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6.3.17

non è mai tardi per fare coming out la storia di Roman Blank un bisnonno a 95 anni.


in sottofondo  Il coming out di un bisnonno a 95 anni. Roman Blank racconta su Youtube il suo desiderio di avere qualcuno accanto
da L'Huffington Post | Di Silvia Renda
Pubblicato: 05/03/2017 14:18 CET Aggiornato: 05/03/2017 14:47 CET





Roman ha due figli, cinque nipoti e un pronipote. Per 65 anni ha vissuto al fianco della moglie Ruth, alla quale era legato da un profondo affetto. Lei gli è rimasta accanto anche quando, dopo la nascita del loro secondo figlio, ha scoperto che il marito era gay. Il segreto divenne condiviso, ma comunque attentamente tenuto nascosto, per salvare le apparenze, per non far del male a nessuno, lasciando Roman cadere in una spirale di silenzi, che per decenni gli hanno dato la sensazione di vivere rinchiuso in una gabbia.
Aveva 5 anni quando ha capito di essere gay, a 95 ha chiamato a raccolta nipoti e figli e finalmente ha deciso di fare coming out. Lo racconta Roman in un'intervista apparsa su Youtube, nella quale si confronta con un ragazzo, riportando l'episodio: “Volevo solo che il mondo sapesse. Ho detto loro di esser nato e di esser stato, per tutta la mia vita, gay. E loro hanno capito".
Ne parla quasi con serena rassegnazione. Con la tranquillità e la leggerezza che segue la sollevazione da un peso, al tempo stesso con la malinconia e il rammarico di non poter sapere quale corso avrebbe avuto la sua vita se quel passo l'avesse fatto prima.
È orgoglioso di sé, orgoglioso di esser riuscito a farlo. Lo dice con energia, come a rimarcare il fatto che non biasima se stesso per aver aspettato tanto, perché non è dipeso da lui. Tono e atteggiamento tradiscono la necessità di dover convincere se stesso prima degli altri di questo punto.
"Puoi immaginare cosa significhi vivere rinchiuso per 90 anni?", chiede al suo interlocutore. Ora che lui non lo è più, non sa bene come vivere il tempo che gli resta. "Vorresti fidanzarti con qualcuno?", gli chiede il ragazzo. Lui porta la mano al viso, nascondendolo, e un po' imbarazzato risponde "sì".
“Sarò molto onesto", spiega, "Non ho bisogno di altri legami fisici o mentali. Ma li desidero. Voglio andare a dormire con qualcuno accanto, non per chissà quale motivo, solo per sapere che a qualcuno importa di me. Riesci a capirlo?".

25.2.15

Inghilterra La figlia muore a 20 anni, lei vuole partorire un nipotino con i suoi ovuli congelati ma Sarebbe il primo caso al mondo ma nessuna clinica dà l'ok.



Nonostante  abbia votato  si ( alcuni anche  con riserva  non  ricordo  più  con precisione quali fra i quattro   ) al referendum sulla procreazione assistita,perdendo   ( chi  mi segue  da quand  il blog  si chiamava    cdv.splinder.com lo ricorderà  ) com- pagni di strada \  di viaggio  favorevoli  all'astensione  imposta,sono dubbioso   su tale  decisone   che  intende  intrapendere  questa  signora 

da  http://www.leggo.it  del 23\2\2015 
 
 La scienza compie passi da gigante e una donna potrà diventare mamma e nonna nello stesso momento dando alla luce un solo bambino.
Una donna inglese di 59 anni ha chiesto al tribunale di essere sottoposta a una procedura di fecondazione assistita utilizzando gli ovuli della figlia morta circa 4 anni fa all'età di 20 anni a causa di un cancro all'intestino. La ragazza aveva congelato gli ovuli nella speranza di poter guarire e avere un giorno dei bambini.
La donna sostiene che fecondare quegli ovociti, da un donatore esterno, sarebbe stato l'ultimo grande desiderio della figlia scomparsa e lei si è detta pronta a portare in grembo questo bambino.  Come riporta anche il Mail, se questa procedura dovesse essere approvata dal tribunale si tratterebbe del primo caso al mondo. Anche se dovesse vincere la sua battaglia legale nessuna clinica nel Regno Unito ha deciso di accettare questo caso e la 58enne avrebbe deciso di emigrare negli Stati Uniti dove una clinica di New York potrebbe effettuare l'intervento al costo di 60 mila sterline.  La questione su cui si dibatte è di natura etica, morale, legale e scientifica, perchè oltre le leggi e i modi di pensare secondo i medici la procedura medica alla quale vorrebbe sottoporsi la donna è piena di difficoltà, con probabilità di successo basse e il rischio di complicanze che potrebbero essere anche letali. 

E poi secondo  http://www.huffingtonpost.it/2015/02/23/mamma-nonna_n_6733950.html Diventare mamma e nonna contemporaneamente, dando alla luce il suo stesso nipote. E' la controversa battaglia che sta combattendo una donna inglese di 59 anni, su cui con ogni probabilità si
ritroverà a decidere l'Alta Corte. La donna chiede infatti di essere sottoposta a una procedura di fecondazione assistita utilizzando gli ovuli della figlia morta ventenne 4 anni fa, congelati dalla ragazza nella speranza di guarire dal cancro all'intestino che l'aveva colpita e di poter un giorno avere un bambino.
L'aspirante mamma-nonna, che per fecondare gli ovociti ricorrerebbe a un donatore esterno, sostiene che questo è stato l'ultimo desiderio espresso dalla figlia prima di morire. Se riuscisse a realizzare il suo sogno, sarebbe protagonista di un caso unico al mondo.
La storia è stata raccontata dal 'Mail On Sunday' e ripresa da vari media britannici, senza divulgare nomi. Al momento, si spiega, nessuna clinica britannica ha accettato la richiesta della donna che insieme al marito, 58 anni, vorrebbe emigrare negli Stati Uniti dove una clinica di New York potrebbe effettuare l'intervento. Prezzo stimato: circa 60 mila sterline. Ma la Human Fertility and Embryology Authority (Hfea) ha rifiutato alla coppia il via libera all'esportazione degli ovuli negli Usa, in assenza di una volontà messa per iscritto dalla figlia della donna prima di morire. La madre si starebbe quindi preparando a procedere per vie legali.
La Hfea non entra nel merito del caso, ma manifesta solidarietà per il dramma familiare e conferma che sulla vicenda sarà sentita la Corte Amministrativa, divisione dell'Alta Corte, in una data ancora da stabilire. La procedura medica alla quale vorrebbe sottoporsi la donna viene considerata irta di difficoltà, con probabilità di successo "molto basse" e il rischio di complicanze "pericolose per la vita".


I miei dubbi   sono  non perchè  essa non abbia il diritto  , ma  perchè  andrebbe  contro  l'etica . La  soluzione  migliore  sarebbe stato  se lei lo avrebbe fatto fare  ad un altra  donna esterna  .

«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

  corriere  della sera   tramite  msn.it  \  bing    Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...