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31.5.22

"Duos, tres, batoro": Sa Murra ritorna



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Oltre i giochi "fisici " recenti e antichi vedere post sopra un altro gioco " manuale " sta ritornando in auge  ed  quello della  Morra un gioco tradizionale molto popolare in Italia, in particolare nelle regioni che si affacciano sul Mediterraneo.

per  saperne di più
 la  nuuova  sardegna   30 MAGGIO 2022
DI MANOLO CATTARI  


"Duos, tres, batoro": Sa Murra ritorna

La gara sta vivendo una nuova primavera non solo in Sardegna ma anche in Francia e Catalogna. Oggi è possibile sfidare un robot o giocarci con un'app

«Mio figlio giocando a Sa Murra è diventato molto più sicuro di sé ed estroverso» così Fabrizio Vella, fondatore dell’associazione “Sociu po su jocu de sa Murra” racconta con le parole della mamma di un giovane giocatore l’impatto del gioco su un bambino timido e introverso.
Sa Murra. Duos, tres, batoro. Un gioco semplice ed essenziale, complesso e di strategia. Bandito e considerato proibito dal 1931, sta vivendo oggi più che mai una nuova primavera. Su Sòciu po su jocu de sa murra ha organizzato la prima manifestazione ufficiale nel ’98 trovando una soluzione d’intesa con la questura di Nuoro (evitando di inserire montepremi in danaro, istituendo un regolamento e affiancando alla figura tradizionale de su contadore, quella nuova dell’arbitro). L’intento principale era quello di sdoganare la morra e dargli la dignità che merita. Su “Campionau sardu de Sa Murra” questo il nome ufficiale della manifestazione. Tres, batoro, chimbe. Ma si sa, le cose semplici aprono le porte alla cura e alla bellezza dei dettagli. Così si inizia a scoprire che il gioco in realtà non è sopravvissuto solo in Sardegna, ma in tante comunità.
Accomunate da una forte connessione rurale e a volte da minoranze culturali con un forte senso identitario. Così si gioca in Corsica, Contea di Nizza, nella Savoia francese, in Friuli, Aragona, Trentino, Catalogna e tanti altri luoghi. E in ogni realtà si portano avanti delle varianti locali. C’è chi la gioca più lentamente, chi da seduti, chi con più pause e chi senza. «La nostra spicca sicuramente per musicalità, possiede un ritmo particolare e una propria musicalità. Inoltre non si interrompe mai. A differenza delle altre nazioni» continua Vella. Insomma ci vuole ritmo, presenza di scena e forza nel prendersi il punto (Murrare in gergo tecnico), si intuisce il perché aiuti nel potenziare l’autostima dei praticanti. «Sa murra è uno sport con fisicità. Oltre alla teatralità, bisogna lavorare di braccia, gambe e anche la voce va allenata. Non c’è solo il fare di conto, per prendersi il punto bisogna avere una certa postura e poi recitare alcune formule verbali».
Sese, sette, otto. Le varie esperienze oltre quella sarda, si iniziano a incontrare in alcune manifestazioni internazionali, in cui campioni delle diverse comunità si incontrano per “darsi battaglia” pronunciando l’ipotizzata somma delle dita ognuno nella propria lingua. Giocando rigorosamente 2 contro 2 con arbitro neutrale a custodire il processo di gioco. Questi meeting internazionali iniziano nel 2003 e siamo alle soglie del prossimo evento che si terrà a Bessans nella Savoia Francese dal 24 al 26 giugno. La delegazione sarda si sta organizzando per dare il suo massimo apporto all’evento e, magari, vincere il titolo di campione del Mediterraneo. Questo ed eventi futuri si potranno seguire sul sito murramondo.com. Sette, otto, noe. Un gioco fuori dal tempo, sembra che abbia origini nell’antico Egitto e si sia praticata nell’antica Roma col nome di micatio, e che duella con l’epoca attuale trovando nuovi modi di presentarsi e di farsi amare.
È infatti possibile sfidare al gioco un robot “Gavina 2121” del prof. Antonello Zizi che ha sviluppato prima un algoritmo e poi un vero e proprio robot capace di giocare con avversari umani. Oppure è possibile giocarci con lo smartphone con l’app SaMurra sviluppata da Davide Onida. Sfidando altre persone connesse all’applicazione o Billybot, l’intelligenza artificiale del software. Un gioco senza tempo e senza bandiera che racconta della nostra cultura e delle nostre culture che a breve sarà raccontato in un museo ad hoc a Urzulei (dove tra l’altro si potrà sfidare anche Gavina 2121), progetto museale su cui proprio l’associazione “Sociu po su jocu de sa Murra” è in prima linea.
Prossimi sviluppi, sfruttare il potenziale didattico del gioco nella scuola con progetti specifici. Rispetto a questo sono in corso studi delle Università di Sassari, di Cagliari e della Lawrence Technological University negli USA, a breve non bisognerà stupirsi se al rientro da scuola i nostri figli ci insegneranno un gioco che hanno imparato a scuola che già conosciamo. Murra.

