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9.8.25

Giappone: dopo Hiroshima Nagasaki commemora 80 anni ( 9 agost 1945 - 9 gosto 2025 ) da orrore atomico

Dopo  Hiroshima , il bombardamento più noto , il Giappone commemora   l'altro bombardamento quello di  Nagasaki  
 

 (ANSA) - TOKYO, 09 AGO -
A tre giorni dalla commemorazione degli 80 anni dall'orrore nucleare di Hiroshima, la città di Nagasaki rievoca la analoga sorte, a seguito della seconda bomba atomica sganciata il 9 agosto del 1945 dagli Stati Uniti; una catastrofe che costò la vita ad oltre 70mila persone, prevalentemente civili, decretando di fatto la fine della Seconda guerra mondiale con la resa incondizionata del Giappone sei giorni dopo. Un minuto di silenzio è stato osservato alle 11:02 ore locali (le 4:02 in Italia) all'interno del Parco della Pace, nella città situata a sud ovest dell'arcipelago. All'evento commemorativo hanno partecipato 94 paesi e regioni, dopo le polemiche dello scorso anno per la scelta della municipalità di non invitare Israele a causa del conflitto nella Striscia di Gaza, spingendo gli ambasciatori degli Stati Uniti e di altri membri del Gruppo dei Sette a snobbare la cerimonia. Nella Dichiarazione di Pace letta durante la cerimonia commemorativa, il sindaco Shiro Suzuki ha invitato i leader mondiali a delineare un piano d'azione specifico per l'abolizione delle arminucleari, sottolineando come l'organizzazione giapponese di sopravvissuti alla bomba atomica, 'Nihon Hidankyo', insignita del Premio Nobel per la Pace lo scorso anno, abbia messo in evidenza "la capacità di una maggiore collaborazione della società civile". Nel suo discorso il premier nipponico Shigeru Ishiba ha invece promesso di mantenere l'impegno decennale del Giappone di non possedere, produrre o consentire l'uso di armi nucleari. Il governo di Tokyo "lavorerà con costanza per guidare gli sforzi globali volti a realizzare un mondo senza guerre nucleari e un mondo senza armi atomiche", ha affermato Ishiba, senza tuttavia fare riferimento al trattato delle Nazioni Unite sul divieto delle armi nucleari entrato in vigore nel 2021, nonostante le rinnovate richieste da parte di Hiroshima e Nagasaki affinché il Giappone vi aderisca. Dello stesso avviso la dichiarazione del sottosegretario generale delle Nazioni Unite e alto rappresentante per gli affari esteri, Izumi Nakamitsu, nella sua dichiarazione letta in occasione: "Dobbiamo rinnovare il nostro impegno nei confronti degli strumenti di disarmo che hanno dato prova della loro efficacia: dialogo, diplomazia, rafforzamento della fiducia, trasparenza, controllo e riduzione degli armamenti". In base alle ultime stime governative il numero complessivo dei sopravvissuti ufficialmente riconosciuti dei due attacchi nucleari, noti come 'hibakusha', era pari a 99.
130 a marzo di quest'anno, scendendo per la prima volta sotto quota 100mila, con un'età media di poco superiore agli 86 anni. (ANSA).

7.8.25

Hiroshima e Nagasaki: 80 anni di memoria e responsabilità

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Ciao a tutti ☀️ vi consiglio, oltre  a  leggere  o  rileggere  sempre  sullo stesso argomento   il mio  post   precedente (  trovate  sopra  l'url )  , con il cuore questo articolo 🙏 perché possiamo fare tanto, anche per le situazioni terribili ancora in corso   ma  soprattutto  perchè « Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre.» ( Primo Levi   da “Se questo è un uomo” ) .


