Olimpiadi Parigi 2024, Errani e Paolini nella storia: sono in finale, medaglia nel tennis 100 anni dopo
Nonostante la falsa malattia ( secondo non ha voluto partecipare alle olimpiadi per solidarietà verso la sua ragazza Anna Kalinskayana tennista russa, che non ha accettato di parteciparvi da neutrale ) l'italia del tennis va in finale con il duo Sara Errani e Jasmine Paolini! Un'altra medaglia assicurata per l'Italia alle Olimpiadi di Parigi 2024 e arriverà nel tennis, a 100 anni dall'ultima. Impresa per le azzurre che si sono sbarazzate della coppia Muchova-Noskova per 6-3, 6-2.
Nel 2017 rischiò la vita dopo una caduta in bici a Cagliari e rimase al Brotzu per un mese, assistito (anche) dal medico e triatleta Antonio Maxia: ieri l'inglese Alex Yee ha vinto l'oro ai Giochi di Parigi nel triathlon.La differenza tra le acque cristalline del Poetto e quelle della Senna è abissale. La differenza tra l'ordine d'arrivo delle gare olimpiche del triathlon, andate in scena ieri a Parigi dopo infinite polemiche, è impercettibile. A trionfare sono gli stessi atleti vittoriosi lo scorso 25 maggio a Cagliari: Cassandre Beaugrand e Alex Yee. La francese ha preceduto la sorprendente svizzera Julie Derrron e la britannica Beth Potter, già 3ª a Cagliari, anche stavolta davanti all'altra francese Emma Lombardi. L'inglese, già argento a Tokyo, ha rimontato con un incredibile finale, il neozelandese Hayden Wilde, che nei 10 km di corsa aveva allungato staccandolo anche di 15", prima di crollare e arrivare secondo come al Poetto. Bronzo al francese Leo Bergere. Seconda vita La gara delle World Triathlon Championship Series disputata in Sardegna è stata nominata spesso ieri su Eurosport, come prova di riferimento (di identica distanza e livello tecnico) di quella di ieri. E da Cagliari, oltre che per gli azzurri (bravo Pozzatti, 14°), il tifo è stato tutto per Alex Ye
Quello con Imane Khelif non è stato l’unico ritiro in un incontro di boxe di Angela Carini che ha scatenato polemica: un vecchio video accende sospetti sull’italiana. Sui social network ancora divampa la discussione sull’atleta algerina che avrebbe troppo testosterone per essere considerata donna. Dopo un solo pugno, l’italiana Angela Carini ha deciso di lasciare il ring perché si era fatta male. Ma ora è tornato dal passato, ed è diventato virale, un video che mette sotto un’altra Carini. Si tratta di un incontro del 2022 che vedeva la boxeur italiana affrontare la turca Busenaz Surmeneli.
Durante i Mondiali di boxe del 2022, nei sedicesimi di finale della categoria fino a 66 kg, Angela Carini ha incontrato la fortissima turca Busenaz Surmeneli. A 15 secondi dal termine del primo round, l’italiana cade e si ritira per un infortunio alla caviglia. In quella occasione uscì dal quadrato in barella. Ma ora quel video sta facendo il giro dei social mettendo in dubbio la veridicità dell’infortunio.
Su Reddit si è aperta una discussione sulla strana caduta di Carini e sul fatto che sembra ripercorrere gli stessi eventi accaduti con Imane Khelif. Anche ai mondiali del 2022 la turca era molto più forte della Carini e viene quindi avanzato il sospetto che per tenere un buon ranking si preferisca il ritiro alla sconfitta.
Le Olimpiadi di Parigi 2024 sono state e lo saranno ancora per un bel po' teatro di una accesa controversia che ha infiammato il dibattito sullo sport e sull’identità di genere. Protagonista indiscussa è stata la pugile algerina Imane Khelif, la cui partecipazione ai giochi ha scatenato una tempesta di polemiche a livello internazionale. Al centro della disputa, la questione del testosterone. Khelif, pur essendo nata femmina, presenta livelli di testosterone superiori alla norma per le donne. Questa condizione, definita iperandrogenismo, ha sollevato dubbi sulla sua partecipazione alle competizioni femminili, in quanto potrebbe conferirle un vantaggio fisico rispetto alle avversarie.
Che altro aggiungere a quanto già detto della viceda ? che essa ha messo in luce una questione estremamente complessa, che intreccia aspetti scientifici, etici e politici. Da un lato, ci sono coloro che sostengono il diritto di ogni atleta a gareggiare, indipendentemente dalle proprie caratteristiche fisiologiche, invocando il principio dell’uguaglianza e della non discriminazione. Dall’altro, vi sono coloro che temono che l’ammissione di atlete con livelli elevati di testosterone possa svantaggiare le altre concorrenti e minare l’integrità delle competizioni femminili. La polemica si è ulteriormente intensificata a causa di strumentalizzazioni politiche, con alcuni che hanno cercato di sfruttare la vicenda per promuovere ideologie e visioni del mondo spesso lontane dai valori olimpici. E quindi ha ragione Clemente Russo vicecampione olimpico a Pechino 2008 e a Londra 2012 nella Boxe
da virgilio.it
Parigi 2024, Clemente Russo: Servirebbe categoria boxe transgender, so perchè ci hanno derubato ai Giochi ESCLUSIVA
“Bisogna creare una nuova categoria, dopo la boxe per uomini e quella per donne serve anche quella transgender”. La soluzione che non c’era la trova Clemente Russo.entra con tatto ma anche con le idee chiare sulla polemica legata alla partecipazione alle Olimpiadi dell’algerina Imane Khelif, esclusa dal Campionato del Mondo l’anno scorso a causa di un livello di testosterone troppo alto ed ammessa a partecipare a Parigi 2024 dal Cio. Non è accertato, almeno per quanto si capisce dai documenti depositati al Cio, che l’algerina abbia cambiato sesso, quindi non è corretto definirla transgender, ma ha differenze dello sviluppo sessuale ed affronterà oggi la 25enne napoletana Angela Carini. Tatanka, cioè il bisonte (in lingua Sioux), come veniva chiamato perché sul ring «spesso dimentica di essere un pugile, abbassa la testa, porta il naso all’ altezza del petto, la fronte bassa e giù a picchiare alla cieca» dice la sua in esclusiva a Virgilio sport.Tatanka, che idea si è fatto di questa vicenda?