21.5.22

ludus in Tabula Rivivere il passato attraverso i giochi , la storia all'Archeologa Monica Silvestri e all'artigiano Gualtiero Tumolo .

"L'uomo non smette di giocare perchè invecchia, ma invecchia perchè smette di giocare"                                                         G. Bernard Shaw 


Cercando   materiale  per  ribattere   ai miei  genitori   che mi  rimproverano ( a volte  a ragione perchè anziché lavorare  mi distraggo  troppo )  perchè gioco al cellulare  ho   trovato    un articolo  di  come << [...]  Grazie alla passione per il gioco da tavolo e al connubio fra archeologia e artigianato nasce il progetto “LUDUS IN TABULA!” con lo scopo di far conoscere i tanti giochi da tavolo dell’area del Mediterraneo antico che si perdono nelle maglie del tempo. È un modo diverso per viaggiare nel passato e per poter continuare a diffondere la conoscenza di questi giochi che fanno parte della nostra tradizione e che non devono essere dimenticati.

da https://sites.google.com/site/archeoludologa/home


 Il progetto ci ha portato a recuperare e ricostruire ben ventidue giochi da tavolo antichi, sviluppati in numerose varianti di forme e materiali, come vere e proprie riproduzioni archeologiche. Si tratta di una lunga ricerca sulle regole e le abitudini del mondo ludico antico, scovando fra gli scaffali di biblioteche e librerie, sbirciando con occhio vigile tanto nelle vetrine di grandi musei europei quanto nei piccoli musei locali o visionando reperti connessi col gioco nei magazzini archeologici, facendo ricognizioni nei siti archeologici vicini .[...]  >> ( segue  https://www.historygames.it/chi-siamo/

Tale  iniziativa    si  deve  all'Archeologa    Monica Silvestri   e  all'artigiano  ( foto  a  sinistra   ) Gualtiero  Tumolo .
I giochi sono realizzati dall’artigiano Gualtiero Tumolo che si occupa di tecniche artigiane sin dal 1998 come ragazzo di bottega in un laboratorio di restauro in Carnia su strumenti antichi a percussione su corda (pianoforti, armonium, clavicembali). Dal 2005 al 2010 studia all’istituto d’Arte A. Bertoni di Saluzzo e si diploma in restauro del legno e policromi. Finiti gli studi si applica per conseguire un secondo diploma in oreficeria presso lo stesso istituto d’arte. Nel tempo ha lavorato in vari laboratori come collaboratore e come titolare mantenendo sempre passione e competenze in svariati campi artistici e artigianali acquisendo così tecniche specifiche. Al momento ha un suo laboratorio attrezzato dove realizza opere artigianali e artistiche sia proprie che su commissione.Come artigiano realizza e dà corpo alle idee di Ludus in Tabula con sapiente manualità, sia per le lavorazioni in cuoio che per quelle in legno dei tavolieri, nella realizzazione delle pedine e dei dadi, per creare oggetti unici e che rispecchino la lunga storia che gli ha dato vita, senza dimenticare una vena più artistica che sa seguire la bellezza e la cura dei materiali più disparati. Invece  Monica  ha  quarantatré anni, proveniente da Genzano (RM), probabilmente si è chiesta le stesse cose. Laureata in conservazione dei Beni Culturali con indirizzo archeologico, ha dato vita ad un progetto fantasioso, dai contorni fiabeschi e mitologici: History Games.