 da   https://senzatomica.it/approfondimenti/



Mantenere viva la memoria implica una scelta. Tra il continuo di eventi di cui è fatta la storia, si scelgono dei punti specifici da rievocare nel presente, al fine di influenzare, oggi, opinioni e azioni delle persone. Ciò va al di là dell’accurata ricostruzione dei fatti storici (premessa tuttavia essenziale alla quale attingere) perché comporta uno sforzo attivo di collegamento alla realtà attuale. L’oscura seduzione delle coscienze di cui parla Levi, ovvero la tendenza a reiterare errori del passato che già hanno arrecato innumerevoli sofferenze alle persone, è un rischio sempre attuale.
A tal proposito, una domanda importante da porsi è: quali eventi, oggi, rappresentano un’avvisaglia di tale rischio?I bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki hanno svelato la logica che può celarsi dietro la distruzione di massa provocata dalle armi nucleari. Questi bombardamenti non sono stati il risultato di una collera istintiva verso l’avversario, ma una scelta razionale con obiettivi specifici. Da una parte, c’era l’esigenza di porre fine alla guerra tra Giappone e Stati Uniti e, dall’altra, quella di mostrare al mondo la superiorità militare di questi ultimi.Di fronte a tali necessità, le coscienze erano “sedotte e oscurate” al punto da considerare l’altissimo prezzo in termini di vite umane della popolazione civile delle due città colpite come proporzionato all’importanza degli obiettivi militari prefissati. Al giorno d’oggi, i due scenari di conflitto su cui l’attenzione del mondo occidentale si sta maggiormente soffermando mettono in luce delle logiche analoghe.Nel contesto dell’invasione dell’Ucraina, lo sfatare il tabù nucleare da parte della Russia¹ dimostra la volontà di essere disposti, seppur in casi estremi, a utilizzare delle armi atomiche come mezzo per la risoluzione di un conflitto. Allo stesso tempo, quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza ci mostra come colpire la popolazione civile di un intero territorio, al punto da minacciare la sua stessa esistenza², può comunque essere considerato un danno collaterale rispetto a degli obiettivi militari. Di fronte alla manifestazione di tanta violenza da parte degli esseri umani la reazione più comune è quella di sentirsi impotenti. Il flusso incessante di notizie su questi tragici eventi finisce per rendere le persone indifferenti e apatiche. In questo contesto, la memoria può essere uno strumento in grado di riconnetterci con l’esperienza umana che vi è dietro determinati eventi storici che hanno ancora molto da insegnare rispetto alla situazione attuale.Tutto dipende, in definitiva, da come e con quali intenzioni ricostruiamo il passato.Tra le pratiche ad oggi più comuni vi sono quelle che mirano ad affiancare al concetto di memoria lo stimolo alla rideterminazione. Il “non dimenticare” diventa quindi un riconoscere e reagire all’evento. Il museo della memoria di Nagasaki, ad esempio, preserva ed espone la memoria delle vittime dell’esplosione atomica del 9 agosto 1945 promuovendo, allo stesso tempo,  la ricerca della pace e valori come il rispetto, l’empatia, il coraggio.                 Arnaldo Pomodoro, "Sfera con sfera", Nazioni Unite, New York - Credits: Senzatomica


Un obiettivo simile è stato portato avanti anche dalla mostra “La memoria degli oggetti” (2023), ospitata presso il Memoriale della Shoah di Milano. Realizzata con i fondi dell’8×1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, l’esposizione è stata curata e allestita con gli effetti personali di 368 migranti naufragati a Lampedusa (Italia) il 3 ottobre 2013. Nelle intenzioni del comitato organizzativo, la mostra non doveva semplicemente farsi strumento di protesta, ma poteva soprattutto porre in risalto che, oltre i numeri identificativi, oltre la notizia, la traversata in mare è stata compiuta da esseri umani.
Sempre rimanendo in Italia, è particolarmente encomiabile la funzione che svolge la memoria, come vera e propria facoltà attiva in grado di ristabilire connessioni con il passato, al fine di dare una prospettiva di speranza in tutte le attività portate avanti nell’ambito dell’antimafia sociale. Questo è particolarmente vero in occasione del 21 marzo, Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, in cui vengono letti tutti i nomi delle persone comuni coinvolte in stragi e attentati di mafia, come anche nelle altre azioni che si traducono nella dedica di presidi o beni confiscati alle mafie a vittime di mafia.
Risuonano in questo senso alcuni estratti dell’Appello alla resilienza e alla speranza che Daisaku Ikeda ed il Premio Nobel per la Pace Adolfo Pérez Esquivel hanno lasciato in eredità ai giovani del mondo nel giugno del 2018. Per entrambi, infatti:
“Bisogna conservare la memoria perché essa illumina il presente e genera la capacità e la resilienza dei popoli per costruire nuove alternative, luci di speranza per far sì che un altro mondo sia possibile”.
Inoltre, si rivela necessario:
“Promuovere una coscienza collettiva a partire dalla memoria della storia universale per far sì che non si ripetano le stesse tragedie. Far comprendere che la Terra è la nostra casa comune e nessuno deve essere escluso da essa a causa delle proprie differenze.”
Nel celebre dialogo tra Daisaku Ikeda e Adolfo Pérez Esquivel, Ikeda (riprendendo il concetto di “coscienza critica” di Esquivel) afferma, inoltre, che l’essere umano dovrebbe sviluppare la capacità di distinguere il bene dal male, nonostante le circostanze e gli avvenimenti complessi della società rendano difficile tale distinzione. A questo scopo, Ikeda sottolinea come si sia impegnato in prima linea alla realizzazione di iniziative concrete di pacifismo e non belligeranza proprio nelle città di Hiroshima e Nagasaki, le uniche città del mondo ad aver sperimentato gli effetti distruttivi del “male assoluto”.
In risposta, Esquivel concorda su questa verità manifesta, richiamando alla mente il toccante ricordo della sua visita ad Hiroshima e la testimonianza degli “sguardi innocenti” delle donne e bambine sopravvissute all’esplosione. Ne conclude che “le armi nucleari mettono in evidenza fin dove può spingersi l’essere umano e quanto possono venire a costare le conseguenze e i rischi per le generazioni presenti e future del mondo” ³.
In onore dei valorosi abitanti di Hiroshima che si dedicano giorno dopo giorno al movimento per la pace, Ikeda scrisse: “Eppure gli oleandri di Hiroshima continuano a fiorire, per raccontare al mondo il potere dello spirito umano, la forza salvifica che germoglia dalla sofferenza e il messaggio di pace che arde sotto la cenere” ⁴.
Pochi giorni fa, in occasione degli 80 anni dal primo uso nella storia di un’arma nucleare (Trinity test, 16 luglio 1945), la Direttrice esecutiva della campagna ICAN Melissa Parke, ha ribadito con forza come 80 anni vissuti sotto la minaccia nucleare siano abbastanza, e che dobbiamo eliminare queste armi prima che loro eliminino noi. Proprio come Ikeda ed Esquivel conclusero il loro dialogo affermando che una simile tragedia non si debba mai più ripetere, anche la Direttrice Parke ha concluso il suo appello con un significativo “Never again”

