Visualizzazione post con etichetta supermercati. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta supermercati. Mostra tutti i post

31.1.24

Da dove viene l’acqua minerale venduta dall’Eurospin? Sempre più consumatori hanno notato somiglianze con il celebre marchio, con una differenza però sostanziale nel prezzo GENNAIO 27, 2024 2 MINUTE READ NO COMMENTS Acqua Sant’Anna e acqua Blues dell’Eurospin, cosa hanno in comune? Tutto Sempre più consumatori hanno notato somiglianze tra i due marchi, con una differenza però sostanziale nel prezzo. Ecco perchè di Redazione Food Affari Italiani Acqua Sant’Anna e acqua Blues dell’Eurospin, occhio alle etichette. Ecco perchè Se c’è un alimento di cui l’essere umano non può fare a meno è l’acqua. Che sia naturale o frizzante, che la sia compri in bottiglia o la si prenda naturalmente dal rubinetto, bere acqua è indispensabile per il nostro organismo. Non sempre però, nel caso la si acquisti al supermercato, è possibile trovare acqua a buon mercato. Molti marchi, soprattutto in questo periodo di grande inflazione, hanno aumentato i prezzi. Ma ci sono dei trucchi per avere acqua di qualità a prezzi vantaggiosi. Basta leggere le etichette, in particolare nei discount. Uno dei casi più clamorosi, che molti consumatori hanno osservato, è quello che riguarda l’acqua Blues dell’Eurospin e l’Acqua Sant’Anna. Se si vanno a leggere le etichette dei due brand infatti, si capisce subito che le due bottiglie hanno delle caratteristiche in comune. L’acqua minerale Sant’Anna e l’acqua Blues di Eurospin sono entrambe minimamente mineralizzate, hanno cioè un residuo fisso inferiore ai 50 mg/l. Ma perché tutte queste somiglianze? La risposta è molto semplice: entrambe le acque sgorgano dalla stessa sorgente, la fonte Rebruant, che si trova a 1950 metri di quota sulle Alpi cuneesi, e sono imbottigliate da Fonti di Vinadio. L’unica cosa che cambia è il prezzo. Se una bottiglia da 1,5 litri di acqua Sant’Anna costa 0,44 euro (pari a 0,29 €/l), lo stesso formato di acqua Eurospin Blues minimamente mineralizzata costa 0,25 euro (meno di 0,17 €/l). La differenza è circa l’80%. Appare piuttosto chiaro quindi che ci troviamo di fronte a due acque pressocchè identiche, che sgorgano dalla stessa sorgente e sono imbottigliate dalla stessa azienda. In questo caso possiamo proprio dire che la differenza di prezzo che si paga alla cassa è dovuta ad un unico fattore: il marchio.

 il  caso    è Acqua Sant’Anna e acqua Blues dell’Eurospin,   è  solo la  punta  dell'icerbeg  succede  con tutte le  acque  a  marchio .  cosa hanno in comune? Tutto. Sempre più consumatori ( ovviamente    quelli attentiu  )  avranni   notato somiglianze tra i due marchi, oltre a   una differenza però sostanziale nel prezzo. Ecco perchè

da  Redazione Food Affari Italiani



25.5.18

cari commessi dei super mercati Imparate dagli stranieri che vendono fuori da vostri negozi ti trattano meglio loro di voi

Dal titolo sembrerebbe che ce l'abbia con i commessi . Beh non completamente perchè ubbidiscono alle direttive del proprietario \ del capo , ma un minimo d'umanità cioè saper distinguere la regola dell'eccezione non guasterebbe specialmente quando è un cliente che viene in quel supermercato da 30 anni . Ma soprattutto mi lascia basito il fatto che nessuno\a in fila alla cassa sia intervenuto \a facendo il gesto o di pretestare alla signora 0.60 €cent che fine a fatto la solidarietà . Molti mi diranno e tu cosa avresti fatto ? come faccio quando mi capita , gli avrei prestati