“Ci sono due fattori importanti da seguire, il primo è la fisiologia del corpo umano, l’uomo produce testosterone e quindi in questo caso non si combatte ad armi pari, il secondo fattore è quello etico. Se sui documenti risulta donna deve aver diritto a combattere ma con chi? Non con le donne, nè con gli uomini, però ha diritto a salire sul ring. Ecco perché servirebbe, e non solo nella boxe ma in tutti gli sport, una categoria per transgender”.
Per la Carini è un problema in più
“Conosco benissimo Angela e so che sarà concentratissima, avrà studiato l’avversaria, la conosce e sa come batterla ma sicuramente queste polemiche non l’hanno aiutata. Bisogna capire la legge olimpica, per il Coni l’algerina non avrebbe potuto gareggiare ma se il Cio l’ha ammessa c’è poco da protestare, io però sono ottimista sulla vittoria della Carini”
A proposito di proteste, ha visto cosa sta succedendo con gli arbitri contro l’Italia? Sto seguendo tutto ogni giorno, leggo e vedo le gare in tv, sono informatissimo e dico che ci hanno trattato male non solo nella boxe ma in tutti gli sport.
Come se lo spiega?
Posso darmi una spiegazione per la boxe ma per judo e scherma davvero non capisco
Quale sarebbe il motivo dell’accanimento con gli atleti azzurri del pugilato?
Questioni politiche, la rottura tra Iba e Cio, per questo ci hanno penalizzato secondo me ma cosa c’entrano scherma e judo?
Secondo la Pierantozzi l’Italia fa paura perchè è forte, così scattano invidia ed antipatia
“E’ una chiave di lettura interessante, anche io l’ho vissuto sulla mia pelle. Ero forte, ero bello, vincevo tanto e allora facevano di tutto per farmi perdere. Poi i francesi si sa che non ci amano molto…”.
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Ricostruire dalle proprie macerie, quelle dei muri e quelle dell’anima. E arrivare fino all’argento che dà un senso a tutte le sofferenze ingiuste, alle delusioni, ai rimpianti. Forse non era proprio rabbia, quella che Silvana Stanco scaricava sul grilletto del suo fucile disintegrando quei piattelli che la separavano dalla medaglia olimpica, ma ci somigliava tanto.
Perché la storia di questa svizzera d’Italia, nata a Zurigo ma di origini irpine, inizia anche prima della sua nascita. E arriva ad un risultato, il secondo posto dietro la guatemalteca Adriana Ruano Oliva (primo oro nella storia per il proprio Paese), che completa un percorso suo e della sua famiglia: "È una delle giornate più belle della mia vita, un’emozione unica, fuori dal normale. Ho lottato su ogni piattello fino a quando siamo rimaste in tre, lì mi sono un attimo scaricata. L’argento è davvero una grande soddisfazione, una rivincita", ha detto Silvana.
Perché c’era un conto aperto: "Dopo il quinto posto di Tokyo ero molto delusa, ho lavorato molto su me stessa, anche a livello mentale. Ci ho sempre creduto, per arrivare fin qui ho lavorato tanto, e adesso è bellissimo. La Ruano Oliva? Oggi era imbattibile, ha sparato benissimo". La centroamericana, religiosissima, non è abituata a stare a questi livelli, ma stavolta si è superata. Anche grazie agli allenamenti a Ponso, Padova.
A Tokyo Sissy, come la chiamano, era arrivata quinta, a Parigi ha sciolto la tensione di anni nel pianto tra le braccia della sorella Cristina, che era con lei a Chateauroux. La storia di Silvana è quella di tante famiglie di emigranti che hanno dovuto prendere il coraggio e la vita tra le mani. E ricominciare: papà Donato lasciò l’Irpinia, dove viveva a Sturno, dopo il terremoto del 1980. Fu costretto a spostarsi in Svizzera, dove Sissy è nata nel 1993. Voleva fare la ginnasta, un infortunio la costrinse a cambiare idea. Ma come forse avrete capito, nella famiglia Stanco non sono abituati a farsi distogliere dall’obiettivo, anche se per arrivare al traguardo la vita propone continue deviazioni.Come quella del 2016: Silvana aveva conquistato la carta per l’Italia, il dt Albano Pera decise di assegnarla a Jessica Rossi che a Londra aveva vinto (e che ieri non è entrata in finale), ovvio che la svizzera d’Irpinia non facesse i salti di gioia.
Ma è ripartita. Come fece papà tra le macerie, come ha fatto lei dopo Tokyo. Come fece appena quindicenne dopo una prima gara che avrebbe fatto cambiare strada a chiunque: in quella classifica il nome Stanco c’era due volte, papà Donato vinse, lei chiuse con 0 centri su 64. Ieri in finale ne ha colpiti 40 su 50, rimontando inesorabilmente quasi tutte le avversarie, fino al sorpasso sull’australiana Smith, arrivata terza. Il regalo? Facile. Silvana, studi linguistici, pianista autodidatta, ha un debole per Taylor Swift. Ha rinunciato a vederla a San Siro perché stava preparando i Giochi.Adesso può concedersi il lusso di staccare, finalmente.