Note
1. Cfr. https://www.icanw.org/will_putin_use_nuclear_weapons
2. Cfr. https://www.icanw.org/commentary_nuclearweapons_israel_gaza
3. La forza della speranza. Riflessioni sulla pace e i diritti umani nel terzo millennio., Adolfo Pérez Esquivel e Daisaku Ikeda, Esperia Edizioni, novembre 2016, pp. 169-171.
4. Il Quaderno di Hiroshima, Daisaku Ikeda, Esperia Edizioni, marzo 2013.
5. 80 Years later, the first nuclear blast is not forgotten, 16 luglio 2025, icanw.org, News, Melissa Parke, Executive Director ICAN

8.8.22

IL RIMORSO DI EATHERLY (Il pilota di Hiroshima)

  ho aspettato  prima  di scrivere    tale  post   perchè   nella  mia  ingenuità credendo che   vista  l'attualità  della  guerra    che  su  tale  evento  ormai storia     ci  fossero  il solito  classico    fiume  d'inchiostro   celebrativo invece    è  passato   quasi  in silenzio   .Ma quel  che  è  peggio   che   si  è, solo parlato  dei  fatti  più noti     di tale evento  ,  ma  si   ci  si  dimentica   come spesso succede     dei retroscena   come  (  esempio  vedere    slide  a sinistra  )    quello  della    vicenda  del  2  pilota      protagonista della vicenda    storica avvenuta   nel  lontano  6\8\1945 . Ma  ora   basta    con  i Pipponi  ,  vi lascio    sulle  note    della struggente  e  bellissima  il Pilota  di Hiroshima  dei Nomadi

Articolo di Rosella Reali  da Email:Info@Viaggiatoriignoranti.It
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IL RIMORSO DI EATHERLY (Il pilota di Hiroshima)
Nella vita non bisogna avere dubbi, non bisogna mostrarsi scettici, né tantomeno deboli...
Metti la bomba atomica sganciata su Hiroshima il 6 agosto 1945...
Paul Tibbets fu il pilota che sganciò la bomba... a distanza di anni commenterà: “Non mi posi un problema morale, feci quello che mi avevano ordinato di fare. Nello stesse condizioni lo rifarei”.
Lasciò l'aeronautica a cinquantun'anni anni col grado di generale di brigata e morì a novantadue anni.
Claude Eatherly invece, fu il pilota mandato in avanscoperta per scegliere l'obiettivo, in base alle condizioni atmosferiche, tra Hiroshima, Kukura e Nagasaki. Una volta dato l'ok per Hiroshima si allontanó, come da disposizioni ricevute, ma non abbastanza. Quello che vide non lo abbandonerà più.E fece l'errore più grande: si pentì.



Finita la guerra si congedò, rifiutò la cospicua pensione e dispose che quei soldi fossero devoluti alle vedove dei suoi compagni morti in guerra. Tentò diverse volte il suicidio, il suo rimorso fu "curato" negli ospedali psichiatrici. Dopo un lungo rapporto epistolare col filosofo tedesco Günther Anders, si convinse a scrivere una lettera di scuse ai superstiti di Hiroshima. Questi gli risposero che in fondo anche lui non era che una vittima della bomba atomica. Solo in quel momento la sua situazione psichica migliorò. Morirà a sessant'anni per un tumore. Due piloti, due uomini. Se l'eroe Tibbets fu inserito nella National Aviation Hall of Fame, per Eatherly ci sarà solo il perdono dei nemici.Il suo mondo che era pronto ad onorarlo per la sua partecipazione al massacro, si rivolse contro di lui. Il pentimento fu la sua condanna.






















Pietro Sedda il designer, artista e tatuatore di fama mondiale racconta i suoi nuovi progetti

   Dopo  la  morte  nei  giorno scorsi  all'età  di  80 anni   di  Maurizio Fercioni ( foto al  centro    )  considerato il primo tatuat...