Si chiama così il progetto loro   che, seguendo diverse tecniche   dell'artigianato e  dell'archeologia sperimentale, ha riportato in vita gli antichi giochi da tavola che utilizzavano i romani, i greci, i sumeri, gli etruschi e anche diverse civiltà in epoca medioevale.
Ma nulla è nato per caso. Infatti  essa insieme  a  dallo studio di reperti e documenti, visitando e studiando nei musei siti archeologici nazionali e internazionali, Monica ha ricreato venticinque diversi giochi da tavola ricostruendo a mano la stessa di tipologia di oggetti che venivano utilizzati in quell’epoca: dadi, pedine, lancia dadi.
La cosa particolare, che rende unica la sua idea, è che ogni oggetto è ricostruito cercando di utilizzare gli stessi materiali di quelle antiche civiltà: il legno, la terracotta, il cuoio, la pasta di vetro, la pietra.
Il risultato è una sequenza di giochi da tavola handmade, archeologicamente certificati da studi e ricerche, riprodotti fedelmente. Una sapienza artigianale che Monica ha ereditato dal padre e che le ha permesso di unire un sapere pratico e teorico.
«Durante gli anni degli studi universitari ha avuto modo di conoscere due giochi da tavolo di epoca romana che si utilizzavano come intrattenimento nei campi scuola di archeologia sperimentale. Da
Monica  silvestri
frame   dal secondo video
citato di   youtube
allora ha cominciato a cercare informazioni sui giochi da tavolo antichi e non si è più fermata. »
Recita così la sua biografia, sul suo sito.
Oggi  espongono e vende i suoi giochi partecipando a fiere nazionali di settore, e utilizzando anche la pagina social.
Qui, sul sito ufficiale, potete trovare l’elenco dei giochi che hanno realizzato.
In un’intervista al Corriere della Sera  Monica  ha dichiarato qual è l'obbiettivo:
«I giochi antichi oltre a sviluppare numerosi aspetti positivi, quali la logica e la riflessione – conclude l’archeologa – potrebbero insegnare ai piccoli le regole della condivisione, lo spirito di squadra ed il piacere della socializzazione».
Quelli di Monica[ e Gualtiero  aggiunta  mia  ] non sono solo giochi,-- come dice l'articolo sopracitato a cura di Andrea Minciaroni redazione@roma-artigiana.it -- ma narrazioni, piccole storie di vita che emergono da epoche lontane, da antiche civiltà che possiamo solamente immaginare. Ma che oggi, forse, in piccola parte, possiamo anche provare a rivivere.
Infatti  sempre   dal loro   sito  https://www.historygames.it/  più precisamente   da  https://www.historygames.it/contatti-2/  viene  ribadito   che  

Grazie alla passione per il gioco da tavolo e al connubio fra archeologia e artigianato nasce il progetto “LUDUS IN TABULA!” con lo scopo di far conoscere i tanti giochi da tavolo dell’area del Mediterraneo antico che si perdono nelle maglie del tempo. È un modo diverso per viaggiare nel passato e per poter continuare a diffondere la conoscenza di questi giochi che fanno parte della nostra tradizione e che non devono essere dimenticati.
Il progetto ci ha portato a recuperare e ricostruire ben ventidue giochi da tavolo antichi, sviluppati in numerose varianti di forme e materiali, come vere e proprie riproduzioni archeologiche.
Si tratta di una lunga ricerca sulle regole e le abitudini del mondo ludico antico, scovando fra gli scaffali di biblioteche e librerie, sbirciando con occhio vigile tanto nelle vetrine di grandi musei europei quanto nei piccoli musei locali o visionando reperti connessi col gioco nei magazzini archeologici, facendo ricognizioni nei siti archeologici vicini e lontani… tutto per uno scopo preciso: giocare e far giocare come si faceva nel mondo antico!
Nel progetto di ricerca è confluita anche una serie di giochi di abilità praticati nelle varie epoche sia dagli adulti che dai bambini, constatando come l’uomo non abbia mai smesso di giocare. E oggi? Ci piacerebbe che si tornasse a giocare anche con i giochi antichi perché possono sviluppare numerosi aspetti positivi, quali la riflessione e la logica, ma soprattutto la socializzazione.
Il gioco è stato e sarà sempre un forte collante sociale e, se analizzato con approccio scientifico, può contribuire a fare luce su tanti aspetti della vita quotidiana, al pari di altri settori di ricerca. Seguendo la strada aperta da altri studiosi e appassionati che si sono occupati del gioco nell’antichità, è stata intrapresa questa ricerca topografica che s’intende proseguire con ulteriori studi, applicando tale tipo di approccio su altri siti archeologici, per poter fare dei riscontri e delle comparazioni fra le diverse aree.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...