Il governo ha finanziato con il Pnrr le società di cannabis light. Ora le chiude per decreto
- Il Fatto Quotidiano
- TOMMASO RODANO
Il governo dà, il governo toglie. Un esempio tra tanti: un’azienda che vende prodotti a base di cannabis legale, la milanese Just Mary, ha ricevuto un generoso contributo alla sua attività da un bando pubblico, finanziato con i fondi del Pnrr: 65 mila euro erogati tramite l’agenzia Simest (controllata da Cassa depositi e prestiti) a tasso agevolato e con il 10% a fondo perduto. La beffa è che lo stesso Stato che ha concesso quei fondi è rappresentato da un governo che fa la faccia cattiva non tanto con gli spacciatori di sostanze illegali, ma con chi vende quelle lecite: la stretta decisa dall’esecutivo sui prodotti a base di canapa restringe enormemente lo stesso mercato che gli investimenti pubblici erogati dovrebbero allargare.
Con un decreto pubblicato in Gazzetta ufficiale il 21 agosto, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha inserito il cannabidiolo nella testo unico delle “sostanze stupefacenti e psicotrope”. Il Cbd è un principio attivo della cannabis che non ha alcun genere di effetto psicoattivo su chi lo assume, a differenza del Thc (quello contenuto nelle sostanze illegali). Prina del provvedimento, i prodotti a base di cannabidiolo erano venduti a uso galenico nelle farmacie e nei negozi specializzati. Dal 20 settembre, invece, gli oli di canapa e gli altri preparati a base di Cbd – esclusi quelli “da fumare”, le infiorescenze – non potranno più essere messi in commercio, se non in farmacia. Rischia di essere un colpo letale per l’intero mercato della cosiddetta Cannabis light, che era già stato minacciato da un provvedimento identico firmato da Roberto Speranza; lo stesso ex ministro della Salute nel 2020 aveva però deciso di sospendere il suo decreto e congelare l’inserimento del cannabidiolo nella tabella degli stupefacenti. Il suo erede ha completato l’opera.
“Il governo italiano finanzia le società di olio Cbd come la nostra, ma poi ci impedisce di lavorare. Tutto questo mentre continua a fiorire il mercato di marijuana illegale della criminalità”, spiega Matteo Moretto, titolare di Just Mary. Da una parte i fondi pubblici alle aziende, dall’altra la stretta alle stesse imprese finanziate; da una parte gli show a Caivano, dall’altra il pugno duro contro un mercato legale. “Se trattano così i loro investimenti si capiscono i problemi a trovare risorse per la legge di Bilancio – continua Moretto – il mercato della Cbd è ancora piccolo ma in espansione, mentre la piena legalizzazione della marijuana, come in California, porterebbe allo Stato fino a 5 miliardi di euro”.