spesso n on sappiamo più da dove veniamo, quale è stato il nostro passato e lentamente la nostra storia si cancella. Queste pagine parleranno di persone comuni che nel loro piccolo hanno contribuito a costruire la nostra società. Perché è vero la storia è fatta dai grandi personaggi, ma è altrettanto vero che la storia siamo noi con le nostre piccole o grandi scelte scelte.
Storie che stanno sbiadendo nelle nebbie della memoria. Non sappiamo più da dove veniamo, quale è stato il nostro passato e lentamente la nostra storia si cancella. La storia siamo noi con le nostre piccole o grandi scelte nel bene e nel male , con rimpianti e sensi di colpa .
14.2.17
Roberto Baggio, il campione diverso rimasto tra noi con la sua assenza
stavolta non ho nessuna colonna sonora o musica consigliata , se non questa che mni ritorna all'orecchio e mi evoca ricordi d'infanzia
da proporre in quanto ci sono già le belle canzoni di : Cesare Cremonini , Tiziano Ferro , Lucio Dalla presenti nel filmato sotto riportato
Non è necessario essere onnipresenti sui media o in rete ( infatti la sua pagina ufficiale su fb non viene aggiornata dal 2 settembre 2014 precisamente da questa foto riportata sotto )

A 50 anni Roberto Baggio è fuori: dal gioco, dal calcio, da ogni falò delle vanità.
Infatti secondo Ha smesso da oltre dieci anni di misurare il mondo con le righe del campo. Non rilascia interviste, non parla di calcio, non presenzia. Gli è riuscita la magia di scomparire dal palcoscenico, di evitare l'invenzione della nostalgia, niente più c'era una volta in America. Se n'è andato senza avere conti in sospeso con i ricordi, fedele all'idea che un addio è un pallone che non torna indietro. Via la luce, i crucci, e niente più finte. Eppure è stato il pre-Messi e il pre-Neymar, l'ultimo attaccante italiano Pallone d'oro ('93), e l'anno dopo poteva ripetersi (secondo dopo Stoichkov), l'unico azzurro ad aver segnato in tre mondiali diversi ('90, '94, '98), due figli in coincidenza: Valentina ('90), Mattia ('94), l'ultimo, Leonardo, nato invece nel 2005. Miglior marcatore (9 gol) con Rossi e Vieri. Selezionato in nazionale con cinque squadre diverse: Fiorentina, Juventus, Milan, Bologna e Inter. Convocato da 4 ct: Vicini, Sacchi, Maldini e Zoff. Osteggiato e contestato da molti di più, spesso trattato da zoppo, da numero 10 dimezzato, banale portatore di male.
Roberto Baggio in maglia azzurra nel 1990 | ||
Nazionalità | ![]() | |
---|---|---|
Altezza | 174[1] cm | |
Peso | 72[1] kg | |
Calcio ![]() | ||
Ruolo | Attaccante, centrocampista | |
Ritirato | 1º luglio 2004 | |
Carriera | ||
Giovanili | ||
1974-1980 | ![]() | |
1980-1982 | ![]() | |
Squadre di club1 | ||
1982-1985 | ![]() | 36 (13) |
1985-1990 | ![]() | 94 (39)[2] |
1990-1995 | ![]() | 141 (78) |
1995-1997 | ![]() | 51 (12) |
1997-1998 | ![]() | 30 (22) |
1998-2000 | ![]() | 41 (9)[3] |
2000-2004 | ![]() | 95 (45) |
Nazionale | ||
1984 | ![]() | 4 (3)[4] |
1988-2004 | ![]() | 56 (27) |
Palmarès | ||
![]() | ||
Bronzo | Italia 1990 | |
Argento | Stati Uniti 1994 | |
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | ||
finalmente si usa il corpo di uomo e non di una donna per una pubblicità
finalmente uno spot nel quale il corpo usato è quello di un uomo non quello della donna, come sempre accade.Obbiettivo raggiunto ma perché ...

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Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
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https://www.cuginidicampagna.com/portfolio-item/preghiera/ Una storia drammatica ma piena di Amore.Proprio come dice la canzone Una stor...
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