Corriere della Sera  2018-05-23 predsa  tramite  l'aggregatore  http://va.newsrepublic.net/
Quattro cose. Latte, burro, zucchero e uova hanno già fatto “bip”. La cassiera parla alla signora guardando da un’altra parte. “Dieci euro e sessanta” Quattro cose. Latte, burro, zucchero e uova hanno già fatto “bip”. La cassiera parla alla signora guardando da un’altra parte. “Dieci euro e sessanta” “Quanto ha detto?” “Dieci e sessanta” La signora gira le dita nel portafoglio e continua a spostare la banconota da dieci euro per cercare le monetine. “I sessanta glieli porto dopo” La cassiera sposta lo sguardo dal nulla e lo posa sulla signora. Non può non vedere un elegante e borghesissimo vestito di fiori, le rughe che dicono ottanta e la schiena un po’ curva che conferma. “Mi spiace signora, il supermercato non può far credito. Deve lasciare giû qualcosa” “Guardi non posso lasciare giù niente, mi serve tutto” “Mi spiace” “Ma sono trent’anni che vengo in questo supermercato” “Mi spiace” Vedo la signora muoversi faticosamente verso l’uscita senza nulla in mano. Non pare stizzita e cammina lenta. Gli occhi della giovane cassiera non la seguono. Pago in fretta le mie cose e per un attimo mi vergogno di aver assistito alla scena come a teatro senza pensare. Sono rimbambito. Cerco di guadagnare velocemente l’uscita per rimediare e trovo la signora davanti a un ragazzo africano nella zona dei carrelli “Mi presti sessanta centesimi?” Il ragazzo africano non capisce, sgrana gli occhi. Sembra spiazzato. Forse ha mille domande in testa o forse nessuna fatto sta che schiude il pugno. “Prenda quello che vuole signora” Lo guardo. Si sente un re quel ragazzo, se fosse passato uno e gli avesse mollato una banconota da cento non sarebbe altrettanto felice. La signora torna alla cassa. Non resisto e la seguo, fremo come davanti a un calcio di rigore. Ci siamo: la signora porge alla cassiera dieci euro e sessanta centesimi. “Sa chi me li ha dati? Quel nero là ”. Poi prende le quattro cose e se ne va. Cerco lo sguardo della sconfitta nella cassiera e trovo la solita espressione anafettiva, cerco il sorriso della vendetta nell’anziana e scorgo sofferenza. Nei pressi dell’auto rivedo il ragazzo africano che gesticola e alla fine dà una pacca a un connazionale. Non avevano niente e ora hanno niente meno sessanta centesimi ma stanno ridendo. Hanno la luce negli occhi e sguardi di speranza. “Quanto ha detto?” “Dieci e sessanta” La signora gira le dita nel portafoglio e continua a spostare la banconota da dieci euro per cercare le monetine. “I sessanta glieli porto dopo” La cassiera sposta lo sguardo dal nulla e lo posa sulla signora. Non può non vedere un elegante e borghesissimo vestito di fiori, le rughe che dicono ottanta e la schiena un po’ curva che conferma. “Mi spiace signora, il supermercato non può far credito. Deve lasciare giû qualcosa” “Guardi non posso lasciare giù niente, mi serve tutto” “Mi spiace” “Ma sono trent’anni che vengo in questo supermercato” “Mi spiace” Vedo la signora muoversi faticosamente verso l’uscita senza nulla in mano. Non pare stizzita e cammina lenta. Gli occhi della giovane cassiera non la seguono. Pago in fretta le mie cose e per un attimo mi vergogno di aver assistito alla scena come a teatro senza pensare. Sono rimbambito. Cerco di guadagnare velocemente l’uscita per rimediare e trovo la signora davanti a un ragazzo africano nella zona dei carrelli “Mi presti sessanta centesimi?” Il ragazzo africano non capisce, sgrana gli occhi. Sembra spiazzato. Forse ha mille domande in testa o forse nessuna fatto sta che schiude il pugno. “Prenda quello che vuole signora” Lo guardo. Si sente un re quel ragazzo, se fosse passato uno e gli avesse mollato una banconota da cento non sarebbe altrettanto felice. La signora torna alla cassa. Non resisto e la seguo, fremo come davanti a un calcio di rigore. Ci siamo: la signora porge alla cassiera dieci euro e sessanta centesimi. “Sa chi me li ha dati? Quel nero là ”. Poi prende le quattro cose e se ne va. Cerco lo sguardo della sconfitta nella cassiera e trovo la solita espressione anafettiva, cerco il sorriso della vendetta nell’anziana e scorgo sofferenza. Nei pressi dell’auto rivedo il ragazzo africano che gesticola e alla fine dà una pacca a un connazionale. Non avevano niente e ora hanno niente meno sessanta centesimi ma stanno ridendo. Hanno la luce negli occhi e sguardi di speranza.

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...