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5.10.13

Roma, arrestati tre poliziotti per violenza sessuale su due donne

quasi quasi m'iscrivo , tanto ci saranno colleghi a difendermi e scendere in piazza ( vedere i fatti di napoli 2001 ) o verrò promesso se commetto reati ( diaz e bolzaneto genova 2001 ) . OVVIAMENTE SENZA GENERALIZZARE perchè in mezzo alla merda ci posso essere delle perle



Roma, arrestati tre poliziotti per violenza sessuale su due donne

Le vittime degli stupri sono una donna sudamericana agli arresti domiciliari e una ragazza italiana che era stata fermata per accertamenti. Destinatari dei provvedimenti di custodia cautelare sono un sostituto commissario, un assistente ed un operatore tecnico della Questura


E a quanto si è appreso da ambienti investigativi gli stessi poliziotti avrebbero ammesso le accuse. La prima vittima aveva 18 anni all’epoca dei fatti. La ragazza, romana, era stata fermata assieme ad altri amici nel 2012, la sera della finale degli Europei di calcio, perché in possesso di hashish. Una volta trovatasi da sola in ufficio al commissariato di San Basilio, mentre gli altri ragazzi fermati venivano sottoposti al foto segnalamento, la vittima sarebbe stata costretta ad avere un rapporto sessuale con l’agente in borghese. Tutto sembrava essere passato sotto silenzio. Alcuni mesi dopo, però, la giovane ha denunciato l’accaduto. Ma il commissariato aveva altre due ‘mele marce’. A denunciarli è stata una prostituta sudamericana che era agli arresti domiciliari dal dicembre 2012. La donna era stata arrestata assieme al marito perché accusata di gestire un locale notturno con delle squillo.Nei mesi seguenti, durante i controlli dei due agenti, la donna sarebbe stata costretta ad avere diversi rapporti sessuali. In entrambi i casi – chiariscono gli investigatori – le vittime non sarebbero state picchiate, ma costrette dalla sudditanza psicologica di fronte al ruolo che quelle persone rivestivano. Per la Squadra Mobile sono stati mesi di pedinamenti, analisi di tabulati e ricerche di testimonianze che hanno portato a prove concrete su quelle accuse mosse dalle due donne. La vicenda ha ricordato l’episodio della caserma del Quadraro a Roma nel febbraio 2011, quando – secondo le accuse di una 32enne – tre carabinieri ed un vigile avrebbero indotto la donna a subire atti sessuali mentre era ristretta nella camera di sicurezza dopo averla fatta ubriacare. Solo alcuni mesi fa invece altri agenti sono stati arrestati con le accuse di violenza sessuale, corruzione, falso e furto. A far scattare le manette da parte della Squadra Mobile era stata una denuncia presentata da un commerciante. I quattro agenti avrebbero preteso dagli stranieri, tra il 2009 e il 2010, somme di denaro in cambio di mancate denunce. Le accuse di stupro invece riguarderebbero violenze ai danni di prostitute. I quattro indossavano sempre la divisa per tenere sotto scacco le vittime.L’operazione della Squadra mobile, inoltre, arriva pochi giorni dopo la sentenza definitiva che ha condannato un altro poliziotto per stupro. Massimo Pigozzi, tra gli agenti responsabili delle violenze di Bolzaneto dopo il G8 di Genova, dovrà scontare dodici anni e sei mesi di carcere per quattro episodi di violenza sessuale risalenti al 2005. Le vittime erano prostitute, rumene e senza fissa dimora, fermate e seviziate in Questura a Genova.

16.4.12

speriamo che il film sulla diaz non sia una delusione

o   qualcosa  di  speciale per  gente  normale  (  ciò che non  ricorda o vuole dimenticare  o  ha  solo una visione di parte  )  di normale  (   per  chi sa , ricorda  ,  e  come  i mulini a vento   o come don chischiotte  di Guccini  continua  a far  si  che ciò non venga  dimenticato ) . Ma  questa recensione \  diario  dai  blog   di  Pier  Vittorio Buffa ,mi  fa  ben  sperare  

Carbonari




Ho visto il film “Diaz” con un mio amico poliziotto, anzi ex poliziotto. Uno di quelli che più di trent’anni fa aveva rischiato la galera per chiedere una polizia senza stellette e più vicina ai cittadini, per avere il sindacato. Tra loro si chiamavano e si chiamano tuttora “carbonari” perché agivano in segreto, per non essere scoperti, per non finire davanti a un tribunale militare.

Per quasi tutto il film mi ha stretto il braccio e quando siamo usciti è rimasto in silenzio fino al parcheggio. Soltanto in macchina, lasciatosi andare sul sedile, le braccia abbandonate sulle gambe, ha detto quello che aveva dentro.


“Potrei dirti che il film non descrive la rabbia accumulata dai poliziotti, lo stress di ore e ore di servizio, la violenza di chi aveva devastato la città. Ma non voglio dire questo perché per tutto il tempo la mia testa è stata altrove. Quello che è successo a Genova nel 2001 e che questo film racconta in modo così crudo è il fallimento della mia generazione o, almeno, di quella parte della mia generazione di poliziotti che voleva una polizia dei cittadini, capace di prevenire, rispettosa dei diritti dei singoli e della legge. Oggi sembrano parole retoriche, ma allora facevano parte dei nostri programmi, erano gli obiettivi che ci eravamo dati, i nostri sogni se vuoi. E la colpa è di tutti. Anche nostra perché non abbiamo portato la lotta alle estreme conseguenze. Ma soprattutto dei nostri sindacati che sono diventati, quasi da subito, corporativi. Dei nostri capi che non hanno mai creduto in una polizia diversa. Di chi ha governato questo paese, a cui una polizia come quella che sognavamo non interessa proprio. E adesso come facciamo a dire ai ragazzi, magari dopo che hanno visto questo film, che la polizia è dalla parte dei cittadini? Vorrei chiederlo non a chi ha fatto il film, ma a tutti quelli che in questi anni hanno coperto, tollerato, mentito, depistato”.

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